“È caduto il castello di sabbia delle bugie raccontate dalla destra sulle concessioni balneari. Dopo anni di demagogia e propaganda, in cui hanno ha provato a vendere la Fontana di Trevi agli operatori del comparto, il governo ha sbattuto contro il muro della realtà rappresentato dalla direttiva Bolkestein. Hanno raccontato che l'avrebbero eliminata o cambiata e invece hanno modificato solo la loro posizione. Sul tavolo europeo l'esecutivo non è riuscito a negoziare nulla tradendo tutte le promesse fatte”. Così il deputato dem Piero De Luca, intervenendo in Aula sul decreto per le infrazioni Ue.
“Un mix di incapacità e mancanza di autorevolezza – continua il parlamentare - ha portato la destra al Governo a perdere tempo inutilmente creando una situazione di caos ed incertezza per tutto il Paese. Comuni lasciati allo sbando. Famiglie che hanno rischiato la riduzione delle spiagge libere. Imprese balneari senza chiarezza sul futuro. Il decreto legge in esame è il culmine di un mare di populismo, perché si creano criticità enormi al settore. Tutti i nostri emendamenti in particolare, sui canoni, sulla tutela delle spiagge libere, sulla difesa delle piccole e medie imprese da possibili acquisizioni di interi territori da parte di un solo soggetto economico, sugli indennizzi da rafforzare per i concessionari uscenti, sono stati rigettati”. “Questo provvedimento segna la fine dell'idea che si possa fare politica vendendo fumo, con la propaganda e le bugie”, conclude De Luca.
Sui Balneari Giorgia Meloni continua a perdere credibilità e coerenza, se mai le abbia mai avute. Dalle promesse di questi anni, sia al governo che all'opposizione, non rimane niente. Nessuna valorizzazione delle attività uscenti, nessuna tutela per il tessuto imprenditoriale locale che rischia di essere colonizzato dalle multinazionali straniere, nessun intervento per contrastare l'erosione e tutelare le risorse ambientali, nessun limite a nuove concessioni, nessuna garanzia per l'accesso libero al mare e quindi nessun miglioramento anche per cittadini e clienti. Quello che la premier ha ottenuto è solo rimandare le gare nel 2027 alla prossima Legislatura, scaricando quindi tutto sul nuovo governo": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani sul Decreto Infrazioni su cui oggi, martedì 30 ottobre, verrà messa la fiducia alla Camera dei Deputati.
"Ancora una volta quasi tutte le proposte migliorative del Partito Democratico sono state respinte da una maggioranza che approva di fatto compatta la Direttiva Bolkestein dopo averla demonizzata per decenni. In questo disastro rivendichiamo comunque l'approvazione di una modifica proposta dal Partito Democratico e che anche questa destra ha dovuto accogliere: nelle gare per l'aggiudicazione delle concessioni balneari peserà infatti anche 'l’offerta di servizi aggiuntivi volti a valorizzare l’esperienza turistica delle persone con disabilità'. Si tratta di un piccolo passo avanti di civiltà e inclusione": conclude Marco Simiani.
Annunci Meloni caduti nel vuoto, Lega vota contro propri emendamenti
"Il decreto salva-infrazioni passerà alla Camera senza modifiche alla direttiva Bolkestein e non conterrà nessuna delle tante promesse fatte in questi giorni ai balneari, a partire da quelle della Presidente del Consiglio Meloni che, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale di Bucci, aveva annunciato nuove misure e strategie per rispondere alle forti contestazioni del settore. Nulla di tutto questo si è concretizzato; anzi, la maggioranza, con la Lega in testa, ha ritirato gli emendamenti ed ha votato addirittura contro un suo emendamento che non aveva fatto in tempo a ritirare e che il Pd aveva sottoscritto. Un atto che descrive lo stato di soggezione di questa maggioranza ad un Governo che ha prima illuso i balneari con promesse mirabolanti e poi, più realista del re, si è diligentemente allineato ai diktat della Commissione, senza intavolare nessuna vera negoziazione per venire incontro alle richieste legittime di migliore un testo pessimo", così in una nota i deputati democratici Federico Gianassi, Andrea Gnassi, Piero De Luca e Claudio Stefanazzi, che stanno seguendo nelle commissioni Giustizia e Finanze della Camera il decreto e che hanno ripresentato alcuni emendamenti ritirati dalla stessa maggioranza relativi alle gare e agli investimenti finanziati dagli attuali gestori degli stabilimenti balneari. Ogni proposta migliorativa è stata bocciata. Lo spirito del Pd era e rimane quello di guardare al tema con appropriatezza e rigore, dando alle gare criteri che potessero dare una visione al paese per sostenere turismo e riqualificare le coste. Spirito costruttivo dimostrato proponendo e votando gli emendamenti riguardanti una disciplina diversa dalla direttiva Bolkestein per le associazioni sportive senza fini di lucro”.
