I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:
un'inchiesta realizzata dal programma Report, andata in onda il 19 giugno 2023, e intitolata «Open to Fallimento», ha sollevato serie accuse nei confronti della Ministra del turismo, la senatrice Daniela Garnero Santanchè;
secondo l'inchiesta e secondo quanto riportato successivamente anche da diversi organi di informazione, dal 2018, momento in cui la senatrice Santanchè e Mazzaro, suo socio ed ex compagno, sono subentrati nella gestione diretta della società Ki group, quest'ultima ha cominciato ad avere difficoltà nel pagare i fornitori e ha accumulato debiti fino a 8 milioni di euro, pari a quasi un quarto del fatturato;
dal 2019, i bilanci di Ki group sono stati sempre bocciati dalla società di revisione ed è stata creata una seconda società con lo stesso nome (società a responsabilità limitata) rendendo di fatto la prima solo una «scatola vuota»;
secondo l'inchiesta, che riporta testimonianze di dipendenti e fornitori, la società avrebbe licenziato dipendenti, ancora in attesa del pagamento di stipendi arretrati, senza peraltro riconoscere loro il trattamento di fine rapporto dovuto, con «bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, mancato saldo delle forniture»;
in 9 anni il valore di Ki group è passato da 35 milioni a 465.000 euro, gli azionisti hanno versato 23 milioni di euro, mentre la Ministra ha ricevuto 2 milioni e mezzo di euro per le cariche sociali e il socio, Canio Mazzaro, circa 6 milioni di euro;
la società Ki group risulta essere stata destinataria di un prestito pari a 2,7 milioni di euro, da parte del fondo «patrimonio PMI» di Invitalia, risorse che dovevano essere utilizzate per pagare fornitori e dipendenti;
da atti pubblici risulterebbe che la Ministra, al tempo imprenditrice e parlamentare, attraverso la società immobiliare Dani s.r.l., sia socia della Ki group (controllata a sua volta da persone riconducibili alla sua famiglia) e sia stata destinataria di numerosi aiuti di Stato, tra cui un credito di imposta di 600.000 euro e il suddetto finanziamento di 2,7 milioni di euro, con contratto di sottoscrizione di strumenti finanziari ai sensi della sezione 3.3 del quadro temporaneo di aiuti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19;
secondo quanto risulta agli interpellanti, dalla relazione sulla gestione allegata al bilancio al 31 dicembre 2021 e pubblicata nel registro delle imprese, la stessa Ki group dichiara di aver ricevuto da Invitalia, quale gestore del fondo, in data 17 maggio 2022, una richiesta di restituzione anticipata del prestito. La società, pertanto, è attualmente debitrice del fondo, e quindi dello Stato, della somma di 2,7 milioni di euro, oltre accessori;
sempre secondo quanto riportato dalla citata inchiesta giornalistica e anche dal quotidiano la Repubblica del 23 giugno 2023, anche per la gestione della società «Visibilia» da parte della Ministra sono state riscontrate «gravi irregolarità» che avrebbero arrecato «danni ad azionisti, società e al corretto funzionamento del mercato», secondo quanto riportato nelle consulenze che la procura di Milano ha depositato nel procedimento civile davanti al Tribunale delle imprese;
inoltre, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa del 23 giugno 2023, «il consulente nominato dalla aggiunta Laura Pedio e dai pm Roberto Fontana e Maria Gravina, parla di "una irreversibile crisi reddituale" della Visibilia Editore Spa e della Visibilia Srl già al 31 dicembre 2016, "oltre che di un significativo deficit patrimoniale in capo alla concessionaria". Tant'è che se le svalutazioni fossero state correttamente iscritte a bilancio, a fine 2016, secondo il consulente, avrebbero provocato un deficit di oltre 4 milioni di euro nel patrimonio netto contabile della sola Spa»;
secondo il quotidiano, «la segnalazione dei soci di minoranza è arrivata in procura a luglio e nell'inchiesta, aperta per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, tra gli altri risulta indagata proprio la Ministra Santanchè»;
di assoluta gravità anche il fatto che alcuni dipendenti della Visibilia, anche con funzioni apicali, sarebbero stati messi in cassa integrazione pur continuando a lavorare;
