14/05/2024
Chiara Gribaudo
Fornaro
2-00374

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   si avverte la necessità di fare chiarezza in merito alla impiantistica di trattamento rifiuti da realizzare sul territorio piemontese anche rispetto alle ambiguità mostrate secondo gli interpellanti dalla regione Piemonte;

   in particolare vi è una certa preoccupazione che riguarda il territorio cuneese;

   il nuovo impianto di biodigestione alla San Nicolao di Borgo sarebbe chiamato a trattare solo organico e produrre compost di qualità, ma preoccupa il fatto che per funzionare senza perdite questo impianto dovrebbe lavorare tutto l'organico della provincia ma al momento questo non sarebbe possibile per la indisponibilità degli altri tre consorzi presenti sul territorio provinciale;

   il rischio è che le comunità si trovino di fronte ad un investimento antieconomico con ripercussioni negative in termini ambientali;

   si fa presente, tra l'altro, che a Pinerolo, Santhià, Casal Cermelli e San Damiano d'Asti vi sono impianti per il conferimento di rifiuti con ampia capacità e disponibilità per lo smaltimento;

   anche in Liguria, inoltre, a non molta distanza, presso l'impianto di Cairo Montenotte, vi è un altro impianto a cui sarebbe possibile rivolgersi senza doverne realizzare di ulteriori –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per quanto di competenza e in raccordo con la regione Piemonte al fine di rivedere il progetto, citato in premessa, scongiurando la realizzazione di un nuovo impianto del tutto antieconomico e verosimilmente rischioso in termini ambientali, valutando di conseguenza l'opportunità di indirizzare verso impianti già esistenti lo smaltimento dei rifiuti in maniera più razionale ed ambientalmente sostenibile.

Seduta del 17 maggio 2024

Illustrazione di Chiara Gribaudo, risposta del Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, replica di Chiara Gribaudo

CHIARA GRIBAUDO, Sì, grazie, Presidente. Sottosegretario, grazie per l'opportunità di portare in quest'Aula una questione molto sentita dalla mia comunità, una comunità per l'appunto preoccupata perché si sente la necessità di fare chiarezza, nei luoghi deputati a fare chiarezza, con riferimento a un'impiantistica di trattamento rifiuti da realizzare nel territorio piemontese - in modo particolare nel sito della discarica di San Nicolao a Borgo San Dalmazzo -, proprio rispetto alle ambiguità, diciamo così, dimostrate, poiché manca una pianificazione, dal mio punto di vista, piemontese sulla gestione degli impianti di biometano.

Infatti, negli ultimi anni, grazie naturalmente agli incentivi per la produzione di biometano, abbiamo assistito ad una forte crescita degli impianti di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. È una crescita significativa soprattutto nel Nord Italia, dove i digestori stanno sostituendo i più tradizionali impianti di compostaggio aerobico, e che sicuramente rappresenta un'importante opportunità di produzione di energia da fonti rinnovabili e di chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti.

Tuttavia, è fondamentale una pianificazione adeguata, torno a dirlo, della distribuzione territoriale degli impianti, per evitare, da un lato, una proliferazione che danneggerebbe innanzitutto i contribuenti rispetto agli impianti che vengono finanziati, e poi c'è naturalmente, eventualmente, anche una serie di considerazioni ambientali che aggiungerò dopo.

In questo caso, Sottosegretario, mi concentro soprattutto sulla parte finanziaria, economica e di sostenibilità di questo progetto, a parte il fatto che il progetto a Borgo San Dalmazzo era partito come un adeguamento tecnologico dell'impianto esistente, e invece non è così perché si tratta di un vero e proprio nuovo progetto. Quindi, questa storia è partita male dall'inizio e sta purtroppo continuando peggio. È il motivo per cui mi sono rivolta in quest'Aula per affrontare la questione. Rispetto a tale impianto, all'inizio, si era partiti con quantitativi decisamente superiori, poi, piano piano, a forza di discutere, siamo tornati ad essere un po' più ragionevoli. Ma comunque questo impianto è progettato per trattare 35.000 tonnellate di rifiuti organici e altre 10.000 tonnellate di sfalci; una capacità di trattamento adatta per 800.000 o 900.000 abitanti. Peccato che la nostra provincia ne ha poco meno di 600.000, primo dato. Come si potrebbe, dunque, saturare questa capacità di trattamento? È una domanda che mi sono posta. La nostra provincia, ammesso e non concesso che tutta conferisse lì, dovrebbe comunque importare rifiuti organici. Da dove? Come dicevo prima, il Nord Ovest è pieno di impianti di rifiuti organici.

