Questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 18 Luglio, 2023
Nome: 
Federico Gianassi

Grazie, Presidente. Abbiamo presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità sul provvedimento che oggi è all'attenzione di questa Camera, presentato dal partito di Fratelli d'Italia per l'universalizzazione del reato di maternità surrogata. La legge penale italiana già vieta la gestazione per altri e punisce chi viola il relativo divieto. Dunque, con questa proposta, la destra non intende modificare l'applicazione della fattispecie incriminatrice dentro i confini nazionali, ma pretenderebbe di applicare il diritto penale italiano oltre i confini nazionali. La destra vorrebbe, sostanzialmente, che siano puniti, in forza della legge italiana, quanti all'estero sono ricorsi alla gestazione per altri rispettando le leggi dei Paesi stranieri. Sostanzialmente, si propone l'applicazione extranazionale del diritto penale italiano ed è curioso che a proporla qui all'Aula siano i sovranisti e i nazionalisti di casa nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

È vero che talvolta nel nostro ordinamento penale sono previste limitate eccezioni che consentono l'applicazione extraterritoriale del diritto penale nazionale, ma si tratta di eccezioni stringenti, limitate e certamente non applicabili al caso che oggi viene posto all'attenzione della Camera. È sostanzialmente possibile ottenere l'applicazione del diritto penale italiano oltre i confini nazionali quando vige il principio della doppia incriminazione, cioè il fatto costituisce reato anche all'estero, ma evidentemente non è questo il caso, perché si vuole andare a colpire una condotta che viene commessa all'estero, ma in un Paese in cui è regolamentata e ammessa. Inoltre, è possibile utilizzare l'applicazione al di fuori dei confini nazionali del diritto penale quando siamo in presenza di fatti che costituiscono delitti contro la personalità dello Stato, ed evidentemente non è questo, ancora una volta, il caso. È altresì possibile utilizzare il diritto penale nazionale per andare a colpire fatti commessi all'estero quando quei fatti costituiscono crimini internazionali. Sono crimini internazionali quei fatti così gravi da essere riconosciuti universalmente, nella comunità internazionale, come fatti gravissimi, cioè quei fatti che costituiscono i reati più gravi che la comunità internazionale deve riconoscere e perseguire, ma si tratta del genocidio, dei crimini contro l'umanità, dei crimini di guerra, della tortura e del terrorismo internazionale e sono puniti con il massimo delle pene, cioè con pene altissime. Non appartiene a questa categoria di reati la maternità surrogata, per la ragione principale che nella comunità internazionale non c'è unanimità di punti di vista in relazione alla sua natura e anche il legislatore italiano non ritiene che essa assuma il rango di crimine internazionale, poiché nemmeno nella proposta della destra c'è la modifica della sanzione, ad oggi prevista, nel massimo di 2 anni di carcerazione, che, per il nostro ordinamento penale, significa una delle sanzioni più basse possibili. Dunque, anche questo caso non consente di essere applicato rispetto alla proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia.

In realtà, nel nostro ordinamento esisterebbe un'ulteriore ipotesi che consentirebbe di perseguire fatti commessi all'estero, ed è il caso, previsto dal codice penale, che consente al Ministro della Giustizia di richiedere l'esercizio dell'azione penale. Questa norma è già in vigore, però non ci risulta che in questi mesi di Governo Meloni il Ministro della Giustizia abbia richiesto l'esercizio dell'azione penale per andare a colpire coloro che si sono avvalsi o sono ricorsi alla maternità surrogata, al punto tale che questa proposta di Fratelli d'Italia sembra essere orientata soprattutto a superare e a contrastare l'immobilismo del Ministro della Giustizia del Governo al quale Fratelli d'Italia partecipa e offre la sua fiducia.