nel corso di un'informativa, su richiesta delle opposizioni, della Ministra del turismo «sui fatti connessi a un servizio giornalistico televisivo e successivi articoli di stampa e conseguente discussione», resa all'Assemblea del Senato della Repubblica il 5 luglio 2023, la Ministra ha prodotto una serie di risposte secondo gli interpellanti elusive riguardo al debito di 2,7 milioni di euro, non restituiti e sollecitati, che la società Ki group ha nei confronti dello Stato italiano, sul mancato pagamento di stipendi e di trattamenti di fine rapporto dei dipendenti della suddetta società, e sui dipendenti che continuavano a lavorare non sapendo di essere stati messi in cassa integrazione;
in data 10 luglio 2023, la trasmissione Report ha prodotto un fact checking delle dichiarazioni rilasciate in Parlamento dalla Ministra evidenziandone contraddizioni e palese infondatezza;
sempre nella giornata del 10 luglio 2023 oltre che nel servizio televisivo, il quotidiano La Stampa ha riportato le dichiarazioni di una dipendente della società Visibilia, Federica Bottiglione, ex responsabile degli affari societari e investitor relator: «Non sapevo di essere in cassa integrazione perché nessuno me lo ha comunicato»;
la dipendente ha dichiarato di aver continuato a lavorare per la società Visibilia che la pagava solo attraverso «rimborsi spese chilometrici», peraltro durante il lockdown, quando il divieto di circolazione era pressoché totale, e di aver lavorato part time presso il Senato della Repubblica come assistente del senatore Ignazio La Russa, con un contratto di consulenza –:
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di fare al più presto chiarezza sui gravi fatti esposti, che, al di là delle loro eventuali implicazioni sui piani civile e penale, non sono, a parere degli interpellanti, degni della disciplina e dell'onore che dovrebbero caratterizzare le azioni di un Ministro della Repubblica, avendo, alla luce delle notizie riportate dalla seconda trasmissione di Report a ciò dedicata, sostanzialmente fornito false informazioni al Parlamento;
quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interpellati intendano adottare al fine di tutelare i lavoratori delle società Visibilia e Ki group e sanzionare i comportamenti scorretti delle due società nei confronti dei loro dipendenti, nonché per fare chiarezza sul prestito non restituito a Invitalia e comunque sugli effetti di quella che appare agli interpellanti una gestione improvvida e scorretta.
Seduta del 18 luglio 2023
Illustrazione di Chiara Gribaudo, risposta del Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, replica di Emiliano Fossi
CHIARA GRIBAUDO. La ringrazio, Presidente. Sottosegretario Durigon, onorevoli colleghi, come Partito Democratico, proviamo, con quest'interpellanza, ad avere qualche risposta alle tante domande che sono sorte dall'inchiesta giornalistica di Report, conosciuta con il nome “Open to fallimento”.
Non possiamo certamente ritenerci soddisfatti dell'informativa voluta dalle opposizioni della Ministra Santanche' al Senato che, secondo il fact-checking fatto sempre da Report nella puntata successiva, ha scelto di non parlare delle questioni più spinose che riguardavano le sue aziende e, addirittura, di mentire platealmente in alcuni passaggi, spostando l'attenzione, per gran parte dell'intervento, su di sé o sul tema del garantismo, che nulla c'entrano con questa vicenda. Il suo intervento, invece che districare ogni interrogativo, ha finito per accrescere i dubbi sulla sua già debole ricostruzione, facile da smontare punto per punto. Le novità e le rivelazioni di queste ultime settimane, dunque, hanno complicato il quadro di questa vicenda, con una Ministra che, secondo ormai diverse fonti giornalistiche, è finita al centro delle indagini della procura di Milano per i debiti e i rapporti non trasparenti con i dipendenti delle due società, Ki Group e Visibilia.
Con quest'interpellanza urgente, le chiediamo, Sottosegretario, almeno per le parti di propria competenza, di fare al più presto chiarezza sui gravi fatti emersi nell'inchiesta, che riguardano il lavoro dei dipendenti di queste due società, il loro diritto a una retribuzione puntuale, al TFR e al rispetto del contratto e degli accordi lavorativi.