Analizzando i soli digestori anaerobici, risultano presenti rilevanti capacità residue di trattamento nelle province confinanti e in quelle vicine, come quella di Pinerolo in provincia di Torino, San Damiano d'Asti, Cairo Montenotte in provincia di Savona, Casal Cermelli in provincia di Alessandria, dove peraltro già uno dei quattro Consorzi della provincia perché la nostra provincia è suddivisa in quattro Consorzi già oggi conferisce i suoi rifiuti ieri i suoi rifiuti perché è perché c'è una tariffa più competitiva a questo si aggiunge una considerazione e la provincia di Cuneo ha appunto quattro Consorzi come le dicevo che gestiscono il ciclo dei rifiuti sui quattro quadranti i proponente è uno dei quattro lacci e serre e opera nel quadrante di Cuneo dove la produzione di rifiuti organici occuperebbe meno di un terzo della capacità totale gli altri tre consorzi non sono tenuti in nessun modo a conferire i loro rifiuti all'impianto in progetto anzi in presenza di tariffe più competitive com'è noto possono scegliere naturalmente sceglieranno senz'altro un'alternativa diversa altrimenti lo sappiamo benissimo che cosa succede parliamoci chiaro siamo stati tutti amministratori locali si sceglierebbe altrimenti di andare incontro a un danno erariale che poi in qualche modo dovranno giustificare ai cittadini e come già detto in precedenza già uno dei quattro Consorzi conferisce già altrove allora in questo momento mi stanno dicendo che probabilmente si trova anche un accordo perché uno di questi Consorzi conferisca facciamo che sono due ma ne rimangono altri due e comunque rimane scoperto e nel frattempo si stanno alimentando si stanno costruendo anche grazie alle risorse del PNR si stanno ampliando nuovi o impianti già esistenti di B di presenti altri biodigestori come dicevo ci sono e grandi capacità di impianti altrove mi faccia anche dire che Borgo San Dalmazzo per quanto come dire io sono stata amministratrice di una città che io considero tra le più belle più significative di quella provincia non è esattamente comoda dal punto di vista infrastrutturale tutt'altro abbiamo un problema di viabilità che è complicato e inoltre non siamo esattamente all'uscita dall'autostrada o in un posto comodo siamo all'inizio della zona di montagna e questo è un elemento che non posso non evidenziarlo perché come dire avrà un impatto anche sulle altri elementi che poi vado insomma a considerare appunto vede una prima cosa che voglio aggiungerle e che questo impianto che nasce su una vecchia discarica si trova a proposito di normative da adeguare che sono state adeguate nei tempi si trova su una vecchia discarica che è esattamente lungo le rive di un fiume allora lo voglio dire perché realizzare un impianto su una scarpata del fiume Stura in un'area di grande pregio ambientale unica area a scopo produttivo lungo il tratto di quel fiume e un'unicità negativa che andava corretta con una ricollocazione di questo sito e non con un suo ingrandimento come previsto dal progetto ciò anche in considerazione dei gravi danni ambientali che negli anni passati questo sito aveva creato nell'ambiente circostante e un'altra cosa al sottosegretario che non è stata minimamente tenuto in considerazione e questa cosa francamente mi disturba non poco e che qualcosa è successo nel corso del tempo nel senso che tutta l'area dei fiumi noi abbiamo due fiumi in quel territorio che sono appunto lo Stura e il gesso negli anni si è creato un grande parco fluviale e la zona della discarica rientra tra l'altro nel sito dell'area del Parco fluviale allora capisce che è un controsenso immaginare un impianto su che appunto ha una serie di considerazioni già di antieconomicità ma anche delle conseguenze rispetto a come vogliamo valorizzare quei territori al fatto di mantenere dei servizi e va bene ma non a creare delle strutture che siano magari anche dannose rispetto a una visione di territorio che dovrebbe essere diversa perché è un'area naturale protetta e zona umida con investimenti di notevole portata che sono stati fatti sul territorio quindi io credo che sarebbe stata davvero opportuna nell'ambito di una coerente politica di gestione del territorio che si fosse provveduto alla ricerca di una ricollocazione appunto di questo sito fuori dall'area del parco poi stante la documentazione che è stata prodotta non emerge nemmeno uno studio che rassicuri in modo preciso e inconfutabile le ricadute negative ambientali che ne potrebbero derivare ai cittadini residenti in zona.

