• 26/07/2018

"Le dichiarazioni ufficiali del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, nel corso della riunione congiunta delle commissioni di Camera e Senato in merito alla vicenda degli F35 denotano lo stato di confusione interno al governo sul tema, e aprono ad una serie di interrogativi sulle ripercussioni negative che si possano aprire per il sistema di difesa nazionale e per gli stabilimenti industriali di Cameri (No) dove si producono gli aerei, nonché per l'industria italiana coinvolta nel processo industriale."

Così l'on. Enrico Borghi, della preisdenza del gruppo Pd alla Camera.

"A nostra specifica domanda -prosegue l'on. Borghi- il ministro Trenta ha affermato che il governo ha perplessità persistenti in ordine la programma F35, ritenuto eccessivamente oneroso, e che sono state avviate specifiche valutazioni per capire se tagliare, quanto tagliare e dove tagliare del programma di investimenti. Ricordo che nello stabilimento FACO di Cameri, vicino a Novara, gestito da Leonardo S.p.A. dove si assemblano gli F 35 e che viene reputato un centro di produzione di eccellenza in tutta Europa, trovano lavoro quasi 900 addetti, provenienti da diverse zone d'Italia, con un piano di stabilizzazione del precariato avviato da Leonardo che si è presa specifici impegni nella direzione della diminuzione dell'utilizzo del lavoro interinale. Usciamo da questa audizione perplessi e preoccupati: il governo ritiene che si debba andare avanti o indietro nel programma? Le commesse si fermano o  procedono? Il sistema di difesa dell'Aeronautica Italiana e della Marina Militare procederà o meno nel programma di sostituzione dei velivoli Panavia Tornado, AMX e AV-88 attualmente in servizio con gli F-35 A e B prodotti a Cameri si o no?”

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