I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
durante l'emergenza sanitaria, legata alla diffusione del virus Covid-19, molte imprese hanno dovuto sospendere le proprie attività con conseguenti riduzioni degli introiti;
si è calcolato che anche quelle che hanno mantenuto la produzione hanno registrato comunque diminuzioni di commesse e guadagni per quello che probabilmente è «il più importante shock che ha colpito il nostro sistema economico nel Dopoguerra» e quindi c'è il rischio di riduzioni del personale impiegato o degli stipendi;
si è registrato un aumento considerevole delle richieste di aiuto economico e alimentare presso le strutture di volontariato e assistenza;
in alcune zone del Paese di fronte alla grave crisi, gli aiuti ai più indigenti sono venuti da ambienti malavitosi per cui la stampa ha parlato di «welfare mafioso»;
in una situazione generale di difficoltà, mafie e organizzazioni criminali possono decidere di sviluppare commerci illeciti, organizzare sistemi di usura, alterare mercati e intervenire per interessi su appalti e commesse pubbliche;
il sistema del malaffare può essere interessato a favorire, anche attraverso l'uso di moderni mezzi di comunicazione, episodi di ribellione e caos;
il Governo ha promosso un insieme di importanti iniziative di sostegno ai redditi e alle imprese, ma comunque la stagione che ci aspetta resta molto critica;
il Ministero dell'interno ha previsto interventi a tutela della legalità –:
quali siano i risultati del lavoro di monitoraggio sull'inquinamento economico mafioso e i riscontri giunti alla cabina di regia istituita presso il Ministero dell'interno e quali eventuali ulteriori iniziative si intendano assumere.
Seduta del 17 luglio 2020
Illustrazione di Andrea De Maria, risposta del Sottosegretario di Stato per l'Interno Matteo Mauri, replica di Enrico Borghi
ANDREA DE MARIA: Lo sappiamo bene, lo sa il signor Viceministro Mauri che poi risponderà alla nostra interpellanza, quanto sia forte il peso delle organizzazioni criminali nel nostro Paese, quanto rappresenti un pericolo per gli assetti istituzionali, sociali e per lo stesso sviluppo economico in alcune regioni del nostro Paese; quanto ormai sia un fenomeno che però non riguarda solo alcuni territori dell'Italia, ma sia assolutamente un fenomeno che riguarda tutto il nostro Paese, se penso alla mia regione, l'Emilia-Romagna, penso agli esiti del recente processo “Aemilia”, ma si potrebbero fare tanti altri esempi. È anche un fenomeno, quello del peso delle organizzazioni criminali, di mafia, camorra e 'ndrangheta, che supera i confini dell'Italia ed è caratterizzato anche da una rete di relazioni internazionali.
La forza del potere criminale, la forza del potere delle organizzazioni criminali sta molto, come sappiamo, come sappiamo bene, nella loro dimensione economica: anche i grandi protagonisti della lotta alla mafia, chi ha pagato con la vita il contrasto alle organizzazioni criminali (penso a personalità come Pio La Torre, come gli stessi giudici Falcone e Borsellino, ma in questo caso si potrebbero fare tanti esempi), sono stati ben consapevoli di come la dimensione economica fosse uno dei punti di forza delle organizzazioni criminali: attraverso lo strumento dell'usura, attraverso il riciclaggio del denaro sporco in acquisto di beni mobili, immobili, in acquisto di attività produttive; non a caso lo strumento del sequestro dei beni dei mafiosi è uno strumento molto importante nell'azione di contrasto alle organizzazioni criminali, nell'azione della magistratura, delle forze dell'ordine per combattere questa piaga che attraversa davvero le nostre comunità.
Ecco, oggi siamo in un contesto sociale particolarmente delicato, siamo di fronte alla sfida del COVID-19, alla sfida dell'epidemia; ed è una sfida che accanto alle conseguenze sanitarie ha, come sappiamo, conseguenze molto serie sul piano della tenuta del tessuto economico, sul piano sociale, sul piano della tenuta del sistema delle imprese. Le imprese hanno problemi di liquidità, ce l'avranno e ce l'hanno fra l'altro non per un breve periodo di tempo, ma abbiamo davanti una prospettiva probabilmente di qualche anno di crisi economiche, che pian piano dovremo affrontare e superare; ed è chiaro che in un contesto come questo il rischio di infiltrazione delle organizzazioni criminali diventa particolarmente significativo.
