09/10/2024
Irene Manzi
Curti, Boldrini, Mauri, Toni Ricciardi, Malavasi, Vaccari, Simiani, Ascani, Casu, Gribaudo, Laus, Marino, Fossi, Prestipino, Girelli, Scotto, Sarracino, D'Alfonso, Braga, Guerra
2-00452

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la Fedrigoni S.p.A. è una società produttrice di carte speciali per imballaggio, grafica, editoria, belle arti, sicurezza, e dei materiali autoadesivi; attore globale nei materiali autoadesivi e leader europeo nelle carte speciali, con 6 mila dipendenti, 80 centri di produzione, taglio e distribuzione e più di 25 mila prodotti, a cui si aggiungono 10 mila carte realizzate in esclusiva per grandi marchi della moda e del lusso;

   la tradizione di Fedrigoni è radicata nella produzione e ha le sue origini nei maestri cartai di Verona sin dal 1888. Da allora, il gruppo si è dedicato alla trasformazione della carta, investendo in tecnologia e competenze;

   nel 2002 Fedrigoni ha acquistato dall'istituto Poligrafico e Zecca dello Stato le Cartiere Miliani di Fabriano, nate alla fine del 1700 per iniziativa della famiglia Miliani;

   la carta Fabriano, con 760 anni di storia all'attivo, è parte del patrimonio culturale italiano, emblema del made in Italy, nei secoli è stata non solo commercializzata in tutto il mondo, ma ogni anno è scelta da milioni di studenti e artisti. Fabriano è la carta occidentale, dalle innovazioni dei suoi mastri Cartai è nata nel XIII secolo la carta per come la conosciamo. La filigrana di Fabriano è candidata a essere patrimonio immateriale Unesco;

   le cartiere di Fabriano hanno ricevuto la Medaglia d'onore all'Esposizione industriale di Londra del 1851, la Medaglia d'oro all'Esposizione universale di Parigi del 1889, il Grand prix all'Esposizione internazionale di San Francisco nel 1915 e la Medaglia d'oro alla Fiera Internazionale di Tripoli nel 1927. Fabriano vanta il primo archivio d'impresa in Italia (1964) e la raccolta di filigrane più importante al mondo. Dal 1984 Fabriano è sede del Museo della Carta e della Filigrana. Nel solco della storia della carta, la città di Fabriano è divenuta nel 2013 Città Creativa Unesco per Crafts and Folk art;

   dopo la cessione delle Cartiere Miliani a Fedrigoni, nel 2004 nacque Fabriano Securities sulla base di un investimento nella ditta Mantegazza, specializzata in sistemi di sicurezza e anti-contraffazione;

   specializzate nella carta di qualità, carte speciali e d'arte, carte valore e carta moneta, con l'acquisizione nel 2018 del gruppo Fedrigoni da parte di Bain Capital, fondo finanziario americano, si è proceduto alla dismissione della produzione di carte valori e carta moneta. Attraverso Fabriano Boutique, il gruppo Fedrigoni produce e commercializza tuttora prodotti di cartoleria fine venduti tramite 11 boutique monomarca di proprietà, in Italia e all'estero. Fabriano è il nome del Festival nazionale del disegno;

   nel luglio 2022 Bain Capital sigla un accordo con il fondo BC Partners per il controllo della proprietà di Fedrigoni Group e nel novembre dello stesso anno viene costituita la società Giano 1264 alla quale vengono assegnati lo stabilimento di Rocchetta a Fabriano e la produzione di carta per ufficio;

   nei giorni scorsi Fedrigoni Group, dopo alcune indiscrezioni di stampa comparse durante l'estate, ha annunciato di voler chiudere la società Giano 1264, operante a Fabriano e specializzata nella carta per ufficio: una decisione che comporterà l'esubero di 195 lavoratori attualmente impiegati negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta, ma che coinvolgerà anche un ampio indotto che comprende settori come il trasporto e la logistica;

   la chiusura è prevista al 31 dicembre 2024: dal primo gennaio 2015 andrà in liquidazione il ramo che, produce carta per ufficio e su cui i margini di profitto sono meno redditizzi;

