Data: 
Mercoledì, 22 Giugno, 2016
Nome: 
Irene Tinagli

Signora Presidente, oggi Jo Cox avrebbe compiuto 42 anni e li avrebbe probabilmente celebrati insieme a suo marito e ai suoi bambini. Invece, siamo qui a commemorare la sua barbara uccisione. Jo Cox è rimasta vittima di un clima di odio e di tensione politica che ha innescato delle reazioni fuori controllo, proprio lei, proprio lei che si è sempre battuta per eliminare le divisioni, per una politica basata sul dialogo e sulla tolleranza. Jo non ha mai – mai ! – denigrato idee diverse dalla sua né si è mai lasciata andare ad attacchi personali.  Lei amava capire le ragioni degli altri, comprenderle e magari confutarle, ma sulla base di argomentazioni serie, di proposte, di soluzioni innovative. Ascolto, comprensione, soluzioni: questa era l'anima di tutto il suo impegno politico e questo dovrebbe essere quello che ogni politico porta avanti ogni giorno nel suo impegno. Eppure l'odio l'ha travolta e anche per questo, per il suo impegno, per il suo modo di fare politica, siamo tutti sconvolti. Ma non basta piangere, non basta addolorarsi; bisogna che tutti noi, tutte le persone che fanno politica, si interroghino e riflettano sul modo, sulla deriva che ha preso la politica oggi, sul peso e sulle conseguenze delle nostre parole, sulle nostre responsabilità. È troppo facile scaricare tutto sullo squilibrato di turno, troppo comodo; ricordiamoci che le mine vaganti esplodono quando qualche responsabile dà fuoco alla miccia e da questa consapevolezza è nata una dichiarazione sottoscritta da circa 1.500 parlamentari in tutto il mondo con la quale si ribadisce l'impegno ad unirci per abbattere l'ondata di odio e di paura che alimenta divisioni ed estremismi, che avvelena il dibattito e a non dimenticare mai, come disse Jo, che noi siamo molto più uniti e abbiamo molte più cose in comune di quanto siano quelle che ci dividono. Quindi, io ringrazio tutti i colleghi che hanno sottoscritto tale dichiarazione e mi auguro che questo impegno ci accompagni sempre. 
Se mi permette, signora Presidente, vorrei concludere con un pensiero per Brendan, il marito di Jo, un uomo forte e determinato che ha condiviso con lei tante battaglie, e soprattutto per i suoi bambini, Lejla e Cuillin: siate forti e siate orgogliosi, perché la vostra mamma ha combattuto anche per voi, perché voleva consegnarvi un mondo migliore e questa è la forma di amore più bella e più nobile e cercheremo tutti, insieme a voi, di onorarla e ricordarla sempre.