• 15/10/2019

“Tutelare le aziende ittiche italiane impegnate nella riproduzione delle vongole adriatiche, intraprendendo le iniziative necessarie nelle competenti sedi europee”. Lo chiede Antonella Incerti, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, con un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole.

“Nel 2015 – ricorda - era stata imposta una direttiva europea al settore pesca che prevedeva il divieto di pesca per i molluschi di dimensione inferiore ai 25 mm. La direttiva dell’Ue aveva rischiato di compromettere la produzione italiana in quanto lungo l’Adriatico, per le specificità della fauna locale, le misure delle vongole sono tradizionalmente inferiori. Sotto la pressione delle associazioni di categoria (710 aziende e 1600 addetti operanti nel settore nel Mar Adriatico) nel 2017 la Commissione aveva deciso di concedere all’Italia nel 2017 una deroga per la pesca di vongole di 22 mm perché è stato certificato che nell’Adriatico i molluschi sono naturalmente di dimensioni inferiori. La deroga ha durata triennale ed è stata riconfermata per un altro anno, fino al 2020. Anche in base a una serie di studi che ha certificato che la pesca di vongole tra i 22 e i 25 mm non ha causato danni o alterazioni all’ecosistema adriatico. In seguito a tale proroga, i pescatori andalusi hanno manifestato la loro netta contrarietà al punto da sollecitare gli eurodeputati spagnoli a portare il caso al Parlamento europeo, che dovrà pronunciarsi entro il 28 ottobre per decidere se confermare la deroga concessa all’Italia dalla Commissione Ue o appoggiare il ricorso dei pescatori iberici.  Se così fosse, l’Italia rischierebbe di tornare al 2015, quando rischiò di veder implodere la produzione di vongole nazionali”.

“Negli ultimi anni gli operatori del settore hanno compiuto notevoli sforzi per evitare ogni forma di alterazione dell’ecosistema: hanno ridotto il numero di pescherecci, hanno ridotto  la pressione sugli  stock  attraverso  limitazioni e riduzioni  delle catture  e hanno  attuato misure  di controllo  a terra  e in mare  per migliorare la raccolta  di dati, la selettività  e la riproduzione dello  stock”, conclude.