• 05/09/2018

“ La lotta alla corruzione deve essere una priorità di tutti i Governi. Una battaglia che si combatte con pene severe e norme tecnicamente efficaci, non con annunci. Il Ministro Bonafede, ancora una volta, su Facebook ha annunciato una legge miracolosa che “spazzerà via” corrotti e corruttori. Il solito copione di quanto accaduto a Bari: tanti video e post sui social, ma poi tanta confusione”.

Lo dichiara il deputato del Partito Democratico Cosimo Maria Ferri, componente della Commissione Giustizia.

“La lotta alla corruzione è stata già rafforzata nel 2015, quando il Governo Renzi ha potenziato realmente il sistema repressivo combattendo le patologie corruttive che lacerano e corrodono il nostro tessuto economico e politico. Sono state inasprite le pene comminate per i delitti di peculato e corruzione. Una riforma – spiega  l’ex sottosegretario alla Giustizia - che ha allungato i tempi della prescrizione e ha portato a cinque anni la pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Non solo sanzioni, ma anche norme tese  al recupero coattivo di quanto indebitamente percepito dai pubblici agenti.  Sono stati inoltre rafforzati i poteri dell’ANAC attraverso l’istituzione di specifici flussi informativi verso l’Autorità per favorire il coordinamento con l’autorità giudiziaria. Anche il Governo Gentiloni ha varato un intervento che ha aumentato della metà i termini di prescrizione per i reati contro la PA. Questi sono fatti concreti. Non annunci.

“Ora le misure annunciate dal Ministro Bonafede non sembrano una rivoluzione, ma – commenta - aggiungono due istituti all’impianto della riforma del Governo Renzi.  In più occasioni abbiamo spiegato al ministro Bonafede come nel nostro ordinamento non fosse possibile introdurre un istituto con cui si istigasse alla corruzione, come quello dell’agente provocatore. Prendiamo atto che finalmente l’abbia compreso e ci abbia dato ragione. Oggi propone infatti l’istituto dell’agente sotto copertura, scriminante  che già esiste  nel nostro sistema giuridico per alcune fattispecie penali gravissime. Una norma che può costituire un segnale se inserita correttamente, ma sul cui risultato pratico è lecito nutrire dubbi perché il patto corruttivo è talmente solido che risulta difficile romperlo infiltrandosi. Inoltre, il DASPO per i corrotti è di impatto mediatico, ma – sottolinea - più che una rivoluzione mi sembra un’aspirina su cui si può essere d’accordo, anche se  dubito che possa scoraggiare realmente i gravi reati commessi contro la PA”.

“Attendiamo i nuovi sviluppi e – conclude Ferri - offriamo tutto il nostro contributo per migliorare le norme esistenti e combattere con serietà e concretezza la corruzione, al di là dei proclami. “