I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:
la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, sito di rilevanza internazionale e patrimonio Unesco, costituisce uno dei complessi musivi tardo-antichi più importanti al mondo, la cui tutela rappresenta un interesse nazionale primario;
recenti articoli di stampa hanno denunciato un quadro di grave criticità conservativa, con particolare riferimento al deterioramento dei mosaici causato dagli escrementi dei piccioni, la cui azione corrosiva è stata definita da autorevoli esperti come potenzialmente irreversibile in assenza di interventi tempestivi e costanti di manutenzione;
dalle medesime ricostruzioni giornalistiche emergerebbe che la rimozione del guano sarebbe affidata soltanto a due operatori, con attività limitata ai soli giorni feriali, nonostante la natura quotidiana del fenomeno e i rischi evidenziati dai tecnici del settore;
contestualmente, altri rilievi di stampa e interventi di amministratori locali segnalano che il Parco archeologico avrebbe sostenuto, nel tempo, spese significative per eventi e iniziative non strettamente connesse alla conservazione del sito, mentre gli interventi di manutenzione ordinaria sui mosaici risulterebbero insufficienti e spesso rinviati in attesa di restauri straordinari di più ampia portata;
secondo le notizie più recenti e certificate diffuse dalla Regione Siciliana, sono stati attivati lavori urgenti per affrontare alcune specifiche criticità, quali ristagni d'acqua e adeguamento dei sistemi di allontanamento dei volatili; tuttavia, tali interventi appaiono puntuali e non risolutivi, in assenza di un piano organico e strutturale di manutenzione continua del patrimonio musivo;
risulta altresì che il sito abbia registrato incassi rilevanti negli ultimi esercizi, con consistenti avanzi di gestione, che potrebbero essere destinati, almeno in parte, alla costituzione di unità tecniche permanenti incaricate del monitoraggio e della manutenzione quotidiana dei mosaici, analogamente a quanto avviene in altri siti monumentali di pari importanza;
la conservazione preventiva è universalmente riconosciuta come la pratica più efficace e meno onerosa per salvaguardare i beni culturali e che l'eventuale degrado dei mosaici della Villa comporterebbe un danno irreparabile per l'eredità culturale nazionale –:
quali iniziative urgenti, e strutturali per quanto di competenza, intenda adottare, entro tempi certi, affinché sia garantito un piano permanente di manutenzione ordinaria e monitoraggio continuo dei mosaici della Villa Romana del Casale, inclusa la dotazione di personale tecnico qualificato e misure efficaci di prevenzione della azione corrosiva dei volatili, così da assicurare la piena tutela del sito e scongiurare il rischio di danni irreversibili al patrimonio.
Seduta del 28 novembre 2025
Illustrazione e replica di Stefania Maria Marino, risposta del Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi
MARIA STEFANIA MARINO. Presidente, buongiorno, illustro l'interpellanza. Buongiorno Sottosegretario, intervengo oggi per portare all'attenzione dell'Aula una vicenda che riguarda non solo un territorio, non soltanto una comunità, ma l'immagine stessa del nostro Paese, il valore della nostra storia e la credibilità delle nostre politiche culturali. Parlo della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, uno dei siti archeologici più celebri del mondo, riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità e universalmente considerato un capolavoro assoluto dell'arte musiva tardo antica.
Negli ultimi mesi - e, purtroppo, non è la prima volta -, numerose segnalazioni giornalistiche documentate da fotografie e testimonianze di studiosi, operatori e visitatori hanno descritto uno stato di degrado crescente che coinvolge direttamente i mosaici, cioè il cuore del valore universale del sito.
Non stiamo parlando di inconvenienti marginali, né di semplice incuria estetica: stiamo parlando di gravi problemi, come ad esempio escrementi dei piccioni che ricoprono passerelle, balaustre, pavimentazione in marmo e soprattutto intere sezioni musive; escrementi che, come gli esperti ricordano da anni, contengono sostanze acide altamente corrosive, capaci di provocare danni irreversibili, se non rimosse tempestivamente.
Non è accettabile che un bene di tale rilevanza internazionale sia esposto quotidianamente all'aggressione biologica e chimica dei volatili, senza che esista un piano serio e continuativo di prevenzione e manutenzione, perché questo è il punto. È proprio questo: la manutenzione e non l'emergenza.
L'Italia, purtroppo, spesso, dà prova di intervenire solo quando un bene è già compromesso, inseguendo restauri milionari, dopo anni di completo abbandono, invece di garantire quella cura quotidiana che, oltre ad essere più efficace, è anche più immensamente economica. Ma la Villa romana del Casale non può permettersi altri ritardi, non può permettersi un modello di gestione che procede per interventi lampo solo quando scoppia il caso mediatico.
Uno dei maggiori esperti italiani in petrografia applicata, il professor Lorenzo Lazzarini, ha ricordato che il guano, se non trattato con immediatezza, può penetrare nelle malte e negli strati superficiali dei mosaici, generando processi di degradazione irreversibili. Usa il termine irreversibili: questo basterebbe, da solo, a imporre un intervento strutturale e immediato.