Vorrei provare a ricostruire le principali informazioni che sono in nostro possesso fino a questo momento e porre, nella maniera più chiara e puntuale possibile, le domande su cui vorremmo da lei una risposta altrettanto chiara e puntuale. Partiamo, dunque, dalle vicende della società Ki Group.
A quanto sappiamo finora, la senatrice Santanche' e Canio Mazzaro, suo socio ed ex compagno, sono subentrati nella gestione diretta della società dal 2018. Da quel momento, sono iniziate le difficoltà nel pagare i fornitori e la società ha accumulato debiti fino a 8 milioni di euro, pari a quasi un quarto del fatturato, al punto tale che, dal 2019, i bilanci di Ki Group sono stati sempre bocciati dalla società di revisione. In nove anni, il valore del gruppo è passato da 35 milioni a 465.000 euro. In pratica, l'attuale Ministra del Turismo, che ha sempre vantato di essere un'imprenditrice di successo che, oggi, dovrebbe occuparsi di promuovere l'Italia nel mondo e creare lavoro di qualità, in realtà ha contribuito in modo consistente, insieme all'ex marito, alle perdite del gruppo, attribuendosi, però, consistenti compensi anche quando la società era in perdita. È stato facile per i giornalisti dimostrare il contrario di quello che la Santanche' ha affermato in Senato: le sue quote erano rilevanti e per un lungo periodo ha svolto un ruolo operativo.
Ma, al di là della pessima gestione finanziaria dell'azienda e delle conseguenze che questa ha avuto sugli azionisti, le conseguenze peggiori, come spesso accade in questi casi, sono state per quelle decine di lavoratori licenziati che sono ancora in attesa del loro TFR.
Mentre la senatrice festeggiava il Natale, riprendendo il suo villaggio natalizio animato a centro tavola, la maggior parte dei dipendenti di Ki Group era stata da poco licenziata senza, però, ricevere la liquidazione. Ci risulta che l'ammontare complessivo delle liquidazioni che Ki Group deve ancora pagare è di circa 800.000 euro.
Su questo punto, Sottosegretario, vogliamo alcune risposte sul perché si siano tutelati prima i profitti della Ministra e del suo compagno, anziché tutelare il diritto dei fornitori e il TFR dei lavoratori. Vogliamo sapere precisamente quante persone siano ancora in attesa di ricevere il TFR e se e come questi lavoratori saranno risarciti del danno subito, perché non è accettabile che i diritti dei lavoratori siano calpestati in questo modo per la responsabilità di imprenditori avventati, con scarsa etica imprenditoriale e incapaci di gestire le finanze della società, che finiscono per essere premiati dalla vostra maggioranza, con la nomina addirittura a Ministro della Repubblica.
Sappiamo, poi, che Ki Group è stata beneficiaria di un prestito pari a 2,7 milioni di euro da parte del Fondo Patrimonio PMI di Invitalia, risorse che dovevano essere utilizzate, appunto, per pagare fornitori e dipendenti. La società, pertanto, attualmente è debitrice del Fondo - e, quindi, dello Stato - della somma di 2,7 milioni di euro, oltre ad accessori. Dalla relazione sulla gestione allegata al bilancio al 31 dicembre 2021 e pubblicata nel registro delle imprese, la stessa Ki Group dichiara di aver ricevuto da Invitalia, quale gestore del Fondo, in data 17 maggio 2022, una richiesta di restituzione anticipata del prestito.
A questo punto, Sottosegretario, pretendiamo da lei o dai suoi colleghi del MEF una risposta molto semplice e chiara: come sono stati spesi questi soldi? Sono stati recuperati dallo Stato? Se non sono ancora stati recuperati, come s'intende recuperarli nel più breve tempo possibile? Perché, colleghi, sarebbe davvero grave venire a sapere che i soldi dei contribuenti italiani, pari a 2,7 milioni di euro, sono stati spesi con così poca lungimiranza da parte di una Ministra della Repubblica, senza che abbia provveduto a restituirli prima di ricevere l'incarico. Credo che molti colleghi, anche della maggioranza, possano convenire con me che, certamente, è poco sano per una democrazia.