Peraltro la storia del Paese ci dice anche che in momenti di fragilità, di tensione politica e sociale, organizzazioni criminali hanno anche messo in atto fino ad azioni di carattere terroristico, per assumere iniziative destabilizzanti, che sostenessero in qualche maniera la loro attività criminale. E, appunto, di fronte alla sfida del COVID-19 questi pericoli esistono e in parte si stanno manifestando: penso alla notizia che abbiamo letto sul crescere del peso dei reati di usura, nel momento invece in cui tante altre organizzazioni criminali, nella fase del lockdown, avevano visto un calo dei numeri dei reati. Sappiamo che il Ministero è attento, sappiamo che c'è un'iniziativa, un'attenzione del Ministero dell'interno e del Governo, abbiamo visto dichiarazioni importanti dello stesso Viceministro Mauri e della Ministra Lamorgese e riteniamo che questa attenzione sia assolutamente dovuta e importante in una fase come questa. Per quanto riguarda noi del gruppo del Partito Democratico, riteniamo che questo elemento, cioè il contrasto a un'iniziativa che le organizzazioni criminali stanno e possono assumere di fronte all'emergenza del COVID-19, per approfittare del dramma delle imprese e del lavoro, sia una grande priorità dell'azione del Governo e di tutti i livelli istituzionali. Ovviamente, questa azione deve avere ed ha due caratteristiche di fondo; la prima riguarda l'efficacia delle azioni che lo Stato democratico, che le istituzioni mettono in campo per affrontare le conseguenze dell'epidemia a sostegno del nostro sistema delle imprese: abbiamo stanziato molte risorse, dobbiamo verificare bene l'efficacia dell'utilizzo di queste risorse e io dico anche la tempestività della messa a disposizione di queste risorse per il nostro sistema delle imprese, questo è un punto delicato, che si è evidenziato anche in questi mesi, legato anche a una certa fatica del nostro apparato amministrativo, anche in alcuni casi a una certa fatica del sistema bancario e certamente appunto efficacia dell'arrivo delle risorse pubbliche alle imprese e tempestività dell'arrivo delle risorse pubbliche alle imprese sono due temi di grande importanza. Aggiungo che, se si parla di tempestività e di riforma della pubblica amministrazione per facilitare le procedure amministrative, proprio rispetto a quello di cui parliamo oggi, ovviamente bisogna sempre tenere insieme efficacia, efficienza delle procedure stesse e loro trasparenza e garanzia di procedure legali, che contrastino, anche nella pubblica amministrazione, l'infiltrazione delle organizzazioni criminali. E poi certamente, accanto a questo, c'è l'azione di contrasto della magistratura, delle Forze dell'ordine, l'azione investigativa, il presidio del territorio: qui c'è appunto una grande e importante responsabilità del Ministero dell'interno e anche la necessità che tutto l'assetto istituzionale, i diversi livelli istituzionali, tutte le forze politiche e sociali diano un messaggio chiaro di coesione e di contrasto alle organizzazioni criminali, ancora di più in una fase come questa. Come dicevo, sappiamo che il Ministero sta mettendo in campo un lavoro importante, c'è un'iniziativa in atto, ci interessa conoscerne in modo anche dettagliato le caratteristiche, ma soprattutto ci interessa conoscere quelli che, Viceministro, ritiene possano essere gli esiti questa iniziativa e anche diciamo il livello di allarme che il Ministero ritiene che ci sia e anche appunto quali riscontri ci sono su fenomeni di infiltrazione delle organizzazioni criminali e quanto appunto l'azione di contrasto a questi fenomeni alla recrudescenza di questi fenomeni in fase di epidemia sia efficace e su quali punti invece magari questa azione possa essere ulteriormente implementata e rafforzata, grazie.
MATTEO MAURI, Sottosegretario di Stato per l'Interno: Grazie signora Presidente e onorevoli deputati, come evidenziato nell'interpellanza degli onorevoli interpellanti De Maria e Borghi, l'attuale fase di emergenza, che ha inciso profondamente sul tessuto economico e sociale del Paese e il conseguente deficit di liquidità, unito all'afflusso di ingenti finanziamenti pubblici sia nazionali che europei, creano condizioni di rischio e alcune aumentate potenzialità di margini di infiltrazione per la criminalità organizzata nell'economia legale. Su tali temi, il Ministero dell'interno ha già richiamato la massima attenzione delle Forze di Polizia, al fine di porre in essere ogni sforzo volto a intercettare e contrastare le possibili nuove dinamiche dell'azione criminale, anche in ragione della spiccata vocazione economica della criminalità organizzata e della sua capacità di repentino adattamento ai cambiamenti sociali e produttivi.
