Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 30 Marzo, 2016
Nome: 
Chiara Scuvera

Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A

Grazie, Presidente. Oggi più che mai, in questo difficile contesto per i diritti umani e le libertà civili, noi siamo europeisti. Sarebbe anche contraddittorio per dei decisori pubblici, con la responsabilità di rappresentare e governare, anche solo accarezzare l'idea dell'impossibilità di completare l'Europa e di realizzare finalmente quel grande progetto messo in campo dai ragazzi di Ventotene. Questo deve essere il tempo della ragione e delle ragioni dell'umanità contro la violenza del terrorismo e contro l'affacciarsi di ideologie antidemocratiche; deve essere il tempo della politica e del fare, ma non di un fare neutro o neutrale. 
La Federazione europea non si proponeva di colorare in questo o quel modo un potere esistente: era la sobria proposta di creare un potere democratico europeo, dice Spinelli in Come ho tentato di diventare saggio. Un potere democratico europeo che né l'esasperazione di politiche rigoristiche e neoliberiste né ricette neutre e neutrali né muri e particolarismi potrebbero promuovere. È evidente che il Governo Renzi, in Europa, ha posto con determinazione la questione dell'Europa politica, democratica e solidale, dell'Europa che scelga, dell'Europa che dica da che parte sta, dell'Europa che guardi al mondo con un nuovo rapporto con l'Africa. 
E, forti del processo di riforme, puntiamo e otteniamo flessibilità, e su questo sarà importante anche la revisione di medio periodo del bilancio, in modo da sfruttare tutti gli strumenti di flessibilità. Puntiamo sul superamento di Dublino e su una condivisione delle responsabilità dell'accoglienza delle persone che fuggono dalla guerra e dal terrorismo, su una nuova riflessione sulla migrazione economica. Vogliamo più cooperazione, più economia di qualità circolare e verde. Da tempo l'Italia, con il nostro Governo, chiede di andare oltre l'ordinaria amministrazione, e quindi riteniamo incoraggiante il nuovo impulso al Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, che titola proprio così: è il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione per fare l'Europa. 
Il Governo ha trasmesso la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 nel dicembre 2015, quindi entro i termini indicati dalla legge n. 234 del 2012. Così abbiamo potuto contribuire al dibattito entro il primo semestre dell'anno cui si riferiscono i documenti programmatici e svolgere, come Commissione politiche dell'Unione europea, diverse audizioni, tra cui quella dei rappresentanti delle regioni. Come è stato illustrato dalla relatrice, onorevole Berlinghieri, il Programma di lavoro della Commissione europea punta su dieci priorità politiche, come il rilancio dell'occupazione e della crescita degli investimenti, mercato unico digitale, mercato interno più equo con una base industriale più solida, unione dell'energia resiliente e lotta ai cambiamenti climatici, unione economica e monetaria più profonda e più equa, accordo di libero scambio bilanciato e trasparente con gli Stati Uniti, spazio di giustizia e diritti fondamentali, nuova politica della migrazione, ruolo più incisivo a livello mondiale dell'Europa, unione di cambiamento democratico. 
Ci sentiamo di esprimere condivisione e sostegno alle 23 iniziative collegate; d'altronde, l'Italia ha contribuito fortemente all'individuazione di queste priorità, nell'ottica di un'effettiva realizzazione della strategia Europa 2020, che andrà, peraltro, ritarata sul nuovo contesto. La questione, però, che noi poniamo con forza con la risoluzione di maggioranza, è quella dell'attuazione effettiva di quanto si programma, appunto la questione di completare davvero l'Europa. 
Il nostro Paese ha avuto il coraggio di uscire da una subalternità, forse prima di tutto culturale, rispetto alla logica dell’austerity e del mero tecnicismo. Proprio per questo, pensiamo che sia fondamentale l'iniziativa per verificare l'adeguatezza e l'efficacia della normativa europea in vigore, perché per una democrazia funzionante, trasparente e decidente, in cui i cittadini possano effettivamente riconoscersi e partecipare alle scelte, la normativa dell'Unione europea deve essere connotata da chiarezza, semplicità ed efficacia. 