La terza questione, Sottosegretario, riguarda, come potrà immaginare, la cassa integrazione COVID, su cui il Governo ha già assunto l'impegno preciso di effettuare controlli più stringenti sul suo utilizzo improprio, votando un mio ordine del giorno sul decreto Lavoro. Ci aspettiamo che questo impegno sia concreto e portato avanti con tenacia dal suo Ministero. Coloro che sedevano in questi banchi, già nella passata legislatura, potranno facilmente ricordare che l'allora senatrice Santanche' è sempre stata tra gli esponenti politici più critici verso le misure di contenimento del contagio da COVID-19. Si possono facilmente ritrovare diversi suoi interventi televisivi in cui la senatrice vantava di anticipare la cassa integrazione straordinaria COVID ai suoi dipendenti. Oggi, veniamo, invece, a sapere, grazie al coraggio che hanno trovato i suoi dipendenti di denunciare queste assurde condizioni di lavoro, che quelle sue dichiarazioni non corrispondevano al vero.
Ma sappiamo che i guai della Ministra non si limitano all'azienda di distribuzione dei prodotti biologici alimentari. Alcuni dipendenti della Visibilia, anche con funzioni apicali, hanno, infatti, testimoniato che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore, quindi a spese dei contribuenti, pur continuando a lavorare.
Se questi fatti fossero dimostrati, si configurerebbe il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Leggo, Sottosegretario, la dichiarazione di Federica Bottiglione, ex responsabile degli affari societari e investitor relator, che ha scelto di metterci la faccia in questa vicenda ed ha dichiarato: “Non sapevo di essere in cassa integrazione perché nessuno me lo ha comunicato”. La stessa dipendente ha, poi, aggiunto di aver continuato a lavorare per la società Visibilia, che la pagava solo attraverso rimborsi spese chilometrici, peraltro durante il lockdown, quando il divieto di circolazione era pressoché totale, e di aver lavorato part time presso il Senato come assistente parlamentare del senatore Ignazio la Russa, con un contratto di consulenza.
Dunque, Sottosegretario, anche in questo caso, la questione è molto semplice: da atti pubblici risulta che la Ministra, al tempo imprenditrice e parlamentare, sia stata destinataria di un credito d'imposta di 600.000 euro connessi all'emergenza epidemiologica COVID-19. Siamo, però, sicuri che questi soldi siano stati impiegati per mettere effettivamente in cassa integrazione straordinaria alcuni dipendenti o c'è stato un abuso della cassa integrazione COVID? Ci spiega come sia possibile mettere in cassa integrazione un dipendente senza comunicarglielo? Capisce che c'è qualcosa che non torna? Queste dichiarazioni ci portano a credere che l'allora senatrice Santanche' abbia abusato della cassa integrazione, senza avvisare nemmeno i suoi dipendenti. Come potrà ben capire, questo richiede accertamenti immediati da parte del suo Ministero, dell'INL, dell'INPS, una risposta certa, in tempi rapidissimi.
Insomma, colleghi, siamo di fronte a una Ministra che da sempre critica i percettori del reddito di cittadinanza, chiamandoli fannulloni, ma che, evidentemente, ha uno scarsissimo rispetto del lavoro dei propri dipendenti: bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà o, addirittura, strozzate per il mancato saldo delle forniture e, poi, comprate a prezzi stracciati. Credo che un po' tutti ci domandiamo perché abbia scelto di fornire una falsa rappresentazione della realtà, con parecchie omissioni, dichiarazioni facili da smentire. Siete sicuri, colleghi, di voler tenere ancora una persona che ha dimostrato una così scarsa etica imprenditoriale e istituzionale a capo del Ministero del Turismo?
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a margine dell'ultimo Vertice NATO, ha scelto di rompere il suo prolungato silenzio su questa vicenda, dicendo che un avviso di garanzia non determina in automatico le dimissioni di un Ministro. Come ha già provato a fare la Ministra quando è andata al Senato, la Meloni prova a utilizzare l'argomento del garantismo per giustificare una scelta politica di tenere la Ministra Santanche' nel suo ruolo.
