10/06/2025
Toni Ricciardi
Manzi, Di Sanzo, Porta, Stefanazzi, Malavasi, Simiani, Ferrari, Serracchiani, Romeo, Marino, Graziano, Carè, Laus, Lai, D'Alfonso, Evi, Quartapelle Procopio, Amendola, Ubaldo Pagano, Merola
2-00625

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   la legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero», ha dato attuazione all'articolo 48, comma 3 della Costituzione, che demanda alla legge l'individuazione dei requisiti e delle modalità per l'esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini residenti all'estero;

   l'articolo 17, comma 3, della suddetta legge stabilisce che, ai fini dello svolgimento della campagna elettorale, le rappresentanze diplomatiche e consolari sono tenute ad adottare iniziative atte a promuovere la più ampia comunicazione politica tramite giornali e periodici italiani editi all'estero, nonché attraverso altri mezzi di informazione in lingua italiana o comunque rivolti alle comunità italiane all'estero, nel rispetto della parità di accesso e trattamento per tutti i soggetti politici;

   il voto per corrispondenza degli italiani all'estero rappresenta una fondamentale conquista democratica, ma comporta significative complessità logistiche, finanziarie e organizzative, che richiedono adeguate risorse e trasparenza;

   da più parti sono giunte segnalazioni circa disservizi e gravi criticità nella tornata elettorale svoltasi l'8 e 9 giugno scorsi, tra cui, la mancanza di campagne informative sui media locali o italiani all'estero e il ritardo dell'invio dei plichi elettorali;

   queste mancanze, se combinate a una riduzione dei fondi destinati alle operazioni elettorali, potrebbero aver configurato un vero e proprio boicottaggio tecnico preventivo, attuato non con misure esplicite ma mediante il taglio delle risorse e la compressione degli strumenti informativi pur nonostante un incremento del numero di iscritti all'AIRE;

   al momento, non risultano pubblicamente noti:

    l'ammontare preciso dei fondi stanziati per la tornata elettorale dell'8 e 9 giugno per la circoscrizione Estero;

    i criteri utilizzati per la loro ripartizione tra i consolati;

    l'eventuale presenza di direttive interne relative all'uso dei fondi per comunicazione istituzionale e campagne informative;

   molti italiani residenti all'estero hanno denunciato l'impossibilità di votare –:

   quale sia l'ammontare complessivo e il riparto dei singoli capitoli dei fondi stanziati per l'organizzazione del voto degli italiani all'estero in occasione dell'attuale tornata elettorale, anche in raffronto alle ultime due tornate elettorali (elezioni politiche 2022 ed elezioni europee 2024) e quali siano i criteri adottati dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la distribuzione delle risorse economiche tra le sedi consolari, tenuto conto delle differenze di popolazione iscritta all'Aire, dei costi locali e della necessità di garantire parità di accesso e condizioni eque per l'esercizio del voto.

Seduta dle 13 giugno 2025

Illustrazione di Toni Ricchiardi, risposta della Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, replica di Toni Ricciardi

TONI RICCIARDI, Grazie, Presidente. Sottosegretario Silli, membri del Governo, a dir la verità, Sottosegretario, voglio cambiare l'attacco del mio intervento e le racconto un fatto accaduto ieri. Ieri sono stato invitato da una delegazione di rappresentanti della politica tedesca di centrodestra e di centrosinistra sparsi un po' per il mondo. Abbiamo fatto una call di 90 minuti e mi hanno invitato sa per fare cosa, Sottosegretario? Per raccontare la bontà della legge n. 459 del 2001, vantando come l'Italia si fosse dotata più di altri Paesi, e addirittura più della Francia, di una legge elettorale che consentisse alla diaspora italiana di essere rappresentata nel mondo.

