30/09/2025
Chiara Braga
Casu, Barbagallo, Simiani, Bakkali, Ghio, Morassut»
2-00686

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la Corte dei conti ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri propri rilievi sulla delibera n. 41 del 2025 con la quale il Cipess, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, con riguardo all'intervento infrastrutturale denominato «Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria», ha provveduto all'approvazione del progetto definitivo e degli atti previsti all'articolo 3, comma 7, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35;

   la Corte si sta occupando della delibera sottoposta a registrazione, obbligatoria per renderla efficace, poiché è chiamata a verificare la legittimità degli atti e la regolarità contabile degli stessi;

   nel rilievo la Corte evidenzia «come risulterebbe non compiutamente assolto l'onere di motivazione difettando, a sostegno delle determinazioni assunte dal Cipess, anche in relazione a snodi cruciali dell'iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori». Per cui la delibera si presenta «più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze»;

   di qui la richiesta di acquisire «chiarimenti ed elementi informativi» su una serie di passaggi cruciali;

   sul piano procedurale, la Corte rileva «le peculiari modalità – condivisione di link che rimanda al sito istituzionale della società Stretto di Messina – con le quali sono stati trasmessi alcuni degli atti oggetto di controllo» e manifesta perplessità suda scelta di subordinare l'efficacia della delibera alla registrazione del decreto interministeriale Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell'economia e delle finanze quando per lo svolgimento delle fasi del procedimento delineato dal decreto-legge n. 35 del 2023 sarebbe stato necessario completare l'iter del «previo» decreto interministeriale anche con riguardo alla fase integrativa dell'efficacia e, quindi, con la sottoposizione a controllo preventivo di legittimità del medesimo atto;

   la Corte si sofferma a lungo sulla normativa europea Iropi (Motivi imperativi di prevalente pubblico interesse) che discende dalla direttiva 92/43/CEE sia «in ragione del suo contenuto dispositivo e della sua riferibilità soggettiva», che sembrerebbe rientrare tra gli atti assoggettati a controllo preventivo di legittimità ai sensi della legge n. 20 del 1994, sia «in merito alla compatibilità» della delibera di approvazione di Iropi (...) la normativa europea e con le Linee guida vinca;

   la procedura Vinca, obbligatoria quando un progetto interferisce con zone di di protezione speciali, si era conclusa in modo negativo e se questo aveva bloccato il progetto del ponte; tale negatività non è stata superata con la Via recente e sul mancato rispetto della normativa in materia di Vinca si sono sviluppati iniziative e ricorsi;

   la mancata corrispondenza al dettato della norma, farebbe rimanere la Vinca negativa e inficerebbe la validità della realizzazione del Ponte. Per questo motivo il Governo ha formulato richiesta di parere alla Commissione europea, adottando nel frattempo una delibera con cui ha dichiarato la sussistenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico legati alla salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente, con adozione di ogni compensativa necessaria, ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 4, della direttiva 94/43/CEE;

   la Corte sottolinea che si resta ancora in attesa del parere della Commissione europea esprimendo, esprimendo al contempo forti dubbi sulla compatibilità della delibera Cipess con la «direttiva habitat» e con le linee guida Vinca richiedendo al contempo chiarimenti sulla interlocuzione in corso con la Commissione che non riguarda solo Vinca;

   la Corte segnala, inoltre e in linea procedurale, che non risulta acquisito il parere del Nars – organismo di valutazione – sui termini e sulla durata della concessione e chiede notizie sui motivi della esclusione della competenza dell'Autorità nazionale dei trasporti;

   sul progetto definitiva la Corte rileva che «le plurime prescrizioni e raccomandazioni di cui alla delibera Cipe n. 66 del 2003 risulterebbero non del tutto ottemperate», chiedendo quindi chiarimenti in merito alle valutazioni svolte dal Cipess con riguardo al rispetto della previsione di cui all'articolo 93 del decreto legislativo n. 163 del 2006 che disciplina i livelli di progettazione e il rispetto delle prescrizioni che su di essi vengono formulati. In via generale, la Corte evidenzia che «non risulta in atti il parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici» di cui chiede l'integrazione;

