Voglio richiamare l’attenzione sul significato politico di una missione aeronavale nel Mediterraneo per contrastare il traffico e la tratta di esseri umani, alla quale partecipano insieme all’Italia 13 Paesi dell’Unione europea, attraverso l’invio dei mezzi e la partecipazione ai costi. L’Europa ha dato con la decisione di autorizzare la missione una prima, parziale, migliorabile, ma politicamente importantissima risposta. Si tratta di un passaggio di grande valore, raggiunto grazie soprattutto al paziente e fermo lavoro diplomatico del nostro governo e dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri Federica Mogherini, che esprime una prima attuazione del principio di una responsabilità comune di fronte a una tragedia epocale quale è l’emigrazione dall’Africa verso l’Europa. Tutte le forze politiche rappresentate in questo Parlamento e che con insistenza hanno chiesto una soluzione europea, dovrebbero prendere atto che questa prima risposta c’è stata e andrebbe sostenuta da un largo consenso parlamentare. Tuttavia, questa missione rappresenta un successo tattico. C’è bisogno adesso di ragionare in un orizzonte politico più alto. Noi riteniamo che una risposta più adeguata alla straordinaria gravità e complessità del problema, potrebbe essere l’organizzazione, sotto l’egida dell’Onu e in collaborazione con l’UNHCR, di campi di accoglienza dei profughi in cammino dai rispettivi Paesi. E’ evidente che per raggiungere questo obiettivo sarebbe indispensabile il giusto consenso internazionale. Ed è in questa direzione che intendiamo sollecitare sin da ora l'azione del nostro governo e di tutto l'importante apparato diplomatico italiano. Nella convinzione che la missione nel Mediterraneo possa leggersi come il mattone del ponte e non del muro che l'Europa vuole costruire verso l'Africa.
Lo afferma in Aula il deputato Giorgio Zanin, durante la dichiarazione di voto sul decreto che autorizza la partecipazione italiana alla missione dell'Unione europea nel Mediterraneo "Eunavfor Med".