“Questo decreto è da bocciare sia per i suoi contenuti sia per il metodo con cui è stato proposto”.
- così Marco Di Maio, deputato del Partito Democratico e segretario della Commissione Affari Costituzionali, durante la dichiarazione di voto del decreto di riordino dei ministeri –
“Il metodo è sostanza quando si impedisce al Parlamento e all'opposizione di concorrere con proposte di modifiche all'attività legislativa; anche quando l'opposizione è disponibile ad accogliere proposte della maggioranza come quella che avete inserito nel vostro contratto di Governo di istituire un ministero del turismo: peccato che i primi a rispettare quel contratto, con questo decreto, siete proprio voi. È stata spostata la competenza del turismo dai Beni Culturali al ministero dell’Agricoltura, mostrando – sottolinea il deputato Dem - che si ignorano i risultati conseguiti in questi anni che hanno portato ad una crescita record di presenze e arrivi nel nostro Paese. Da un lato si create un ministero per promuovere il Made in Italy, dall’altro vi dite d'accordo l’introduzione dei dazi commerciali che sarebbero la pietra tombale sulle aziende che commerciano con l'estero. Nella vostra idea di Made in Italy cui non rientra lo sterminato patrimonio artistico, culturale, architettonico, paesaggistico, musicale che caratterizza l'Italia nel mondo. Ma siete coerenti: avete cercato di cancellare il bonus cultura per i 18enni, non si sa se confermerete il contributo per la formazione degli insegnanti, volete eliminare le domeniche gratuite ai musei e sottraete i fondi alle periferie che erano destinati anche a recuperare il nostro patrimonio culturale: tra voi, la cultura e l'educazione c'è, per usare il linguaggio a voi più famigliare come quello di Facebook, una relazione complicata”.
“Con questo decreto si cancellano poi due strutture fondamentali – spiega - come Italia Sicura per il dissesto idrogeologico, che ha 9 miliardi di euro di investimenti pianificati e ha gestito 7 miliardi e 600 milioni di euro su un totale di 8461 interventi sparsi in tutto il Paese, e Italia sicura per l'edilizia scolastica, che ha gestito 12.415 interventi su 8.144 edifici scolastici per un totale di 5,2 miliardi di euro già impiegati e altri 7 miliardi programmati per il futuro. Inventate poi un nuovo ministero, quello della famiglia e della disabilità, che prende in giro gli italiani, perché quel ministero nasce senza fondi e lo ha ammesso lo stesso ministro. Un ministero che parla di famiglia e non di famiglie cercando di annullare la specificità che ogni famiglia ha e che le rende tutte diverse le une dalle altre; un decreto che calpesta decenni di lotte per l'inclusione sociale, per la parità dei diritti, per la qualità della vita delle persone disabili. Ancora una volta – conclude Di Maio - si alzano muri invece di abbattere le barriere, quelle architettoniche e quelle ideologiche”.