14/01/2025
Andrea Casu
Scotto, Roggiani, Fornaro, De Luca, Scarpa, Bonafè, Simiani, Di Sanzo, Gribaudo, Vaccari, Carè, Girelli, Malavasi, Ghio, Ubaldo Pagano, Marino, Di Biase, Serracchiani, Iacono, Ascani
2-00506

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:

   la carenza di personale nel sistema della pubblica amministrazione è estremamente grave, come evidenziato dal Piano integrato di attività e organizzazione (Piao 2024-2026);

   ad esempio, il Piao 2024-2026 del Ministero dell'economia e finanze, a pagina 65, fornisce due tabelle che rappresentano il rapporto tra il personale di ruolo e in servizio rispetto alla dotazione organica di diritto vigente al 31 dicembre 2023, evidenziando posti vacanti non coperti;

   in particolare, la prima tabella riguarda la «Scopertura dotazione organica e personale di ruolo». In sintesi si legge che la dotazione organica di diritto del Ministero è (tra dirigenti e non dirigenti) di 14.000 unità. Al 31 dicembre 2023 il personale di ruolo risultava di 9.165 unità, con quindi 4.835 posti di ruolo vacanti. La seconda tabella fa, invece, riferimento a «Scopertura e dotazione organica e personale in servizio». Prendendo sempre la dotazione organica di diritto del Ministero sopra ricordata, si osserva che evidenza che in servizio al 31 dicembre 2023 risultano 9.431 unità, con una scopertura di 4.569 posti di personale in servizio vacanti;

   discorso analogo se si esamina il Piao 2024-2026 del Ministero dell'interno, dove, a pagina 76, si osserva che la forza effettiva della Polizia di Stato alla data del 31 dicembre 2023 è composta da 99.137 unità mentre la dotazione organica prevista è di 109.408 unità. Inoltre, nell'ambito di tutte le carriere e i ruoli della Polizia di Stato, il 6 per cento del personale ha meno di 25 anni, il 19 per cento ha tra i 25 e 34 anni, il 16 per cento ha tra i 35 e 44 anni, il 37 per cento ha tra i 45 e 54 anni e il 22 per cento ha più di 54 anni;

   la necessità di assumere in tempi rapidi nuovo personale è evidenziata anche dalle stime dei sindacati più rappresentativi, secondo le quali entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza e durante il Forum PA del maggio 2023 è stato osservato che entro il 2033 oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione, mentre più volte lo stesso Ministro interpellato ha fatto riferimento ad un piano di assunzioni di 340 mila unità nel biennio 2023-2024;

   proprio per favorire il rafforzamento e il rinnovamento della pubblica amministrazione il Gruppo del Partito Democratico, unendosi ai tanti comitati, alle associazioni e ai sindacati nell'azione politica, ha presentato numerosi emendamenti, ordini del giorno, interrogazioni e una proposta di legge volta ad annullare gli effetti della cosiddetta norma «blocca idonei» introdotta dal Governo, non ritenendo che esista un conflitto tra il potenziale utilizzo totale delle graduatorie quando le amministrazioni lo richiedano per sopperire alle proprie carenze di organico, la loro eventuale proroga quando necessaria, e lo svolgimento di nuovi concorsi;

   in particolare, per quel che riguarda le proroghe, non si tratta assolutamente, come ha affermato il Ministro interpellato durante la sua audizione in Commissione parlamentare per la semplificazione il 25 settembre 2024, di volere che le graduatorie durino 10 anni, ma esattamente, al contrario, di farle scorrere integralmente quanto più rapidamente possibile, tenendo presente che le eventuali proroghe, considerate le immense attuali carenze, sono motivate esclusivamente dai ritardi negli scorrimenti e nelle assunzioni, nonostante la disponibilità degli idonei a prendere servizio;

   quanto sopra esposto diviene ancora più rilevante dopo la sentenza n. 9488 del 26 novembre 2024 della IV sezione del Consiglio di Stato con la quale sono state bloccate le procedure concorsuali dei Ministeri dell'agricoltura e della difesa, avviate nonostante fossero ancora valide le graduatorie di concorsi precedentemente effettuati;

   la citata sentenza osserva tra l'altro che «(...) i due concorsi di cui ai bandi pubblicati nelle date del 29 dicembre 2023 e del 28 dicembre 2023, (...), risultano essere stati indetti, (...) in un periodo in cui la graduatoria (...) era senza dubbio ancora efficace, essendo stata pubblicata il 14 gennaio 2022. La suddetta circostanza, in verità centrale per la soluzione della controversia e, in particolare, per la valutazione della legittimità dei bandi stessi, avrebbe dovuto essere oggetto di specifica considerazione da parte dell'Amministrazione (...)»;

   a parere degli interpellanti si è di fronte ad un vero e proprio cortocircuito causato dall'azione del Governo che danneggia per prima proprio la pubblica amministrazione;

