Evitare confusione tra reddito minimo e reddito di cittadinanza
“Con l’avvio oggi alla Camera della discussione sul ddl povertà si compie un passo importante per l’introduzione nel nostro Paese di una misura universale di contrasto alla povertà, a cui arrivare con il graduale aumento del Fondo istituito con la legge di stabilità del 2016.”
E’ quanto affermato dalla deputata dem Ileana Piazzoni, relatrice per la XII Commissione del ddl povertà, durante l’intervento nell’Aula della Camera
“La futura misura unica sarà condizionata alla prova dei mezzi e all’accettazione di progetti di reinserimento lavorativo e sociale, così come previsto da tutte le proposte di legge depositate sul tema in questa legislatura. In nessun Paese – spiega la deputata – né in Europa, né nel resto del mondo, esistono esperienze di reddito di cittadinanza, ovvero un sostegno economico assegnato allo stesso modo a poveri e ricchi, non condizionato a nessun impegno, e di importo uguale per tutti, a prescindere dall’ammontare del reddito del destinatario. Continuare a definire una proposta di reddito minimo con l’appellativo di reddito di cittadinanza, come fa il M5S, serve solo a creare confusione: mentre nel confronto preciso delle posizioni in campo possiamo ottenere risultati molto positivi”.
“Siamo convinti che occorra affrontare il tema facendo tesoro dell’importante lavoro messo a punto da tanti esperti del settore, in particolare dall'Alleanza contro la povertà, e tenendo conto delle esperienze, anche molto diverse tra loro, degli altri Paesi europei. A cominciare dalla scelta della soglia di riferimento per individuare i destinatari, che riteniamo giusto individuare nella povertà assoluta, definita volutamente nel provvedimento come la condizione in cui non si dispone di sufficienti beni e servizi tali da garantire una vita dignitosa. È da qui – conclude Piazzoni - che vogliamo partire per compiere questo primo importante passo”.