Guardate, colleghi, noi ve lo abbiamo detto in tutte le salse: qui non si tratta di una questione di giustizialismo, né di voler fare un processo mediatico anticipato alla Ministra, ci mancherebbe. Noi chiediamo alla Ministra di fare un passo indietro per tutelare il prestigio e il lavoro dell'istituzione che presiede, non essendo in grado, al momento, di fornire risposte chiare e inequivocabili sulle accuse di illecito sulla gestione delle sue aziende, mosse direttamente dai suoi dipendenti, che ci hanno messo la faccia su un'importante e riconosciuta trasmissione televisiva del nostro Paese. Insomma, è una questione di opportunità politica, di rispetto delle istituzioni e non certo di giustizialismo.
La senatrice Santanche' avrà modo di difendersi dalle accuse nei tribunali, ma, fino al momento in cui non sarà in grado di dimostrare la sua estraneità ai fatti gravi di cui è accusata, riteniamo che non possa continuare a ricoprire l'incarico di Ministra della Repubblica, figura di esempio e rappresentanza del Paese e di un'istituzione, quella del Ministero del Turismo, che non può essere intaccata dai trascorsi molto poco chiari di chi la guida. Ne va della credibilità del Paese intero. Se, poi, anche solo uno dei comportamenti denunciati dalle sue dipendenti fosse verificato, verrebbe meno l'impegno di svolgere con disciplina e onore l'incarico che gli è stato affidato in quanto Ministro della Repubblica, perché vorrebbe dire che ha mentito a questo Parlamento. Forse era meglio fare un passo indietro due settimane fa, per dignità istituzionale, che cadere anche solo per una di queste pesantissime accuse tra qualche tempo.
Nel frattempo, Sottosegretario, ascoltiamo con grande attenzione se intenderà rispondere agli interrogativi che vi abbiamo posto in questa interpellanza urgente, perché non solo noi, ma tutte le persone perbene, gli imprenditori perbene che fanno fatica, le persone che pagano le tasse, le persone che lavorano, le persone che investono in questo Paese hanno diritto ad avere nei Ministri della Repubblica degli esempi, proprio quell'esempio che la Ministra Santanche' non ha dimostrato e non ha dimostrato nemmeno nell'informativa urgente al Senato. Grazie per le risposte che ci darà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli onorevoli interpellanti chiedono di conoscere quali iniziative di competenza il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali intenda adottare, al fine di verificare i comportamenti delle società Visibilia Editore Spa e Ki Group, in merito alle vicende riportate in questi giorni dagli organi di informazione e se intenda attivarsi per il recupero delle eventuali somme indebitamente percepite.
Come ha già avuto modo di riferire il Ministro nei giorni scorsi, rispondendo ad analoghe interrogazioni presentate alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica segnalo, in via preliminare, com'è certamente noto agli interpellanti che, dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2015 (24 settembre 2015), il Ministero non ha poteri ispettivi, che sono stati totalmente trasferiti all'Ispettorato nazionale del lavoro, agenzia unica per le ispezioni del lavoro.
Nella materia oggetto della presente interpellanza ha poteri di verifica anche l'INPS, ai fini della valutazione della legittimità della concessione degli ammortizzatori sociali.
Ricordando che, su entrambi gli enti, il Ministero mantiene esclusivamente poteri e funzioni di vigilanza, si coglie l'occasione fornita dalla presente interpellanza per informare che è in corso il rafforzamento dell'organico dell'INL, con l'inserimento di circa 800 unità di personale, nel corso del 2023, che andranno ad aggiungersi alle circa 5.000 unità già in servizio. L'INL si avvale anche dell'attività del Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro, che può contare su circa 450 unità.
In ordine alla concessione della cassa integrazione guadagni, inoltre è bene ricordare che la normativa vigente (in particolare, per la cosiddetta cassa COVID, l'articolo 22-quater del decreto-legge n. 18 del 2020) prevede che, nel caso in cui sia provato l'indebito accesso del datore di lavoro all'utilizzo di strumenti di integrazione salariale, le somme anticipate siano recuperate con una procedura amministrativa, fatta salva l'eventuale responsabilità penale in caso di commissione di reati connessi alla richiesta di concessione.
