I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:
nel territorio comunale di Monselice ha sede la Cementeria Buzzi (autorizzazione integrata ambientale della provincia di Padova 2013) ricadente nel Parco regionale dei Colli Euganei, un'area interessata da importanti attività connesse al turismo termale e ad agricoltura di qualità, vigneti ed uliveti. L'area è inoltre zona S.i.c. Natura 2000 del Monte Ricco e vede la presenza del sito Unesco del Laghetto di Arquà Petrarca, risorsa preziosa per i fanghi naturali destinati alle cure termali del distretto euganeo;
il piano ambientale del Parco qualifica il cementificio come impianto produttivo «ad alto impatto ambientale» e ne prescrive l'assoluta incompatibilità con le finalità del Parco, ponendo l'obiettivo della «rimozione degli impianti e delle infrastrutture incompatibili esistenti» all'interno del Parco e della «cessazione delle relative attività»;
il Piano dispone inoltre che l'Ente può sollecitare la conclusione di accordi di programma con la regione, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, i comuni e gli altri soggetti pubblici competenti, ai sensi dell'articolo 26 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, e dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, per il coordinamento delle azioni di contenimento dell'impatto ambientale e paesistico e per concertare, con le aziende stesse, strategie di adeguamento, ed eventuale riconversione e/o rilocalizzazione delle attività e degli impianti;
nel 2017 il Tar ha confermato la validità del Piano dei parchi, confermando come le attività insalubri (e in particolare la produzione del cemento) all'interno dell'area protetta fossero incompatibili «con le finalità del parco» e ha indicato l'attuazione di percorsi per la dismissione e/o ricollocazione degli impianti e la bonifica delle aree;
Arpav ha effettuato analisi sui terreni nelle aree di ricaduta dei fumi della Cementeria, all'interno della scuola «G. Cini» e sul sentiero del Monte Ricco sono stati registrati superamenti della soglia di contaminazione delle diossine e alte presenze di Pcb e Ipa;
con nota prot. 14655 del 22 novembre 2021, il Presidente del Parco ha chiesto alla Giunta regionale del Veneto di adottare una deliberazione che impegni la regione a chiedere agli organi competenti di modificare la normativa nazionale del Css combustibile vietandone l'uso nelle aree protette;
il decreto ministeriale 14 febbraio 2013, n. 22, che disciplina la produzione e l'utilizzo del Css-combustibile stabilisce che esse avvengano senza pericolo per la salute umana e senza pregiudizio per l'ambiente e, in particolare senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interasse, tutelati in base alla normativa vigente;
la trasformazione dei rifiuti non riciclabili in Css e la loro co-combustione nei cementifici è indicata dal Ministero della transizione ecologica come un esempio di economia circolare che comporta altresì una possibile riduzione dei gas serra associati alla produzione di cemento. Tuttavia, il recente quadro dell'Unione europea stabilisce che l'incenerimento e il co-incenerimento sono pratiche contrarie agli indirizzi dell'Unione europea sulla promozione dell'economia circolare e pertanto il principio di non arrecare danno significativo si applica non solo agli inceneritori, ma anche ai cementifici che co-inceneriscono i rifiuti. Inoltre, lo stesso Ministero il 28 settembre 2021 nel recepire gli indirizzi per la presentazione dei progetti atti all'applicazione della gerarchia comunitaria per la gestione dei rifiuti e del principio Do Not Significant Harm, ha precisato che gli interventi quali l'utilizzo di combustibili derivati da rifiuti non rispettano il principio suddetto, in quanto arrecano danni significativi, e non sono ammissibili al finanziamento essendo contrari alle politiche dell'Unione europea di promozione dell'economia circolare;
il consiglio comunale di Monselice ha approvato uno schema di convenzione tra comune e società proprietaria della cementeria, stabilendo un preciso impegno a carico della gestione della cementeria che, per l'appunto, «si impegna a non utilizzare, fino a scadenza dell'attuale A.I.A. combustibili derivati dal trattamento di rifiuti urbani o speciali, anche se l'introduzione di tali prodotti dovesse essere ricondotta alla fattispecie di “modifica non sostanziale” all'A.I.A. medesima. Tale impegno è assunto anche in considerazione di quanto già espresso dalla Commissione V.I.A. nella relazione istruttoria del 2 agosto 2016 che evidenziava come l'uso di combustibili caratterizzati da alto tenore di cloro comporti un potenziale aumento della formazione di PCDD-F (Diossine e Furani)»;
si ricorda inoltre nel dicembre 2016 fu annullata dalla provincia di Padova la delibera di autorizzazione all'impiego del Css nello stabilimento di Monselice per appurata irregolarità nei dati di cloro e metalli pesanti risultati molto superiori sia al dichiarato che rispetto a quelli del pet coke in uso –:
quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda adottare per favorire la piena applicazione delle prescrizioni del piano ambientale del Parco regionale dei Colli Euganei, garantendo la propria partecipazione alla definizione dell'accordo di programma per il coordinamento delle azioni di contenimento dell'impatto ambientale e per concertare strategie di adeguamento, ed eventuale riconversione e/o rilocalizzazione delle attività e degli impianti e se, in ogni caso, ritenga che l'attività del cementificio sia compatibile con gli obiettivi di tutela ambientale propri di un'area naturale protetta e zona S.i.c.;
se non ritenga di adottare iniziative normative per escludere l'utilizzazione di combustibili derivati dal trattamento di rifiuti urbani o speciali, comunque questi siano classificati negli impianti siti in aree naturali protette e siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente.