Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 18 Gennaio, 2017
Nome: 
David Ermini

Signora Presidente, signor Ministro, i dati e la relazione che oggi lei ha illustrato al Parlamento ci danno un quadro d'una giustizia che ha fatto dei grossi passi avanti in questo periodo. Ci dobbiamo tutti ricordare com'era il sistema della nostra giustizia in Italia quando noi siamo arrivati, e tutti dovrebbero ricordarsi il grande periodo di riforme che abbiamo iniziato, riforme che devono andare avanti, che certamente possono aver subito anche dei momenti di stop per le discussioni che si hanno all'interno dei gruppi parlamentari, all'interno del Parlamento, all'interno dei due rami del Parlamento, quando le maggioranze che compongono il Governo sono soprattutto di provenienze diverse, quindi le discussioni che si fanno sono spesso anche abbastanza lunghe. Però, nonostante questo, siamo riusciti, in questo periodo, signor Ministro, ad approvare delle leggi che nessuno probabilmente si sarebbe mai aspettato che questo Governo e che questa maggioranza riuscissero ad approvare. Non parlo soltanto della legge sulle unioni civili, che hanno reso finalmente dignità al nostro Paese nel campo dei diritti civili – una stagione quella dei diritti civili che l'Italia non ricordava, eravamo rimasti fermi agli anni Settanta –, ma voglio ricordare, fra le tante, non soltanto le leggi sugli ecoreati, ma la legge sul falso in bilancio, all'interno del «pacchetto corruzione». 
Nessuno ci avrebbe scommesso. Ricordo che i giornalisti, all'epoca, mi dicevano «non ce la farete», invece alla fine ce l'abbiamo fatta. Ci siamo impegnati molto su questo, e credo, signor Ministro, che attraverso anche il suo Ministero, il suo mandato, lei abbia potuto dare un'indicazione e un forte sostegno anche al lavoro del Parlamento. Queste riforme hanno visto vari settori – alcune sono ancora in discussione, altre, come dicevo, sono state fatte –, ma se penso alla giustizia penale, che dovrà vedere il suo completamento, per lo meno parziale, attraverso l'approvazione del disegno di legge che è giacente ormai da troppo tempo al Senato – che spero, tutti noi speriamo, che possa essere approvato nel più breve tempo possibile –, voglio ricordare che abbiamo inserito delle norme che servono certamente anche ai numeri che lei oggi ci ha dato: le norme che hanno permesso di avere un effetto deflattivo sui processi penali, la norma sulla tenuità del fatto, la norma sulla messa alla prova, le norme che hanno portato alla depenalizzazione, che, vorrei sottolineare, ha riguardato esclusivamente quella miriade di reati che avevano esclusivamente una sanzione di tipo pecuniario e che andavano ad ingolfare le scrivanie e gli uffici di polizia giudiziaria e di magistrati, rendendo vane e probabilmente facendo anche perder tempo rispetto a tantissimi altri processi importanti, su cui invece deve essere posta l'attenzione.  Importanti non vuol dire soltanto di grandi dimensioni, vuol dire anche che riguardano le singole persone, perché un furto o una truffa, per una singola persona, può essere importante, perché va a toccare la vita quotidiana, la vita della famiglia della singola persona, ed è giusto che si perda tempo su quello, che si lavori su quello, che ci si impegni più tempo possibile, piuttosto magari che su reati bagatellari che poi, alla fine, dopo l'impegno di magistrati giudicanti, pubblici ministeri, polizia giudiziaria, avvocati, cancellieri ed uditori giudiziari, portavano allo Stato soltanto una sanzione di 100 euro. Purtroppo abbiamo visto che su questo discorso della depenalizzazione è stata fatta anche molta demagogia e una propaganda addirittura sbagliata: ce ne siamo sentite dire di tutte. 
Io vorrei sottolineare che i decreti legislativi sulla depenalizzazione non hanno consentito alcuna scarcerazione, che nessun condannato che avesse avuto una pena detentiva avesse alcun beneficio, contrariamente, signor Ministro, alla ormai purtroppo troppo vecchia legge ex Cirielli, la legge sulla prescrizione, che noi non abbiamo votato. 