Sottosegretario, guardi, i tedeschi sfiorano i 5 milioni - Auslandsdeutsche, mi dicevano - e chiedevano: ma voi come votate? Come siete rappresentati? Lei che è eletto in Europa, eccetera, eccetera, eccetera. Ora, Sottosegretario, lei sa che in materia di leggi elettorali potremmo scrivere la storia della Repubblica. Ogni tornata, quasi ogni legislatura si sente costretta a dover adeguare le leggi elettorali, e ogni volta, in molti casi, lo si fa a ridosso della scadenza elettorale, perché si cerca, a volte in maniera corretta, molte volte sbagliando, di limare le storture della rappresentanza democratica.

Paradossalmente noi viviamo in un ordinamento nel quale vige una legge, la n. 459 del 27 dicembre 2001, che è immediatamente applicabile sempre. Si può andare al voto in un qualsiasi momento e la legge è sempre applicabile. Eppure, spiegavo ieri ai miei colleghi tedeschi come la richiesta della rappresentanza non è che sia stata un percorso semplice. La prima richiesta avviene nel 1908, dove si chiede la necessità, vista già l'avviata diaspora da almeno 30 anni da questo Paese, che ci siano forme di rappresentanza per gli italiani all'estero.

Anche durante le fasi costituenti ci fu il dibattito forte dove si chiese di avere le prime forme di rappresentanza. Bisognerà attendere il 2001 e l'applicabilità della norma, per la prima volta, nel 2006.

Con questo nostro atto di sindacato ispettivo, siamo qui a chiederle, Sottosegretario, se tutto sia andato bene durante la fase organizzativa e nell'espletamento di un diritto fondamentale, quale quello del voto. Infatti, si sono tenute qualche giorno fa le votazioni per i quesiti referendari e - glielo dice uno che per mesi ha fatto campagna referendaria, ha girato, ha iniziato già da tempo autenticando le firme all'estero, perché a volte si trovano addirittura difficoltà nell'autenticazione, ma nulla quaestio - ho riscontrato, però, centinaia e centinaia di casi di persone che, in primo luogo, non sapevano che si votasse e, in secondo luogo, addirittura non hanno ricevuto il plico, nonostante avessero sollecitato più volte la macchina diplomatica o consolare.

Perché le dico questo? Perché, Sottosegretario, lei sa che l'articolo 17, comma 3, della legge elettorale, la legge n. 459, prevede che, ai fini dello svolgimento della campagna elettorale, le rappresentanze diplomatiche e consolari sono tenute ad adottare iniziative atte a promuovere la più ampia comunicazione politica tramite giornali e periodici italiani editi all'estero, nonché attraverso altri mezzi di informazione in lingua italiana o comunque rivolti alle comunità italiane all'estero, nel rispetto della parità di accesso e di trattamento per tutti i soggetti politici.

Onestamente, Sottosegretario, non mi pare di avere nemmeno vagamente intravisto forme di comunicazione e di pubblicità. Lei mi potrà rispondere: sa, onorevole Ricciardi, alla fine la comunicazione referendaria anche in questo Paese è andata com'è andata. Però, il vulnus vero sa dov'è ed è per questo che stamattina noi siamo qui? È che sono anni che si butta la croce sul voto degli italiani all'estero, sono anni che assistiamo allo scienziato o alla scienziata di turno che alza la voce immaginando che sia tutto un sistema da riformare o se si vuole, Sottosegretario, qualcosa da abolire, perché è più un fastidio che altro, sono più risorse spese e bruciate che altro.

