"Non c'e' nessuna volonta' di distruggere la proposta di legge presentata dai Cinque Stelle, ma semmai di migliorarla costruttivamente, soprattutto alla luce dei risultati dell'indagine conoscitiva che abbiamo svolto e dei suggerimenti arrivati da Anac, Autorita' della Privacy, Confindustria, Agenzia delle Entrate, Bankitalia, esperti giuristi". Cosi' la presidente della Commissione Giustizia Donatella Ferranti, interviene sulla proposta di legge sul whistleblowing, la "tutela del segnalante" che oggi e' stata al centro di uno scontro in commissione Giustizia tra M5S e Pd. "Il Pd - dice Ferranti - non solo ha presentato emendamenti al testo base approvato dalla Commissione, della deputata M5S Rosa Businarolo, ma ha presentato anche una propria proposta di legge per dare un segnale concreto di condivisione del principio secondo cui, chi ha il senso civico ed il coraggio di denunciare una situazione di illegalita' di cui e' a conoscenza in relazione allo svolgimento del suo lavoro, deve essere adeguatamente tutelato e protetto soprattutto da ritorsioni o discriminazioni dirette o indirette che siano. Il Pd vuole contribuire alla disciplina della tutela del segnalante, anche dal punto di vista della riservatezza della sua identita', ma alcune parti della proposta Businarolo non le troviamo condivisibili, come l'abrogazione della norma della legge Severino che gia' oggi tutela gli impiegati del settore pubblico che segnalano illeciti, anche se ha bisogno di modifiche per il superamento dei punti critici evidenziati anche dal presidente dell'Anac Cantone. Secondo noi - conclude Ferranti - bisogna lavorare in questo senso, implementando e perfezionando il sistema normativo esistente. Nel settore privato - osserva ancora la presidente della Commissione Giustizia Ferranti - e' vigente la legge n. 231 /del 2001 che riguarda la responsabilita' amministrativa da reato per le societa' e che gia' prevede meccanismi che incentivano l'adozione e l'applicazione di modelli di gestione e organizzazione adeguati alla prevenzione dei reati. Abbiamo percio' previsto uno specifico rafforzamento di quei modelli organizzativi da parte delle imprese in modo che si garantisca il segnalante che si faccia carico di far scoprire illeciti e abusi. Ovviamente la tutela e' massima laddove il dipendente privato sia poi oggetto di ritorsioni o demansionamenti o licenziamento: questi atti qualificabili come discriminatori saranno nulli. Riteniamo che non possiamo prevedere un premio in denaro, non ne condividiamo la filosofia; anche se nella nostra proposta abbiamo previsto che di un eventuale esito positivo della segnalazione si possa tener conto ai fini della valutazione della professionalita'". "Insomma – conclude Ferranti - nessuna volonta' di distruggere, tutt'altro, altrimenti avremmo presentato emendamenti soppressivi. Se si vuole portare a casa un risultato concreto serve un confronto serio e ragionevole che auspico ci possa comunque essere in aula".