Quella sì che ha mandato al macero tanti processi, anche per pene gravi e che avrebbero dovuto vedere persone invece scontare pene detentive. Ma vede io so che questo può far male, lo so, ma questa è la verità perché si contestano leggi che sostanzialmente depenalizzano multe e ammende e, invece, non si parla delle leggi che invece sono andate a toccare molti processi che, invece, avrebbero visto sanzioni molto, ma molto più gravi. Credo che in questo periodo, signor Ministro, nel lavorare sotto l'aspetto del diritto penale e nel lavorare anche nella parte del diritto civile abbiamo iniziato profonde discussioni che hanno toccato molti settori. Il diritto civile, la riforma del processo civile, è in questo momento ferma al Senato. Le discussioni da fare sono molte, probabilmente sono molto più ampie rispetto anche a quelle che vengono toccate nel diritto penale e c’è un grande confronto. Tuttavia credo che noi possiamo lavorare ancora su quello, per lo meno fino a che sarà in corso questa legislatura, perché il rapporto con gli operatori del diritto, grazie anche alla sua attività e al suo impegno, è veramente cambiato perché abbiamo riaperto un colloquio con gli operatori, i magistrati, con gli avvocati che è assolutamente costruttivo certamente anche con distinzioni qualche volta comprensibili, qualche volta meno comprensibili, qualche volta che ci hanno fatto riflettere, qualche volta che invece confermano quello che noi sosteniamo e crediamo possa essere sostenuto in maniera totale buona fede. C’è un aspetto importante che vorrei sottolineare nel rapporto con gli operatori della giustizia: noi dobbiamo lavorare perché siano i giovani a trovare la loro soddisfazione nel far diventare la loro passione per il diritto il loro lavoro, che siano avvocati o che siano magistrati. Oggi purtroppo le categorie penalizzate sono i giovani anche nei magistrati: infatti oggi per diventare magistrato bisogna aspettare molte volte di avere oltre trent'anni e io credo che invece un buon magistrato possa lavorare già da prima. Per questo dobbiamo – lo dico a tutto il Parlamento – lavorare per avere una legislazione che consenta subito dopo la laurea – ripeto: subito dopo – di arrivare molto presto al concorso e fare immediatamente il magistrato perché i ragazzi di 25, 26, 27 anni in tutto il mondo si assumono le responsabilità ed è giusto che anche in Italia torni ad essere così. Come per gli avvocati: oggigiorno c’è la necessità di dare una mano ai giovani avvocati. Oggi sono tanti gli avvocati – è vero – per molte ragioni: non è questo il momento per discutere del numero degli avvocati. Però oggi i giovani sono quelli che soffrono, quelli che non riescono a pagare il contributo unificato neanche per la loro pensione perché lavoro ce n’è poco e quel poco che c’è è mal pagato e allora, sotto questo aspetto, so che lei si sta muovendo, tutto il gruppo del Partito Democratico lo sta facendo. Dobbiamo cercare di dare una mano a questi giovani. Certamente conta anche la tutela di chi vuole o no andare in pensione ma l'atteggiamento di questo Parlamento deve essere rivolto soprattutto ai giovani perché sono loro che daranno il futuro a questa nazione. Lei ha toccato molti aspetti, signor Ministro: l'aspetto, come dicevo prima, della deflazione dei processi. Lei ha dato delle cifre che sono molto importanti e in questo periodo di studio e di attività che abbiamo fatto in Parlamento abbiamo toccato anche l'aspetto delle giurisdizioni speciali. Abbiamo affrontato nella riforma del processo civile la questione del tribunale per i minorenni che dovrebbe essere superata attraverso la creazione di sezioni specializzate. Io sono firmatario insieme ad altri colleghi del Partito Democratico anche di una norma che consenta il superamento delle commissioni tributarie perché anche quelle possono diventare sezioni specializzate presso i tribunali. Ci sono molte altre attività che si possono fare a Costituzione invariata e lo possiamo fare nel tempo che adesso abbiamo di fronte prima della scadenza del nostro mandato. Lei ha toccato un altro aspetto, signor Ministro: i rapporti con l'Europa. 
Abbiamo visto in questo periodo quanto sia necessaria e quanto sia stata importante l'attività del Ministero della giustizia italiano nel sollecitare gli altri Paesi a coordinarsi per l'avere non soltanto le squadre di polizia ma per avere anche una Procura europea a cui tutti possano rispondere perché è inutile continuare a lavorare a compartimenti stagni. Io so che in un momento di populismo e di nazionalismo diventa difficile far capire agli Stati che forse mettere in discussione una piccola parte della loro sovranità per portare vantaggio alla sicurezza dei singoli cittadini dei singoli Stati può essere fatto. È una discussione importante: facciamola insieme perché è fondamentale che ci sia un'attività investigativa da parte dei magistrati inquirenti che sia coordinata a livello europeo. Altrimenti avremo sempre le lacune che abbiamo visto in questi periodi anche purtroppo per fatti di cronaca molto gravi come sono stati quelli relativi al terrorismo. 