   per quanto riguarda gli aspetti economici e finanziari la Corte chiede in che modo sono stati quantificati i costi delle integrazioni progettuali richieste e delle prescrizioni date dagli organismi di valutazione;

   evidenzia il disallineamento tra l'importo asseverato da Kpmg (10,48 miliardi di euro) e quello indicato dal Cipess (10,51 miliardi) e chiede chiarimenti sugli incrementi di spesa: dai «costi della sicurezza», passati da 97 milioni di euro del preliminare a oltre 206 milioni, alle «opere e misure compensative» lievitate a 267 milioni;

   la Corte vuole sapere, inoltre, come è stata scelta la società (TPlan Consulting) che ha elaborato le stime di traffico e la conseguente tariffazione proposta e quali criteri abbia adottato;

   le valutazioni negative della Corte confermano le criticità già emerse sulla sostenibilità economica, sul rispetto della normativa europea e sulle valutazioni ambientali e mettono in discussione l'impianto stesso del progetto;

   ora l'Amministrazione destinataria delle osservazioni ha tempo 20 giorni per rispondere e appare necessario informare il Parlamento con la massima chiarezza e trasparenza in relazione al contrasto con la normativa europea di molti aspetti delle norme che hanno disciplinato la procedura di approvazione del progetto del Ponte –:

   se il Cipess possa con propria delibera, eludere i previsti vincoli normativi in relazione all'acquisizione dell'avviso del nucleo di consulenza Nars e quali siano le motivazioni che hanno determinato l'esclusione dell'Art tenuto conto dell'ampia portata della previsione di cui all'articolo 87 del provvedimento che interviene su concessioni, accesso alle infrastrutture, tariffe, condizioni di utilizzo;

   in che modo sia stata scelta e per quali motivi la società di consulenza TPlan Consulting e quali valutazioni siano state fatte in relazione agli esiti dello studio relativo alle stime di traffico alla base del piano economico-finanziario, anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess.

Seduta del 3 ottobre 2025

Illustrazione di Andrea Casu, risposta Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante, replica di Anthony Emanuele Barbagallo

ANDREA CASU. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi e rappresentante del Governo, con questa interpellanza urgente il gruppo del Partito Democratico, la capogruppo Braga e sono qui con il capogruppo in Commissione trasporti Barbagallo - ma un analogo quesito è stato già rivolto in Commissione ambiente nell'ultimo question time dal capogruppo Simiani - chiediamo conto dei rilievi presentati dalla Corte dei conti nei confronti della delibera CIPESS. Ormai è dal 24 settembre che questi pesanti interrogativi sono stati rivolti al Governo e noi ci attendiamo di avere una risposta. Spiegherò in questo rapido intervento alcune delle ragioni politiche che hanno portato poi a queste scelte. Qui non è solamente da valutare il senso di quelli che sono i vari aspetti che riguardano la compatibilità con le direttive europee, i conti che non tornano sugli incrementi di spesa e i forti dubbi che sono stati sollevati circa alcuni passaggi. Penso, ad esempio, al fatto che non risulta acquisito il parere del NARS, l'organismo di valutazione, e che in qualche modo siano stati superatati, attraverso l'azione di una delibera CIPESS, quelli che erano obblighi normativi che hanno in qualche modo escluso quella che è la competenza dell'Autorità nazionale trasporti. Mi riferisco, inoltre, a come è stata scelta la società Tplan Consulting, che è quella che ha fatto le stime di traffico e la conseguente tariffazione proposta, o a quali criteri siano stati adottati.

Questi sono tutti interrogativi che noi rivolgiamo e che necessitano di diverse risposte, anche una risposta politica sul perché sono state fatte queste scelte e su come sono state motivate. Quello che poi, tra l'altro, ci tocca affrontare è la difficoltà ad avere però anche una risposta politica da parte di un Ministro che vive la vicenda del Ponte solo come una cartolina elettorale, ma che poi, quando si deve scontrare con la realtà di come sta portando avanti questo progetto, effettivamente non c'è. Non c'è nemmeno stamattina. Abbiamo un rappresentante del Ministero, un Sottosegretario, ma noi abbiamo necessità di un confronto col Ministro Salvini per guardare in faccia le conseguenze della sua azione da Ministro.