Fatte queste doverose premesse, si rappresenta gli onorevoli interpellanti che, sulle vicende in esame, è confermata la piena e costante attenzione del Ministero del Lavoro, in ordine alle attività svolte e in corso di svolgimento da parte degli organismi ispettivi vigilati, sulle quali sarà possibile fare una piena valutazione solo agli esiti delle stesse.
EMILIANO FOSSI. Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, Sottosegretario, direi che non ci siamo, non siamo soddisfatti, né convinti della brevissima illustrazione che, tra l'altro, in alcuni passaggi, sembra quasi dare ragione ad alcune sottolineature che facciamo, ma in cui ci pare non ci sia, di fondo, un'assunzione di responsabilità da parte del Governo rispetto a una vicenda che, politicamente e da un punto di vista istituzionale, è grave, sgradevole e imbarazzante per le stesse istituzioni democratiche che tutti noi rappresentiamo, perché incide sulla forza, sulla credibilità e sulla integrità delle istituzioni stesse e anche perché altera quello che dovrebbe essere il normale funzionamento, la normale modalità delle istituzioni.
Credo, sinceramente, che ci sia una precisa volontà in questo; lo verifichiamo e, purtroppo, lo riscontriamo tutti i giorni nell'attività del Governo e di questa maggioranza di destra sia nel modo in cui tentano di rivedere e di definire la maniera di stare insieme dei cittadini, delle persone nelle nostre comunità, attraverso le scelte che deliberatamente fanno, sia nel modo in cui si rapportano alle istituzioni, con il tentativo, quindi, di cambiare anche la modalità di stare insieme all'interno delle stesse istituzioni. Lo si vede anche nel modo in cui vi rapportate e trattate il Parlamento e le minoranze. Insomma, rispetto a un fatto come questo, con tutto il rispetto per la sua figura, Sottosegretario, mi pare che non sia normale che, su una vicenda così grave, anche oggi, non ci sia la Ministra in quest'Aula; mi pare grave che, anche oggi, su una vicenda così grave, non ci sia la Presidente del Consiglio in quest'Aula e che deleghi la gestione di questa vicenda ad altri, sicuramente autorevoli esponenti, ma non la assume in prima persona.
Credo che la normalità sia falsata, da più punti di vista, principalmente sotto due aspetti. Innanzitutto, il punto è chiaramente la responsabilità soggettiva e oggettiva dell'imprenditrice Daniela Santanche', ma c'è anche il dubbio, ripetutamente sottolineato dalle opposizioni, in particolar modo dal Partito Democratico, e poco fa dall'onorevole Gribaudo, che la Ministra abbia mentito al Paese e agli italiani mentre parlava alle Camere nell'esercizio delle sue funzioni di Governo, essendo Ministro del Governo in carica.
Di fronte a questo, una Ministra degna di questo nome non avrebbe nemmeno permesso, di fatto, l'atto di sindacato ispettivo di cui stiamo discutendo questa mattina, semplicemente per il fatto che si sarebbe dimessa prima e per due motivi: per la propria dignità personale, politica e istituzionale, e per la dignità e l'autorevolezza del Governo che rappresenta.
Guardate che questa riflessione non è stata fatta solo dal PD, dalle minoranze e da una sempre più ampia fetta dell'opinione pubblica, ma anche da voi. Quando eravate all'opposizione e professavate coerenza lo avete detto anche voi, lo ha detto l'attuale Presidente del Consiglio che, appunto, si definiva coerente rispetto alle proprie posizioni. Lo ricordate, no? Per fatti di assoluta minore gravità, rispetto a quello di cui stiamo discutendo oggi, la Presidente del Consiglio chiedeva le dimissioni da Ministro, perché sarebbero state un gesto importante e significativo, un forte segnale di rispetto verso le istituzioni, un atto di responsabilità auspicabile rispetto a quanto è accaduto. Era il 2013: si trattava dell'allora Ministra Josefa Idem, ma poi lo ha fatto con la Ministra Cancellieri, con la Ministra Guidi, con la Ministra Boschi. Insomma, ai tempi, ci si doveva comportare in un modo, oggi no.
