• 28/07/2020

"Il progetto filiera bioetica che vede l'assunzione di 50 donne sottratte al ricatto del caporalato non deve restare un’esperienza isolata. Investire sulla qualità dei prodotti e sulla trasparenza del lavoro in agricoltura può significare dare ulteriore valore aggiunto alle nostre produzioni e alle scelte dei consumatori. Contratti regolari, filiere trasparenti, sono la dimostrazione che la competizione sui mercati non deve affatto avvenire sul ribasso del prezzo al consumo, ma sulla qualità ambientali, sociali, organolettiche e sull'etica dei rapporti di lavoro".

Così Susanna Cenni, vice presidente della commissione Agricoltura alla Camera e responsabile Agricoltura del Pd.

"Nei lunghi mesi di audizione nelle commissioni Lavoro e Agricoltura - aggiunge la deputata dem - abbiamo fatto il punto sulle situazioni ancora pesanti, ma anche ascoltato i buoni risultati di imprese e filiere, come quelle protagoniste dei progetti lucano-pugliesi, tra i quali il No Cap. Oggi, in una stagione nella quale siamo chiamati a indicare la rotta della ripresa, esperienze come quella sostenuta da No Cap, Megamark e Rete per la Terra, e che riguarda la raccolta dell'uva, vanno sostenute e moltiplicate. Il sostegno alle filiere etiche e la premialità di quelle imprese che si iscrivono alla rete del lavoro agricolo di qualità è uno dei punti qualificanti della legge contro le aste al doppio ribasso approvata oramai un anno fa alla Camera. Approvare in via definitiva quel testo - conclude Susanna Cenni, prima firmataria del testo - è un modo molto concreto per incoraggiare tante imprese a perseguire questa strada, quella di un'agricoltura buona e giusta, in cui il lavoro di qualità di uomini e donne nei campi, diventa elemento di consumo consapevole".