• 24/07/2014

“La crisi economica impone a tutti sacrifici e la politica, troppo spesso avida e corrotta, deve assumersi una quota straordinaria di questo onere. Pena la perdita completa di credibilità.

Di questo sono convinto e appartengo al novero di quei parlamentari che hanno fanno scelte collettive ed individuali concrete per testimoniare questa volontà.

Tuttavia avverto un rischio: a forza di tagliare, più che eliminare gli sprechi, si mina alle fondamenta la stessa democrazia rappresentativa e segnatamente il principio di uguaglianza, che si traduce anche nella possibilità per ogni cittadino di concorrere all'attività politica del Paese, in condizioni di parità. Senza cioè che le ricchezze private creino di fatto discriminazioni insuperabili tra politico e politico.

Chiudere la mensa, chiudere gli uffici assegnati ai parlamentari, mortificare il funzionariato parlamentare, che in larghissima parte è composto di personale altamente qualificato, motivato e di sicura lealtà istituzionale, è pericoloso per la democrazia. Cosa capiterà? Che il parlamentare appoggiato da lobby danarose potrà fare a meno di tutto ciò, contando su Fondazioni private, centri studi, uffici e ristoranti, viceversa il parlamentare sprovvisto di queste alleanze farà sempre più fatica a lavorare con efficacia. Le riforme che stiamo complessivamente approntando devono tutte e in ogni parte fare salvo il principio dell'art. 1 della Costituzione: la sovranità appartiene al popolo, non ai ricchi".

Lo dice Davide Mattiello, deputato del Pd della commissione Giustizia.