• 05/03/2020

Le misure eccezionali adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria appaiono opportune e necessarie. Oggi la priorità è certamente quella di contenere la diffusione dell’epidemia, per evitare picchi di contagio che potrebbero mandare al collasso il sistema sanitario, e creare danni ancora più pesanti all’economia del Paese. Giusto quindi sospendere le attività didattiche in scuole e università, sospendere ogni attività che comporti affollamento di persone, adottare tutte le opportune cautele laddove ciò sia richiesto.

In questo quadro riteniamo che anche gli uffici giudiziari - luoghi dove notoriamente transitano quotidianamente centinaia di persone, dove si celebrano udienze in stanze spesso piccole e affollate, ove le misure di cautela su distanze tra persone sono obiettivamente difficili da rispettare - non possano rimanere estranei a provvedimenti finalizzati a contenere la diffusione del virus e a tutelare gli operatori del settore.

Raccogliendo allora anche le preoccupazioni di avvocati e magistrati abbiamo girato queste nostre sollecitazioni al governo, che le sta opportunamente valutando, affinché i capi degli uffici giudiziari siano responsabilizzati e messi nelle condizioni di adottare le misure organizzative più idonee a garantire la sicurezza, anche prevedendo la sospensione temporanea o il rinvio delle attività giurisdizionali non urgenti, in modo da diluire le presenze negli uffici giudiziari ed evitare così che diventino luoghi di potenziale diffusione del contagio.

Lo affermano i parlamentari democratici Alfredo Bazoli (capogruppo in commissione Giustizia alla Camera), Franco Mirabelli (vice capogruppo senatori Pd) e Walter Verini (responsabile Giustizia).