I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
nel tragico incidente di Freginals, in Catalunya, del 20 marzo 2016, persero la vita tredici studentesse tra le quali sette ragazze italiane che si trovavano in Spagna nell'ambito del progetto Erasmus: Francesca Bonello, Lucrezia Borghi, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Elisa Sacrascia Mugnozza, Elisa Valent;
immediatamente, l'allora Governo in carica mostrò vicinanza alle famiglie attraverso la presenza in Spagna del Presidente del Consiglio pro tempore Renzi che, nell'ambito della sua interlocuzione istituzionale con l'Esecutivo spagnolo, chiese che venisse accertata la verità;
al fine di fare piena luce sull'accaduto, il Juzgado de instrucción di Amposta (il GIP) dispose un'istruttoria penale e venne iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo plurimo, il conducente del mezzo coinvolto, Santiago Rodrigues Kimenez;
i Governi Renzi e Gentiloni hanno sempre ribadito alle autorità spagnole l'aspettativa che venissero tempestivamente chiarite le eventuali responsabilità, sia personali dell'autista sia della compagnia proprietaria del pullman;
tuttavia, già nel novembre 2016 il magistrato titolare del procedimento decise di archiviare la causa penale senza acquisire la deposizione del citato autista. La decisione produsse sconcerto tra le famiglie delle vittime, che presentarono subito appello. Grazie anche ad una serie di iniziative coordinate volte a rappresentare al più alto livello la sensibilità che vi era al riguardo in Italia, anche il pubblico ministero (fiscal) si attivò per sostenere l'istanza delle famiglie italiane, ottenendo la riapertura delle indagini;
il 10 marzo 2017 si svolse una seduta dell’audiencia provincial di Tarragona (equivalente alla corte d'appello), per esprimersi sul ricorso presentato dal legale dell'autista contro la riapertura dell'attività di istruttoria. Le conclusioni della corte decretarono il proseguimento dell'istruttoria, mettendo fine ad ogni possibile ulteriore ricorso da parte dell'autista del pullman. La fase istruttoria si concluse il 19 settembre 2017 con la decisione del giudice spagnolo di archiviare il caso, ritenendo non vi fossero elementi sufficienti per procedere in via penale. I legali delle famiglie presentarono, quindi, ricorso contro il decreto di archiviazione;
secondo quanto dichiarato dal Governo nella seduta del 9 ottobre 2018, «appresa la notizia, l'Ambasciatore d'Italia a Madrid intervenne immediatamente sul capo di gabinetto e sul Ministro della giustizia spagnolo, e sul direttore generale per le relazioni con gli organi giudiziali, ribadendo la particolare attenzione con la quale il caso era seguito in Italia, ed esprimendo al contempo lo sconcerto con cui anche la nostra opinione pubblica aveva accolto la decisione di archiviazione dell'istruttoria. L'Ambasciatore ritenne inoltre opportuno indirizzare una lettera di disappunto direttamente al fiscal di Tarragona; analogo passo fu compiuto nei confronti del Ministro della giustizia spagnolo»;
il 19 gennaio 2018 il tribunale, in risposta ai ricorsi presentati da alcuni familiari delle vittime, tuttavia confermò l'archiviazione dell'istruttoria, con immediate reazioni da parte del consolato a Barcellona e dell'ambasciata a Madrid, ai più alti livelli politici e giudiziari;
l'8 giugno 2018 la Corte d'appello («Audiencia Territorial») di Tarragona ha quindi deciso di accogliere il ricorso presentato dai legali delle famiglie delle ragazze e dal Fiscal avverso l'ultima decisione di archiviazione emanata dal giudice istruttore del tribunale n. 3 di Amposta;
la riapertura del procedimento istruttorio dovrebbe finalmente condurre alla fase dibattimentale, una volta ottenute le maggiori prove richieste dalla Corte d'appello di Tarragona al Tribunale di Amposta grazie anche ad una ulteriore proroga di 18 mesi per la conclusione della fase istruttoria;
nell'attuale contesto, non è ipotizzabile quale possa essere la data di conclusione di questa fase del processo;
sarebbe auspicabile, in ogni caso, che il Juzgado di Amposta – a quasi tre anni dall'incidente, vista la scarsa attività processuale degli ultimi tempi e, soprattutto, tenuto conto del dolore e dello sconforto che questa lunghissima attesa comporta per le famiglie e per i congiunti delle vittime – riprendesse con solerzia la propria attività, concludendo quanto prima l'istruttoria e concentrandosi sui profili di responsabilità del conducente, sul funzionamento dell'impianto frenante del pullman e sulla adeguatezza delle misure di sicurezza passive;
in questo quadro, è alta la preoccupazione e grande lo sconforto delle famiglie che chiedono semplicemente giustizia per le proprie figlie –:
nel rispetto dell'indipendenza della magistratura spagnola, se, in continuità con quanto fatto dai Governi Renzi e Gentiloni, intenda assumere iniziative per sostenere le richieste delle famiglie innanzi alle autorità spagnole al fine di pervenire quanto prima all'accertamento della verità processuale, che si auspica corrisponda a quella sostanziale, rappresentando anche ai più alti livelli istituzionali spagnoli l'aspettativa di giustizia di tutta la comunità italiana.