Nelle riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo ci sono alcuni aspetti importanti. Tra poco arriverà qui in Aula la riforma sulla legge fallimentare: è una legge che non va sui giornali, come magari quella sul processo penale quando parliamo di prescrizione e di intercettazioni. Sulle intercettazioni voglio fare una piccola digressione e questo è un pensiero che riferiremo al Parlamento. Credo che il ragionamento sulle intercettazioni che stiamo facendo è di non toccarle: non le toccheremo naturalmente come strumento investigativo. Credo e spero che le intercettazioni informatiche, di cui sentiamo parlare per fatti di cronaca in questo periodo e che sono quelle più invadenti addirittura delle intercettazioni ambientali e telefoniche, vorrei e spero che siano date in gestione esclusivamente alla polizia giudiziaria perché credo che sia un passaggio di civiltà per il nostro Paese. I cittadini si sentono garantiti dalla magistratura, dall'autorità giudiziaria, e dalla polizia giudiziaria ed è corretto che questa garanzia i cittadini se la sentono ancora addosso. 
Dicevo della legge fallimentare che tocca interessi giganteschi. Ci sono dati sulle insinuazioni al passivo nei vari fallimenti che sono spaventose. Si parla di decine di milioni soltanto nei tribunali più grandi e ci sono i dati che abbiamo recentemente visto anche in un convegno dove ci dicono che l'erario nelle sue varie forme – INPS, IRPEF, IVA – soltanto al tribunale di Milano conta oltre 10 milioni di insinuazioni al passivo. Questo vuol dire che sono soldi di tutti che se ne vanno ed è per questo che è importante la riforma perché andrà a toccare tutto il sistema attraverso i cosiddetti sistemi di allerta cioè l'imprenditore sarà avvisato prima, sarà accompagnato prima che si arrivi a quello che non si chiamerà più fallimento ma alla sua situazione di insolvenza, quando trascina non solo se stesso in una situazione debitoria e di difficile risoluzione ma addirittura vi trascina tutti i creditori e spesso i chirografi, cioè i fornitori, i suoi colleghi imprenditori che sono quelli che rimangono nella tagliola e ci rimettono spesso un sacco di soldi. 
Pertanto, signor Ministro, il processo penale le leggi anticorruzione, gli ecoreati, l'autoriciclaggio, le unioni civili potrei elencare moltissime riforme che abbiamo fatto ma io a un certo punto voglio dire: guardate, le abbiamo fatte, sono lì, sono a disposizione dei nostri cittadini, ce ne sono altre che sono in corso, portiamole avanti più che possiamo. 
Infine c’è l'aspetto del personale che lei correttamente ha indicato, di cui tutti si erano scordati. Quando il personale dei tribunali diminuiva sembra che nessuno se lo ricordasse. Adesso lei e noi abbiamo innanzitutto già bandito il famoso concorso ma ce n’è un altro nella legge di stabilità e 4.000 persone, attraverso vari meccanismi, entreranno nelle nostre cancellerie arrivando quasi non dico al 50 per cento ma ad una buona percentuale per poter coprire vuoti d'organico. Non è sufficiente ma siamo gli unici che l'abbiamo fatto. E anche con i contatti attraverso quelli che sono i tirocinanti della giustizia credo che abbiamo trovato una soluzione per il concorso ma spero insomma che si possa piano piano anche attraverso altri concorsi riuscire a dare soddisfazione a chi si è impegnato e ha messo la sua passione in questo lavoro. 
Concludo, signora Presidente, auspicandomi e auspicando a nome del Partito Democratico che questo sistema della nostra giustizia rimanga un sistema di legalità formale. 
Oggi io ho paura quando sento i giustizialisti, quando sento invocare i tribunali del popolo, quando sento parlare di giustizie sommarie. Noi abbiamo paura di quella giustizia, noi vogliamo che il sistema del nessuna pena senza nessuna legge permanga ancora, perché la forma, nel nostro sistema e nei sistemi democratici, la legalità formale è addirittura essenziale. La legalità sostanziale lasciamola alle dittature, lasciamola ai totalitarismi. Finché ci sarà il Partito Democratico, il sistema di legalità formale in Italia rimarrà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).