   le scelte del Governo, infatti, da un lato impediscono a chi ha fatto un concorso ed è in attesa di scorrimento della graduatoria di entrare rapidamente in servizio e, dall'altro, non permettono a coloro che hanno vinto i nuovi concorsi di essere assunti, pur avendone il diritto, a causa della decisione del Governo di bandire nuovi concorsi pur esistendo graduatorie ancora in vigore, decisione che il Consiglio di Stato non ha potuto che sanzionare;

   al riguardo, l'11 dicembre 2024 il gruppo del Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno (n. 9/2119-A/27) che inspiegabilmente non è stato accolto da parte del Governo –:

   se il Ministro interpellato abbia intrapreso o intenda intraprendere rapidamente tutte le iniziative di competenza per garantire il superamento di ogni ostacolo normativo che impedisce il rinnovamento e rafforzamento della pubblica amministrazione, sia attraverso lo strumento dello scorrimento delle graduatorie sia attraverso una nuova stagione di concorsi;

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto accaduto, e che iniziative intenda porre in essere per evitare che possano verificarsi situazioni simili a quelle avvenute per i concorsi annullati dal Consiglio di Stato;

   se intenda adottare iniziative normative o organizzative che permettano di consentire l'immediata sostituzione dei rinunciatari e l'immediato scorrimento delle posizioni risultate vacanti, con conseguente riduzione drastica dei tempi di assunzione;

   se ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte ad abrogare la cosiddetta norma «blocca idonei» o perlomeno a superarne la rigidità, immaginando una flessibilità o una deroga specifica qualora l'amministrazione interessata a procedere ai piani assunzionali manifesti l'interesse, a mantenere graduatorie superiori al 20 per cento.

Seduta del 17 gennaio 2025

Illustrazione di Andrea Casu, risposta del Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la sicurezza energetica, replica di Andrea Casu

ANDREA CASU, Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, studenti che oggi partecipate ai nostri lavori, intervengo, a nome del gruppo del Partito Democratico con al mio fianco Arturo Scotto, per presentare un'interpellanza urgente che tutte e tutti insieme valutiamo molto importante.

È la prima interpellanza che portiamo insieme al confronto in questo nuovo anno. Un nuovo anno è sempre un'occasione per un nuovo inizio e speriamo, con questo auspicio, di aver messo insieme alcuni punti di una grande vertenza nazionale, che è la vertenza per il rinnovamento e rafforzamento della pubblica amministrazione. Non è una battaglia politica di parte, è nell'interesse generale, è nell'interesse nazionale. Noi abbiamo sempre cercato di portare dentro il confronto, anche il confronto parlamentare, nei decreti cosiddetti Lavoro che avete presentato, in altri passaggi sulla pubblica amministrazione, le idee, le forze, la voce di migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi, donne e uomini che si stanno mobilitando sul territorio per cercare di sanare alcune gravi ingiustizie che pesano sulla loro vita e sul destino del Paese. Alcune scelte le abbiamo anche condivise. Penso agli emendamenti che hanno consentito di inserire le convenzioni dei concorsi unici che hanno consentito di utilizzare risorse pronte e preparate, donne e uomini che avevano già fatto un concorso e potevano immediatamente essere resi disponibili per colmare le gravissime carenze che viviamo. Alcune scelte le abbiamo fortemente avversate. Penso all'assurdo, incomprensibile, ingiustificabile blocco al 20 per cento degli scorrimenti, che non ha senso. Molto banalmente perché ci sono esigenze diverse. Laddove ci sono delle esigenze e c'è una risposta a queste esigenze perché inserire a monte un blocco normativo al fatto che non possono essere soddisfatte quelle esigenze con tutte le risorse disponibili? Perché, vedete, non è il Partito Democratico, non è l'opposizione, non sono i sindacati, non sono i comitati a dire che non è vero che è uno scontro quello fra gli scorrimenti e le proroghe delle graduatorie esistenti e una nuova stagione di concorsi; ma è la matematica. Se abbiamo 300.000 persone in quiescenza da adesso al 2026, se abbiamo un milione di persone che lasceranno il posto di lavoro nella pubblica amministrazione da qui a dieci anni, se abbiamo una esigenza certificata dai PIAO di mancanze; altroché blocco del turnover. Serve lo sblocco del turnover perché abbiamo bisogno di persone che possano sostituire le persone. Sono già carenti in Ministeri fondamentali. Abbiamo fatto in questa interpellanza l'esempio del MEF, dell'Interno, ma così vale per tantissimi Ministeri, per non parlare degli enti locali, per non parlare di tantissime novità. È chiaro che noi dovremmo fare entrambe le cose: da un lato, attingere a tutte le energie immediatamente disponibili e pronte a metterle in campo; al tempo stesso, costruire una stagione di concorsi che ci consenta di identificare e programmare tutti questi ingressi. Una cosa che, però, non è vera è ciò che ci è stato detto dal Ministro in un'audizione che abbiamo avuto in Commissione semplificazione e cioè che, quando noi poniamo il tema di alcune proroghe necessarie a garantire che possano essere chiamate tutte le persone che servirebbero in questo momento a colmare le garanzie dei PIAO oppure quando poniamo alcuni temi legati allo scorrimento che va troppo a rilento di alcune graduatorie, ci viene detto: il nostro obiettivo è far durare le graduatorie per dieci anni. Non è vero, non lo abbiamo mai chiesto, non lo chiede nessuno. Nessuno immagina che bisogna immaginare graduatorie in cui si trascorre l'intera vita. Il tema è esattamente l'opposto. Noi vi chiediamo di non condannare decine, centinaia di migliaia di italiani e italiane a dover continuare a fare sistematicamente concorsi di dieci anni, vincerli, diventare idonei, potere essere chiamati ma nel frattempo il concorso scade oppure sono già state fatte chiamate fino al 20 per cento, ma loro sono al 21 per cento e allora fanno un altro concorso. E poi si ricomincia.