In particolare, il 10 aprile scorso, con una specifica direttiva rivolta ai prefetti, il Ministro dell'interno ha sollecitato un'azione di intelligence sul territorio, con l'obiettivo di valorizzare le evidenze infoinvestigative e l'attività di analisi dei fenomeni criminali a cura delle Forze di Polizia, proprio per garantire le indispensabili coordinate di legalità, nella delicata fase di ripresa delle attività economiche. Le strategie messe in campo delle Forze di Polizia fanno leva su un'articolata azione, volta ad anticipare ogni iniziativa di alterazione del mercato, di inquinamento del tessuto economico, di condizionamento dei processi decisionali pubblici, funzionali soprattutto all'assegnazione degli appalti. Va anche considerato che i consistenti interventi finanziari varate dal Governo rendono necessario individuare il giusto punto di equilibrio tra tempestività dell'erogazione e i necessari controlli. Sulla base delle predette direttive, le prefetture hanno anche rafforzato il monitoraggio e l'analisi delle criticità presenti sul territorio, attraverso apposite riunioni dei Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza e al contempo è stata avviata una specifica programmazione degli interventi a supporto dell'economia legale e delle fasce sociali maggiormente esposte, così come riferiva anche l'interrogante, al fine di tutelare la coesione sociale. In tale contesto, va ricordato che presso il Ministero dell'interno è operativo l'organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione delle economie da parte della criminalità organizzata, cui partecipano i rappresentanti di tutte le Forze di Polizia. Si tratta di una struttura interforze che opera da aprile come cabina di regia permanente, la cui mission è quella di anticipare ogni iniziativa di espansione, di alterazione del mercato, di inquinamento del tessuto economico e di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all'assegnazione degli appalti da parte della criminalità organizzata. Nell'ambito di tali lavori del citato organismo, tra l'altro, sono valorizzati i contributi informativi offerti dai vari stakeholder, al fine di comprendere le specifiche problematiche e le criticità dei settori rappresentati. La complessa situazione che il Paese sta affrontando costituisce uno scenario di indubbio interesse per la criminalità organizzata. Le Forze di Polizia, pertanto, stanno monitorando con grande impegno i segnali di possibili cambiamenti delle strategie e dei sodalizi mafiosi, proprio per prevenirne le azioni. Un'ulteriore direttrice verso la quale le organizzazioni criminali verosimilmente si orienteranno è rappresentata dall'infiltrazione nei settori dell'economia legale. In tale ambito, il monitoraggio e il controllo preventivo svolti dal settore bancario e in particolare le attività di controllo preventivo antimafia delle Forze di Polizia, costituiscono presìdi già operativi a tutela della legalità. L'organismo permanente ha già prodotto due report, il 23 aprile e il 15 giugno scorso, focalizzati sull'andamento della delittuosità e sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia legale nella fase post pandemica. Dai primi dati disponibili emerge che il lockdown ha, ovviamente, inciso sull'andamento generale della delittuosità in Italia, con una riduzione dei reati connessi nel periodo compreso tra il primo marzo e il 10 maggio 2020, pari al 61 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, in particolare quelli predatori (i motivi sono evidenti). Con specifico riferimento alle mafie, si registra un calo dei reati ambientali, legati in particolare all'edilizia e allo smaltimento dei rifiuti. Su quest'ultimi in particolare, i carabinieri hanno avviato accertamenti specifici sul ciclo dei rifiuti speciali di carattere sanitario. I lavori dell'organismo permanente hanno inoltre consentito di promuovere la costituzione di un'analoga struttura di analisi nell'ambito di Europol. La prima riunione del nuovo gruppo di monitoraggio si è tenuta lo scorso 16 giugno in videoconferenza. Prosegue inoltre l'attività delle squadre mobili delle questure, coordinate dal Servizio centrale operativo del Ministero dell'interno, mirata ad un attento monitoraggio dell'evoluzione dei processi economici legati alla cessazione delle restrizioni e alla ripresa delle attività economiche, con particolare riferimento alle dinamiche societarie della filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico alberghiero e della ristorazione, nonché dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa. Particolare attenzione viene dedicata ai reati spia, indici di fenomenologie di infiltrazione criminale anche mafiosa nelle pieghe economico-finanziarie, tra cui l'estorsione, l'usura, come si diceva, le attività speculative di fagocitazione immobiliare o di impresa, favorite dal bisogno impellente di denaro contante, di illecita concorrenza attraverso l'uso della violenza e della minaccia, le attività di riciclaggio e reimpiego di denaro o beni di utilità di provenienza illecita, il trasferimento fraudolento di beni, le truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche, nonché la corruzione.