Ottime, quindi, ci sembrano le scelte di semplificazione delle regole applicabili per accedere a finanziamenti europei e il riesame della normativa sulla tassazione sull'energia, così importanti per le imprese, soprattutto per le piccole e medie imprese. Il Programma di lavoro della Commissione europea punta su nuove azioni su migrazione e sviluppo del mercato unico digitale, sostenibilità energetica, sviluppo di competenze, sviluppo di un piano di tassazione e azioni sull'IVA. Dobbiamo premettere come già il nostro Paese sia impegnato su questi fronti, essendo stato, di fatto, il primo a dar corso alla direttiva sul riconoscimento delle competenze e alla tessera professionale europea. 
Come socialisti europei, siamo convinti che un'Europa del lavoro e solidale sia non solo possibile, ma anche necessaria. Ecco perché, con il Ministro Padoan, sosteniamo la proposta di un sussidio europeo contro la disoccupazione e, allo stesso tempo, siamo convinti e convinte che la sfida sia quella di stimolare lavoro in Europa, anche con la mobilità dei lavoratori in Europa. È questo il senso della tessera professionale europea, che adesso è prevista per cinque professioni pilota; una cosa che non può che andare di pari passo con il governo della nuova economia. 
Economia solidale, economia verde, innovazioni in industria e sharing economy sono sfide che ancora come Parlamento italiano stiamo cogliendo, con un lavoro integrato tra le Commissioni politiche dell'Unione europea, attività produttive e trasporti. Siamo convinti della necessità di una via europea dell'innovazione, per esempio su Industria 4.0. Governare il cambiamento, secondo noi, richiede che l'automazione non sia fine a se stessa, ma aiuti a superare il lavoro usurante, senza sostituire le persone con la macchina. 
Ecco perché lo sforzo strategico dell'Unione europea sulla formazione professionale, sul sistema duale, ma anche sull'investimento sulla ricerca scientifica, un investimento che noi speriamo possa crescere anche nel nostro Paese, va accolto e soprattutto attuato. Il diritto alla conoscenza e alla non esclusione dalla conoscenza è la questione democratica del nostro tempo e della nuova economia, centrale nella nuova economia. L'investimento sugli studi sull'integrazione, richiamato dalla risoluzione e che ha come capofila il CNR, e sulle scienze sociali e umanistiche anch'esso è fondamentale in questo contesto nuovo, e l'Italia può giocare un ruolo importante. 
Già, integrazione e cultura contro la logica dei muri. Noi siamo orgogliosi di avere salvato vite umane, siamo orgogliosi di sindaci come Giusi Nicolini, siamo orgogliosi di avere sperimentato il primo corridoio umanitario in Europa, e sarebbe auspicabile che quella dei corridoi umanitari divenisse una strategia europea per tutelare i più deboli e garantire sicurezza ed identificabilità. Certo, anch'io spero che, nell'implementazione dell'Accordo con la Turchia, si valorizzi di più la strategia per i diritti umani e, naturalmente, si garantisca il fronte greco. 
Abbiamo detto, sempre detto, che per noi le libertà civili sono irrinunciabili e il passaggio sulle libertà civili nell'Accordo con la Turchia prendiamo atto che è stato introdotto grazie all'Italia, ma sicuramente si può e si deve fare di più. Presidente, noi siamo orgogliosi di difendere la libertà di circolazione delle persone e di puntare su sicurezza e cultura contro la cultura di morte del terrorismo, un nemico della pace e delle genti di ogni provenienza e religione. Quindi, andare oltre l'ordinaria amministrazione richiede più investimenti pubblici, per dare solidità a una visione nuova, una messa in comune di risorse e di energie per sconfiggere i mali del nostro tempo, dare opportunità ai cittadini e alle cittadine che vogliono contare in Europa e fare l'Europa democratica. Noi puntiamo ancora sull'Europa con il PSE, di cui auspichiamo un rinnovamento profondo, e ci siamo assunti la responsabilità di un riformismo insieme valoriale e programmatico. 
Con pragmatismo, nel dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico alla mozione Berlinghieri ed altri, preannuncio il voto favorevole anche sui passaggi di altre mozioni che si ispireranno agli stessi principi.