"Ancora caos sulle concessioni balneari: il governo non è ancora in grado di fornire i pareri sugli emendamenti al decreto infrazioni e il settore viene gettato ancora una volta nell’incertezza" dichiara il deputato democratico Andrea Gnassi, che sta seguendo il provvedimento alla Camera. "La tanto sbandierata norma, concordata da Fitto con la Commissione europea, che concede tempo fino al 2027 per concludere le gare, non risolve i problemi , vacilla alla prova parlamentare. Se il decreto Salva Infrazioni con le norme sulla Bolkestein rimarrà come è non accogliendo nessuna proposta migliorativa come abbiamo chiesto e presentato, per il turismo balneare italiano si aprirà un ulteriore fase di caos. Non c è visione e spinta verso la riqualificazione delle coste e investimenti per la sostenibilità del turismo balneare; il governo apre le porte, ora davvero, a grandi gruppi stranieri (e con rischi di penetrazione di criminalita organizzata) facendo saltare il tessuto articolato delle piccole medie imprese italiane, mettendo in difficoltà i comuni su cui ricadranno tutte le lacune del decreto. Quanto sta accadendo - conclude il democratico - conferma l’incapacità di intervenire in modo ordinato in relazione alle specificità diverse degli 8000 km di costa e non fornisce neanche risposte certe a regioni, comuni e ai numerosi operatori, che si troveranno nuovamente nell’incertezza. Da Salvini alla Santanche da Fitto alla Meloni è bene che si vadano a rivedere le promesse perentorie che facevano . La verità è il rischio che per i prossimi tre anni l’intero settore rimanga bloccato da qualsiasi investimento e riqualificazione e perda competitività con Francia Spagna Grecia e i paesi dell‘Adriatico”.
Sfregiata la trattativa portata avanti da Fitto, decreto verso rinvio
“La maggioranza ha presentato numerosi emendamenti al decreto infrazioni che smentiscono e sconfessano radicalmente la posizione del governo in materia di concessioni balneari. La tanto sbandierata norma concordata da Fitto con la Commissione europea, che dà tempo fino al 2027 per concludere le gare, scricchiola alla prova parlamentare con Lega e Fratelli d’Italia che si fanno la guerra su posizioni opposte. Siamo davanti all’ennesima farsa:
quanto sta accadendo è la conferma dell’incapacità di intervenire in modo ordinato e dare risposte certe a regioni, comuni e ai tanti operatori che, ancora una volta, sono gettati nell’incertezza”. Così i deputati democratici Luciano D’Alfonso, Piero De Luca, Andrea Gnassi, Marco Lacarra, Virginio Merola, Marco Simiani e Claudio Stefanazzi al termine della seduta della commissione affari europei di oggi in cui “è andata in scena una vero e proprio scontro, con i deputati della Lega che hanno platealmente preso le distanze dalla proposta del governo spaccando la maggioranza tra chi voleva andare avanti nel voto e chi chiedeva l’accantonamento dell’articolo sui balneari. La distanza delle posizioni tra governo e maggioranza ha portato all’interruzione della seduta che è rimandata alla prossima settimana rendendo per questo impossibile il rispetto del passaggio in aula nei tempi previsti”.
