• 04/11/2014

 “Il Decreto in materia di giustizia civile è un provvedimento importante. Pone le condizioni per affrontare l'arretrato civile e per cambiare il processo civile, un passaggio che affronteremo con la delega in maniera più organica”. Lo dichiara Emma Petitti, deputata del Partito Democratico, commentando l’approvazione del Decreto in materia di giustizia civile sui cui la Camera ha oggi votato la fiducia.  

“Si fonda – spiega Petitti - su una triplice strategia, con la piena collaborazione dell’Avvocatura: aggredire direttamente l’arretrato agevolando, con una normativa ad hoc, il trasferimento in sede arbitrale dei procedimenti civili pendenti anche in appello; favorire lo smaltimento dell’arretrato, in via mediata, bloccando a monte l’afflusso di cause (in particolare sulla massa del primo grado) mediante l’introduzione del nuovo istituto della negoziazione assistita; implementare la funzionalità del processo esecutivo”.

“Tra gli ambiti di intervento per rispondere a questi obiettivi – continua Petitti - vi sono per esempio il trasferimento in sede arbitrale di procedimenti civili pendenti; la convenzione di negoziazione assistita, quale accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l’assistenza di avvocati; ulteriori semplificazioni del procedimento di separazione e divorzio, con la possibilità per i coniugi di concludere un accordo davanti al sindaco; misure per la funzionalità del processo civile di cognizione; la tutela del credito e l’accelerazione del processo di esecuzione forzata e delle procedure concorsuali”.

“Con il decreto si risponde finalmente al problema dei procedimenti civili pendenti, che nonostante il trend decrescente degli ultimi anni, rimangono più di 5 milioni a fine 2013 (il 62% del tribunale ordinario e il 26% presso il giudice di pace), mentre l’indicatore sui tempi di definizione misura in più di 1.100 giorni la lunghezza di un procedimento che riguardi affari contenziosi e a tutti quelli definiti con sentenza”, conclude la deputata democratica.