Ricordiamo infatti che l'impianto proposto dista ad appena poche centinaia di metri dal centro residenziale di Borgo San Dalmazzo e ancora meno dalle aree residenziali di nuovo insediamento già previste dal Piano Regolatore aggiornato dal comune di Borgo San Dalmazzo. Si osserva inoltre, cosa di primaria importanza, che l'impianto proposto nelle dimensioni indicate risulterebbe di fatto un impianto fortemente impattante anche a livello ambientale in un territorio dove migliaia di famiglie hanno acquistato o realizzato, negli ultimi decenni, la loro abitazione, sapendo che questo territorio era finalizzato a semplice destinazione residenziale, commerciale e agricola e ad attività produttive prive di impatto ambientale. L'ipotetica realizzazione di questo impianto andrebbe, dunque, a violare il preesistente status su cui si era inserita un'intera collettività.

Si osserva, inoltre, che nella documentazione che è stata presentata sono stati inseriti dei documenti con pareri favorevoli, quando questi sono di fatto stati superati da scelte operate in tempi successivi e anche questo lo voglio dire, nella casa dei cittadini, perché è bene che le persone sappiano come sono andate le cose, perché le società pubbliche partecipate al 100 per cento hanno anche il dovere di restituire alla popolazione i passaggi di chiarezza.

Allora, mi preme ricordare in quest'Aula, per esempio, quello che è successo, come l'aver presentato il parere favorevole dell'Unione Montana Valle Stura del 2022, quando invece, nel febbraio del 2023, i sindaci di questa unione hanno espresso il loro voto contrario in sede di assemblea ACSR, in cui è stato trattato l'argomento, a seguito, ovviamente, dell'emergere di nuovi aspetti negativi, così come mi preme rappresentare che in un verbale precedente l'allora sindaco di Cuneo, il dottor Borgna, aveva chiaramente messo nero su bianco che non si sarebbe proseguito nell'analisi e nella valutazione di questo progetto se vi fosse stata una contrarietà dell'amministrazione comunale. Quando si è andati avanti con questo percorso, l'amministrazione comunale che guida anche in questo momento la città di Borgo San Dalmazzo ha espresso la sua contrarietà all'opera, eppure si è continuato e si sta andando avanti con questa ipotesi. E non risulta chiara la documentazione in merito allo stoccaggio del materiale, altro elemento importante che dovrebbe essere trattato, in tale impianto. Considerate le dimensioni proposte, è facile immaginare che la fornitura del prodotto da trattare proveniente dall'esterno non possa avvenire in modo regolare, 7 giorni su 7, e dunque necessiti di una specifica area di stoccaggio di cui non è chiara la dislocazione, la capacità volumetrica. L'area di stoccaggio dovrà, oltretutto, tenere presente i momenti in cui ci sarà un fermo dell'impianto per problemi di mancato funzionamento temporaneo o di manutenzione straordinaria.

Quanto sopra, ovviamente, vale anche per lo stoccaggio dei materiali in uscita dal processo produttivo. Nell'ipotesi progettuale prospettata non si fa alcun accenno alla questione del ripristino ambientale delle tre vasche di discarica chiuse negli anni scorsi in quanto giunte al loro completamento e - lo voglio dire, lo dico anche qui - se pensano di usare questo strumento per riaprire la discarica troveranno dei muri, troveranno le persone che, giustamente, proprio perché non si può riaprire quella discarica, continueranno a dire “basta”, perché il comune di Borgo San Dalmazzo ha già dato, ha già dato anche troppo.