Anche oggi assistiamo al fatto che, mentre noi siamo qui in Aula a porre questi interrogativi assolutamente puntuali che riguardano opere fondamentali da un punto di vista anche delle spese e degli impegni che sta portando avanti questo Governo, di fronte a tutto questo noi apprendiamo dalle agenzie invece l'ennesimo attacco nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che legittimamente nella giornata di oggi stanno esercitando il proprio diritto di sciopero. Sono lavoratori e lavoratrici che - ricordiamolo sempre - per scioperare rinunciano a una parte consistente del proprio magro salario.

Leggere alcune dichiarazioni e sentire dire che nella giornata di oggi, a causa dei treni che non partiranno, ci saranno cittadini che perderanno visite mediche, giornate di lavoro, clienti e occasioni - che perdono da mesi - e vedere un Ministro dei Trasporti che si accorge di questi disagi solo nella giornata in cui i lavoratori e le lavoratrici esercitano il loro diritto di sciopero è intollerabile politicamente dal nostro punto di vista. Noi invece sottolineiamo come questo stato di disagio sia quotidiano e legato a una crisi dei trasporti che solo il Ministro dei Trasporti di questo Paese finge di non vedere. Invece di andare ad attaccare i lavoratori dovrebbe essere qui a rispondere di tutti i pesanti interrogativi che noi stiamo ponendo sul fatto che non tornano i conti del progetto di Ponte sullo Stretto che ha presentato. Invece di dire che solo oggi dovrebbero essere risarciti i cittadini, dovrebbe spiegarci cosa sta facendo il Ministro per risarcire tutti i giorni i cittadini che da mesi perdono visite mediche, giornate di lavoro, clienti e occasioni perché sono condannati da Giorgia Meloni ad avere Matteo Salvini che è il peggior Ministro dei Trasporti d'Europa.

E per quanto riguarda poi la questione dei risarcimenti, invece di prendersela con i lavoratori che oggi rinunceranno a una parte del loro salario per scioperare, dovrebbe cominciare ad andare a cercare i miliardi che serviranno per risarcire il Paese di questo scellerato progetto di Ponte sullo Stretto, perché ne serviranno tanti come hanno dimostrato i rilievi presentati dalla Corte dei conti ormai il 24 settembre. Speriamo e auspichiamo che nella risposta non ci venga detto che abbiamo tempo per rispondere, perché si tratta di 20 giorni e la gran parte di questi giorni sono già passati. E non solo ci sono degli aspetti di disallineamento tra i 10,48 miliardi di euro, che erano indicati da KPMG, e quelli poi indicati dal Cipess, non solo ci sono costi della sicurezza passati da 97 milioni di euro del preliminare a oltre 200 milioni, non solo ci sono opere a misure compensative lievitate a 267 milioni, ma non c'è chiarezza. Non c'è chiarezza sui soggetti che hanno fatto le stime (Tplan Consulting). C'è un intero punto di questi rilievi che chiede quali valutazioni siano state fatte in relazione agli esiti dello studio relativo alle stime di traffico, in base alla stima del Piano economico finanziario, anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess.

È un passaggio molto chiaro di questi rilievi. Voi dovete spiegare come mai avete scelto questi soggetti e come questi soggetti hanno fatto queste stime, perché in virtù di questa scelta e in virtù di queste stime andate poi a determinare quelle che saranno le tariffazioni proposte, e al tempo stesso dovete spiegare il passaggio relativo all'aggiramento e all'esclusione della competenza dell'autorità nazionale dei trasporti, che non può avvenire attraverso una delibera del CIPESS. Se volete escludere l'autorità nazionale dei trasporti, lo dovete fare con una norma. Ne fate spesso di norme, di leggi che vi servono a rendere più funzionali le procedure, ma voi non potete agire contro le norme. Non potete agire contro le direttive europee, non potete agire contro il buon senso e non potete agire contro la necessità di portare avanti, anche in questa sede, un chiarimento che vada in una direzione.