Seduta del 22 marzo 2019
Illustrazione e replica di Maria Elena Boschi, risposta del governo di Emanuela Claudia Del Re, Viceministra agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale.
Illustrazione
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ieri è stato il primo giorno di primavera ed è un giorno che per tutti noi rappresenta un nuovo inizio, ha il profumo di una rinascita. Non è così purtroppo, ormai da tre anni, per sette famiglie di nostri connazionali: sette famiglie che, il 20 marzo del 2016, hanno perso le proprie figlie. Per quelle famiglie l'inverno non è più finito.
Noi oggi non ci vogliamo limitare a ricordare quelle sette ragazze, ma vogliamo chiedere giustizia per loro e per le loro famiglie, ma per tutta la comunità del popolo italiano. Noi tutti ricordiamo quel tragico incidente stradale: cinque pullman di ragazzi e ragazze, studenti e studentesse, che da Valencia stavano rientrando a Barcellona dopo aver partecipato alle celebrazioni delle feste locali a Valencia. Uno di questi pullman venne coinvolto in un tragico incidente, in uno scontro con un'altra autovettura e in quell'incidente persero la vita tredici ragazze di Paesi diversi, tra queste anche sette ragazze italiane: Valentina, Elisa, Elena, Elisa, Francesca, Lucrezia, Serena.
Subito dopo l'incidente, ovviamente, tutta la comunità italiana, tutto il popolo italiano, a cominciare dai rappresentanti del Governo, si unirono al dolore di quelle famiglie. L'allora Presidente del Consiglio Renzi volò immediatamente in Spagna per manifestare non soltanto la vicinanza di tutti gli italiani a quelle famiglie, ma, soprattutto, per cercare di dare un contributo concreto, immediato, di supporto alle famiglie e chiedendo alle istituzioni spagnole, ai vertici del Governo spagnolo di agire immediatamente, nel rispetto dell'indipendenza della magistratura spagnola, perché potesse essere accertata la verità, perché potessero essere iniziate subito delle indagini serie, concrete.
Venne immediatamente iscritto nel registro degli indagati il conducente del pullman con l'accusa di omicidio plurimo colposo. Purtroppo, però, nelle settimane e nei mesi successivi l'istruttoria svolta dalle autorità spagnole si è arenata, tanto da arrivare, già nel novembre 2016, ad una richiesta di archiviazione. Immediatamente, la reazione delle famiglie delle ragazze coinvolte portò a chiedere di proseguire nelle indagini. Alla richiesta delle famiglie attraverso i propri legali spagnoli si unì, ovviamente, l'impegno del Governo italiano attraverso il nostro ambasciatore in Spagna proprio per rappresentare alle istituzioni spagnole l'esigenza di proseguire in quelle indagini, di arrivare ad accertare le responsabilità, di dare un nome al colpevole per la morte di sette ragazze.
Successivamente, proseguirono le indagini, senza portare a degli esiti concreti e, di nuovo, si giunse ad una richiesta di archiviazione nel settembre del 2017. Io, allora, ebbi la possibilità di seguire direttamente, nel mio ruolo alla Presidenza del Consiglio, la vicenda con il Presidente Gentiloni. Con il Governo di allora chiedemmo nuovamente che non si fermassero le indagini, che si proseguisse l'impegno per accertare la verità e ci fu un primo diniego nel gennaio del 2018.
Fortunatamente, nel giugno dello scorso anno, nel giugno del 2018, la corte d'appello di Tarragona ha deciso di proseguire le indagini concedendo ulteriori diciotto mesi per svolgere l'istruttoria. Purtroppo sono passati molti mesi da allora e sembra che niente sia stato fatto dalle autorità spagnole. Fortissima è la preoccupazione delle famiglie, che sono intervenute con i propri legali altre due volte per sollecitare una attività istruttoria più celere e, soprattutto, più seria da parte della magistratura spagnola. La preoccupazione è alta perché nulla potrà restituire a quelle famiglie il sorriso delle proprie figlie, potrà consentire loro di parlare nuovamente con le proprie figlie, abbracciarle, magari, vederle sedute a pranzo la domenica a casa, però il minimo che possiamo fare per riconoscere dignità a quelle ragazze, per riconoscere il diritto alla giustizia alle loro famiglie è che venga accertata la verità, è che vengano accertate le responsabilità.
