• 07/03/2019

“Governo ancora una volta in confusione sulle vaccinazioni. Da un lato, il ministro dell’Interno chiede un decreto legge d’urgenza, per far slittare ancora la piena attuazione dell’obbligo vaccinale e far restare a scuola i bambini non vaccinati, poi dichiara che c’è un eccesso di vaccinazioni in Italia, ma che comunque i suoi figli sono vaccinati. Dall’altro la ministra della Salute dichiara che sta per essere approvata una nuova legge che supera la legge Lorenzin. Infine, nel nuovo piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia 2019-2023, si introduce una norma che inserisce tra i criteri di esclusione dal concorso per le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco l’assenza della vaccinazione antimorbillo e antirosolia. Una politica responsabile ascolta e si fida della scienza. E poi il ministro dell’Interno dovrebbe avere ben altre preoccupazioni e dovrebbe intervenire su altri argomenti. Davvero non si comprende perché interviene su una materia che non conosce”.

Così Paolo Siani, pediatra e parlamentare Pd, replica alle affermazioni del ministro dell’interno Salvini.

“La scienza - spiega Paolo Siani - ci dice in modo unanime che, perché un vaccino risulti efficace, è necessario raggiungere una copertura di almeno il 95% della popolazione. Poiché non abbiamo ancora raggiunto questa percentuale, è molto pericoloso in questo momento sospendere l’obbligo vaccinale e rilasciare dichiarazioni poco chiare. Non siamo in condizione di sospendere l’obbligo finché tutto il sistema vaccinazioni non viene implementato e non viene attivata un'anagrafe vaccinale funzionante su tutto il territorio nazionale e in ogni Asl, in modo da poter verificare lo stato di copertura vaccinale effettivo di ogni bambino. Nello stesso tempo, c’è da affrontare il problema dell’immunizzazione degli operatori sanitari come sollecitato dalle società scientifiche, le quali individuano come obiettivo prioritario la vaccinazione degli stessi operatori per evitare la diffusione di malattie infettive in ambito ospedaliero che vadano ad aggravare il quadro complessivo di pazienti già in condizioni cliniche compromesse. Finché - conclude il deputato Dem - non sarà chiaro alla politica che i vaccini devono essere considerati strumenti di prevenzione primaria nella lotta a numerose infezioni e malattie di forte impatto sanitario, sociale ed economico per l’intera collettività, non riusciremo a fare grandi passi in avanti”.