È questa esperienza kafkiana che stanno vivendo le persone che vi chiediamo di correggere. Nella nostra interpellanza noi facciamo anche un esempio concreto di dove ci sta portando questo atteggiamento da parte del Governo di chiusura nei confronti non solo delle proroghe ma anche degli scorrimenti integrali delle graduatorie. Una sentenza del Consiglio di Stato realizza quello che è un corto circuito pericolosissimo, cioè che certifica il fatto che aver fatto partire nuovi concorsi quando ancora si poteva attingere a graduatorie precedenti per assolvere alle necessità di due Ministeri importanti che sono coinvolti sta generando giuridicamente - non solo politicamente, non solo socialmente - una paralisi perché, da un lato, blocca le legittime aspirazioni di coloro i quali hanno vinto questi nuovi concorsi che avrebbero tutto il diritto di entrare perché hanno fatto dei concorsi e non dovrebbero essere bloccati da nessuno, dovrebbero immediatamente entrare in quanto c'è bisogno di loro negli uffici per garantire i servizi ai cittadini, ma, dall'altro, non risolve nemmeno il problema di chi aveva fatto ricorso perché chiaramente, nel frattempo, nonostante le nostre ripetute richieste che non avete assolto, quelle graduatorie sono scadute. E non può essere una sentenza, ma deve essere un intervento normativo a garantire una proroga. Quindi, a un certo punto la giustizia si ferma ed entra in campo la politica. Entrano in campo le responsabilità politiche. Per questo, noi abbiamo posto quattro quesiti. Sono i quesiti con cui cominciamo questo nuovo anno e vi preannunciamo che continueremo a porgerveli per tutto l'anno. Noi auspichiamo oggi di poter avere una risposta esaustiva e positiva. Io spero veramente di poter - per la prima volta - dichiararmi soddisfatto di una risposta a un'interpellanza e dare una bella notizia al Paese, che ci sta guardando e che sta aspettando di sapere. Però, su questi quattro punti noi vogliamo che ci sia una risposta chiara del Governo, senza sentirci dire che stiamo chiedendo di fare durare le graduatorie dieci anni perché questo non è il tempo. Noi stiamo chiedendo di evitare un incubo che dura dieci o più anni a tantissime italiane e tantissimi italiani.

Ecco, la prima questione è quella degli ostacoli normativi che hanno portato anche a questa situazione, anche a questo corto circuito. Se è stato possibile fare dei concorsi, mentre nel frattempo c'era la possibilità di fare gli attingimenti e se non ci sono norme chiare in questo senso che evitino che si possa andare nella direzione di una stasi o di un blocco totale che blocca gli uni e gli altri, bisogna intervenire in sede normativa. Noi abbiamo delle proposte. Abbiamo una proposta di legge Sblocca idonei. Se la maggioranza vuole avanzare le proposte, si faccia avanti. Confrontiamoci in Parlamento. Siamo pronti a votare ogni situazione, ma bisogna fare sì che si metta nero su bianco nelle norme che quello che è successo con questo ricorso al Consiglio di Stato, sia alle persone che avevano fatto il nuovo concorso che alle persone che aspettavano inutilmente la chiamata e che si sono visti bandire un nuovo concorso quando erano ancora idonei e la graduatoria era in corso di validità, non accada mai più. E bisogna intervenire in sede normativa perché noi interveniamo scrivendo le leggi, quindi vi chiediamo un impegno in tal senso.