E qui concludo, perché naturalmente attendiamo la risposta ma temiamo, avendo visto le risposte che sono già arrivate in Commissione, che non ci sia assolutamente la volontà di rispondere su questo punto, che è chiaro. La Corte dei conti fa il lavoro della Corte dei conti, è questo Governo che è allergico ai controlli, che cerca di imbrigliare ogni livello, anche rispetto al bilanciamento di poteri che ci deve essere nei confronti delle scelte che vengono messe in campo, e che non se ne è reso conto fino a oggi. Noi ce rendiamo conto benissimo. È chiaro che i rilievi della Corte dei conti non possono entrare nella legittimità o meno della scelta di procedere sul ponte, ma anche la scelta politica di procedere sul ponte non vi esime dal dover farlo nel rispetto delle leggi, delle normative europee e dei criteri che devono essere adottati per compiere determinate scelte. Se voi aggirate tutto questo, è chiaro che da questo punto di vista è necessario che ci sia una doppia risposta: la prima su come mai avete assunto queste decisioni, e poi la seconda è una risposta che dovete dare in Parlamento. Perchè non potete limitarvi a considerarla… Vado a recuperare la risposta che avete dato: “è in corso una fisiologica interlocuzione tra istituzioni, che non costituiscono in alcun modo un giudizio negativo sull'opera. Integrazioni e chiarimenti dell'istruttoria svolta saranno forniti nei tempi previsti”. Mi auguro che questa risposta, che abbiamo già sentito, non sia la stessa che sentiremo anche oggi in Aula.

Ecco, il tema è che ciò che è patologico (che non è fisiologico nell'interlocuzione tra le istituzioni), è che noi vi stiamo chiedendo se le scelte contra legem che avete messo in campo in questa delibera CIPESS erano scelte consapevoli. Perché delle due l'una: o voi state andando contro le norme perché volete andare contro le norme, e allora lo state rivendicando politicamente, oppure avete sbagliato. In entrambi i casi ne dovete rispondere, in entrambi i casi questo progetto non sta in piedi e in entrambi i casi dovreste fermarvi.

 

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in merito ai quesiti sollevati sullo stato di avanzamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina e alle osservazioni formulate dalla Corte dei conti nell'ambito del controllo di legittimità sulla recente delibera CIPESS, si ritiene opportuno fornire alcuni elementi utili ad una corretta lettura del quadro. La Corte dei conti, nell'ambito della istruttoria in corso sulla delibera CIPESS dello scorso 6 agosto, ha trasmesso al dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio alcune osservazioni e richieste di integrazione documentale.

Non siamo quindi di fronte a valutazioni negative né a un giudizio sulla legittimità degli atti, bensì di fronte ad una richiesta di integrazione istruttoria, che rappresenta un passaggio fisiologico nel rapporto fra istituzioni, specie di fronte ad un'opera così strategica. In risposta alle richieste poste dalla Corte dei conti, il MIT, insieme alla società concessionaria Stretto di Messina, sta collaborando attivamente con la Presidenza del Consiglio, il MEF ed il MASE al fine di fornire nei tempi occorrenti tutti gli elementi necessari affinché il CIPESS possa trasmettere alla Corte dei conti gli approfondimenti richiesti ai fini della registrazione della delibera CIPESS. La stessa ha ad oggetto i documenti di cui all'articolo 3 comma 7 del decreto-legge n. 35 del 2023, e dunque: le osservazioni e le prescrizioni acquisite nella Conferenza di servizi e ritenute assentibili dal MIT, le eventuali prescrizioni ambientali, il progetto definitivo e la relativa relazione di aggiornamento, il piano economico finanziario della concessione, la relazione istruttoria che attesta la copertura integrale dei costi di realizzazione. Tutta questa documentazione è stata predisposta nel pieno rispetto dei criteri di cui al DL n. 35 del '23 e della normativa eurounitaria.

Rispetto invece all'assunto per cui la Corte avrebbe chiesto l'integrazione del parere del consiglio su superiore dei lavori pubblici, si ritiene opportuno evidenziare che la Corte si limita a chiedere l'esibizione del parere a suo tempo reso dal consiglio superiore dei lavori pubblici nella adunanza n. 220 del 10 ottobre del '97, che, per quanto di competenza, sarà reso disponibile al CIPESS per la successiva trasmissione alla Corte dei conti.