Allora, a questo punto, poiché si tratta di un utilizzo davvero eccezionale, strumentale, simbolico e ideologico del diritto penale e, pertanto, rischioso, occorre verificare se questo intervento sia rispettoso dei principi e dei criteri che la Corte costituzionale, più volte, ha indicato come i parametri per il giudizio della legittimità sulle leggi, in particolare il principio di uguaglianza e di proporzionalità e il principio di ragionevolezza. È difficile sostenere che sia rispettato il principio di uguaglianza quando per un reato come la maternità surrogata, punito fino a 2 anni di carcere, si prevede la natura universale, mentre per tutti gli altri reati puniti con la stessa sanzione non si prevede il medesimo trattamento. E, ancora, non sussiste il principio di proporzionalità laddove per la maternità surrogata, che è punita fino a 2 anni di carcere, si prevede l'universalità del reato, ma non si prevede l'universalità del reato, cioè il medesimo trattamento, per tutti quei reati puniti con pene molto più gravi.

Noi avevamo presentato alcuni emendamenti, raccogliendo anche un'iniziativa del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, che avevano proposto a quest'Aula di votare la universalizzazione del crimine di tortura, del crimine di prostituzione minorile e del crimine di riduzione in schiavitù, ma evidentemente i nostri emendamenti credo che non supereranno il vaglio di ammissibilità e certamente non c'è una disponibilità di questa maggioranza a prevedere l'universalizzazione di reati così gravi puniti in modo molto più grave della maternità surrogata (quelli, sì, assumono il rango di crimini internazionali). Anzi, nei mesi scorsi, nel Governo si è discusso su ipotesi di retrocessione della punibilità del crimine di tortura. Insomma, certamente anche il criterio della proporzionalità è assolutamente stravolto da questa proposta di legge. Infine, viene violato il principio di ragionevolezza.

In forza del principio di ragionevolezza, il legislatore nell'esercizio del suo potere discrezionale deve effettuare un bilanciamento tra diversi interessi che sono meritevoli di tutela e deve assicurare che un interesse meritevole di tutela non prevalga definitivamente sugli altri, divenendo, il primo, assoluto e gli altri irrilevanti. La questione è se, per impedire, scoraggiare e disincentivare il ricorso alla maternità surrogata, il legislatore possa sacrificare altri diritti e, in particolare, il diritto dei minori, dei bambini, che non hanno responsabilità alcuna rispetto all'origine del rapporto genitoriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È stata la stessa Corte costituzionale, con le sentenze del 2021, a dire che non possono essere sacrificati i diritti dei bambini. La Corte costituzionale, proprio in relazione alla tutela dei minori, ha detto che tutti i diritti fondamentali tutelati in Costituzione si trovano in rapporto di integrazione reciproca e non è possibile individuarne uno che abbia la prevalenza assoluta sugli altri. Se così non fosse, si verificherebbe l'illecita espansione di uno di quei diritti, che diventerebbe tiranno nei confronti di altre situazioni costituzionalmente protette che costituiscono, nel loro insieme, espressione della dignità della persona.

È per questo che la Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento di effettuare un intervento per riconoscere e promuovere la tutela dei bambini, che non può essere sacrificata in nome del “no” alla maternità surrogata. Ha detto inoltre che lo strumento attualmente esistente, l'adozione per casi particolari, non è sufficiente ad assicurare la tutela dei minori, perché è un procedimento che dura troppo e, invece, la tutela deve essere immediata, perché non consente una vera adozione e l'esplicazione degli effetti dell'adozione, come i diritti successori, e perché può essere evitata in caso di rifiuto del genitore biologico. Insomma, uno strumento che non risponde alle esigenze costituzionali di tutela del minore. Pertanto, ha detto la Corte costituzionale, serve un intervento del legislatore.

Tuttavia, la destra oggi, portando in votazione questo provvedimento che si preoccupa di universalizzare il reato di maternità surrogata, ha omesso di intervenire, ancora una volta, in materia di tutela dei minori e lo ha fatto adottando, da un lato, uno strumento ideologico del diritto penale e, dall'altro, bocciando in Commissione tutti gli emendamenti, anche diversamente articolati dalle diverse opposizioni, che proponevano la tutela dei minori.

Per tutte queste ragioni, per la violazione del principio di uguaglianza e di proporzionalità e per la violazione del principio di ragionevolezza, noi chiediamo a quest'Aula di votare a favore della nostra questione pregiudiziale di costituzionalità e di impedire che il confronto in Parlamento su questa proposta di legge vada avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).