Il secondo punto è specifico su questa vicenda, cioè se il Governo nella sua responsabilità è a conoscenza - l'abbiamo fatto con un intervento in Aula, abbiamo chiesto più volte un confronto con il Ministro, abbiamo presentato delle interrogazioni, facciamo un'azione puntuale in Commissione lavoro con Arturo Scotto e con tutti i membri della Commissione lavoro quotidianamente -, noi chiediamo veramente che ci sia una risposta su cosa sta facendo il Governo per queste persone coinvolte in questa vicenda che si trovano in questo corto circuito, gli uni e gli altri perché noi non mettiamo davanti nessuno, mettiamo davanti gli interessi del Paese.

La terza questione è sui tempi, sulla velocità. Più volte ci è stato risposto che effettivamente si sono velocizzate alcune procedure anche attraverso l'utilizzo del portale inPA e attraverso alcuni strumenti digitali. Siamo nel 2025, è molto positivo che alcune procedure siano andando in una dimensione sempre più digitale e noi questo lo auspichiamo. Comprendiamo che i tempi dei concorsi abbiano delle esigenze incomprimibili, quindi non potremo mai avere un'azione istantanea che possa essere una chiamata immediata, ma i mesi sono veramente troppi e le procedure sono veramente complicate. E troppe volte c'è un gioco dell'oca in cui non si capisce: c'è lo scorrimento, c'è il richiamo, vai avanti, vai indietro ... A perdere in questo gioco sono tutti. Quindi, c'è necessità di intervenire ulteriormente sui tempi e sulle procedure.

L'ultimo è veramente, secondo noi, un punto su cui speriamo che si apra uno spiraglio, perché non ci sarebbe nessuna motivazione sensata per non aprire uno spiraglio. Noi vi diciamo: se non volete abrogare la legge Blocca idonei - che noi vi stiamo chiedendo in tutti i modi di cancellare, perché è una legge contro gli interessi nazionali, contro l'interesse del Paese - perlomeno vi invitiamo a superarne le rigidità, immaginando una flessibilità e una deroga specifica qualora l'amministrazione interessata a procedere ai piani assunzionali manifesti l'interesse a mantenere graduatorie superiori al 20 per cento. Come si può essere contrari a questo?

Avete fissato un principio, che è ingiusto e illogico. Se un'amministrazione si rivolge a voi per dire “noi, però, questo limite non siamo nelle condizioni di poterlo assolvere”, possiamo allora intervenire in sede normativa per far sì che questo obbligo non sia una spada di Damocle che pende in maniera inesorabile sul destino del Paese ma sia, invece, un limite che può essere soggetto a deroghe, se richieste dalle amministrazioni interessate che hanno bisogno di nuove energie subito?

Noi non vi chiediamo di fare questo per noi dell'opposizione, anche se vi vogliamo dire che sarebbe un segnale molto forte e che lo apprezzeremmo molto, perché dimostrerebbe un'attenzione nei confronti del Paese reale, di quel Paese che troppo spesso nel dibattito pubblico sembra dimenticato, che non trova cittadinanza. Quindi, noi veramente politicamente lo considereremmo un fatto molto positivo. Vi chiediamo di tenere conto dei sacrifici immensi a cui vanno incontro tutte le persone, le donne e gli uomini coinvolti in queste procedure, perché è molto complicato, mentre già si lavora, magari studiare di notte, tornare a casa e sottrarre tempo alla famiglia, agli affetti, alla propria vita personale per riuscire a fare uno scatto in avanti di carriera fondato sui propri meriti, sulle proprie capacità, sullo studio. Quindi, è una condizione molto, molto complicata per tantissime persone. E vedersi poi frustrata questa possibilità - dopo aver fatto il concorso e dopo aver ottenuto il risultato, sentendosi dire “no, non sei rientrato nel 20 per cento; no, non ce l'hai fatta e devi ricominciare di nuovo” - è veramente complicato.

Ancora di più - anche se non si può dire “di più”, perché sono tutte difficoltà diverse - non è meno difficile vivere anche un'altra condizione di precarietà esistenziale, che è la precarietà esistenziale che io trovo in tante comunicazioni e lettere che, come opposizione, riceviamo. Io non voglio immaginare, con tutte le lettere che noi riceviamo ogni giorno, quante ne riceve chi oggi è al Governo, che ha in mano le leve che potrebbero veramente modificare alcune delle cose che stiamo dicendo.

L'altra condizione veramente inaccettabile e insostenibile è quella delle tante donne e tanti uomini che vorrebbero magari fare una famiglia ma che vivono quella precarietà lavorativa che li porta costantemente a rinviare l'appuntamento più importante della propria vita, con la possibilità, magari, di decidere di avere un figlio e di averlo insieme, proprio perché non vedono quella certezza che dipende da una chiamata che già meritano, che già hanno dimostrato di meritare.

