I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
il 6 luglio 2022, in Somalia, una bomba ha ucciso Hashi Omar Hassan;
Hashi Omar Hassan è stato per quasi 17 anni in carcere ingiustamente perché, per via di depistaggi, venne condannato per l'omicidio di Maria Alpi e Miran Hrovatin;
la giornalista e l'operatore del TG3 furono uccisi il 20 marzo del 1994, a Mogadiscio, per aver scoperto e raccontato nelle inchieste tv dei traffici di rifiuti illeciti e armi, condotti all'ombra di parti della cooperazione internazionale;
l'inchiesta fu inquinata da depistaggi, a cui non furono estranee anche parti dello Stato;
Hassan fu condannato e restò in carcere fino a quando la corte d'appello di Perugia riaprì il processo, in seguito alle risultanze delle indagini della giornalista d'inchiesta della trasmissione «Chi l'ha visto?», Chiara Cazzaniga, che intervistò in Gran Bretagna colui che con la sua falsa testimonianza aveva contribuito al depistaggio;
questi ammise di aver mentito e dichiarò che Hasci Omar Hassan non aveva nulla a che fare con l'omicidio di Maria Alpi e Miran Hrovatin;
la corte d'appello di Perugia assolse Hassan che ebbe un risarcimento di oltre 3 milioni di euro;
Giorgio e Luciana Alpi, i genitori di Ilaria, avevano sempre creduto nella sua innocenza. E quell'assoluzione venne salutata da Luciana, dopo la morte di Giorgio – insieme a tante associazioni e cittadini – come rinnovato impegno per non archiviare l'inchiesta sull'omicidio di Ilaria e Miran ed arrivare ad individuare e condannare i veri autori e i mandanti;
l'avvocato Moriconi, il difensore di Hashi Omar Hassan, ritiene che ad ucciderlo siano stati i terroristi islamici a scopo di estorsione;
l'avvocato Vasaturo, il legale che ha curato la costituzione di parte offesa della Fnsi per l'omicidio di Maria e Milan, ha dichiarato: «Siamo molto turbati dalla tragica uccisione di Hashi. Non possiamo non riscontrare la sconcertante ricorrenza di morti misteriose che lega tanti protagonisti dell'inchiesta giudiziaria sul caso Alpi-Hrovatin. Poco dopo aver testimoniato in Italia, fu rinvenuto in un albergo di Mogadiscio il cadavere di Ali Abdi, l'autista di Ilaria, deceduto in circostanze mai chiarite. Starlin Arush, attivista somala, amica dell'inviata del Tg3, è stata invece uccisa da un commando di sicari, nei pressi di Nairobi, nel 2003»;
in una nota congiunta, Fnsi e Usigrai chiedono alle autorità italiane «di attivare tutte le iniziative necessarie per fare luce sull'attentato. Dopo aver tenuto in carcere ingiustamente Hashi Omar Hassan, il nostro Paese ha il dovere morale di contribuire in ogni modo a individuare le responsabilità nell'attentato e gli eventuali legami con la vicenda dei giornalisti della Rai uccisi in Somalia nel 1994»;
la morte di Hashi ricorda ancora una volta la necessità di arrivare alla verità e non archiviare l'inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, che rimane una ferita aperta per il nostro Paese, insieme ai depistaggi che lo hanno accompagnato;
per questo si ritiene necessario che sia dato nuovo impulso alle indagini da parte della procura di Roma –:
se il Governo intenda, per quanto di competenza, attivare le iniziative necessarie affinché le autorità italiane collaborino con quelle somale per coadiuvare e supportare le attività di indagine, al fine di comprendere cosa sia accaduto e fare piena luce sull'uccisione di Hashi Omar Hassan e verificare l'esistenza di un eventuale collegamento fra questo delitto e l'inchiesta, tuttora in corso, sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.