Io ho condiviso da vicino il dolore di quelle famiglie, perché insieme a loro ho atteso, qui in Italia, in aeroporto, il rientro dei corpi di quelle ragazze attraverso un aereo messo a disposizione dall'Aeronautica militare e vi posso garantire che è molto difficile stare accanto a quelle madri, a quei padri, ai fratelli, alle sorelle nel momento in cui aspettano che rientrino i corpi delle proprie figlie: sono ore che non passano mai e che sono, però, soltanto l'inizio di un dolore ancora più forte una volta che sono tornate a casa e che quelle famiglie devono tornare alla vita normale.
Io non metto in discussione, ovviamente, che tutti condividiamo, come abbiamo condiviso negli anni passati, l'impegno per l'accertamento della verità. Sono sicura che sia un impegno di tutte le forze politiche e che sia un impegno anche di questo Governo. Io non metto in discussione la solidarietà verso quelle famiglie, chiedo però cosa sta facendo concretamente questo Governo: se sta proseguendo o meno nell'impegno dei Governi Renzi e Gentiloni, perché, purtroppo, in questa vicenda ci sono molti punti che non tornano. Il conducente aveva, in un primo momento, dichiarato di essersi addormentato e, quindi, si era dichiarato responsabile, poi ha ritrattato e non è stato nemmeno interrogato per un lunghissimo periodo dalla magistratura spagnola. Non è chiaro se il pullman fosse in condizioni di viaggiare, se l'impianto frenante fosse in regola, non sappiamo se le misure di sicurezza passiva fossero idonee, non sappiamo in che condizioni fosse la segnaletica stradale, il manto stradale, perché l'istruttoria in Spagna non viene compiuta in modo approfondito, in modo serio. Sembra che ci sia una grande fretta da parte della magistratura spagnola, delle autorità spagnole, di chiudere questo caso, di farlo cadere nell'oblio, senza che venga accertata la verità, senza che venga accertata la responsabilità. Allora il Governo italiano deve fare tutto quello che è in suo potere, nel rispetto della magistratura spagnola, perché questo non avvenga. Chiediamo passi concreti, chiediamo impegni seri, chiediamo un costante monitoraggio, impegno, attività di supporto alle famiglie da parte del Governo italiano.
Sono morte sette ragazze, quelle famiglie hanno un dolore che non si rimargina, però è come se avessimo perso, ciascuno di noi, una figlia o una sorella. Quello che è capitato a quelle ragazze poteva succedere a qualunque famiglia italiana: ciascuno di noi, personalmente, con un proprio fratello o una sorella, ha vissuto l'esperienza straordinaria dell'Erasmus, la possibilità di cercare di costruirsi non soltanto un bagaglio di competenze, un'esperienza culturale, ma, soprattutto, un'esperienza personale, umana, di condivisione con altri ragazzi e altre ragazze europei. Un progetto straordinario che coinvolge migliaia di studenti e studentesse italiani ogni anno, che non può diventare, però, l'occasione per una morte tragica e ingiustificabile.
Per riconoscere dignità a quelle ragazze abbiamo bisogno che venga riconosciuta giustizia a quelle famiglie, che venga accertata la verità per tutto il popolo italiano e lo chiediamo al Governo italiano: chiediamo al Governo italiano questo impegno costante, come se Elisa, Elena, Francesca, Lucrezia, Serena, Elisa fossero una nostra figlia, fossero una nostra sorella.
Risposta del governo
Grazie, Presidente. Io ringrazio l'onorevole Boschi e gli altri deputati per aver presentato questa interpellanza che ci permette, effettivamente, di fare il punto sulla situazione.
E' infatti una questione che riguarda tutti noi e su cui la Farnesina sta lavorando da diverso tempo in stretto raccordo con l'ambasciata a Madrid e con il consolato generale a Barcellona. La Farnesina ha continuato a seguire con la massima attenzione gli sviluppi giudiziari della vicenda relativa al tragico incidente di Freginals, nel quale hanno perso la vita le sette studentesse italiane e che appunto si è verificato tre anni fa.