Un'azienda, prima di iniziare un qualsiasi nuovo insediamento, dovrebbe prima chiudere tutte quelle situazioni aperte e a cui tuttora non si è data risposta; in questo caso, anche in modo molto inspiegabile. Dalla documentazione presente c'è una mancanza precisa di riferimento anche al consumo d'acqua da usarsi nel processo produttivo e, nel caso fosse di derivazione dell'acquedotto comunale, facciamo notare che in seguito ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo ovunque e, dunque, anche da noi, a Borgo San Dalmazzo, è avvenuta più volte in certi periodi estivi, anche la scorsa estate, la restrizione del consumo con divieto di irrigazione di giardini o cortili.

Poi, appunto, come le dicevo, è evasiva l'analisi che viene fatta in merito alle emissioni di CO2. Serve, secondo noi, uno studio più approfondito, perché anche su questo i dati sono molto confutabili. L'ultimo punto è la questione che riguarda i problemi odorigeni, che per anni hanno colpito le aree residenziali dell'altipiano cuneese e che continuano a farlo, per la verità, e per cui osserviamo una sostanziale assenza di documentazione.

Ecco, le ho segnalato, signor Sottosegretario, una serie di questioni che ritenevo prioritaria rispetto a quello che ritengo dobbiamo fare tutti insieme, lo dico dall'opposizione.

Finché siamo stati al Governo questo progetto non era stato finanziato, per fortuna, oggi, è stato finanziato, ma io mi domando perché, in una logica di progettazione, programmazione, riorganizzazione anche delle risorse del PNRR, non ci si possa fermare un attimo su un impianto che, come le dicevo, ha moltissime controindicazioni. Se non vogliamo mettere al centro quelle ambientali, mettiamo almeno quelle economiche e glielo dico con franchezza, perché sappiamo bene che ci sono tantissime risorse del PNRR, ma c'è anche un indebitamento su questo progetto, un indebitamento che, per le considerazioni che le facevo poc'anzi e che ho provato a illustrare, dimostrano una cosa: che questo tipo, questo nuovo impianto - non un ammodernamento, ma questo impianto - non serve ai cittadini, non serve ai cittadini della provincia di Cuneo.

Allora, la prima domanda che mi faccio è: a chi serve questo impianto? Domanda a cui non ho mai ricevuto risposta.

Soprattutto, mi domando e chiedo al Governo e alla regione Piemonte - perché esiste l'ATO regionale -perché non ci fermiamo, non si ragiona e non si riprogramma un modo diverso di riorganizzare gli impianti in Piemonte.

Così non possiamo andare avanti, perché spenderemo male i soldi dei cittadini e, tra qualche anno, qualcuno dovrà aumentare le tasse, ecco lo dico perché sono le tasse che pagheremo noi cittadini.

Dunque, io non sono assolutamente a favore di questo impianto e dico che, visto che abbiamo la straordinaria opportunità di realizzare degli impianti, di fare degli investimenti grazie al PNRR, questi soldi devono essere spesi bene nell'interesse dei cittadini e non creare dei danni per il futuro e per le future generazionI.

CLAUDIO BARBARO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica. Intanto, la ringrazio per il garbo con il quale ha illustrato la sua interrogazione. Nel merito, mi accingo a risponderle. In merito al quesito posto, giova segnalare in via preliminare che il Programma nazionale di gestione dei rifiuti, adottato con il DM 24 giugno 2022, numero 257, in attuazione dell'articolo 198-bis del decreto legislativo n.152 del 2006, ha individuato i macro obiettivi, i criteri e le linee strategiche cui le regioni e le province autonome si attengono nell'elaborazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti.

