Con 374 voti a favore e il voto contrario del M5s la legge “ Dopo di noi” viene approvata dalla Camera. È un grande risultato perché finalmente si risponde al desiderio dei genitori di assicurare al proprio figlio tutte le cure e l'assistenza di cui necessita dopo la loro morte. In questo modo vengono garantiti la volontà di emencipazione dalla famiglie e quel progetto di vita costruito negli anni, finora realizzati solo dal terzo settore e grazie agli sforzi delle famiglie e di molte associazioni.
Una legge che vuole giungere a garantire l’esigibilità di questo diritto attraverso gli obiettivi di servizio e, per fare in modo che ciò si realizzi, mette in campo 90 milioni di euro nel 2016. Si pone fine all’insopportabile distinzione per categorie in vigore fino a ora, che ha obbligato le persone con disabilità grave al compimento dei 65 anni di essere considerati solo anziani e, quindi, esplulsi dai progetti in cui erano inseriti.
Punta, poi, a favorire il benessere, l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone con disabilità. Il nostro obiettivo è di promuovere un’accoglienza diffusa con interventi innovativi di residenzialità che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa famiglia dentro le comunità in cui vivono. Si colma così quel gap che vede oggi in Italia l’asse portante della residenzialità per gli adulti con disabilità grave solo nella promozione di istituti o residenze socio-sanitarie. Il valore più grande del voto di oggi è proprio nell’aver introdotto un cambio culturale e di direzione nei confronti della disabilità grave, in particolare quella intellettiva e con disturbi cognitivi.
Lo afferma Elena Carnevali, deputata del Pd e relatrice della legge "Dopo di noi" per l'assistenza alle persone disabili dopo la morte dei parenti.