   Fedrigoni Group, pur avendo ammesso di aver tentato invano la vendita degli stabilimenti marchigiani e quindi della società Giano 1264, ha da ultimo precisato di voler di rimanere operativa nelle Marche, consolidando le proprie attività orientate alla produzione di carta da disegno per uso scolastico e artistico, e si dice impegnata a mitigare l'impatto delle sue scelte in termini di esuberi, ma a oggi non vi è alcuna garanzia né sugli investimenti per consolidare la presenza sul territorio, né rispetto alle misure rivolte a chi perde il lavoro;

   tale decisione, tra l'altro, mette a repentaglio un marchio storico e dalla proiezione internazionale, che rischia di non essere più associato alla produzione sul territorio che gli ha dato origine e nome, mortifica uno dei bacini più validi del saper fare italiano, che ha insegnato il modo di produrre la carta al mondo, e non tiene in nessun conto le difficoltà che il fabrianese ha vissuto con la chiusura Antonio Merloni nel 2009 (oggetto della dichiarazione di Area di crisi complessa e di un programma di reindustrializzazione), il terremoto del 2016/2017, del cui cratere sismico la città di Fabriano fa parte, e le incertezze che riguardano il comparto degli elettrodomestici;

   Fabriano rappresenta una vertenza nazionale ed è necessario che il Ministero delle imprese e del made in Italy subentri nella vertenza, perché la chiusura di Giano 1264 rischia di provocare da qui a breve un effetto domino sugli altri stabilimenti di Pioraco e Castelraimondo in provincia di Macerata e di aggiungersi ad altre ventilate crisi territoriali –:

   se non ritengano adottare iniziative di competenza in merito alla vertenza riguardante la chiusura della società Giano 1264 per valutare soluzioni volte a mitigare l'impatto delle decisioni assunte sui lavoratori e l'indotto e a tutela della produzione e dei posti di lavoro e del territorio, se non attraverso soluzioni industriali finalizzate al mantenimento produttivo della linea, oggi a Giano o anche attraverso la sua riqualificazione, utile a scongiurare l'effetto domino su altri stabilimenti;

   se non ritengano di adottare iniziative di competenza volte a far sì che simili scelte siano rinviate per un tempo congruo alla presentazione da parte del gruppo di proposte di investimento nei settori a maggiore redditività e nelle nuove produzioni che Fedrigoni Group sta sviluppando (packaging e carte adesive) e su cui ha realizzato negli anni acquisizioni di imprese a livello globale, trascurando gli investimenti nei siti marchigiani e in particolare fabrianesi;

   se, data la rilevanza nazionale della vertenza che il distretto industriale fabrianese rappresenta, non ritengano adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte ad attivare strumenti di agevolazione che possano supportare il territorio, come in passato si è fatto per la crisi della Antonio Merloni e che ora potrebbe riguardare l'estensione della Zes unica a tutta l'area del cratere sismico del 2016/2017 o degli strumenti di decontribuzione previsti per il Mezzogiorno.

Seduta del 18 ottobre 2024

Illustrazione e replica di Irene Manzi, risposta del Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto

IRENE MANZI. La ringrazio, signora Presidente, e saluto la Sottosegretaria qui presente. Oggi portiamo all'attenzione di quest'Aula una vicenda che sta allarmando in modo molto forte la comunità fabrianese e, più in generale, la regione Marche, in cui si intrecciano le storie della città di Fabriano e del gruppo Fedrigoni. La città di Fabriano - che, dal XIII secolo e in modo ancora più forte a partire dal 1700 con la fondazione delle Cartiere Miliani, dedicate alla produzione della carta, ha intrecciato fortemente il suo nome e la sua storia con la produzione della carta - è riconosciuta universalmente come città della carta e della filigrana e ha ottenuto riconoscimenti importanti e prestigiosi negli anni per questo motivo. Nel 2013 si è vista attribuire, proprio grazie all'artigianalità e all'importanza di questa produzione, l'attribuzione di Città Creativa UNESCO.

