"Vi chiedo di votare contro l'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati. Si tratta del solito emendamento proposto dalla Lega ogni volta che parliamo della Legge europea ma che, con la Legge Ue, non ha niente a che fare. Stiamo discutendo di altro e non è certo questo il contesto per affrontare un tema così delicato. Questo emendamento, tra l’altro, non ci consentirebbe neanche di sanare la procedura di infrazione che pende sul nostro Paese. Infatti l'Europa non chiede all'Italia di prevedere la responsabilità civile diretta dei magistrati. Non potrebbe farlo visto che la responsabilità civile diretta non esiste in nessun altro Paese europeo. L'Europa ci chiede soltanto di specificare quali sono i casi nei quali è possibile, per chi ha subito un errore giudiziario, chiedere il risarcimento indiretto ossia riferirsi direttamente allo Stato”. Lo ha detto in aula, durante la discussione della Legge europea 2013 bis, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, relatore del provvedimento.
“Aggiungo che l'emendamento secondo me è strumentale per due ragioni. Da una parte perché stiamo discutendo della rivisitazione della responsabilità civile sia al Senato che alla Camera, ci sono diverse proposte di legge a firma dei colleghi deputati e sulla materia c'è anche una proposta di legge del ministro della Giustizia. E allora non capisco perché bisogna discuterne anche in questa sede. Dall'altra parte penso che su un tema delicato e importante come questo non si possa intervenire, o fare modifiche, attraverso blitz qualche volta anche con il voto segreto come è già successo. E’ evidente che su questa materia c'è bisogno di fare un’attenta riflessione”.
“Ritengo che con questo ennesimo tentativo si intenda provare a colpire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura mettendo in conto anche di violare la Costituzione, nella fattispecie l'articolo 104. Concludo rivolgendomi soprattutto alla maggioranza: in questa circostanza il voto, a differenza di quanto accaduto in prima lettura, non può essere sottovalutato perché, tra l'altro, se facessimo delle modifiche su un argomento che non c'entra nulla con la legge Ue non saneremmo le infrazioni e continueremmo a far pagare molto soldi ai cittadini”.