17/01/2023
Sara Ferrari
Ghio, Di Sanzo, Bonafè, Fornaro, Roggiani, Scarpa, Di Biase, Guerra, Braga, Fassino, Graziano, De Luca, Gnassi, Andrea Rossi, Bakkali, Amendola, Sarracino, Zingaretti, Orlando, Mauri, Vaccari, Stefanazzi, Quartapelle Procopio
2-00047

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   il comma 694 della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023), introdotto grazie all'approvazione di un emendamento del PD, autorizza la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 per gli interventi di progettazione ed esecuzione della campagna di sondaggi geognostici, volta a individuare con precisione estensione e profondità delle sostanze inquinanti presenti nelle aree ferroviarie comprese tra i Sin «ex SLOI ed ex Carbochimica» e interessate dalla realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, inquinate da piombo, piombo tetraetile, Ipa, e altri inquinanti;

   si tratta di un ulteriore stanziamento da parte dello Stato, finalizzato a sostenere, integrare ed estendere gli approfondimenti in corso, per valutare con maggiori elementi di conoscenza come affrontare anche la bonifica generale dell'area;

   la norma mira infatti a compensare le «carenze documentali e le lacune nell'analisi ambientale» che l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente ha rilevato nel progetto di fattibilità tecnico economica dell'opera, presentato da Rete ferroviaria italiana, in particolare per quanto riguarda la possibilità di intervenire sulle aree adiacenti alla linea ferroviaria;

   la miglior conoscenza della tipologia dell'inquinamento del Sito di interesse nazionale di Trento nord, della sua estensione e della profondità risulta opportuna per garantire i più adeguati interventi di tutela della popolazione sia in occasione dello scavo previsto in ambiente confinato, sia nelle fasi successive di bonifica;

   l'intervento previsto su di un'area così compromessa dal punto di vista ambientale che si trova in piena città, impone quindi di allargare le indagini del terreno e delle caratteristiche precise del suo stato di inquinamento, per dare garanzie agli abitanti e all'ambiente;

   data l'accertata presenza di sostanze inquinanti all'interno delle aree ferroviarie comprese tra i due siti inquinati di interesse nazionale e assicurato il finanziamento per l'esatta definizione in estensione e profondità di tali inquinanti, è urgente che la campagna di indagine possa partire il più presto possibile, come atto preliminare all'inizio dei lavori per la costruzione della nuova circonvallazione ferroviaria di Trento;

   a fianco delle aree ferroviarie, si trova, a occidente il Sin ex Sloi e a oriente la fossa Lavisotto, di proprietà demaniale, della provincia autonoma di Trento, ove è in corso il progetto di bonifica delle rogge di proprietà pubblica, inquinate dagli scarichi dei due Sin;

   sulla fossa Lavisotto è attualmente operativo un cantiere, sotto la responsabilità e la direzione dell'Agenzia provinciale per le opere pubbliche, Apop, che confina con l'area ferroviaria;

   l'Appa, Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, ha il compito di vigilare sugli aspetti ambientali ed in passato ha eseguito tutte le analisi compiute sui due Sin, dei quali è profonda conoscitrice –:

   quale sia lo stato di attuazione e il relativo cronoprogramma relativo all'utilizzo dello stanziamento previsto dal comma 694 della legge 29 dicembre 2022, n. 197 richiamato in premessa;

   se ritenga, alla luce di quanto segnalato in premessa, adottare iniziative di competenza per assegnare con effetto immediato lo stanziamento previsto dal comma 694 della legge 29 dicembre 2022, n. 197 alla Provincia autonoma di Trento al fine di dare esecuzione alla campagna di sondaggi geognostici previsti, preliminarmente all'avvio dei lavori per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento.

Seduta del 20 gennaio 2023

Illustrazione di Sara Ferrari, risposta della Sottosegretaria di Stato per l'Ecomonia e le finanze Lucia Albano, replica di Sara Ferrari