"I punti di approdo devono essere ricompresi tra la concessioni balneari e quindi messe a gara a partire dal 2027, anticipare i tempi sarebbe illogico e controproducente. Su questo tema ho presentato un emendamento insieme alla collega Simona Bonafè ma vi sono proposte similari sottoscritte da deputati della Lega e Fi: auspico quindi che questa modifica venga approvata": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera Marco Simiani sul Decreto Infrazioni, attualmente in discussione a Montecitorio.
"Forzare la mano, senza peraltro coinvolgere le comunità locali, rischia di aprire le porte ad iniziative non concertate che potrebbero compromettere la sostenibilità ambientale e stravolgere l'equilibrio sociale ed economico di interi territori. Mi riferisco in particolare a quanto sta accadendo a Talamone, nel Comune di Orbetello in Provincia di Grosseto, dove il bando per il nuovo porto turistico rischia di consegnare le concessioni a grandi gruppi a scapito di associazioni, residenti e villeggianti, senza peraltro avere garanzie certe sulle ricadute locali": conclude Marco Simiani.
“Dopo l’annuncio di chiudere i porti, adesso il ministro Salvini chiude davvero e prima del tempo le spiagge di tutta Italia. C'è, dunque, coerenza nel titolare del dicastero delle Infrastrutture che con circolare emanata ad agosto, in piena stagione, dai propri uffici, costringe gli operatori balneari a smontare entro lo scorso 22 settembre, ‘mangiandosi’ oltre un mese di pacchetti vacanze completi. Sarebbe utile spiegare a Salvini che, oltre alle modalità 'fuori tempo massimo' dei suoi inattesi provvedimenti 'ammazza spiagge', che ormai in tutta Italia, e soprattutto in Romagna, il tema della spiaggia vissuta tutto l'anno, con il mare d'inverno e la destagionalizzazione della proposta turistica, è parte integrante di un'offerta che muove miliardi di euro e centinaia di migliaia di lavoratori”.
Così il deputato democratico, Andrea Gnassi.
“E’ l'ennesima 'perla' di un governo - aggiunge - che su una delle tre principali industrie del Paese, il turismo appunto, si è distinto o per il nulla, o per provvedimenti inopportuni e con conseguenze negative. Dai due anni di silenzio sulle spiagge, alla presa in giro sulla Bolkestein, dalla ridicola campagna Open to Meraviglia, all'assenza di qualunque strategia, fino agli annunci di vendita delle spiagge libere perché frequentate da ‘barboni e tossici’ (copyright ministra Santanché): stiamo raschiando il fondo del barile. Occorre salvare il salvabile, al di là delle appartenenze politiche, perché di turismo, in Romagna e in Italia, si vive in tanti territori. Salvini e Santanchè - conclude - provino a parlarsi e chiarire bene i contorni del provvedimento ‘chiudi tutto’ e per favore la smettano con gli slogan e riaprano subito le spiagge d'Italia, che con il turismo balneare rappresentano oltre il 30% del totale del turismo italiano”.
"Dalle prime informazioni relative alla bozza di decreto sul riordino delle concessioni balneari emerge con evidenza che il governo è in un vicolo cieco. Al di là delle finte schermaglie interne per 'salvare la faccia', la verità è chiara. Come stiamo denunciando da tempo, in questi anni la destra ha ingannato e preso in giro gli operatori economici di un settore importante e strategico, ai quali aveva promesso che non sarebbero mai state fatte procedure di evidenza pubblica e che avrebbe impedito quello che definivano l'esproprio delle concessioni, battendo i pugni sul tavolo a Bruxelles. Il provvedimento preparato dal Governo rappresenta - se confermato - un'ammissione implicita delle bugie raccontate nel tempo, allineandosi alla normativa europea sulla necessità di svolgere le gare per il rinnovo delle attuali concessioni. Il problema è che, al netto della verifica rigorosa che faremo dei criteri e dell'eventuale indennizzo ancora oggi non chiarito nei dettagli, la tempistica ipotizzata per assicurare lo svolgimento delle procedure potrebbe generare ulteriore caos qualora non condivisa dalla Commissione, aggiungendo al danno delle bugie di questi anni anche la beffa di una misura che rischia di non risolvere la procedura di infrazione e lascerebbe ancora nell'incertezza l'intero settore ma anche gli amministratori locali e tutti i nostri cittadini. Questo non possiamo più consentirlo". Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione affari europei alla camera.