Compete, pertanto, alle regioni individuare gli interventi e gli impianti da realizzare sul territorio, tenendo conto, tra l'altro, dei principi di autosufficienza e prossimità, nonché i criteri per la loro ubicazione, il cui impatto sull'ambiente è valutato in sede di pianificazione, nell'ambito di una specifica procedura di valutazione ambientale strategica e, successivamente, in sede di realizzazione, nell'ambito di procedimenti di valutazione di impatto ambientale.

Giova, inoltre, ricordare che ai sensi dell'articolo 181, comma 5, del decreto legislativo n.152 del 2006, pur nell'ottica della libera circolazione sul territorio nazionale delle frazioni differenziate destinate al recupero, la movimentazione dei rifiuti deve essere contenuta in un'ottica di salvaguardia ambientale, principio di prossimità.

Il recupero, pertanto, può avvenire in un territorio diverso da quello dal quale il rifiuto si origina, ma è auspicabile che il trattamento non avvenga a distanze tali da lasciare presumere impatti ambientali dovuti alla movimentazione del rifiuto.

Nel contesto di cui sopra, la regione Piemonte, nel corso degli ultimi anni, si è adoperata per assicurare al territorio la necessaria dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti, tra i quali la FORSU, tenendo conto delle esigenze di riciclaggio e recupero, dei criteri di prossimità, al contempo cercando di evitare le proliferazioni di impianti.

Più in particolare, la regione, con la deliberazione di giunta del 12 marzo 2021, numero 15-2970, ha adottato le linee guida per la valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale, nell'ambito dell'istruttoria del procedimento amministrativo relativo agli impianti di recupero di rifiuto organico per la produzione di biogas o biometano.

Inoltre, con il DGR del 9 maggio 2023, numero 277-11379, ha adottato il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate, con cui sono stati individuati obiettivi, azioni e target da raggiungere entro il 2035.

Con riferimento al polo impiantistico di Borgo San Dalmazzo, in funzione dal 2003, di proprietà pubblica, gestito dall' Azienda Cuneese Smaltimento Rifiuti, costituita da 54 comuni della provincia di Cuneo, si evidenzia che oltre al trattamento meccanico biologico ed alla linea del compostaggio, è autorizzata a trattare 25.000 tonnellate anno di organico da raccolta differenziata e 10.000 tonnellate anno di scarti verdi da giardinaggio.

A seguito delle valutazioni circa il fabbisogno di trattamento dell'organico, in relazione al nuovo obiettivo di intercettazione (110 chilogrammi pro capite del predetto PRUBAI), è emersa la necessità di implementare tecnologie impiantistiche, al fine di migliorare le prestazioni del recupero di efficienza energetica e rendere sostenibile dal punto di vista ambientale tutta la filiera. A tal fine, nel 2019 l'autorità d'ambito, di cui fanno parte i quattro Consorzi della provincia di Cuneo, ha approvato un progetto di riqualificazione che prevede l'inserimento di una sezione di digestione anaerobica dell'impianto esistente e una sezione di purificazione del biogas che consente di produrre biometano, oltre al compost. Questo intervento trasformerà il polo impiantistico di Borgo San Dalmazzo che attualmente consuma energia elettrica a combustibili fossili in una bioraffineria con una produzione netta di energia rinnovabili sottoforma di biometano immesso in rete, per un risparmio di emissioni climalteranti equivalenti a oltre 1.500 tonnellate di petrolio equivalente. Inoltre, è previsto un incremento della potenzialità dello stesso da 25.000 a 35.000 tonnellate anno di trattamento FORSU, coerentemente con il target previsto dal Piano regionale dei rifiuti - 90 kg abitante anno - dal quale si può stimare nella provincia di Cuneo per il 2035 un'intercettazione di FORSU, pari a circa 52.000 tonnellate l'anno.

L'intervento in oggetto è sostenuto economicamente per oltre l'80 per cento dal PNRR, all'intervento 1.1 linea B. M. 2 C1. Grazie a tale contributo, l'investimento inizialmente approvato dai soci gestori nel 2019, pari a 13 milioni di euro, è stato ridotto ai residuali tre milioni di euro. Nell'ambito dell'istruttoria di concessione del contributo PNRR, la regione ha fornito il proprio nulla osta che attesta la coerenza dell'intervento con gli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti, sulla base dei criteri individuati dalla delibera regionale pertinente.

