• 16/07/2019

Il deputato dem Ivan Scalfarotto ha presentato una interrogazione al ministro della salute Giulia Grillo sul caso di  un paziente dimesso dall’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria.

“Ma l’omosessualità è considerata ancora una patologia?” 

Lo ha chiesto, attraverso una interrogazione urgente al ministro della Salute Giulia Grillo, il deputato del Pd  Ivan Scalfarotto, dopo che diversi organi di stampa, nei giorni scorsi,  hanno riportato la notizia che “presso l’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria è stato dimesso un paziente il cui referto recava la seguente dicitura: “Fuma circa 15 sigarette al dì, beve saltuariamente alcolici. Nega allergie. Omosessuale, compagno stabile”.

“Il paziente  - si legge ancora nell’interrogazione di Scalfarotto - si era recato in ospedale poiché accusava un forte mal di testa e, successivamente alle prime cure, era stato poi ricoverato nel reparto malattie infettive. Durante il ricovero in tale reparto, il paziente rileva svariati comportamenti inconsueti da parte del medico a lui assegnato. In particolare, il medico dopo aver allontanato il compagno del paziente, chiede conferma al paziente stesso se l’uomo era realmente il suo compagno rilevando così un comportamento discriminatorio rispetto alla coppia”. “Inoltre - scrive  il parlamentare del Pd- il paziente è stato  sottoposto al test HIV solamente in quanto persona omosessuale, ritenendo quindi l’orientamento sessuale quale stigma rispetto a tale virus”.

Un comportamento “tutto da chiarire” per Scalfarotto, che rivolgendosi al ministro Grillo ha chiesto se fosse  “a conoscenza dei fatti e quali siano le sue valutazioni e se non ritenga che tale referto rappresenti una lesione della privacy del paziente e non sia discriminatorio in quanto l’orientamento sessuale viene inserito come fattore predittivo, e quindi discriminante, di possibili patologie posto che dal 1990 l’omosessualità non viene più considerata come una patologia”. Scalfarotto ha chiesto infine al ministro della Salute “quali azioni intenda intraprendere al fine di evitare futuri comportamenti ritenuti discriminatori da parte del personale medico e infermieristico sulla base dell’orientamento sessuale e identità di genere”.