Tutte queste persone meriterebbero una risposta, ma noi non vi chiediamo di farlo né solo per noi né solo per loro; vi chiediamo di farlo per le cittadine e i cittadini, perché i servizi coinvolti da questa grande vertenza nazionale sono i servizi indispensabili ed essenziali per tutti. Sono i problemi che noi incontriamo ogni giorno quando troviamo difficoltà a ottenere un certificato, quando troviamo difficoltà e ci lamentiamo e diciamo che le cose non funzionano come dovrebbero. Ma non funzionano come dovrebbero perché camminano sulle gambe di donne e di uomini che sono sempre di meno dall'altra parte dei nostri sportelli, che sono sempre più in difficoltà. Quanto, invece, l'arrivo in un ufficio di una nuova energia, anche con il suo entusiasmo, rivitalizza, ricarica e rimette in movimento!

È un elenco infinito quello che potremmo fare. Pensiamo ai concorsi unici, ai funzionari, assistenti, ai profili amministrativi, economici e informatici. Poi pensiamo alla sicurezza: stiamo parlando di concorsi in Polizia, in Polizia scientifica, in Guardia di finanza; pensiamo ai concorsi unici del lavoro, con la grande questione dei funzionari, degli ispettori, dei centri per l'impiego, dei centri per l'impiego in tutta Italia e, soprattutto, nel Mezzogiorno, e penso, appunto, alla Sicilia e alle regioni meridionali ma non solo.

Poi coinvolge tutti i livelli: passiamo dai concorsi nella Consob ai concorsi nella scuola e nella sanità, all'Agenzia delle dogane e dei monopoli, all'Agenzia delle entrate, che ha fatto alcuni importanti scorrimenti ma ci sono tante persone ancora in attesa, alle ASL, alla sanità, ai dirigenti scolastici e ai docenti.

Poi, ci sono gli enti locali. Noi abbiamo un tema anche di enti locali che hanno - l'abbiamo segnalato, per esempio, per Roma capitale con alcune interrogazioni - necessità assunzionali, di convenzioni, che hanno fatto richiesta di poter fare convenzioni, di poter attingere ad alcune graduatorie e ancora non hanno ricevuto risposta dal Ministero, per quanto io sappia e per quanto è attestato dal fatto che non avete ancora risposto alle interrogazioni. Poi, la polizia locale…

 …e faccio il caso di Catania. Potrei continuare con i Ministeri, quelli per cui sono stati annullati i concorsi, con le regioni - il caso della regione Lombardia -, con gli addetti all'ufficio del processo, con la coesione per il Sud e non solo, addirittura con la Presidenza del Consiglio dei ministri. Queste sono alcune delle comunicazioni che abbiamo ricevuto solo nelle ultime settimane.

C'è un intero Paese che bussa alla porta del Governo, che bussa alla porta del Parlamento e che vuole una risposta a queste domande. Auspichiamo che oggi sia il momento in cui questa risposta finalmente arrivI.

CLAUDIO BARBARO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interpellante per l'opportunità che mi viene offerta di mettere in chiaro alcuni aspetti circa le questioni importanti oggetto dell'interpellanza.

Il rafforzamento della capacità amministrativa della pubblica amministrazione, l'investimento sulle nuove generazioni, l'elevazione della qualità dei dipendenti pubblici, la valorizzazione e l'ammodernamento delle procedure concorsuali, a cui corrisponde un sistema di reperimento di personale più veloce ed efficiente, sono sempre stati e rimangono un'assoluta priorità del mio Dicastero.

Devo, tuttavia, evidenziare, rispetto a quanto espresso nelle premesse dell'interpellanza in discussione, che non esistono ostacoli normativi che impediscono il rafforzamento della pubblica amministrazione ed è fuorviante ritenere collegati istituti antinomici tra di loro, come, appunto, lo scorrimento delle graduatorie di idonei, cioè di chi il concorso non lo ha vinto, e l'avvio di una nuova stagione di concorsi, che è già una realtà merito di questo Governo e della quale, evidentemente, l'onorevole interpellante non si è ancora accorto.

Cito soltanto due dati utili a chiarire quanto sia già una realtà l'auspicata nuova stagione dei concorsi: dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 il totale delle posizioni pubblicate sul portale inPA è pari a 104.503 per le 13.066 pubblicazioni (di cui 97.906 posizioni relative agli 8.913 bandi di concorso pubblicati). Il totale delle candidature gestite dal portale inPA nell'anno 2023 è pari a 816.307 (di cui 759.567 relative a bandi di concorso); dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 il totale delle posizioni pubblicate sul portale inPA è pari a 347.978 per le 22.334 pubblicazioni (di cui 336.814 posizioni relative ai 15.618 bandi di concorso pubblicati nell'ambito di 22.000 pubblicazioni effettuate). Il totale delle candidature gestite dal portale inPA nell'anno 2024 è pari a 1.291.157 (di cui 1.193.524 relative a bandi di concorso).