Allora, noi vorremmo sapere, esattamente in questa sede: l'ammontare preciso dei fondi stanziati per la tornata referendaria dell'8 e 9 giugno; i criteri utilizzati per la loro ripartizione tra i consolati, perché abbiamo consolati in collocazioni geografiche diverse, con realtà diverse, con densità di comunità di italiane e di italiani all'estero diverse; ancora, Sottosegretario, l'eventuale presenza di direttive o, se vuole, di circolari, in un Paese che, come sa - l'avrà sentito dire tante volte -, è un Paese governato più dalle circolari interne che dalle leggi; soprattutto, noi vorremmo sapere, Sottosegretario, l'ammontare complessivo del riparto dei fondi che sono stati stanziati per questa tornata elettorale e lo vorremmo sapere anche mettendolo in raffronto a quanto è stato stanziato nel 2022 e a quanto è stato stanziato per le elezioni europee del 2024, che, come sappiamo e come ella sa meglio di chiunque altro vista la responsabilità che ricopre, hanno una modalità di funzionamento del voto diversa.

GIORGIO SILLISottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Onorevole Ricciardi, è sempre un piacere rispondere alle sue interrogazioni perché danno la possibilità, spesso, di uscire anche dal seminato, quanto meno da quello che nei Ministeri ti riportano.

Vorrei fare una piccola riflessione politica che si incardina perfettamente in quelle che sono le sue richieste. Per l'ultimo referendum, io ho scambiato alcune idee con alcuni colleghi proprio riguardo alla potenziale affluenza, che in Italia si profilava come un'affluenza bassissima e così è stato, e invece dissi: attenzione, perché tra gli italiani all'estero sicuramente, in proporzione, l'affluenza sarà maggiore, ed è stata maggiore più che altro in Sud America e meno in Nord America (ci sono dei numeri interessanti). Questo perché? Perché, al di là della comunicazione social e della comunicazione sui media, il voto all'estero prevede che si ricevano le schede elettorali a casa e che tu possa votare e rispedirle sostanzialmente indietro. Questo che cosa significa? Significa che se ti arriva una scheda sul tavolino, dove c'è lo svuota tasche, accanto alla porta, tu torni, vedi la scheda e dici: va bene, voto; si tratta solamente, poi, di andare a imbucare questa scheda. Quindi, per assurdo vi è stata, probabilmente, molta più facilità e molta più probabilità di voto tra gli italiani all'estero che non tra gli italiani, che, invece, avrebbero dovuto recarsi al seggio.

Leggo la risposta, dandole dei numeri e faccio un'ultima chiosa mia personale politica. Dunque, per l'organizzazione del voto all'estero, in occasione dei recenti referendum abrogativi, sono stati assegnati alla rete consolare oltre 29 milioni di euro. Tanti? Troppi? Pochi? Sicuramente sono tanti soldi. L'importo è stato utilizzato, in particolare, per le spese connesse ai servizi logistici, come il trasporto del materiale votato all'interno di un Paese con più sedi consolari, per la stampa del materiale elettorale e per le campagne informative. A titolo di comparazione, in occasione delle elezioni politiche del 2022, erano stati assegnati agli uffici consolari circa 25 milioni di euro. Il dato delle elezioni europee del 2024, per cui sono stati stanziati circa 4,5 milioni di euro, non è comparabile in considerazione delle diverse modalità di voto. Ricordo, infatti, che alle elezioni europee i connazionali all'estero non votano per corrispondenza, ma vengono costituiti seggi esclusivamente nei Paesi membri dell'Unione.

Per il referendum in questione sono stati, inoltre, stanziati 350.000 euro aggiuntivi, così ripartiti: per le attività di manutenzione, sviluppo, aggiornamento e messa in sicurezza degli applicativi informatici utilizzati per la corretta gestione del voto; per l'acquisto e l'invio ai consolati del materiale di sigillatura e dei sacchi necessari per il confezionamento delle bolgette diplomatiche; per le spese connesse alla stampa, presso il Poligrafico dello Stato, del materiale elettorale per le sedi impossibilitate ad effettuare la stampa in loco; per il servizio di sorveglianza presso l'aeroporto di Fiumicino delle buste votate.

