“E’ la geografia della Sardegna, il suo essere isola che ci rende disponibili e pronti a divenire snodo strategico di connessione tra il nord Europa e la sponda sud del Mediterraneo. E’ questo il senso della mozione Pd che chiede al Governo di lavorare per strutturare e potenziare i naturali corridoi fisici della Sardegna. Questo anche per non dover rinunciare ai 26 milioni di euro di finanziamento Ue da usare entro il 2020. Nella mozione chiediamo anche che la Sardegna diventi un laboratorio di sperimentazione di fonti energetiche e la restituzione di parte del territorio oggi sotto servitù militari”. Lo ha dichiarato la deputata sarda Romina Mura oggi in aula durante la dichiarazione di voto della mozione Pd votata in aula.
“Ritengo – ha proseguito Mura - che rispetto alla grande operazione che questo Governo sta portando avanti di cambiare pelle al nostro paese, la Sardegna e il mezzogiorno siano un tassello fondamentale su cui intervenire . Bene la decisione del nostro Presidente di Regione e del presidente del Consiglio Renzi di avviare, da settembre, un tavolo per trovare soluzioni a quelle vertenze storiche della nostra regione che come è accaduto per le regioni del sud sono state spesso retrocesse per l’inerzia e l’incapacità dei governi e che sono proprio quelle regioni che, invece, stanno avendo un ruolo decisivo nelle politiche di accoglienza di chi scappa da guerre e povertà. La Sardegna accetta con coraggio la sfida al cambiamento puntando sulla sua specificità di regione autonoma che non significa privilegio, ma consapevolezza di essere isola al centro del mediterraneo, quindi opportunità per una nuova politica euro-mediterranea che potrebbe cambiare l’importanza del Mediterraneo stesso in termini di relazioni e di scambio. In particolare penso ai servizi logistici che sono il 13 per cento del pil nazionale e che potrebbero divenire la nostra specializzazione produttiva. Sardegna dunque come punto strategico di collegamento tra la Lombardia e la Tunisia, tra la Baviera e il Marocco. Snodo fondamentale di quel di quel 19 per cento di traffico mondiale che passa per il Mediterraneo”.