La carta Fabriano, con più di 760 anni di storia all'attivo, è una parte fondamentale del made in Italy e del patrimonio culturale italiano, non solo per la commercializzazione in tanti angoli del mondo di questo prodotto, ma anche perché ogni anno viene scelta da studenti e artisti. È la carta, Fabriano, è il luogo delle innovazioni dei maestri cartai ed è il luogo, il nome che rappresenta la carta: come ha ricordato il titolo del consiglio comunale aperto, che si è tenuto lo scorso 12 ottobre proprio a Fabriano, Fabriano è la carta e la carta è Fabriano, in un binomio inscindibile che, a partire dal 2002, si è unito a quello di un altro gruppo storico nella produzione di carte speciali, ossia la Fedrigoni Spa.

La Fedrigoni Spa, proprio nel 2002, aveva acquistato dal Poligrafico dello Stato quelle Cartiere Miliani che rappresentano una parte così significativa di storia della città, investendo, tra l'altro, in maniera significativa su questo comparto e su questo settore. Poi, nel luglio 2022, il fondo BC Partners-Bain Capital ha sottoscritto un accordo per il controllo di Fedrigoni Group, che ha portato alla creazione di quella società da cui prende il titolo la nostra interpellanza, ossia la società Giano 1264, a cui sono stati assegnati gli stabilimenti di Rocchetta e di Fabriano per la produzione della carta per ufficio.

Questa breve premessa storica, e non solo, relativa anche alla produzione che ha riguardato quel territorio, è importante e fondamentale perché ci colloca nella situazione che quegli stabilimenti, quei lavoratori e quella città stanno vivendo in questi giorni.

Dopo ripetute voci di corridoio e indiscrezioni, che si sono succedute nei mesi passati, poche settimane fa, la Fedrigoni group ha annunciato l'intenzione di voler chiudere il 31 dicembre di quest'anno, tra pochissime settimane in questo caso, la società Giano, e ciò comporterà inevitabilmente la chiusura degli stabilimenti di Fabriano e di Rocchetta con il coinvolgimento di 195 lavoratori, tra impiegati e operai; ma non solo, i 195 sono quelli relativi allo stabilimento, ai settori produttivi coinvolti; inevitabilmente questo produrrà un effetto a catena molto grave e preoccupante su tutto l'indotto che opera e che lavora intorno agli stabilimenti. Quindi, dal 1° gennaio 2025 rischia di andare in liquidazione il ramo che produce carta per l'ufficio su cui, secondo l'azienda, i margini di profitto sono meno redditizi; meno redditizi, non assenti quindi, è una differenza non secondaria che ci tengo ad evidenziare.

Tra l'altro, questa decisione si colloca anche in un quadro abbastanza confuso e complesso; confuso perché il management della stessa Fedrigoni S.p.A. ha dichiarato candidamente - mi viene da dire - la sua volontà e il tentativo che è stato fatto anche nei mesi passati di cedere addirittura - escluso lo stabilimento di Sassoferrato - l'intera produzione che quel gruppo ha nelle Marche, comportando delle conseguenze, ovviamente.

Questo progetto non si è realizzato per mancanza di acquirenti ma, ovviamente, non fa ben sperare, nonostante le rassicurazioni che, a parole, in queste settimane, si sono succedute e che lo stesso gruppo aziendale, con una comunicazione - devo dire – burocratica, ha espresso intervenendo non di persona, ma mandando una e-mail, in questo caso una nota, che è stata letta nel corso dello scorso consiglio comunale. La proprietà sostiene di voler continuare a mantenere l'investimento nella carta e nelle Marche soprattutto come un asset strategico, ma, da una parte, lo vende e, dall'altro, dietro una cortina fumogena - mi verrebbe da dire - non esplicita le sue reali intenzioni.