Come da normativa vigente, la ripartizione alle singole sedi delle risorse finanziarie disponibili è stata effettuata sulla base dei preventivi di spesa trasmessi da ogni ufficio consolare. Ciascun consolato ha, quindi, rappresentato al Ministero degli Affari esteri il proprio fabbisogno finanziario, in considerazione del numero di elettori della propria circoscrizione e dei costi locali dei servizi necessari agli adempimenti normativi: stampa del materiale elettorale, spedizione del plico e invio delle buste votate in Italia con corriere diplomatico accompagnato. Sembra una stupidaggine, ma lo stesso francobollo, lo stesso costo della spedizione della scheda votata cambia da Paese a Paese. Quindi, alla Farnesina, sostanzialmente, riceviamo delle richieste, dei preventivi, suddivisi per area, sulla base di tutto quello che le ho elencato fino ad adesso.

Come è avvenuto nelle precedenti tornate elettorali, la Farnesina ha diramato opportune istruzioni alla rete diplomatico-consolare, anche con esplicito riguardo alla campagna informativa. A tutti gli uffici consolari è stato chiesto di dare ampio spazio alle informazioni necessarie al corretto svolgimento del voto nei propri canali informativi - siti istituzionali, profili social, testate locali -, nonché attraverso il coinvolgimento dei comitati degli italiani all'estero.

Fin dalla pubblicazione del decreto di indizione dei referendum la Farnesina ha pubblicato regolarmente contenuti sul proprio portale istituzionale, sui profili social ufficiali, mentre in parallelo tutti i siti web delle sedi diplomatiche e consolari, così come i loro profili social, sono stati costantemente alimentati con aggiornamenti sulle modalità di partecipazione e sulle scadenze.

Uno sforzo informativo che ha coinvolto quindi tutte le sedi consolari, in particolare quelle con il maggior numero di connazionali residenti. I consolati hanno inoltre osservato - e mi avvio a concludere -, anche in questa tornata elettorale, aperture straordinarie per consentire la consegna di duplicati elettorali a coloro che, accidentalmente, non avessero ricevuto entro il 25 maggio il plico originario.

A conferma dell'intenso lavoro svolto dalla rete consolare e dalla diffusione capillare delle informazioni sulla modalità di voto, il tasso di affluenza riscontrato all'estero, medio, è stato pari al 23,88 per cento, con picchi del 39-38 per cento in alcuni Paesi dell'America latina, per esempio.  Dato ben più alto, ben più alto, di quello registrato nei referendum abrogativi: nel 2022, il 16 per cento e il 19 per cento nel 2016.

Desidero, infine, cogliere l'occasione per ringraziare il personale del Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale e di tutte le amministrazioni dello Stato per quello che hanno fatto.

Io sono profondamente e intimamente convinto che questo meccanismo di voto per gli italiani all'estero non funziona: costa troppo; come dire, si espone a brogli costantemente, ahimè (in questa tornata referendaria non ne ho notizia ma, in passato, ve ne sono stati tantissimi) e, soprattutto, confrontando, come io sto facendo, ai sistemi elettorali per le cosiddette diaspore - vedo che ridete fra di voi ma vorrei che ascoltaste perché io non la vedo da un punto di vista politico, sto parlando da un punto di vista tecnico - io mi sono impegnato a fare una serie di incontri con i miei colleghi, rappresentanti di Governi, che hanno una grandissima - chiamiamola così - diaspora. Ed è stato veramente affascinante perché molti Governi hanno meccanismi di voto completamente diversi rispetto al nostro.

Quando io racconto che il nostro sistema di voto - per il voto importantissimo, ad esempio, che è quello delle politiche - si basa sull'invio delle schede elettorali per posta ordinaria ad un indirizzo, che spesso non è neanche verificatissimo, che queste schede vengano votate non si sa bene come, dove, perché, e che queste schede vengano rispedite o riconsegnate indietro con un sistema postale pressoché normale, questi sgranano gli occhi e dicono ma veramente riuscite a gestire la perfezione di questo processo, soprattutto pensando che gli italiani all'estero sono sette milioni ma, soprattutto, che sono - come dire - spalmati in tutti i continenti? Ed io dico sì, fino adesso siamo riusciti a gestirlo, però io credo che sia arrivato il momento di fare una riflessione aggiuntiva e cercare di migliorare il meccanismo, renderlo più semplice anche per i votanti italiani all'estero, renderlo, perché no, magari meno costoso e, soprattutto, blindarlo di fronte a quelli che sono stati gli scandali enormi di brogli che ci sono stati anche nell'ultima tornata elettorale delle elezioni politiche.