La Presidente del Consiglio non parla, ma fa parlare nel Paese esponenti del Governo ed esponenti della maggioranza che difendono a spada tratta l'operato della Ministra e attaccano, in modo scomposto, inaccettabile e del tutto ingiustificato, la magistratura, al punto tale che il Capo dello Stato è stato costretto ad intervenire.
Diciamo di più, in un Paese normale, Daniela Santanche', proprio per il conflitto di interessi, evidente e macroscopico, relativo alle sue attività di imprenditrice, non sarebbe mai stata nominata Ministro del Turismo.
Però, è bene tornare al merito della questione di cui stiamo discutendo nei punti che l'onorevole Gribaudo ha sottolineato, in maniera puntuale, nel proprio intervento, oggetto di questa interpellanza, e rispetto ai quali, in certi passaggi, pare che il Sottosegretario Durigon stia quasi dando ragione a noi, mentre rispetto a molti altri quesiti, come dire, ha avuto un atteggiamento elusivo.
Si tratta di accuse gravissime, perché fallire, purtroppo, è una cosa che, nell'attività di un imprenditore o di un'imprenditrice, può accadere, soprattutto, durante la difficilissima fase della pandemia e del post pandemia; basta riconoscerlo e subire le conseguenze che ogni comune mortale subirebbe, anche se si fa parte di un partito che ha sempre strizzato l'occhio ai no-vax e che usa e ha usato quel periodo drammatico della pandemia per fare propaganda elettorale e politica.
Sia chiaro: pilotare fallimenti per non pagare i fornitori, costruire bilanci falsi, assicurandosi però lauti compensi come dirigenti, licenziare dipendenti che avanzano stipendi arretrati senza riconoscere nemmeno il TFR, far lavorare i dipendenti in cassa integrazione, a loro insaputa, pare, retribuire i dipendenti con rimborsi spese chilometrici, peraltro durante il lockdown, quando, lo sappiamo tutti, tranne rare eccezioni, non si poteva circolare, far assumere propri dipendenti dal Senato, utilizzandoli per mansioni che niente hanno a che vedere con l'attività parlamentare, utilizzare la propria carica per avere prestiti dallo Stato senza restituirli, se dimostrati come veri, sono reati gravi e, quindi, le accuse sono pesantissime; lo sono anche se si è diventati Ministri e se il Governo di cui si fa parte, alcuni di questi reati, magari, li vuole cancellare.
La Ministra, invece, prova a buttarla in caciara, dicendo che c'è qualche scroccone e minacciando i giornalisti di querela. La Presidente del Consiglio cerca di eludere le domande; in Italia fa spallucce, ma dall'estero grida al complotto. Io, però, credo che, gratta, gratta, dietro a questa vicenda e alle argomentazioni che usa la maggioranza ci sia la realtà; c'è la realtà di un Governo che litiga su tutto, PNRR, MES, autonomia differenziata, nomine; c'è una maggioranza che non alza un dito per difendere i lavoratori minacciati e vessati e che, alla zitta, con un blitz vergognoso, cancella la possibilità di discutere di una legge sul salario minimo in queste istituzioni, semplicemente perché c'è un'idea di fondo ed è l'idea che i lavoratori devono avere meno diritti, meno tutele e gli imprenditori, con pochi scrupoli, magari, devono essere protetti e sostenuti. Attenti, però, la logica del potere che prevale sui diritti e sulle persone è scivolosa, porta a sentirsi intoccabili e invincibili; magari, si fanno anche operazioni oltre il limite, con qualche villa a Forte dei Marmi, ma, alla fine, si appare sempre più chiusi e volti all'autoconservazione.
Oggi, tutto questo vi pare possibile, ma il Paese vi guarda, ci guarda e vi chiederà il conto, come l'ha chiesto a tutti e, magari, alla fine, non vi manderà a casa una mozione di sfiducia, ma direttamente la volontà degli elettori .