E voglio dare atto, in questa sede, del fatto che le istituzioni - non solo il consiglio comunale, la città di Fabriano, il comune di Fabriano, ma le istituzioni regionali e anche da quello che sappiamo nazionali, e oggi, appunto, chiederemo alcune precisazioni al Governo - si siano e si stiano muovendo, proprio perché nello scorso mese di settembre si è tenuto un primo incontro tra la regione Marche e l'amministrazione comunale di Fabriano; il 7 ottobre si è svolto un incontro tra la regione Marche e le rappresentanze sindacali e tra la stesse rappresentanze sindacali e il gruppo (in questo caso i rappresentanti del gruppo Fedrigoni). L'assessore regionale Aguzzi ha, peraltro, manifestato la disponibilità dello stesso Ministro Urso, a fronte della richiesta inviata dal presidente della regione Acquaroli, di voler convocare un tavolo di concertazione con la proprietà, con i sindacati; cosa che noi riteniamo importante e che è stato ribadito unanimemente da tutte le forze politiche, e lo continuerà ad essere a livello regionale, come a livello di amministrazione locale.

Quello che però veniamo a chiedere questa mattina con l'interpellanza che abbiamo presentato è porre, innanzitutto, l'attenzione, in questa sede, su un tema non solo locale, ma nazionale, proprio per le conseguenze che la chiusura di quell'investimento produttivo così importante rischia di avere su un territorio, quello del distretto fabrianese che, in questi ultimi anni, ha subito contraccolpi economici molto importanti; voglio citare soltanto la crisi della ex Merloni, che è stata oggetto, tra l'altro, di dichiarazione di area di crisi complessa e di un programma, peraltro, di reindustrializzazione che è ancora in atto; la crisi relativa ad Elica che è stata risolta ma presenta tuttora problematiche molto importanti, eventuali problematiche che sono legate alla Beko Europe e all'indotto, a un altro gruppo industriale su cui, appunto, ora scarica - mi viene da dire - questa ulteriore grave crisi.

I sindacati hanno riportato i dati occupazionali, le conseguenze occupazionali che questi anni di crisi economica grave hanno prodotto su quel territorio, uniti, tra l'altro, a un altro evento come è stato quello del terremoto del Centro Italia nel 2016.

Fabriano fa parte del cratere sismico, come ne fanno parte gli altri comuni dove hanno sede gli stabilimenti: Castelraimondo e Pioraco nella parte, tra l'altro, tra le più colpite proprio da quel sisma. Proprio riguardo la situazione occupazionale si registrano, in quell'area, circa 3.700 disoccupati, di cui 2.400 sono over 45 e 900 di essi non percepiscono neanche l'indennità mensile di disoccupazione NASpI. È chiaro che è un'emergenza di cui il Governo deve farsi carico in questa sede.

Noi oggi vogliamo in primo luogo sollecitare la convocazione quanto prima di quel tavolo di concertazione al Ministero. Quanto prima perché? Perché il prossimo 24 ottobre si terrà un nuovo incontro tra la proprietà e i sindacati e sarebbe molto importante che la proprietà si rendesse conto dell'attenzione, dell'importanza con cui il Governo segue quella che è una crisi aziendale locale e nazionale allo stesso tempo, che non può essere, in alcun modo, trascurata. Il primo obiettivo che, a nostro avviso, deve essere raggiunto proprio da quel tavolo di concertazione è quello di avere il tempo necessario per poter valutare effettivamente quelle che potrebbero essere prospettive anche occupazionali alternative ulteriori; lo stesso ordine del giorno che è stato approvato all'unanimità dal consiglio comunale di Fabriano ne individua alcune, ma non solo; anche quelle che il gruppo Fedrigoni continua a ventilare senza però dare, poi, prova concreta di quelli che possono essere i suoi investimenti in questo caso.

E prendere tempo vuol dire superare quella che è la scadenza del 31 dicembre del 2024, in cui è prevista la chiusura appunto, e il licenziamento dei dipendenti, perché non è una scadenza credibile per poter avviare qualunque tipo di soluzione, di piano industriale o la messa in atto di qualunque tipo di prospettiva occupazionale.