TONI RICCIARDI, Grazie, Presidente. Guardi ringraziando per l'umana cortesia e la stima personale il Sottosegretario sono totalmente, completamente e profondamente insoddisfatto, e Presidente, se posso aggiungere, anche abbastanza indignato per quanto ho ascoltato. Perché mi verrebbe da dire, Sottosegretario, che nonostante voi, 1.300.000 italiani nel mondo hanno votato; nonostante voi, queste persone hanno reclamato un diritto; e nonostante voi, le persone si sono recate a votare, soprattutto in America Latina, per lo schifo che avete fatto sulla cittadinanza e che continuate a fare.

Ma arriviamo al punto, Sottosegretario. È intollerabile, è inaccettabile che un componente di un governo democratico venga in quest'Aula a rivendicare, a denunciare, che il costo dell'espletamento del momento democratico più alto di una democrazia - ovvero il voto popolare - costi troppo. E allora facciamoli i conti, Sottosegretario.

Io non so chi le ha preparato la relazione, ma lei è più informato di me perché vive il territorio, io lo so e lei sa che io apprezzo lo sforzo che ella compie sempre. Detto questo, non ci prendiamo in giro. Le reti diplomatico consolari vi hanno chiesto il doppio dei soldi, il doppio!

I preventivi superavano i cinquanta milioni di euro. Gliene avete dati, in prima istanza, ventiquattro milioni e mezzo di euro, meno delle politiche del 2022, e non teniamo in considerazione l'inflazione, l'aumento dei costi, le guerre, tutte quelle argomentazioni che questo Governo utilizza ogni volta per dire alle italiane e agli italiani che non ci sono i soldi. E allora questa è una vergogna!

Lei non può venire qui, questa mattina, a dirci che costano troppo perché voi i soldi non li avete mandati. Ci sono consolati che hanno stampato a debito, sul proprio onore personale. Io ringrazio tutti i funzionari, gli addetti, i contrattisti della rete diplomatico consolare nel mondo perché hanno fatto i salti mortali. I salti mortali!

E ancora, Sottosegretario, ma come si fa a venire qui a dire che i plichi vengono inviati a indirizzi non ben definiti? Ma chi li controlla questi indirizzi? Chi dovrebbe fare il riallineamento dati? Chi non fornisce i soldi per farlo in una maniera adeguata?

E Sottosegretario, ma perché non affrontate, una volta per tutte, questa disputa tra il MAECI e il Viminale? Perché, per chi non lo sapesse, il proprietario del dato è il Viminale, il MAECI deve gestirlo ma non può modificarlo. E allora, cioè, io non riesco a capire, noi stiamo vivendo in un Paese che si sta sviluppando nella follia narrativa massima. Una cosa non funziona, o meglio, una cosa non funziona perché io non la so gestire, perché io non ci voglio mettere le risorse - non ci posso mettere risorse, già funzionerebbe meglio, Sottosegretario - allora dico che non va bene, va cancellata.

Sottosegretario, lei sa, come lo so io, il 65 per cento delle risorse investite per il voto degli italiani all'estero vengono spesi in Italia per i seggi. E allora non ci venite a dire - perché è intollerabile, Sottosegretario, e mi scuso per i toni, ma questa cosa non si fa, non si può sentire - che un voto democratico costi troppo. Se ci sono i brogli, e non lo voglio mettere in politica, andiamo a vedere chi ha fatto quei brogli, allora. Perché sono stanco di sentire questo refrain, stanco da parte di una banda di personaggi che parlano, danno fiato alle trombe senza sapere chi li ha fatti questi brogli, Sottosegretario? Facciamo così, lei si faccia un'idea e viene qui con l'elenco dei partiti e delle persone. Secondo me ci divertiamo.