Con riferimento al coinvolgimento dell'ART e del NARS, si osserva che il procedimento di approvazione dell'opera è stato realizzato nel pieno rispetto dei vincoli di cui al decreto-legge n. 35 del 2023, che costituisce una legge speciale per il riavvio del collegamento stabile. Quanto, in particolare, al ruolo dell'ART, si evidenzia che ai sensi dell'articolo 37 del decreto-legge n. 201 del 2011, l'ART esercita funzioni di regolazione economica nel settore dei trasporti, con specifico riguardo all'accesso equo e non discriminatorio alle relative infrastrutture, che non includono dunque la valutazione o l'approvazione dei singoli progetti infrastrutturali. Pertanto, in questa fase non è previsto alcun intervento da parte dell'ART.

In riferimento alle osservazioni concernenti, invece, i profili ambientali, si sottolinea che l'impatto ambientale dell'opera è stato oggetto di un lungo ed articolato processo, che ha incluso approfondite attività di analisi e di studio. Si rammenta che il 13 novembre del 2024 è stato rilasciato il parere favorevole dalla commissione di valutazione di impatto ambientale del MASE. Il 9 aprile del 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato la cosiddetta attestazione IROPI, che ha consentito di perfezionare le previste comunicazioni alla Commissione europea per il completamento della valutazione di incidenza ambientale. Il 21 maggio scorso, la commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA - VAS del MASE ha espresso parere favorevole sulla valutazione di incidenza ambientale, ritenendo che tutta la documentazione trasmessa evidenzi la coerenza delle misure di compensazione con la necessità di garantire la tutela degli obiettivi di conservazione dei siti e la coerenza globale con la rete Natura 2000. L'11 giugno del 2025, il MASE ha quindi trasmesso alla Commissione europea la comunicazione di cui all'articolo 6, paragrafo 4, della direttiva Habitat, inclusa quella relativa alle opere compensative. La Commissione, con nota del 15 settembre, ha confermato la rilevanza strategica e l'urgenza del progetto, manifestando la volontà di proseguire il dialogo costruttivo con le autorità italiane. In tale contesto, ha chiesto ulteriori chiarimenti tecnici sugli impatti ambientali stimati, che saranno oggetto di specifici incontri fra le amministrazioni competenti.

Per quanto concerne, invece, gli aspetti economici, le valutazioni condotte hanno evidenziato la sostenibilità dell'iniziativa sotto il profilo economico e finanziario. Il pedaggio previsto per le autovetture è il frutto di un'attenta analisi economica, aggiornata ed integrata con gli studi del traffico elaborati da Tplan consulting, società specializzata selezionata da Stretto di Messina nel pieno rispetto delle norme vigenti.

Tali analisi hanno permesso di stimare con precisione i flussi veicolari attesi e di definire un modello tariffario capace di garantire, lungo tutto il periodo di esercizio dell'opera, la copertura integrale dei costi, nonché degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. In conclusione, si ribadisce che il progetto del ponte sullo Stretto non è in discussione. Gli uffici preposti sono impegnati a collaborare con tutte le istituzioni competenti, nella massima trasparenza, per garantire il rispetto delle tempistiche e delle prescrizioni di legge, nella consapevolezza della importanza strategica della stessa opera per il sistema infrastrutturale italiano.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO. Grazie, Presidente. Le evidenze che il Governo oggi ha illustrato in Aula non ci convincono per niente. Ribadiamo quello che diciamo da anni: andrete a sbattere. Le evidenti criticità rilevate da ultimo dalla Corte dei conti sono perentorie ed insormontabili, dalle questioni legate all'applicazione della direttiva comunitaria Habitat (92/43/CEE) a quelle della normativa europea Iropi. Per non parlare della procedura di VIncA obbligatoria, che si era già conclusa in modo negativo e non è stata mai superata. Ed ancora, a proposito di trasparenza a cui alludeva il rappresentante del Governo in Aula, manca il computo metrico estimativo. Incredibile ma vero, nell'opera che dovrebbe essere l'opera di bandiera, quella più significativa, ancora non c'è un computo estimativo di dettaglio dei costi e dei prezzi. Lo abbiamo chiesto mesi fa e ci hanno detto che non c'era proprio - “sta maturando” diciamo che questa è l'espressione -, con un'evidente impostazione che contrasta con le norme fondamentali dello Stato italiano.