Noi riteniamo che questi siano i primi urgenti obiettivi di cui il Governo debba farsi carico in questa sede. Riteniamo, tra l'altro, che sarebbe molto importante che in quella sede di confronto tra i sindacati e la proprietà fosse coinvolta anche l'amministrazione comunale di Fabriano, proprio perché quella crisi economica non ha un rilievo solo finanziario - come il gruppo Fedrigoni sembra rappresentare -, ma ha un rilievo produttivo, economico, sociale per i contraccolpi che rischia davvero di produrre in un territorio che è già provato e privato anche, molto spesso, di opportunità economiche e produttive, proprio perché Fabriano non resti solo semplicemente nel titolo “la città della carta”.

Quello è un marchio che viene utilizzato, tra l'altro, dal gruppo Fedrigoni in ogni sede, anche nelle boutique che vendono quel prodotto così prestigioso e importante. Fabriano non è solo un comune, non è solo una città importante e storica della regione Marche e del nostro Paese; è appunto anche la carta in questo caso, e quindi non si può dimenticare tutto questo. E proprio oggi cogliamo l'opportunità di questa interpellanza, insieme al collega Curti, che marchigiano come me l'ha firmata insieme a tutti i colleghi del gruppo parlamentare del Partito Democratico, a cominciare dalla nostra capogruppo Chiara Braga, che ha sottoscritto, appunto, questo atto.

Approfittiamo, attendendo la sua risposta, anche per esprimere in questa sede la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori e le lavoratrici che erano presenti sabato mattina a Fabriano per ascoltare e per rivendicare con le rappresentanze sindacali e con i rappresentanti politici di tutti i partiti di maggioranza e di opposizione un'attenzione e una strategia, soprattutto; non basta l'attenzione, è chiaro, è necessaria una strategia produttiva, in questo caso, importante su quel territorio.

Quindi, confido nella risposta, in questo caso, da parte della Sottosegretaria affinché oggi sia solo un punto di partenza - questo è ben chiaro a tutti - ma lo sia effettivamente e si parta, in questo caso; e su questo, da parte della politica non c'è alcuna volontà di dividersi. Ciò è stato rimarcato in ogni sede, anche a livello regionale e lo ribadisco in questa sede nazionale perché non lo meritano i lavoratori, non lo merita quel territorio che ha già pesantemente pagato anni di crisi economica, sociale e produttiva e che, quindi, in questo momento, richiede fortemente attenzione, investimenti e prospettive, anche soprattutto future, di crescita.

 

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Irene Manzi per la descrizione di un quadro estremamente complesso e, purtroppo, reale della situazione che insiste su quel territorio.

Per venire all'interpellanza odierna, l'industria cartiera - è stato detto - è una delle grandi manifatture del made in Italy e la carta Fabriano è senz'altro il simbolo della qualità nazionale di questo settore, come rappresentano proprio gli onorevoli interpellanti.

È notizia di questi giorni, tuttavia, la decisione del gruppo Fedrigoni di far cessare - dal 1° gennaio 2025 - ogni attività commerciale e produttiva della Giano Srl, che si occupa del business della carta per ufficio, con conseguenze negative per i 195 lavoratori coinvolti, concentrati nei due stabilimenti di Fabriano e Rocchetta.

Tale decisione, inoltre, avrebbe un impatto negativo sull'intero indotto. Essa infatti insisterebbe su un territorio già provato da altre crisi industriali, nonché dal sisma del 2016-2017.

Per tale ragione, appresa tale decisione, abbiamo avviato immediati contatti con il presidente della regione Marche e ci siamo mostrati sin da subito disponibili a convocare un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate, al fine di seguire l'evoluzione della situazione e individuare ogni possibile soluzione a questa situazione di crisi, valutando anche le iniziative proposte dagli onorevoli interpellanti.

Il citato tavolo è stato convocato per il prossimo 4 novembre e sarà presieduto direttamente dal Ministro Urso.

