“Un termine per dare ai cittadini un tempo certo entro il quale sapranno, una volta già concluse le indagini, se ci sarà il processo o l’archiviazione”.
Così Anna Rossomando, deputata PD e componente la Commissione Giustizia.
“In caso di sforamento nessuna inutilizzazione o morte del procedimento, ma avocazione del Procuratore Generale. Un termine, dunque, per fare i processi e non per cestinarli, come si proponeva in tempi poi non così lontani. Prevista anche una giusta attenzione alle indagini più complesse per le quali si può arrivare sino a 6 mesi, mentre si stabilisce 1 anno per i casi di mafia e terrorismo, sempre al termine delle medesime.
Giustissimo chiedere più risorse ed organizzazione adeguata per il servizio giustizia, ma questo è il compito della politica e non può gravare sulla domanda di giustizia dei cittadini; su questo terreno dobbiamo sentirci tutti impegnati. Ricordando che nell’ultima legge di stabilità sono stati destinati 50 milioni di euro al comparto giustizia e che sono già state approvate complessivamente 3000 nuove assunzioni di personale.
Lavoriamo per reperirne altre e per dare più efficienza e una migliore organizzazione agli uffici dei tribunali. Abbiamo infine previsto che questa norma varrà solo per i processi nati dopo la sua approvazione”.
“Soddisfazione, quindi – conclude Rossomando - per l’approvazione di una norma che riafferma e rafforza il principio di legalità assicurando un esito alle indagini”.