Dal 1865, anche prima dell'istituzione della Repubblica, nel nostro Paese per aggiudicare un'opera pubblica serviva e serve uno specifico computo metrico estimativo che individui il materiale, le quantità di materiale e il costo da sottoporre a ribasso. Quindi, nello specifico: quante tonnellate di ferro servono per fare un pilastro, quanto costa al metro il ferro e quant'è l'importo da sottoporre a ribasso d'asta. Nel caso del ponte, invece, altro che ribasso d'asta, avete proceduto a fare un affidamento diretto per legge e senza nessun ribasso. Ed ancora, senza questo computo metrico estimativo, come avete determinato l'importo finale dell'opera in 13 miliardi? Ed è insopportabile quindi quanto state facendo rispetto a quello che ogni giorno fanno tanti amministratori dei comuni, tanti amministratori delle società pubbliche in Italia, che mandano avanti con grande difficoltà e con grande fatica in tempi difficili la pubblica amministrazione, rispettando le procedure. E invece il Governo, in quella che appunto è l'opera di bandiera, fa forzature ed illegittimità di ogni tipo. Ed ancora alle nostre contestazioni, anche durante il question time di questa settimana in Commissione ambiente, ci avete risposto: poi su questi rilievi se ne parlerà nel progetto esecutivo.

C'è una vicenda che è eloquente ed è delle ultime settimane. Abbiamo chiesto insistentemente con i colleghi, insieme con l'onorevole Casu che oggi è qui con me a interrogare il Governo: ma per l'approvvigionamento dell'acqua come farete, in un momento in cui in Sicilia la siccità la fa da padrone? Ci avete risposto: nessun problema, faremo un acquedotto di 40 chilometri da Furci Siculo. Da Furci Siculo? Un acquedotto di 40 chilometri? E come lo realizzerete? Con quali somme? “No nel progetto esecutivo le inseriremo”. Insomma, ci direte sempre poi, poi: poi nel progetto esecutivo, poi nel computo metrico estimativo; poi leviteranno i costi, non più 13 miliardi, arriveremo a 15. Insomma, una tela di Penelope per assecondare non il bene comune, ma l'interesse di un privato, del Re di Prussia che senza scrupoli continua a tenere bloccate le risorse della Sicilia e della Calabria, perché tra le somme appostate per il ponte ci sono i soldi dei siciliani e dei calabresi che da anni, da decenni attendono opere indifferibili; soldi che servirebbero per migliorare le infrastrutture, le strade e che, come dire, si ritrovano in alcuni disastri di bandiera, come la Catania-Palermo che, in questo momento, è una vera e propria gincana.

Concludo, Presidente, con il vulnus più importante che noi abbiamo evidenziato sin dal primo dei dieci decreti-legge che, in questa legislatura, hanno riguardato il ponte. Ci riferiamo al codice degli appalti, opportunamente richiamato dalla Corte dei conti. Per essere chiari, lo ribadiamo in quest'Aula davanti al Paese: l'articolo 72 del codice degli appalti è insormontabile. Occorre procedere ad una nuova gara pubblica quando il costo dell'opera lieviti per oltre il 50 per cento e, nel caso del ponte, siamo - udite, udite - a oltre il 400 per cento del costo dell'opera originaria: quell'opera, che a stento costava 3 miliardi, oggi ha superato i 13. Quindi, serviva indire una nuova gara pubblica al migliore offerente e non individuare nel compagno di merende del Ministro Salvini il nuovo aggiudicatario per legge. È un'offesa alle tante imprese italiane che ogni giorno, tra mille difficoltà, vanno avanti rispettando le regole e resistendo alle connivenze di ogni tipo. Questo è un Paese - e lo dimostrano le recenti indagini della Commissione nazionale antimafia - in cui si denuncia sempre meno per usura e per estorsione.

Chiudiamo con un appello accorato al Governo. Con lo stesso invito, chiudiamo questo intervento che vi ha fatto la Corte dei conti. A fronte di queste carenze progettuali, a fronte di queste violazioni continue delle direttive comunitarie, ritirate il progetto in autotutela, ritiratelo con la consapevolezza che in uno Stato di diritto chi governa è chiamato a dare l'esempio, chi governa è chiamato a rispettare le leggi e a rispettare le regole. Avviate un confronto sereno con il Paese e con le forze parlamentari per dove investire quelle risorse, perché il Sud ne ha tremendamente bisogno.