Al momento, informo che si stanno tenendo incontri in loco tra azienda e organizzazioni sindacali: due incontri si sono tenuti l'8 e il 9 ottobre, come lei ha già anticipato; il prossimo è previsto esattamente per il 24 ottobre. I competenti uffici del Ministero stanno, dunque, monitorando l'evoluzione del confronto tra le parti, in raccordo con le organizzazioni sindacali.

Sentito anche il Ministero del Lavoro sulla vicenda, rappresento inoltre che il comune di Fabriano è incluso tra i territori dell'area di crisi industriale complessa del gruppo Merloni. L'accordo di programma per la disciplina e l'attuazione degli interventi di reindustrializzazione di quest'area di crisi è stato rinnovato il 3 maggio di quest'anno, 2024. Per i lavoratori che ricadono in questa area di crisi industriale complessa, pertanto, sono anche previsti ammortizzatori sociali in deroga, ammissibili quando l'impresa non possa ricorrere ad altro trattamento di integrazione salariale previsto dalla normativa.

Il Ministero del Lavoro, al riguardo, ha fatto sapere che la società, ad oggi, non ha richiesto la cassa integrazione guadagni straordinaria per area di crisi complessa.

Pertanto, posso assicurare il massimo impegno da parte del Ministero delle Imprese e del made in Italy ad intervenire in questa situazione, a tutela della produzione e dei posti di lavoro della società Giano 1264 e di tutto il suo indotto, come pure della manifattura italiana della carta.

IRENE MANZI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria, mi dichiaro parzialmente soddisfatta e ci tengo a spiegare il perché in questo caso. Colgo, ovviamente, con favore il fatto che sia stata stabilita una data. L'interpellanza è stata depositata la scorsa settimana, prima anche dello stesso consiglio comunale aperto, in cui si sollecitava, da parte del Ministero, la fissazione di una data di incontro del tavolo con la proprietà e con le parti sociali. Però, purtroppo, il 4 novembre rischia di essere, nell'orizzonte temporale del 31 dicembre di quest'anno, davvero molto in là come scadenza, anche alla luce dell'incontro che si terrà la prossima settimana, il 24 ottobre.

Quindi, il nostro auspicio è che si tenti di anticipare questo incontro già fissato, per un motivo molto semplice: la proprietà deve avvertire, in modo molto chiaro e netto, il fatto che non si possa chiudere da un giorno all'altro una realtà meno redditizia. Ci tengo ancora una volta a dirlo, perché capisco che nelle logiche produttive di un fondo internazionale contino i livelli di redditività degli stabilimenti, ma quegli stabilimenti occupano persone e occupano famiglie in questo senso. Quindi, non si può essere in alcun modo indifferenti davanti a questi eventuali, ulteriori investimenti che vengono richiamati dal gruppo Fedrigoni, senza sapere, però, quali effettivamente saranno, quali saranno gli impegni concreti che lo stesso intende porre e prendere rispetto a quel territorio.

Noi siamo molto preoccupati e ci teniamo a ribadirlo in questo senso, perché l'obiettivo fondamentale e primario che, a nostro avviso, deve essere raggiunto in questo momento è spostare in avanti la scadenza del 31 dicembre, che rischia davvero di essere un colpo mortale inferto a quel territorio, perché, se si chiude il 31 dicembre, rischia, in realtà, anche di allontanarsi qualunque tipo di impegno o di investimento. Peraltro, lei ha ricordato - e la ringrazio anche per le ulteriori verifiche effettuate presso il Ministero del Lavoro - che la società non ha fatto alcun tipo di richiesta, che fa pensare che non ci sia, in realtà, un grande interesse o attenzione per quell'area. E, invece, è necessario che questo avvenga. È importante - e cito proprio le parole di quell'ordine del giorno che è stato approvato sabato scorso, all'unanimità, dal consiglio comunale - che siano definite in modo chiaro le alternative industriali a cui il gruppo Fedrigoni fa riferimento, perché queste alternative non siano semplicemente degli slogan o una cortina fumogena dietro cui ci si nasconde in attesa del 31 dicembre. È importante, quindi, il confronto rinnovato con le parti sociali, sarà importante il 24 ottobre prossimo e continuerà ad esserlo, soprattutto perché a queste considerazioni dovrà accompagnarsi la valutazione di ogni intervento possibile per salvaguardare l'occupazione in quel territorio.