In tale contesto sono stati avviati contatti diretti con le associazioni di categoria operanti sul territorio e con i presidenti dei consorzi di garanzia collettiva dei fidi al fine di monitorare potenziali casi di default economico e individuare aree di intervento investigativo. Le articolazioni territoriali delle forze di polizia sono stati infine sensibilizzate affinché interloquiscano con le associazioni antiusura e antiracket, recettori sensibili delle fasce più deboli ed esposte all'aggressione criminale. Possiamo dire perciò che sono state messe in atto tutte le iniziative utili e che l'impegno continuerà in questa direzione per contrastare in maniera efficace il fenomeno che gli interroganti hanno segnalato.
ENRICO BORGHI: Signora Presidente, nell'esprimere la soddisfazione da parte nostra come gruppo del Partito Democratico alle osservazioni che sono state fornite da parte del Governo, ci permettiamo di fare alcune chiose. Lo scopo della nostra iniziativa odierna era di approfondire un aspetto che il collega De Maria ha già illustrato e che è stato stigmatizzato nell'intervento del Viceministro Mauri cioè quello, da un lato, di sottolineare la peculiarità dei fenomeni che sono in corso di riorganizzazione nel sistema criminale che in quanto tale è, per così dire, prometeico, si adatta, si plasma alla dimensione sociale che il COVID ha determinato e, quindi, focalizzare con grande attenzione e con grande capacità le dinamiche che sono in corso e, dall'altro, anche di dare il segnale che le istituzioni repubblicane sono assolutamente in grado di intercettare, di intervenire e di prevenire. Infatti certamente se vi è un dato positivo nelle parole che ci sono state fornite. cioè una oggettiva e facilmente constatabile diminuzione del numero dei reati evidentemente connessa alla dinamica sociale che abbiamo attraversato, non vi è dubbio che vi sono una serie di dinamiche economiche, da un lato, e di dinamiche sociali, dall'altro, che possono costituire un bacino potenziale. Il rischio che abbiamo di fronte in autunno dell'incrocio fra tensioni di carattere economico-finanziario, che molte imprese rischieranno di poter conoscere, e, quindi, la tentazione che vi può essere di potere mettere in campo da parte della criminalità organizzata, che, come è noto, dispone di liquidità consistenti, di interventi che vadano nella direzione di un sostegno alle imprese, che però evidentemente portano con sé l'ingresso di questo sistema delle imprese in una rete criminale, è un primo elemento.
Il secondo elemento è l'attenzione che dobbiamo porre affinché la difficoltà, il disagio, il bisogno che fasce di popolazione possono vivere non si trasformi in una facile circostanza di reclutamento di manovalanza per il settore della criminalità organizzata e della criminalità mafiosa. Sotto questo aspetto credo sia importante uno stretto raccordo fra il Governo e il Parlamento. Ringrazio il Viceministro delle sue parole, ringrazio la Ministra Lamorgese, che so ha dato la disponibilità per un confronto all'interno del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica su questi temi; all'azione che svolge la Commissione antimafia. Le istituzioni cioè ci sono, si coordinano fra di loro e debbono essere attente e presenti per l'incipiente stagione che si accinge a iniziare. Il tema della sicurezza - ne approfitto anche per il fatto che questa nostra giornata viene a valle di un'importante visita che ieri il Ministro dell'Interno ha fatto alle autorità libiche - è un tema molto complesso, molto composito che va affrontato nella sua globalità e tenendo presente la complessità dei fenomeni.
