• 05/06/2020

“Più competenze per meglio competere: è questa la consapevolezza che ha portato il gruppo Pd nella Commissione Lavoro della Camera a presentare alcuni emendamenti a mia prima firma al Decreto Rilancio”.

È quanto dichiara Antonio Viscomi, giurista e deputato Pd dell'Ufficio di Presidenza del gruppo parlamentare dem.
“Alcuni di tali emendamenti - spiega il deputato dem - riguardano la formazione professionale. E’ stato proposto che i fondi interprofessionali riservino una quota delle loro risorse all’adeguamento delle competenze dei lavoratori in cassa integrazione, affinché quest'ultima non si riduca ad un mero intervento di sostegno al reddito ma sia piuttosto occasione di riqualificazione professionale. Si è prevista poi la possibilità di rafforzare il cofinanziamento dei piani di formazione aziendale senza sottrarre liquidità alle imprese, al fine di evitare che la crisi porti alla riduzione dell'impegno formativo in azienda. Un terzo emendamento riguarda il sostegno all'innovazione tecnologica dei centri e degli enti di formazione professionale, elementi essenziali nella strategia di rilancio produttivo del Paese. Per competere in mercati complessi - aggiunge - abbiamo bisogno di qualità, delle imprese e del lavoro: rafforzare e innovare le competenze professionali è il primo e necessario passo verso questo comune obiettivo. L’altro passo è adeguare l’assetto giuridico dei rapporti di lavoro alle esigenze di assicurare condizioni ottimali per il riavvio produttivo. Occorre impedire che norme pensate per contesti ordinari possano produrre effetti perversi in situazioni straordinarie, contro gli interessi degli stessi lavoratori e delle imprese. Per questo ho presentato un emendamento per agevolare il rinnovo o la proroga dei contratti a termine, anche in somministrazione, e dei contratti di apprendistato in questo periodo di ripresa produttiva. Infine - conclude Antonio Viscomi - alcuni emendamenti riguardano il vasto mondo del lavoro autonomo, rispetto al quale occorre superare le visioni dicotomiche di un passato anche recente. Per questo abbiamo proposto misure di sostegno per la riduzione del rischio di contagio nei luoghi di lavoro, riaffermato l’impossibilità di assimilare e tassare come redditi le misure di sostegno emergenziale assunte dalle casse private e, infine, riproposto il divieto di sottoporre a doppia contribuzione le attività dei liberi professionisti. Il mercato del lavoro è cambiato ed è molto complesso: dobbiamo evitare che il passato nasconda il presente e precluda le potenzialità del futuro”.