“Perché i deputati M5s non si fidano più del voto espresso dai loro colleghi nel Parlamento europeo contro le politiche del premier ungherese Orban? Cos’è cambiato dal 12 settembre? Qual è la vera motivazione di questa clamorosa retromarcia con cui si allineano alle posizioni della Lega? La verità è semplice: politicamente e culturalmente quando si parla di diritti e valori fondanti la vita democratica, M5s è pienamente allineato al pensiero di Salvini. In questo quadro, il Pd è dall’altra parte. Noi siamo convintamente all’opposizione in Parlamento e nel Paese rispetto alla loro cultura ed impostazione politica. Senza sé e senza ma”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, intervenendo in Aula alla Camera nel dibattito sulla posizione da sostenere in sede europea sull’Ungheria dopo il voto del Parlamento Ue che ha condannato le politiche di Orban.
“L’Italia - aggiunge De Luca - è uno dei sei Paesi fondatori di un progetto di integrazione sociale e di un’Unione politica che ha ottenuto il premio Nobel per la pace nel 2012. La Patria di Einaudi, Spinelli e De Gasperi. Sede della firma dei Trattati istitutivi di Roma del 1957. Non merita un voto in Consiglio europeo che può segnare e macchiare la nostra storia e la nostra forte cultura democratica. Difendere il rispetto dello ‘Stato di diritto’ in un Paese membro vuol dire tutelare democrazia, libertà fondamentali e diritti umani di 500 milioni di cittadini nell’Europa intera. La posizione dell’Italia è determinante per difendere un tale patrimonio culturale. Non esistono veti. Esistono solo voti - conclude il capogruppo Dem in commissione Politiche europee - che pesano come macigni sulla dignità e credibilità degli Stati membri, ed in particolare sulla credibilità del nostro Paese”.