Per rimanere al tema che ho citato, la visita di ieri del Ministro Lamorgese, è stata una visita importante in concomitanza con una discussione che proprio in quest'Aula si teneva su quella vicenda. Crediamo - lo abbiamo detto ieri ma vogliamo ribadirlo in questa circostanza - che il raccordo fra il Governo e il Parlamento, tra le forze parlamentari e l'Esecutivo su questo punto specifico debba essere ulteriormente rafforzato, ancora più stringente. Le questioni che abbiamo messo sul campo come Partito Democratico della modifica del Memorandum, da un lato, e della modifica dei decreti in sicurezza, dall'altro, sono per noi elementi imprescindibili non nel quadro di un negoziato muscolare ma nel quadro di una risposta al bene comune di un Paese che ha bisogno di costruire dinamiche di sicurezza reale non stentorea, non retorica, non demagogica. Sotto questo profilo mi verrebbe da dire che verso l'azione che abbiamo condotto su questo punto specifico, che pure oggi è oggetto di legittime critiche e di contestazioni che rientrano nel quadro di una dialettica democratica, vi sono comunque critiche ingenerose, ingiuste e sbagliate, signor Viceministro, perché, se noi avessimo dovuto dare corpo alla decadenza del rapporto sulla vicenda libica con la Guardia costiera, forse ci saremmo potuti un po' ipocritamente lavare la coscienza ma quali sarebbero stati gli effetti reali di questa scelta che fortunatamente il Parlamento non ha condotto? Sarebbero stati che l'Italia sarebbe sostanzialmente stata espulsa dal teatro libico e, attenzione, da chi sarebbe stata sostituita? Da una nazione come la Turchia che proprio sulla gestione dei migranti, sulla gestione cinica del fenomeno delle migrazioni ha determinato nel corso di questi anni un elemento di ricatto nei confronti delle opinioni pubbliche europee. Giustamente noi non abbiamo consentito questo strumento, questa sostituzione, questo subentro che avrebbe determinato sostanzialmente un ulteriore impiego strumentale dei flussi migratori come arma nei confronti delle nostre realtà. E peraltro vorrei dire che, chiamandoci fuori, avremmo constatato l'impossibilità reale di poter intervenire sul controllo dei centri di detenzione migranti e sul controllo della Guardia costiera con la revisione in corso del Memorandum. Quindi questi sono elementi che ci dicono che il tema della sicurezza, il tema della migrazione, il tema della prevenzione sono questioni complesse che presentano delle contraddittorietà, che hanno certamente delle criticità anche sotto il profilo etico e, quindi, se è legittimo che ci possano essere dubbi, prese di posizioni, anche delle contestazioni, noi vogliamo dire però che, nella responsabilità delle assunzioni di Governo, occorre compiere delle scelte. Ed è stata fatta, nel caso specifico, una scelta giusta, perché garantisce il transito dell'assistenza dalla Guardia costiera alla Marina militare libica; perché dà un maggiore ruolo a Irini nel quadro di un contesto internazionale; perché avvia - noi abbiamo detto che deve essere conclusa - la revisione del Memorandum; perché attribuisce all'ONU un ruolo nel controllo dei centri di detenzione; perché inserisce un contrasto più forte al traffico degli esseri umani perché ricordiamo che questo è uno dei task della missione, come sa bene il sottosegretario Tofalo, della nostra missione in Sahel, perché dobbiamo intervenire in logica preventiva e non solo in una logica sostitutiva. Qualcuno ci accusa dicendo che noi come Partito Democratico siamo uguali agli altri.
Io vorrei dire che non è così, perché tra un cinismo di una destra sovranista che ha guardato altrove negli anni e nei mesi scorsi, non guardando all'aumento dei morti nel Mediterraneo e pensando che quei temi si risolvevano a colpi di slogan e di decreti inefficaci, e una declamazione retorica, sostanzialmente propagandistica, che mescola un'intransigenza verbale con un'assenza di reale iniziativa, dando quindi prova di un velleitarismo e quindi, in ultima analisi, di irrilevanza.
Noi abbiamo imboccato un sentiero stretto ma importante - e mi avvio alla conclusione, signora Presidente -, che è un sentiero riformista, fatto di politiche selettive, di miglioramento progressivo ma ineludibile della realtà, di reale attenzione ai più deboli e di graduale ma costante modifica delle strutture economiche e sociali che generano ingiustizie. Vorrei dire in conclusione, signora Presidente, a chi ci accusa addirittura sul piano etico, che basterebbe una frase di un Presidente della Repubblica francese, Giscard d'Estaing, che nel corso di un dibattito politico, a chi lo accusava di cinismo, rispose: “Monsieur, vous n'avez pas le monopole du cœur”. Signori, voi non avete il monopolio dei cuori.