Sono inoltre stati significativamente ridotti i tempi delle procedure concorsuali grazie al portale inPA, diventato l'unico canale digitale di accesso alla pubblica amministrazione. Prima della pandemia il tempo medio di un concorso era di 780 giorni e siamo passati oggi a sei mesi, consentendo, pertanto, a chiunque manifesti un costante impegno nello studio di fruire di chance di accesso sempre maggiori, sempre più veloci e in un contesto sempre più attrattivo.

Ci siamo concentrati sui giovani neolaureati fino a 24 anni, consentendo loro di accedere, attraverso meccanismi snelli ed efficienti, alla pubblica amministrazione con contratti di apprendistato da trasformare poi in contratti a tempo indeterminato e stiamo per fare altrettanto per i diplomati.

Ma, soprattutto, ci siamo concentrati sul reperimento delle migliori risorse disponibili sul mercato del lavoro e questo è un dovere irrinunciabile sia nell'interesse dell'amministrazione sia, soprattutto, nell'interesse dei cittadini, cui è necessario offrire la migliore qualità possibile di servizi.

Oggi i concorsi sono continui, costanti e veloci. Le procedure sono snelle e le assunzioni avvengono regolarmente in tempi brevissimi. Chiunque aspiri a entrare nella pubblica amministrazione ha, in questo momento, tutte le possibilità per tentare e riuscire senza attendere anni come, purtroppo, avveniva invece in passato. E l'obiettivo è proprio quello di continuare a valorizzare il capitale umano consentendo a un sempre maggior numero di persone di accedere alla pubblica amministrazione. Con riguardo invece alle recenti pronunce del Consiglio di Stato a cui si fa riferimento nell'interpellanza in oggetto, evidenzio che con l'Avvocatura dello Stato sono in corso tutti gli approfondimenti necessari che la questione impone e che saranno adottate, nelle sedi opportune e nel rispetto della legge, tutte le azioni necessarie a risolvere la situazione.

Rispetto al tema delle rinunce, già oggi i bandi di concorso organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica indicano le sedi di lavoro, per cui i candidati hanno piena consapevolezza del luogo in cui lavoreranno. In sintesi, le misure organizzative e normative adottate mirano già a ridurre il rischio di rinuncia, fermo restando che molti candidati rinunciano all'assunzione per un altro posto di lavoro nella pubblica istruzione in quanto, mettendosi in gioco in più selezioni pubbliche (data la pluralità dei concorsi che questa nuova stagione porta con sé), vincono diversi concorsi. Ciò nondimeno, per soddisfare le esigenze assunzionali delle pubbliche amministrazioni, anche in caso di rinuncia, il Dipartimento della funzione pubblica risponde costantemente alle richieste delle pubbliche amministrazioni di scorrimento di graduatorie di concorsi unici, anche attraverso il portale unico del reclutamento inPA.

Infine, con riguardo al tema del “taglia-idonei”, voglio evidenziare che la disposizione evocata già contiene ambiti soggettivi di esclusione che riguardano particolari categorie di personale (il personale sanitario e sociosanitario, educativo e scolastico, compreso quello impiegato nei servizi educativo-scolastici gestiti direttamente dai comuni e dalle unioni di comuni, e dei ricercatori nonché le procedure concorsuali bandite dalle regioni, dalle province, dagli enti locali o da enti o agenzie da questi controllati o partecipati che prevedano un numero di posti messi a concorso non superiore a venti unità e per i comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti e per l'effettuazione di assunzioni a tempo determinato).

La disposizione, tutt'altro che rigida, prevede poi margini di flessibilità che non a caso sono stati recentemente utilizzati. Infatti, previa intesa in Conferenza unificata, con decreto del Ministro per la Pubblica amministrazione del 13 settembre 2024 - recante adozione di ulteriori modalità applicative delle disposizioni in materia di idoneità nelle graduatorie dei concorsi pubblici di cui all'articolo 35, comma 5-ter, quarto periodo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - sono stati esclusi dall'applicazione del limite del 20 per cento di idonei i concorsi banditi per un numero di posti non superiore a venti unità per il reclutamento di personale del profilo tecnologo e tecnico e di quello amministrativo negli enti di ricerca; di personale amministrativo, tecnico e professionale nelle Aziende sanitarie locali; di personale amministrativo nelle università; di personale negli enti, aziende o agenzie, strumentali e vigilati dalle regioni, dalle province e dagli enti locali; di personale negli enti parco.

