21/11/2024
Augusto Curti
Manzi, Simiani, Braga, Gianassi, Amendola, Peluffo, Orfini, Bonafè, Lai, Guerra, Laus, Lacarra, Morassut, Roggiani, Scotto, Ciani, Ubaldo Pagano, Boldrini, Furfaro, Fossi, Mauri, D'Alfonso, Provenzano, Speranza, Gnassi, Sarracino
2-00479

sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   ad aprile 2024, dopo mesi di attesa, è stato formalmente definito l'accordo di conferimento tra Beko BV, marchio turco di elettrodomestici afferente il gruppo Arçelik e Whirlpool Emea Holdings LLC, controllata di Whirlpool Corporation. Tale operazione ha dato avvio a una nuova entità, Beko Europe, per il 75 per cento di proprietà di Beko BV e per il restante 25 per cento posseduta da Whirlpool Corporation;

   l'operazione ha visto Arçelik conferire alla nuova società due stabilimenti romeni mentre Whirlpool ha contestualmente trasferito il business dei grandi elettrodomestici, gestito attraverso 7 siti produttivi in Europa e una forza lavoro complessiva pari a 14.000 dipendenti;

   in Italia, l'iniziativa ha coinvolto i 5 insediamenti di Siena, Comunanza (Ascoli Piceno), Fabriano (Ancona), Cassinetta (Varese) e Carinaro (Caserta) che occupano un totale di circa 5.000 dipendenti. Per quel che concerne gli stabilimenti marchigiani, in particolare, occorre rilevare come essi si insedino in un contesto socio-economico fragile, presso due aree interne fortemente penalizzate dal sisma del 2016;

   i 5 siti produttivi, nel 2014, erano già stati oggetto di un cambio di proprietà, intervenuto a seguito dell'avvenuta acquisizione delle quote Indesit in capo a Fineldo e Famiglia Merloni da parte di Whirlpool. A seguito dell'operazione, tuttavia, i medesimi stabilimenti hanno purtroppo sperimentato un decennio di drammatiche incertezze. Ciò, non soltanto a causa dei tagli di personale o dei piani di razionalizzazione attuati dal nuovo assetto ma, allo stesso tempo, in relazione alla totale mancanza di trasparenza circa le direttrici strategiche e il futuro degli insediamenti;

   l'avvento di Arçelik, non ha però fornito l'auspicabile significativo contributo in termini di certezze. Al contrario, per molti mesi, il gruppo ha palesato totale indeterminatezza sui contenuti del piano industriale. Un atteggiamento ad avviso degli interpellanti ondivago e assolutamente non conclusivo che è stato confermato alla riunione plenaria, fissata presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy nella giornata del 6 novembre 2024, alla presenza dei rappresentanti Beko Europe, del Ministro Urso, dei sindacati e dei rappresentanti istituzionali dei territori in cui si insediano gli stabilimenti del gruppo;

   in tale occasione l'azienda si era limitata a rappresentare un quadro di sostanziale difficoltà, in particolare per quel che concerne i settori della refrigerazione e del lavaggio che, tuttavia, in assenza del piano industriale non è stato possibile contestualizzare. In ogni caso il tenore dei dati esposti, la mancanza di informazioni chiare sui programmi e il fatto di aver anticipato la necessità di aprire una «trattativa», hanno alimentato fin da subito il timore che l'azienda nutrisse il proposito di avviare pesanti ridimensionamenti e drammatiche dismissioni. Gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), Siena e Cassinetta (Varese), in particolare, apparivano a fortissimo rischio chiusura, in quanto impegnati in produzioni i cui mercati di riferimento erano stati dichiarati da Beko decisamente in difficoltà;

   nella giornata di mercoledì 20 novembre 2024, si è svolto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, un nuovo tavolo al quale hanno preso parte i rappresentanti italiani di Beko Europe, la Sottosegretaria Avv. Fausta Bergamotto e i sindacati, al fine di prendere conoscenza del Piano Industriale;

   purtroppo, confermando i timori della vigilia, il gruppo ha tracciato uno scenario tragico che contempla chiusure e licenziamenti. La multinazionale turca ha difatti sostanzialmente ufficializzato la chiusura degli stabilimenti di Comunanza e Siena, il ridimensionamento dell'insediamento di Cassinetta, la chiusura della divisione ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati;

   più in particolare, il piano di Beko prevede le chiusure, entro fine 2025, della fabbrica di congelatori di Siena e di quella di lavatrici di Comunanza, con la progressiva cessazione delle produzioni. A Cassinetta è previsto il mantenimento di sole 3 linee produttive di frigoriferi, rispetto alle attuali 5: un ridimensionamento che determina 541 esuberi. A Melano gli esuberi ammonterebbero a 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 si collocano nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali;

   il quadro tracciato autorizza a definire, quella prefigurata da Beko, come una delle peggiori crisi industriali degli ultimi decenni. Tale considerazione appare opportuna in relazione alla necessità, da parte delle istituzioni, di adottare misure altrettanto eccezionali e strumenti normativi adeguati quali il «golden power»;

   in merito al golden power i sindacati rilevano come il Governo, negli ultimi mesi, abbia confermato l'avvenuto esercizio dell'istituto, a protezione dei lavoratori, nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko. I medesimi sindacati hanno pertanto sollecitato le Istituzioni, affinché fosse reso noto il contenuto di questo strumento che, nel contesto delle trattative, dovrebbe rappresentare un fattore determinante al fine di orientare le scelte dell'azienda in senso più favorevole al mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi –:

   quali iniziative anche normative, intenda assumere, per quanto di competenza, il Ministro interpellato al fine di scongiurare le chiusure e i ridimensionamenti ventilati da Beko Europe presso gli stabilimenti italiani;

   quali specifiche garanzie si intendano richiedere circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi;

   quale seguito si intenda dare alla richiesta dei sindacati circa l'esercizio del golden power, nonché in merito alla condivisione del suo contenuto.