SARA FERRARI, Grazie Presidente, sì la illustro. Saluto lei, i colleghi e le colleghe presenti e la rappresentante del Governo. L'interpellanza che sto per illustrare ha per oggetto una richiesta molto semplice. Si tratta di sapere dal Governo in che tempi e in che modo intenda impiegare 2 milioni di euro che nella ultima legge di bilancio sono stati assegnati ad indagini geognostiche di una parte di un sito inquinato di interesse nazionale nella città di Trento, all'interno del quale sono previsti a breve, perché finanziati con fondi PNRR, i lavori per un tratto della ferrovia ad alta capacità del corridoio scandinavo-mediterraneo. L'obiettivo di questa interpellanza è di segnalare l'urgenza dell'impiego di quella cifra stanziata, perché queste verifiche sulla qualità e l'estensione dell'inquinamento si aggiungano in fase preliminare, rispetto all'opera, a quelle che sono in corso e perché possano essere gestite direttamente dalla provincia autonoma di Trento. La questione appare dunque semplice e chiara, ma in realtà la vicenda in cui si inscrive è assai più problematica e sta coinvolgendo in maniera profonda la comunità trentina che vedrà il proprio territorio attraversato da un tratto della linea di trasporto merci ad alta velocità e capacità che fa parte del progetto, ormai ventennale, di collegamento dell'Europa del Nord con il bacino del Mediterraneo e che ha l'indubbio pregio di sostenibilità ambientale di voler spostare merci da gomma a rotaia.

Per quanto riguarda Trento, salvo iniziali progetti che risalgono al 2003 con la decisione di passare dalla destra orografica del fiume Adige a quella di sinistra e accordi successivi tra le amministrazioni locali, lo Stato e Rete ferroviaria italiana, incaricata di realizzare l'opera, dialoghi e accordi che si sono succeduti negli anni senza divenire mai ad alcun progetto avanzato, nell'anno 2020, in concomitanza con il finanziamento europeo declinato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, compare all'improvviso un finanziamento statale di ben 960 milioni di euro destinati alla realizzazione del cosiddetto bypass ferroviario della città di Trento. Quello che nella terminologia sembrerebbe un tracciato in grado appunto di bypassare la città, in realtà si snoda per dodici chilometri in galleria sotto le montagne che circondano la città ma poi sbuca all'aperto in piena zona nord della città, andando a raddoppiare l'attuale ferrovia storica sotto la quale poi si infila in corrispondenza - ed è questo il problema - di un sito di interesse nazionale inquinato da piombo, fino a uscire dai confini urbani e di lì in poi nulla si sa perché le tratte di accesso nord e sud a questo lotto non sono state ancora progettate.

Tale progetto urgente, come tutti quelli che riguardano le opere del PNRR, è giunto un po' a sorpresa in un territorio che non lo stava attendendo, perché né in termini pubblici e nemmeno amministrativi il tema era esplorato e all'ordine del giorno, ma immaginato ancora di là da venire. Perciò ha sollevato subito un dibattito molto acceso, perché se è vero che si inscrive all'interno di un ragionamento complessivo di riqualificazione urbana e, in particolare, della mobilità sostenibile, evidentemente è di grosso impatto e presenta alcune criticità che gli amministratori locali, sia comunali che provinciali, non hanno mancato di sottolineare sostenuti da valutazioni tecniche che hanno trovato espressione in numerose raccomandazioni espresse al Ministero e al soggetto incaricato dei lavori, Rete ferroviaria italiana.

Una delle questioni fondamentali che preoccupa chi vive in città è il fatto che un tratto di questo nuovo tracciato verrà realizzato sotto l'attuale sedime della ferrovia storica, all'interno di un'area che è occupata da due siti inquinati di interesse nazionale, ex SLOI ed ex Carbochimica. Qui la digressione storica è d'obbligo per capire quale sia la delicatezza della situazione che si va ad affrontare in queste aree. In particolare, il SIN ex SLOI è uno dei cinque siti inquinati al mondo da piombo tetraetile. Cito da un pezzo del giornalista Luigi Sardi: c'è nella memoria, ormai remota, un luogo di lavoro che è stato un calvario in quella che fu chiamata la fabbrica della morte. Tutto cominciò nel '39, anno prebellico, quando a Roma il Governo fascista decise di costruire nel luogo più vicino al Reich Tedesco, cioè nel nord del Paese e, quindi, nella città di Trento e accanto alla linea ferroviaria, uno stabilimento industriale che producesse il piombo tetraetile, cioè l'antidetonante della benzina. Era la zona nord della città, dove il vento del Garda garantiva la dispersione, verso zone all'epoca poco abitate, di fumi che già si sapevano velenosi. Nel ‘42 il tribunale condannò la SLOI per la prima volta perché il 50 per cento degli operai presentava malattie professionali non meglio indicate. Negli anni successivi sono morti moltissimi operai di quella fabbrica per malattia, per quello che oggi chiameremmo infortunio sul lavoro; molti di loro finirono in manicomio perché gli effetti che dava l'inquinamento da piombo tetraetile erano quelli simili all'alcolismo e molti di loro vennero trattati come folli e curati con l'elettroshock.