“Sarebbe ora di passare dalle promesse alle risposte concrete. Basta con il dare la colpa all’Europa perché si è incapaci di dare soluzioni ed esercitare il ruolo di governo. E’ così sui balneari, sulle concessioni delle spiagge e sulle coste italiane. Sono ormai due anni che il Pd chiede al governo Meloni e ai suoi ministri di fare una legge quadro offrendo proposte puntuali per disciplinare la direttiva Bolkestein. Una legge quadro che non porti il Paese al deferimento davanti alla Corte di giustizia europea con conti salatissimi da pagare per tutti gli italiani. Una legge quadro che consenta un ordinato svolgimento di gare di evidenza pubblica per le concessioni demaniali marittime. Una legge quadro che con il coinvolgimento di regioni e comuni , il confronto con le parti economiche e sociali possa individuare criteri per le assegnazioni, in grado di leggere le specificità delle coste italiane. Il turismo balneare, colonna del turismo italiano, è invece lasciato completamente allo sbando”.
Così il deputato democratico, Andrea Gnassi.
“Il governo - aggiunge - non ha mai fatto né una legge sulla Bolkestein, ne’ ha trattato con l’Ue per disciplinare un settore che coinvolge 8mila km di coste. Quando un anno e mezzo fa abbiamo posto il tema, la ministra Santanché se ne uscì con una delle sue infelici e sprezzanti battute: ‘più che delle concessioni e della Bolkstein togliamo le spiagge libere in mano ai tossici’. Il governo Meloni, a partire dalla premier, ha raccontato una sequela di bugie: dall’annuncio di fantomatiche trattative risolutive con l’Ue, all’annuncio balla che l’Italia potesse sottrarsi dall'applicazione della Bolkestein, con il racconto alla comunità europea di inesistenti spiagge libere dove fare nuove gare per le concessioni. Ora - conclude - il governo non perda altro tempo e convochi Regioni, Comuni, mondo imprenditoriale e sindacale e faccia la legge quadro per le gare, individuando criteri trasparenti e chiari”.
"Lo sciopero massiccio dei balneari è la clamorosa conferma dell'incapacità di questo governo che solo ed esclusivamente per scopi elettorali ha illuso per anni intere categorie lasciandole adesso senza alcun indennizzo. Su questa catastrofe, che ha una sola responsabile e si chiama Giorgia Meloni, si registra oggi soltanto l'imbarazzo dei tanti esponenti di destra che avevano cavalcato le proteste con toni populisti, ma che adesso si nascondono nell'assoluto silenzio".
Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani.
“Con la discussione in Commissione Ambiente della Camera del DL Emergenze è andato in scena l’ultimo vergognoso spettacolo di maggioranza e governo: scadenza degli emendamenti fissata mentre il testo doveva ancora essere approvato al Senato, poche ore per definire le proposte emendative, 9 minuti (un record assoluto per Montecitorio) per preparare i ricorsi sugli emendamenti non ammessi (quando alcuni di loro erano stati ammessi al Senato) e mezzo pomeriggio per bocciare tutto e confermare il provvedimento uscito da Palazzo Madama. Ci sono però dei territori, come la Sicilia, la Calabria e la Basilicata in piena emergenza siccità. Ma soprattutto la Laguna di Orbetello, che ha bisogno subito di risorse per le imprese in ginocchio (ricettive, balneari, ittiche) per la moria dei pesci e questo decreto era l’ultima opportunità prima della pausa estiva per dare ristori e risorse concrete. La destra ha colpevolmente evitato ogni confronto: vedremo come avranno il coraggio di spiegarlo alla popolazione, continuando magari ad addossare le colpe alla Regione: l’unico ente che si è mosso concretamente chiedendo lo stato di calamità. Se c’era la volontà politica il DL Emergenze poteva essere modificato visto che il decreto scade tra 10 giorni: evidentemente era più importante dare oltre 4 milioni alla città di Latina (con una legge lampo approvata in due giorni dai due rami del Parlamento) per un centenario che si terrà tra 8 anni che aiutare la Laguna di Orbetello”: è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Sui balneari la Regione Toscana merita un plauso: supera il vergognoso e dannoso immobilismo del governo e indica una soluzione capace di dare indicazioni concrete ai comuni tenendo insieme leggi comunitarie, principi di concorrenza, diritti dei consumatori e sostenibilità economica delle imprese”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente in merito alla legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana che prevede un adeguato indennizzo all’impresa uscente in caso di perdita del bando.