E, invece, da troppi anni, la manutenzione ordinaria è pressoché assente, fatta eccezione per un intervento d'urgenza nel 2017 in occasione della visita dei Presidenti Mattarella e Steinmeier, come se un sito UNESCO sia trattato come un set da riordinare solo quando arrivano le autorità internazionali.
In questo quadro, già preoccupante, colpisce un altro dato: la rimozione quotidiana degli escrementi affidata a due soli tecnici della cooperativa archeologica incaricata. Due persone soltanto, Presidente, per un sito di decine di migliaia di metri quadrati, con un'attività limitata ai giorni feriali. Ma gli animali non conoscono il calendario amministrativo. La corrosione continua anche il sabato e la domenica. Lo ripeto, stiamo parlando di un patrimonio universale. Eppure, a fronte di queste carenze, scopriamo che il Parco ha destinato negli anni centinaia di migliaia di euro ad attività di spettacolo, a eventi di dubbia utilità per la conservazione del sito, a sagre, festival e concerti che nulla hanno a che vedere con la tutela dei mosaici. Non si discute il valore della cultura in ogni sua forma, ma la cultura, senza la tutela del patrimonio materiale che la rappresenta, diventa solo un intrattenimento.
Il paradosso è evidente: la Villa del Casale, nel solo 2024, ha incassato oltre 6 milioni di euro, con un avanzo di cassa superiore a 1.800.000 euro, una cifra che potrebbe permettere l'istituzione di un'unità tecnica permanente di squadre di mosaicisti, restauratori e specialisti in conservazione preventiva, come avviene in altri siti di eccellenza nel mondo. E, invece, questi fondi vengono, in parte, dispersi in iniziative effimere, che non incidono sulla salvaguardia del bene, anzi, sottraggono risorse alla sua protezione.
Signor Sottosegretario, la mia interrogazione chiede chiarezza su questo punto: com'è possibile che un sito con tali entrate non sia in grado di garantire la manutenzione ordinaria del proprio principale bene culturale?
Vorrei poi soffermarmi su un altro elemento di particolare gravità: la lentezza amministrativa.
Nel 2023, davanti all'evidente degrado, la regione siciliana aveva annunciato progetti esecutivi già pronti, lavori immediati, procedure già avviate, eppure il decreto è arrivato soltanto 19 mesi fa dopo l'allarme. Questi 19 mesi sono un altro primato, l'ennesimo, l'inefficienza del Governo di destra in Sicilia: un tempo in cui gli acidi degli escrementi hanno potuto continuare la loro azione distruttiva senza alcun freno e, anche oggi, il nuovo intervento annunciato non rappresenta una soluzione strutturale, ma un palliativo, un tentativo di tamponare singole criticità senza affrontare la questione centrale ossia la mancanza di un piano permanente e competente di manutenzione.
Onorevoli colleghi, questo è il vero nodo: non si tratta di un'emergenza contingente, ma di una fragilità sistematica della gestione del patrimonio culturale in Sicilia e, lasciatemelo dire, in più parti del nostro Paese. Non possiamo passare da un'emergenza all'altra, da un allarme mediatico all'annuncio di lavori straordinari. La conservazione preventiva è la prima forma di tutela; la valutazione quotidiana non è un lusso, è un dovere, è il fondamento di ogni politica culturale seria. Eppure, come troppo spesso accade, la priorità sembra essere altrove: inaugurazioni, eventi, apparati passerelle. Non si inaugura però un mosaico restaurato, lo si mantiene; non si inaugura la continuità della cura, la si garantisce; non si inaugura la competenza tecnica, la si assume e la si valorizza.
Vorrei poi ricordare che la Villa Romana del Casale non è un bene locale, appartiene all'Italia, all'Europa, al Mediterraneo. È un ponte con la nostra storia romana, con l'arte, col tessuto culturale che collega i secoli. È un bene che attira visitatori da tutto il mondo, che porta prestigio internazionale, che genera economia reale per il territorio. Eppure, nonostante tutto questo, è stata lasciata fronteggiare quasi da sola un problema che qualunque sito UNESCO dovrebbe aver risolto da decenni: la gestione dei volatili.
Falconieri, laser intelligenti, sistemi elettromagnetici, reti dinamiche: le soluzioni esistono, sono applicate in aeroporti, stadi, musei internazionali, ma a Piazza Armerina, ancora oggi, ci si affida a due tecnici con pochi mezzi. Questo non è più accettabile, Presidente. Signor Sottosegretario, ciò che le chiediamo con questa interrogazione è semplice e allo stesso tempo fondamentale: un piano permanente, strutturale, professionale e adeguatamente finanziato, la manutenzione ordinaria dei mosaici che includa il controllo dei piccioni, il monitoraggio delle superfici, la presenza continua di personale specializzato, l'utilizzo delle entrate del sito come risorsa stabile per la conservazione. Non chiediamo miracoli, chiediamo organizzazione, efficienza, coerenza, responsabilità, perché un Paese che non sa preservare i propri beni culturali, non può dirsi Paese civile, non può dirsi Paese custode della propria storia.
GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interpellante per il quesito posto.
Il sito patrimonio mondiale di Villa Romana del Casale è situato nel comune di Piazza Armerina, in provincia di Enna in Sicilia, ed è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale UNESCO nel 1997. La Sicilia, come è noto all'onorevole interrogante, è regione a statuto speciale e proprio in forza del suo statuto ha legislazione esclusiva, tra le altre, in materia di tutela del paesaggio e conservazione delle antichità e delle opere artistiche e dei beni culturali, nei limiti tracciati dalla Costituzione.
Pertanto, la competenza in materia di tutela, restauro, fruizione e valorizzazione dei beni culturali (archeologici, artistici, architettonici, bibliografici, demo etnoantropologici e paesaggistici) è attribuita al Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana. Su scala provinciale o locale operano, invece, le soprintendenze per i beni culturali e ambientali, uffici operativi afferenti sempre alla regione. Nel caso in esame la competenza spetta alla soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Enna, che esercita funzioni di tutela tecnico-amministrativa, controllo, autorizzazioni di interventi su beni culturali, monitoraggio, conservazione e restauro. In diverse sentenze il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana ha evidenziato che lo statuto speciale siciliano, all'articolo 14, lettera n), attribuisce alla potestà legislativa esclusiva regionale, tra le altre, la “tutela del paesaggio” e la “conservazione delle antichità e delle opere artistiche” e che, inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, recante “Norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti”, all'articolo 1, comma 1, dispone che “L'amministrazione regionale esercita nel territorio della regione tutte le attribuzioni delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato in materia di antichità, opere artistiche e musei, nonché di tutela del paesaggio.” L'articolo 8 del decreto legislativo n. 42 del 2004, codice dei beni culturali e del paesaggio, stabilisce che “Nelle materie disciplinate dal presente codice restano ferme le potestà attribuite alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e Bolzano dagli statuti e dalle relative norme di attuazione”.
I richiami normativi e giurisprudenziali sollevano, quindi, da ogni dubbio sull'attribuzione della competenza esclusiva all'amministrazione regionale in merito alle questioni attinenti alla tutela del paesaggio e dei beni di interesse archeologico in Sicilia, affermandone, ulteriormente, l'autonomia operativa e gestionale.
Tanto premesso, il Ministero della Cultura, tramite l'Ufficio UNESCO, ha compiti di monitoraggio e supervisione sui siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale, anche a seguito di segnalazioni che provengano dalla stessa UNESCO o da altri soggetti. Sarà quindi cura ed impegno del Ministero, in base alla segnalazione descritta, provvedere, quanto prima, ad acquisire le informazioni necessarie a comprendere quanto rappresentato.
MARIA STEFANIA MARINO. Ringrazio il Sottosegretario, ovviamente, per aver risposto alla mia interpellanza, però chiaramente non posso essere soddisfatta, perché, Sottosegretario, non è una giustificazione il fatto che la sede Sicilia sia a statuto speciale, perché io le ho appena dichiarato quanta incuria e quanta inefficienza ci sia da parte della regione Sicilia e delle istituzioni competenti nell'aver trascurato negli anni la Villa Romana del Casale. Il problema non è solo il restauro e i milioni che possono essere impiegati di manutenzione, ma è soprattutto la necessità di una manutenzione costante, di una protezione strutturale, quali coperture, controllo, isolamento da agenti naturali - come gli animali e l'infiltrazione -, la sorveglianza, la trasparenza. Quindi, in assenza di tutto ciò che ho detto, anche gli importanti stanziamenti che sono stati fatti da parte della regione sono risultati inefficaci e, tra l'altro, ad oggi, lo stato che permane è ancora sempre più preoccupante. Poi, mi perdoni, Presidente, qui sto parlando di patrimonio dell'UNESCO, quindi è un patrimonio internazionale, non può delegarsi soltanto alla Sicilia la problematica. Se il Governo viene chiamato in causa, deve rispondere, deve comunque occuparsene quando c'è l'inefficienza da parte del Governo siciliano. Quindi, ribadisco la necessità, nell'immediato, di prendere la questione a cuore, signor Sottosegretario, perché penso che quando si parli di patrimonio universale dell'UNESCO è un patrimonio importante, come lo è la Villa Romana del Casale, non ci si può soffermare soltanto all'autonomia di una regione che, tra l'altro, risulta inadeguata e chiaramente insufficiente a ripristinare o quantomeno garantire che i beni culturali importanti dal punto di vista internazionale non siano conservati e preservati per il presente e per il futuro anche dei nostri cittadini.