La giornata del 14 luglio 1978, per un incendio scoppiato all'interno della fabbrica, rischiò di passare alla storia come quella che poteva segnare l'annientamento dell'intera popolazione della città, che si salvò grazie all'intuizione dell'allora comandante dei vigili del fuoco e caro amico, ingegnere Nicola Salvati, che, sapendo come il piombo tetraetile volatile reagisca in modo esplosivo a contatto con l'acqua, scelse di usare il cemento per spegnere il fuoco. Da allora quel sito è rimasto intoccato e la fabbrica, abbandonata, periodicamente si presta a rifugio dei più disperati che non sanno nemmeno dove sono andati a trovarsi un riparo. Per 45 anni la zona, che è di proprietà privata, è rimasta off limits. Quel terreno confina con quello di un'altra fabbrica, che a sua volta risulta sito di interesse nazionale (SIN), che si considera, però, avere un inquinamento meno pericoloso.

Ora, le due aree sono attraversate dai binari della ferrovia storica. In tutti questi anni si è molto discusso, ma nessuno sa come fare esattamente la bonifica di quei terreni e nemmeno quanto potrebbe costare. La situazione ambientale è rimasta, però, stabile perché la presenza di uno strato di argilla nella parte profonda del terreno ha costituito una barriera naturale al rischio che quegli inquinanti percolassero nella falda sottostante. La preoccupazione diffusa riguarda, però, oggi, il dubbio su che cosa possa accadere se sotto i binari della ferrovia storica, che è appunto preesistente alle due industrie e corre sul confine tra i due siti, si andasse a scavare per costruire i binari dell'alta capacità.

E veniamo, dunque, all'oggetto di questa interpellanza. La norma approvata con la manovra finanziaria mira a compensare le “carenze documentali e le lacune nell'analisi ambientale” che l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente ha rilevato nel progetto di fattibilità tecnico-economica dell'opera, presentato da Rete ferroviaria italiana, in particolare per quanto riguarda la possibilità di intervenire sulle aree adiacenti alla linea ferroviaria.

La miglior conoscenza della tipologia dell'inquinamento del sito di interesse nazionale, della sua estensione e della profondità risulta, dunque, opportuna per garantire preliminarmente i più adeguati interventi di tutela della popolazione, sia in occasione dello scavo previsto in ambiente confinato, sia nelle fasi successive di bonifica. È urgente, dunque, che la campagna di indagine possa partire il più presto possibile, come atto preliminare all'inizio dei lavori per la costruzione della nuova circonvallazione ferroviaria di Trento, lavori previsti già in partenza nella primavera prossima.

Al momento, a fianco delle aree ferroviarie, si trova, a occidente, il SIN ex SLOI e, a oriente, la fossa Lavisotto, ove, in questo momento, è in corso il progetto di bonifica delle rogge di proprietà pubblica, che sono state inquinate negli anni dagli scarichi delle due aziende.

La richiesta che noi oggi facciamo al Governo è: quale sia lo stato di attuazione e il relativo cronoprogramma di quest'ultimo stanziamento previsto dalla legge di bilancio 2023; se ritenga, alla luce di quanto segnalato in premessa, adottare iniziative di competenza per assegnare con effetto immediato lo stanziamento previsto dal comma 694 della legge 29 dicembre 2022, n. 197, alla provincia autonoma di Trento, al fine di dare esecuzione alla campagna di sondaggi geognostici previsti, preliminarmente all'avvio dei lavori per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Colleghi, con riferimento alle questioni poste circa l'utilizzo dello stanziamento previsto dal comma 694 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023, si rappresenta quanto segue.

Come ricordato, con questo articolo e questo comma si autorizza la spesa di 1 milione di euro per gli anni 2023 e 2024 per l'esecuzione di interventi di bonifica nell'area Nord della città di Trento.

In particolare, il finanziamento in questione è destinato alla progettazione ed esecuzione della campagna di sondaggi geognostici, volta ad individuare con precisione l'estensione e la profondità delle sostanze inquinanti presenti nelle aree ferroviarie, come ben illustrato, comprese tra i siti di interesse nazionale (SIN) “ex SLOI ed ex Carbochimica” ed interessate dalla realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, inquinate da piombo, piombo tetraetile ed altri inquinanti.