E allora è questo il tema? Non è questo il tema. Il tema è esattamente capire perché voi avete formalmente, consciamente e volutamente boicottato il voto referendario per gli italiani all'estero. Questa è la verità! Perché quando centinaia di persone non riescono nemmeno ad avere il duplicato, è un problema; quando i consolati non hanno i soldi per stampare le schede, è un problema; quando i consolati devo comprare le buste più piccole per fare entrare dentro le cinque schede e le buste non si chiudono, è un problema; quando si brucia un milione di euro in Venezuela perché si sbaglia la matrice di trasferimento dei plichi e viene buttato un milione di euro, Sottosegretario, ma perché non ci sono i dati elettorali del Venezuela? Perché in Venezuela le schede sono state buttate, e perché?

E, allora, il problema dov'è? È il costo del voto degli italiani all'estero? Sono le ipotetiche truffe? O il problema è che una macchina non si vuole gestire? O forse il problema è che, come state facendo con i servizi alla cittadinanza, si vuole creare il caos, per poi dire che, eventualmente, quel servizio, lo affidiamo all'esterno, perché forse è più utile e forse accontentiamo pure qualche amico?

E ancora, Sottosegretario (ma questo poi me lo spiegherà in un altro momento), ma come è possibile che si stanzino 24 milioni e mezzo e poi si faccia un ulteriore stanziamento, perché avete capito che siete andati in emergenza di ulteriori 5 milioni, e si arriva a 29 milioni e mezzo (le cifre che lei poc'anzi ci ha dato), con un aumento verticale della popolazione, che non è dato dall'acquisizione di cittadinanza? Guardi, Sottosegretario, in Svizzera i nuovi elettori aventi diritto sono aumentati di 50.000, nel Regno Unito di 40.000, in Germania di altri 40.000 e le sto citando i 3 Paesi europei del mio collegio, dove c'è il maggior numero di italiani nel mondo.

Allora, mi pongo una domanda, Sottosegretario (ma questa forse la vedremo in un'altra puntata): ma com'è possibile che in Svizzera, su 532.000 elettori, votano 101.000, nel Regno Unito, su 398.000, votano 98.000 e in Germania, su 711.000, votano 106.000? Ho capito che nei principali Paesi ci attestiamo a quota 100.000. Non le pare strano, Sottosegretario? Non le pare strano che in quei Paesi, che hanno sempre avuto un alto tasso di partecipazione e numeri significativi, questi numeri si siano improvvisamente riallineati? Com'è possibile? Sarà il fato? Sarà il fato o, per lei che è molto credente, sarà stato l'aldilà.

Allora, Sottosegretario, senta a me, come si dice dalle mie parti: che dobbiamo parlare del voto degli italiani all'estero, siamo d'accordissimo; che dobbiamo introdurre alcune modifiche, ci mancherebbe. Ma se qualcuno, perché già so, si azzardasse solo a immaginare di avviare un iter di modifica della legge elettorale, che - lo ricordo a me stesso -, se c'è una cosa che è di materia parlamentare esclusiva, è la legge elettorale, Sottosegretario, non vi azzardate a immaginare decreti! Non vi azzardate a immaginare di alimentare ancora la questione dei costi, perché, Sottosegretario, le posso garantire - ripeto, le posso garantire - che faremo un'opposizione senza quartiere. Voi dovete mettervi in testa di dover rispettare, non a chiacchiere, ma nei fatti un secolo e mezzo di storia. Dovete avere la dignità, se siete classe dirigente, di rispettare e di garantire i diritti a queste persone.