L'ordine del giorno del consiglio comunale di Fabriano, peraltro, ha fatto riferimento non soltanto alle alternative che debbono essere offerte dal gruppo Fedrigoni, ma anche al possibile coinvolgimento del Poligrafico dello Stato e della Banca d'Italia, a cui si guarda, comunque, come una delle alternative possibili da considerare, su cui anche il Governo dovrà valutare ogni strada possibile, che parta da una presa di responsabilità chiara da parte della proprietà, che deve rendersi conto dell'impatto devastante che questa crisi rischia di produrre su un territorio

Abbiamo ricordato in quest'Aula, pochi giorni fa, Francesco Merloni, che lega - e continua a legare - la sua famiglia alla storia di Fabriano. Ecco, quella città rischia davvero di essere ulteriormente travolta da questa crisi economica; quella città e quel territorio, quell'area di crisi complessa, che lei stessa ha ricordato. Quindi, è importante che ci sia una presa in carico in quel tavolo di concertazione e auspichiamo, ancora una volta, in questa sede, che si possa anticipare quella data del 4 novembre che è fondamentale, appunto, rispetto alla scadenza del 31 dicembre.

Ottenuto questo, sarà necessario evidenziare ogni possibile soluzione per quel territorio e ogni possibile soluzione anche per quell'area - verrebbe da dire - in cui Fabriano rientra, che è l'area del cratere sismico. Sono orizzonti, questi, di più lungo periodo per quella questione nazionale - mi verrebbe da dire - che riguarda quel sisma del Centro Italia e quei territori che sono stati colpiti dal sisma del Centro Italia. C'erano state delle proposte, anche avanzate dal gruppo del Partito Democratico, relative all'estensione, per esempio, delle misure legate alla ZES anche a quel territorio o ad altri tipi di decontribuzione validi per il Mezzogiorno, perché, purtroppo, quelle crisi produttive, la crisi finanziaria legata a Banca Marche, stanno producendo, a cascata, un effetto domino che rischia di travolgere quelle comunità. Quelle comunità che sono ben rappresentate - Fabriano, in particolar modo - da quel bellissimo documentario del 1958, trasmesso dalla Rai, intitolato Nella città dei maestri cartai di Fabriano, che era stato girato nelle allora Cartiere Miliani, che oggi sono state ricomprese nel gruppo Fedrigoni.

Quindi, noi continueremo - e concludo - a seguire attivamente, a livello locale, come a livello nazionale, con l'amministrazione comunale, con la regione Marche, gli esiti del tavolo e della crisi, proprio perché oggi, in realtà, si metta un primo punto di una lunga strategia, che deve essere messa in atto e che noi riteniamo necessaria e fondamentale per salvaguardare quelle comunità e il diritto al lavoro di quei lavoratori e delle loro famiglie, che c'erano quel giorno e che hanno ribadito con forza l'attenzione delle istituzioni rispetto a una crisi sociale ed economica. C'era anche l'arcivescovo di Camerino e Fabriano, che ha molto fatto leva su quanto sia stato impoverito socialmente quel territorio. Penso che siano considerazioni su cui, come rappresentanti delle istituzioni, non possiamo non riflettere e di cui non possiamo non farci carico.

Quindi, ecco il motivo della mia parziale soddisfazione e ringrazio, comunque, la Sottosegretaria per essere qui a rispondere al nostro atto e spero, appunto, che potremo continuare ad avere questo proficuo confronto, anche facendo da tramite, ovviamente, alle rappresentanze locali politiche e istituzionali che osservano e che si fanno anche esse parti attive, appunto, rispetto a una soluzione concreta di quella crisi economica, di quella crisi occupazionale in cui, in questo momento, il futuro, appunto, sembra essere molto fosco e speriamo, invece, che le nuvole si diradino e portino a esiti importanti e significativi per la città di Fabriano.