Nello specifico, la provincia di Trento precisa che, per quanto riguarda il sito SIN, l'Agenzia per la depurazione (ADEP) della provincia di Trento ha oggi in bilancio risorse per 12 milioni di euro per la bonifica delle rogge fino a via Fratelli Fontana, somme di derivazione statale per il SIN a suo tempo individuato; le restanti somme, per un totale di oltre 32 milioni di euro, sono appostate sul bilancio dell'ADEP.

La provincia rappresenta, altresì, che il bypass ferroviario, che non interessa formalmente il sito SIN ma si snoda su aree limitrofe, è opera statale, come da decreto-legge n. 77 del 2021, in carico a Rete ferroviaria italiana, a valere su fondi PNRR per un importo di 1.200.000 euro.

Infine, l'ente territoriale evidenzia l'esistenza dell'“Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro per i lavori afferenti alla circonvallazione ferroviaria di Trento”, costituito attraverso protocollo di intesa tra comune di Trento, provincia autonoma di Trento e RFI, che ha un ruolo di supervisione non gerarchica sui profili ambientali e di sicurezza dell'opera infrastrutturale in questione. In particolare, si pone come organo a garanzia della completa osservanza delle prescrizioni di ordine ambientale e del corretto svolgimento dei lavori per quanto concerne le ripercussioni in ambito ambientale, di igiene e della sicurezza del lavoro.

Nell'ambito dell'Osservatorio, si rappresenta che è stato previsto un apposito Fondo per implementazione delle analisi ambientali a cura di RFI e relative controanalisi a cura della provincia autonoma di Trento, anche tramite l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente - APPA, relative al “contesto ferroviario allargato” comprensivo del sedime occupato dal bypass ferroviario, ma anche del sito SIN connesso.

Per quanto concerne lo stato di attuazione della misura, nell'evidenziare come la somma stanziata sia stata allocata da pochi giorni nel pertinente capitolo di bilancio del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, al fine di operare la programmazione delle risorse, si rappresenta che sono in corso di predisposizione gli atti necessari affinché la gestione delle stesse sia attribuita al pertinente centro di responsabilità e, successivamente, al rispettivo centro di costo.

Per quanto di competenza, verrà pertanto valutata dalle strutture competenti e destinatarie della somma in argomento la modalità più opportuna per l'assegnazione delle risorse stanziate con la legge di bilancio, al fine di attuare i sondaggi geognostici previsti, attesa anche l'ipotesi proposta dagli interpellanti e l'eventuale disponibilità e capacità propositiva da parte degli enti territoriali interessati.

SARA FERRARI, Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretaria. Non ho mai messo in dubbio il senso di un'opera che ha una valenza europea condivisa anche dal nostro Paese e dalle amministrazioni locali della regione Trentino-Alto Adige molti anni or sono. La preoccupazione, come si è compreso, riguarda il come questa ferrovia ad alta capacità e velocità attraverserà il nostro territorio e con quale impatto per l'ambiente e i cittadini, in particolare se il progetto di tracciato dell'opera intercetta, come abbiamo detto, un sito inquinato di interesse nazionale, che è un unicum nel nostro Paese.

La sua risposta mi rassicura parzialmente. Non ho sentito, ma forse mi è sfuggito, una rassicurazione sulla certezza dei tempi, e che sia stata veramente colta la necessità dell'urgenza di implementare questi carotaggi, queste analisi geognostiche, in questo territorio. Mi conforta sentire che verranno assegnati al centro di responsabilità e al centro di costo, che, immagino, come lei ha detto, saranno RFI in primis e la provincia come valutatore secondo. Certamente, quello che deve essere garantito nei prossimi mesi, ma in quelli imminenti proprio, è che tutto questo venga fatto preliminarmente alla partenza dei lavori.

Questo soltanto può dare quella serenità che oggi è necessaria non solo alle amministrazioni locali ma alla popolazione che si vedrà partire intorno un'opera faraonica. Al momento, è l'opera più grande di tipo ferroviario finanziata dal PNRR e deve poter essere avviata in una situazione pubblica di grande serenità. Io spero che su questo il Governo possa appoggiare la provincia autonoma di Trento nei prossimi passaggi.