Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Giugno, 2014
Nome: 
Khalid Chaouki

A.C. 1743-A

Signor Presidente, intervengo a nome del Partito Democratico per comunicare il nostro voto favorevole alla ratifica di questo importante Accorto di cooperazione tra l'Italia e l'Afghanistan. Un Accordo che sancisce uno strumento di lavoro maggiormente concreto per il contrasto al traffico di droghe e soprattutto alla cooperazione per mirare a prevenire il traffico internazionale di droghe che alimenta soprattutto in quelle terre il terrorismo criminale dei talebani e non solo. Di fatto, in questa economia globale del commercio di oppio, sicuramente quello è uno dei luoghi dove maggiormente si produce, come è stato detto dai colleghi prima di me. Sicuramente è stato anche l'ultimo intervento oltre a quella cooperazione militare che ci fu ed è stata importante perché almeno ha dato la possibilità di un'espressione democratica, seppur con tanti limiti, e all'emancipazione di tante iniziative importanti di tipo sociale. Pensiamo che oggi, invece, sia importante accostare a ciò anche la cooperazione a livello di formazione delle forze dell'ordine, a livello di scrittura di leggi importanti per la prevenzione, e soprattutto la formazione del personale e delle forze dell'ordine di quel Paese. 
  Non basta la cooperazione militare. Abbiamo visto quanto non sia stata sufficiente. È importante in questo momento anche valorizzare quanto di buono è stato fatto e sicuramente qualcosa è stato fatto ed è stato citato dal collega Pastorelli l'appello accorato che le donne afghane, le associazioni e le ONG, seppur con tutte le difficoltà, ci riconoscono in termini di promozione di una forma di partecipazione civile che in quei Paesi per molto tempo è mancata. 
  E allora è però importante non confondere – mi riferisco a qualche intervento fatto anche in precedenza – tra il male del terrorismo, il male del fondamentalismo, il male del radicalismo e il male che questi stanno facendo e quelle che, invece, sono le espressioni di queste società. Tali società, seppure hanno in quei luoghi e in quelle storie le loro radici culturali e anche religiose, ma sono società che oggi sono di fatto le prime vittime di questa pericolosa e minacciosa deriva terroristica e criminale. Le donne afgane e giovani afghani, i profughi e i rifugiati – e non clandestini, come ancora vi ostinate a chiamarli in queste aule – i profughi e i richiedenti asilo afghani che arrivano e bussano anche alle nostre porte, sono le prime vittime esse stesse del terrorismo di matrice islamica. 
  E allora se noi vogliamo davvero combattere, estirpare i mali del terrorismo anche di matrice religiosa ed islamica, noi dobbiamo allungare le mani, dobbiamo abbracciare, dobbiamo sostenere con forza quelle espressioni coraggiose di coloro che in quelle terre oggi, di fatto, pagano il prezzo più alto. E in questa ottica, in questo approccio culturale credo che sia molto importante evitare di condannare tout court e confondere tout court il terrorismo con invece una grande religione come quella islamica. Guai a noi se confondessimo la religione dell'Islam con il terrorismo: faremmo un grosso regalo ai terroristi e al terrorismo.

E allora, è inaccettabile quello che abbiamo sentito anche in questa Aula poco fa: le lezioni di islamofobia. Capisco che il collega Buonanno ha bisogno di fare delle prove di islamofobia in quest'Aula prima di presentarsi davanti ai suoi maestri, davanti alla Le Pen e a Farage, e allora ci risparmi queste lezioni di islamofobia in questo Parlamento e in un Paese come l'Italia, che, grazie anche a una tradizione cristiana, radicata, è stato un Paese di grande dialogo anche interreligioso e di grande incontro tra le religioni. 
  E allora, rispetto a questo, alle porte di un mese importante come il mese del Ramadan, credo sia molto importante intanto chiedere scusa ai due milioni di musulmani che in Italia lavorano e sono impegnati per la convivenza pacifica nel nostro Paese, e chiedere a Buonanno, semmai, di porgere le sue scuse a milioni di musulmani che non hanno nulla a che fare con la violenza e con il terrorismo e che, invece, sono oggi elemento anche importante di dialogo interreligioso, come il Papa Francesco (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) e come l'Italia, che, molto più grande delle provocazioni assurde e inaccettabili di Buonanno, ha già dato prova di sé: è un paese aperto al dialogo e aperto alla convivenza e sicuramente in lotta con tutte le forme di estremismo.