L'8 giugno 2018 la corte d'appello (Audiencia Territorial), accogliendo il ricorso presentato dai legali delle famiglie delle ragazze e dal procuratore avverso l'ultima decisione di archiviazione, ha revocato la decisione di archiviare l'istruttoria che era stata assunta dal tribunale n. 3 di Amposta il 19 settembre 2017. La corte d'appello ha ordinato il ripristino delle indagini e la proroga di 18 mesi dei termini di scadenza della fase istruttoria, volta a ottenere maggiori prove per quanto riguarda il processo e in particolare: 1) il verbale dell'ufficio di ispezione del lavoro sulla ditta da cui dipendeva l'autista alla guida dell'autobus nel quale viaggiavano le connazionali, utile a determinare eventuali responsabilità in caso di mancato rispetto della normativa vigente in termini di tempi di lavoro oppure di riposo dell'autista; 2) il secondo punto è un esame tecnico del veicolo finalizzato a verificare la versione dell'incidente fornita dall'autista, che ne aveva attribuito la responsabilità a un problema tecnico dei freni. In inadempimento della citata decisione della corte d'appello dell'8 giugno 2018, il giudice istruttore di Amposta ha dunque assegnato a un perito l'incarico della consulenza tecnica sul dispositivo frenante del veicolo e ha decretato una proroga di ulteriori 18 mesi dei termini di scadenza della fase istruttoria.
A fronte della lentezza degli sviluppi del procedimento penale, i legali delle famiglie delle sette vittime italiane, hanno presentato nel luglio 2018 e nel gennaio del 2019, due istanze volte ad accelerare l'iter processuale, cui è seguita un'ulteriore azione del procuratore tesa a sollecitare l'acquisizione delle ultime prove determinanti. Accogliendo tali istanze, il giudice istruttore di Amposta ha emanato solleciti formali diretti sia all'ufficio di ispezione del lavoro sia al perito. Al contempo è continuata l'azione italiana sulle autorità spagnole. Lo scorso 5 marzo, il console generale d'Italia a Barcellona ha incontrato il procuratore capo di Tarragona per sensibilizzarlo nuovamente circa l'importanza di giungere rapidamente a una conclusione del processo. In quell'occasione, il procuratore ha fatto presente che la riforma del codice penale in materia di imprudenza nella guida di veicoli a motore, ispirata anche dall'attivismo dei parenti delle vittime dell'incidente di Freginals ed entrata in vigore il 3 marzo scorso, introduce nuove fattispecie penalmente rilevanti e istituisce un apposito ufficio per i reati commessi alla guida. Un procuratore esperto della materia è stato assegnato anche al tribunale di Tortosa, dove avverrà il giudizio.
Da ultimo l'ambasciatore d'Italia a Madrid ha incontrato il procuratore a capo dell'unità specializzata in sicurezza stradale, responsabile a livello nazionale, per ribadirgli la forte aspettativa da parte italiana di un rapido svolgimento del processo. Il procuratore ha assicurato di avere acquisito gli atti processuali dal tribunale di Amposta al fine di comprendere i motivi del ritardo e sollecitare il passaggio alla fase successiva.
Dal punto di vista procedurale, una volta conclusa la fase istruttoria, si aprirà una fase intermedia, durante la quale si produrranno dinanzi al tribunale di Amposta gli atti di accusa e di difesa, in vista del dibattimento vero e proprio, che avverrà di fronte alla corte penale di Tortosa, sede del giudizio.
Il Governo, nel rispetto dell'autonomia della magistratura spagnola, continuerà a mantenere alta l'attenzione sul caso affinché venga accertata ogni eventuale responsabilità.
Replica
Grazie. Ringrazio la Viceministro per le informazioni che ci ha fornito questa mattina. Io credo che sia fondamentale mantenere l'impegno del Governo a italiano proseguire nel percorso già iniziato. Noi sappiamo benissimo che non è un problema semplicemente di numero degli incidenti stradali. Sappiamo anche, per quanto riguarda il nostro impegno nella scorsa legislatura proprio nel nostro Paese, quanto sia rilevante il tema degli incidenti stradali: siamo intervenuti con una legge molto rigida proprio sull'omicidio stradale. Per questo motivo crediamo che il tema sia soprattutto politico nel rapporto con le istituzioni spagnole perché, non soltanto nei giorni in cui purtroppo ricordiamo tragicamente la scomparsa delle nostre connazionali ma durante tutto l'anno, possa proseguire l'attività di monitoraggio, verifica, moral suasion nei confronti delle autorità spagnole perché non possiamo dimenticare quelle sette ragazze. Dai banchi dell'opposizione noi continueremo a chiedere al Governo aggiornamenti, faremo attività di impulso, saremo attente sentinelle dell'impegno del nostro Governo a favore delle famiglie, accanto a quelle famiglie, a favore della verità, per l'accertamento della verità. Abbiamo bisogno di giustizia: lo dobbiamo a quelle sette ragazze ma lo dobbiamo a tutte le famiglie italiane che potrebbero trovarsi nella stessa situazione.