ANDREA CASU, Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario che ha risposto alla nostra interpellanza, non posso essere però soddisfatto per i contenuti di questa risposta. Non posso essere soddisfatto perché le prime parole contraddicono la realtà. Quando si dice: non esiste alcun ostacolo al rinnovamento e al rafforzamento della pubblica amministrazione, di fatto, si sta in qualche modo negando la difficoltà quotidiana che stanno incontrando decine, centinaia, migliaia di persone. Ora, io comprendo che questo Governo ha puntualmente deciso di tradire tutte le promesse che aveva fatto prima delle elezioni, di buttare i soldi degli italiani per fare propaganda senza rispondere ai veri bisogni e, tra queste promesse, ci sono anche i tweet che Giorgia Meloni scriveva quando era seduta dall'altra parte di questo emiciclo, invocava gli scorrimenti delle graduatorie e li invocava a gran voce, senza dire quello che state dicendo oggi: che chi è nelle condizioni di poter ottenere uno scorrimento non ha vinto un concorso, quindi, non deve avere niente a che pretendere, anzi, deve ringraziare. Io penso che chi ha dimostrato, coi propri meriti, con le proprie potenzialità, di essere nelle condizioni di poter svolgere una funzione o di avere lo stesso punteggio di altri chiamati a svolgere quella funzione, meriti rispetto.

Poi è chiaro, nessuno mette in discussione che ci sia una distinzione tra i vincitori e idonei, però se voi pensate che gli idonei non valgano nulla - e lo dimostrate ogni giorno con la vostra azione -, dovreste non prevederli o dovreste non chiamarli, nemmeno nel limite del 20 per cento. Invece, gli idonei sono persone che hanno studiato, che si sono preparate, che hanno affrontato una prova e che meritano rispetto, non pretendono niente di più di questo. Però, non sono solo io a non essermi ancora accorto di tutto quello che si diceva, ma tantissime persone. Io non so cosa gli dite quando li incontrate, non so cosa gli dite quando rispondete alle e-mail, non so nemmeno se rispondete alle e-mail che ricevete, ma penso che dovreste, perché scoprireste che c'è uno spaccato di una generazione d'Italia che ha fatto una scelta coraggiosa, quella di provare a dare una mano nel rispetto delle regole e attraverso le conoscenze e le competenze, e di farlo affrontando sacrifici, preparandosi e portando avanti i concorsi. E loro ci dicono che queste procedure snelle, questi tempi brevissimi, di cui parlava il Sottosegretario nella risposta, non li incontrano nella loro vita.

Ora, da questo punto che cosa bisognerebbe fare? Sicuramente si tratta di numeri importanti, ed è giusto che sia così, perché se si parla di 316.607 persone noi li valuteremo punto per punto, i punti, perché ce n'è effettivo bisogno, visto che stiamo parlando di un milione di persone che vanno in quiescenza da qui a 10 anni. Noi dovremo fare concorsi a cui dovranno partecipare milioni e milioni di persone per selezionare quel milione di persone che, in 10 anni, dovrà entrare in campo. Quello che stiamo facendo, però, è un'altra cosa: stiamo generando uno Squid Game tra gli stessi, che continuano a fare gli stessi concorsi, continuano a vincerli, a superarli, a entrare e poi si ricomincia, si riparte dall'inizio. Non può essere questo l'obiettivo, dobbiamo porci insieme il tema che bisogna fare qualcosa di più e qualcosa di diverso, perché la realtà non può essere sempre negata.

Ora, io ritorno a rinnovare un impegno, un auspicio e una richiesta che abbiamo fatto al Governo su un altro tema, ma che è collegato dal punto di vista della trasparenza nelle comunicazioni. Noi abbiamo contato, pensate, nella giornata di ieri, di nuovo, oltre 21.000 minuti di ritardo sulla rete ferroviaria, e l'abbiamo fatto da noi perché non è ancora disponibile un dato aggregato di quanti siano gli effettivi minuti di ritardo complessivi che, ogni giorno, si realizzano sulla rete. Abbiamo sentito il Ministro fare proclami sul fatto che sono diminuiti, sono aumentati rispetto agli altri Governi. Non si riesce, nonostante un question time in Commissione anche questa settimana e domande costanti, ad avere un dato aggregato che consenta alle persone di valutare, perché al di là di quelle che possono essere le valutazioni sulle ragioni che ci sono dietro i singoli guasti che stanno scatenandosi sulla rete, è ovvio ed è di comune consapevolezza che, in questo momento, ogni singolo guasto diventa un disastro. A meno che non ci sia un complotto che arriva in ogni stazione italiana, che è presente su ogni treno, ma allora non stiamo parlando di un complotto, stiamo parlando di un conflitto, di un attacco allo Stato che arriva in ogni singola città. Il fatto che un guasto, di cui poi scopriremo e speriamo di conoscerne al più presto le ragioni, generi poi 21.000 o 30.000 - è stato il caso di martedì - minuti di ritardo richiede, veramente, qualcosa di diverso da parte di quei vertici politici e aziendali che dovrebbero garantire la sicurezza e il funzionamento della rete.