“La destra - conclude Simiani - per mero opportunismo elettorale, ha creato il caos, dimostrando come sia incapace di prendersi responsabilità di governo anche dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea che ha dichiarato legittimi gli espropri al termine delle concessioni. Questo stallo rischia di penalizzare tutti nell’assoluto silenzio di Giorgia Meloni”.
“Oggi alla presidente Meloni è arrivata la lettera dei gestori balneari che chiedono la convocazione di una riunione di urgenza per uscire dalla situazione di forte incertezza che colpisce il settore e che certificano l’inerzia e incapacità del suo governo, come il Pd denuncia da mesi. La maggioranza ha messo il comparto balneare, colonna del turismo italiano, in una situazione di caos totale lasciando senza alcuna prospettiva il futuro delle spiagge e delle coste italiane. Decidere di non decidere non risolve nessun problema, si ripercuote soltanto in negativo sugli operatori ma anche sugli amministratori locali che sono lasciati soli ad affrontare il tema sui rispettivi territori. Il governo intervenga subito per una normativa ragionevole che permetta di avviare le procedure di evidenza pubblica, tenendo conto dei molteplici aspetti delicati che riguardano i concessionari esistenti, le coste e i comuni. Lo stiamo chiedendo da tempo. Ci vuole serietà, è ormai finito il tempo della demagogia”.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
Una premier che chiede all’Europa di indietreggiare su green deal e balneari non difende il Paese, non difende i cittadini, cerca solo un posto al sole per i suoi. Ma l’Europa non è andata a destra, i sovranisti non hanno vinto. Nè in Italia, nè in Francia, nè a Bruxelles.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“L'inerzia e l'incapacità del Governo e della maggioranza hanno messo il comparto balneare, colonna del turismo italiano, in una situazione mai vissuta da operatori e comuni italiani e dall'intero paese: il non affrontare la direttiva Bolkestein sulle concessioni ha creato ormai il caos totale dal punto di vista giuridico e lasciato senza alcuna certezza e prospettiva il futuro delle spiagge e delle coste italiane. Decidere di non decidere non risolve nessun problema, si ripercuote in negativo sui comuni che lasciati soli non possono che provare ad interpretare autonomamente il caos normativo. Da un lato non si possono programmare piani dì riqualificazione; dall'altro senza una disciplina quadro che definisca i criteri per le procedure di evidenza pubblica il rischio è che persino gli investimenti fatti dalle imprese per poter garantire servizi e funzioni non vengano considerati, come dimostra l'ultima sentenza della Corte di giustizia. Il governo intervenga subito considerando i molteplici aspetti che riguardano le coste, i comuni e le imprese. Lo stiamo chiedendo da tempo. Ci vuole serietà”. Lo scrivono in una nota, Piero De Luca, Capogruppo Pd Commissione Politiche UE Andrea Gnassi Commissione attività produttive ex sindaco di Rimini
“Il Governo -proseguono- deve intervenire per emanare immediatamente i necessari decreti legislativi, che consentano agli enti concedenti di procedere alle procedure di evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni demaniali marittime, sulla base di criteri di ragionevolezza e trasparenza che considerino professionalità e investimenti delle attività in essere, dei livelli occupazionali da assicurare, degli impegni ambientali assunti, il riconoscimento di un equo indennizzo per gli investimenti realizzati dai concessionari uscenti, anche per le opere inamovibili. È finito il tempo della propaganda e demagogia”. Così concludono Piero De Luca e Andrea Gnassi.
Pagine
- 1
- 2
- 3
- 4
- seguente ›
- ultima »