• 10/05/2019

“Il quadro che emerge dall'inchiesta che ha sostanzialmente azzerato i vertici di Forza Italia nel Nord, getta un’ombra inquietante anche sull’intero sistema di alleanze all’interno del centro-destra che ha governato in provincia di Varese in questi anni”. Lo dichiara Maria Chiara Gadda, deputata del Partito democratico, a proposito dell’inchiesta della Dda di Milano in Lombardia.

“La Lega – continua - che oggi tenta di fare la vittima di questo sistema, dal punto di vista politico non può certo chiamarsi fuori avendo condiviso per anni il percorso politico e amministrativo con tali personaggi. Da quanto si evince dalle indagini, emerge un sistema capillare e colluso con una politica malsana, che ha determinato ruoli, incarichi pubblici, e inquinato appalti in diversi comuni della Provincia di Varese. Un sistema produttivo di valore come il nostro, non si meritava di giungere alle cronache nazionali per questi fatti. Senza volere entrare nel lavoro di inquirenti e magistratura e sui profili personali e penali, che devono fare il loro corso, la lettura di alcune intercettazioni fa rabbrividire per lo squallore e per la disinvoltura con la quale si è ritenuto di disporre di pubblici amministratori usati come burattini. Questo dovrebbe indurre i componenti delle società partecipate coinvolte e di tutti coloro che hanno avuto contatti con questi gravi fenomeni, a immediate dimissioni. Sotto il profilo dell’opportunità politica e in conseguenza di questi accadimenti ritengo che Emanuele Antonelli, Presidente della Provincia di Varese nonché sindaco di Busto Arsizio, dovrebbe agire di conseguenza, avviando una ricognizione relativamente ai presupposti politici e alle alleanze che hanno portato ad avere la maggioranza di centro destra in Provincia, nonché di tutte le nomine effettuate dalla Provincia durante questi primi mesi di gestione a guida centro destra.  Questo per l’onorabilità e l’efficienza dell’ente”.

“Credo si debba inoltre prendere atto dell'assenza tecnica della maggioranza in Provincia. Si tratta ormai della terza assemblea dei Sindaci andata a vuoto per assenza del numero legale, fatto mai avvenuto in precedenza soprattutto con un delicato bilancio di previsione da approvare”, conclude.

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