Quindi noi, su quel tema, stiamo chiedendo, al di là dei proclami in televisione, una consapevolezza sulla realtà reale che vivono migliaia di passeggeri e di pendolari, e continuiamo a rinnovare la nostra richiesta al Governo - per suo tramite, Presidente - di avere questo dato ufficiale. Siamo stanchi di dover fare noi, ogni giorno, con la calcolatrice il conto della somma di tutti i ritardi. Vorremmo che anche il Governo sentisse la necessità di guardare negli occhi il Paese e dire quanti ritardi si fanno ogni giorno. Per questo, pensiamo - al di là di questo confronto serrato, che abbiamo cominciato negli anni passati e che continueremo, attraverso tutti gli strumenti di sindacato ispettivo e attraverso tutti gli strumenti politici che abbiamo come parlamentari di opposizione, per non lasciare sole e soli nella loro battaglia quotidiana le migliaia e migliaia di ragazze e di ragazzi che sentono di vivere una palese ingiustizia - che sia giusto continuare, per tutto questo anno, a sollecitare il Governo a rendersi conto che non è sufficiente, ad esempio, sulla vicenda di specie, su questo caso di cui abbiamo discusso, dire: ci rimetteremo a tutte le valutazioni che saranno necessarie con l'ambito della giustizia, per quanto riguarda il Consiglio di Stato, per quanto riguarda i passaggi.

È chiaro: lungi da noi anche solo ipotizzare che si voglia camminare in un terreno che vada contro il rispetto delle sentenze o che vada contro quello che è un ordinato rapporto tra diversi poteri. La questione è un'altra: è perché non ci si pone il tema di intervenire a livello normativo per evitare di dover arrivare al Consiglio di Stato e per evitare di dover arrivare a fare questi ricorsi. Perché, se fosse vero quello che avete detto, cioè, che non c'è niente a che pretendere da chi non ha vinto un concorso rispetto a chi invece l'ha vinto, non ci sarebbe nemmeno la sentenza del Consiglio di Stato e non saremmo qui in quest'Aula. E invece il problema c'è ed è grande come una casa; è grande come un macigno ed è un macigno che pesa sulla vita di migliaia di persone ogni giorno, sui servizi e sui diritti di tutti i cittadini e di tutte le cittadine. Fare finta che il problema non esista non è la soluzione per risolverlo. Bisogna affrontarlo rendendosi conto anche del fatto che ci sono delle complessità e delle differenze; bisogna rendersi conto che sarà necessario dire anche dei “no”. Ma non si può decidere di dire “no” a tutti, perché dire “no” a tutti significa andare nella direzione di un “no” che pesa e che ha il sapore drammatico di un “no” ideologico. Noi abbiamo letto oggi sui giornali dell'ennesimo attacco del Ministro Zangrillo sui contratti e, tra le frasi che gli sono attribuite - io ho letto Il Sole 24 ore, non ero presente quando è stato detto - ricordo quella circa il fatto che vi sia un “no” politico nei confronti del rinnovo dei contratti.

Noi, alla luce anche di quello che è emerso oggi, pensiamo che il “no” politico nella pubblica amministrazione italiana e non solo, non è quello dei sindacati, che pongono giustamente il tema di un rinnovo adeguato dei contratti, che tenga conto anche dell'aumento del costo della vita perché, se il costo della vita aumenta più dell'aumento che tu hai in busta paga, la tua qualità della vita peggiora e peggiora sensibilmente, spesso in mansioni che già comportano grandi difficoltà per andare avanti. Ma è il suo a quegli scorrimenti e a quelle proroghe. Non avete mai nemmeno citato la parola proroghe. In certi casi, le proroghe sono necessarie proprio per i ritardi che anche voi avete citato. Siamo arrivati a sei mesi. Ma siamo arrivati a sei mesi che è una media. Ci sono situazioni che vanno ben oltre i sei mesi. Ci sono persone che meriterebbero la proroga perché magari non si è realizzato nemmeno uno scorrimento, un singolo scorrimento, oppure ci sono stati dei ritardi non a loro imputabili. E voi non prendete nemmeno in considerazione queste parole: gli scorrimenti, le proroghe delle graduatorie. Ecco, è questo il “no” ideologico che sta facendo male al Paese, non i sindacati che giustamente pongono un tema e, cioè, di vedere riconosciuti quelli che sono i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che stanno chiedendo un rinnovo del contratto.

Quindi, se in questo 2025 vogliamo veramente mettere da un lato la demagogia, dobbiamo affrontare, fotografare e guardare negli occhi, dai trasporti fino al rinnovamento della pubblica amministrazione, la realtà. Dobbiamo chiedere a questo Governo di recuperare quegli occhi che aveva all'opposizione, di recuperare quelle prese di posizione, anche molto forti e molto radicali, che vi hanno consentito di vincere le elezioni. Basterebbe che voi guardaste a questa realtà come guardavate a questa realtà qualche anno fa per cambiare questa risposta, per cambiare queste scelte e per cambiare la vita di milioni di persone.