Si rappresenta, infine, che il progetto, già sottoposto a verifica di assoggettabilità a VIA nel 2019, è stato aggiornato per tenere conto delle indicazioni emerse in fase di verifica ed è attualmente in fase di autorizzazione unica PAUR ex articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, da parte della provincia di Cuneo.

CHIARA GRIBAUDO, La ringrazio, Presidente. Naturalmente ringrazio il Sottosegretario, ma non posso dichiararmi soddisfatta da questa risposta. Intanto, perché, Sottosegretario, io le chiedevo un ripensamento. Se ho capito bene, invece, la regione Piemonte ha deciso di andare avanti su questo progetto non solo senza avere una programmazione straordinaria, ma anche rispetto ai dati che Lei ha poc'anzi illustrato in quest'Aula. Mi dimostra ancora una volta la bontà delle osservazioni che le ho presentato nella mia illustrazione, rispetto alle quali - purtroppo lo dico - mi auguro che invece ci sia un ripensamento delle strutture tecniche e che ci sia la capacità ancora di sedersi a un tavolo. Se, dal punto di vista tecnico formale, si ritiene che questo nuovo impianto non possa avere niente di particolarmente sbagliato, mi faccia dire che non è così nella sostanza. Anche quei dati che Lei ha riportato, in qualche modo, purtroppo non mi hanno dato conforto. Anzi, mi hanno confermato che questo impianto non serve ai cittadini della mia provincia, non serve ai cittadini della mia regione, serve probabilmente per alimentare e - come dire - concludere dei percorsi anche di finanziamento.

Sono convinta, però, che - guardi, glielo dice una che pensa che i soldi pubblici debbano essere spesi bene - questi soldi andavano spesi per fare altro. Non solo magari per un impianto di biodigestione da un'altra parte, ma francamente avrei voluto, come dire, che risorse così cospicue - tanti milioni di euro – fossero investite da altre parti, anziché lì.

Abbiamo, anche su quel territorio, un problema di finanziamento delle scuole pubbliche. Non Le dico delle infrastrutture, abbiamo un tunnel del Tenda che non si riesce a completare. Ecco, avrei voluto vedere lì le risorse e non su progetti che non servono alla collettività. Inoltre, una cosa la vorrei aggiungere perché, anche rispetto al tema su cui si sostiene che vi sia un miglioramento della qualità del compost prodotto, a fronte di una realtà operativa che, nell'ultimo decennio, ha dimostrato nei fatti esattamente il contrario.

Ciò con il compost che viene regalato ai privati perché non c'è la possibilità di commercializzazione e tutte le persone lo sanno del territorio. Anche rispetto a questo ci vorrebbe più rispetto, magari meno teoria sostenuta e finanziata, perché bisogna far vedere che il progetto serve; occorrerebbe, invece, più concretezza e più attenzione alle comunità locali che hanno investito, hanno costruito case, vivono, hanno attività produttive e, con questo impianto, vedono compromesse le loro attività quotidiane, scendere la qualità e i prezzi delle loro case e quindi vedono cambiata la loro situazione a fronte di un investimento che certamente sarà fallimentare.

Quando qualcuno dovrà alzare le tariffe - lo dico al prsidente Cirio e a chi si è assunto le responsabilità degli enti locali di fare questa scelta -, mi troveranno insieme ai cittadini a dire che, allora, chi ha voluto questo progetto si è preso anche la responsabilità di non aumentare le tariffe perché questo è esattamente uno dei punti delicati su cui dobbiamo ragionare nell'interesse di tutta la collettività e di tutto il Paese: con questo spirito bisognerebbe realizzare il Next Generation EU ed è esattamente il contrario di quello che si sta facendo. Sottosegretario, la invito, con un ultimo appello, a riflettere e a fermarsi, visto che è stato ridefinito anche il vertice regionale per ragionare insieme e, magari, a bloccare ciò che è ancora si può fare, perché sarebbe un'operazione di buonsenso ed un'azione utile per i cittadini del mio territorio.