24/04/2025
Nadia Romeo, Stefano Vaccari, Chiara Braga
2-00593

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per sapere – premesso che:

   nel corso dell'esame della legge di conversione del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, è stato presentato un emendamento da maggioranza ed opposizione che prevedeva il rinvio dei termini tributari e contributivi dovuti dai soggetti operanti nei territori colpiti dall'emergenza del granchio blu, così come individuati dalle regioni;

   queste ultime, come noto, hanno trasmesso i relativi elenchi al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102;

   il criterio indicato nella proposta emendativa sopra ricordata faceva riferimento alla residenza ovvero alla sede legale o alla sede operativa nei suddetti territori;

   nel corso del 2024 sono stati adottati tre provvedimenti che hanno accertato e dichiarato la calamità prodotta dall'abnorme diffusione del granchio blu: deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 165 del 20 febbraio 2024, di dichiarazione di evento eccezionale a causa dell'abnorme diffusione del granchio blu a partire dal giugno 2023; deliberazione della giunta regionale dell'Emilia-Romagna n. 385 del 4 marzo 2024; deliberazione della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia n. 625 del 30 aprile 2024;

   con i decreti ministeriali nn. 126916 e 126920 del 19 marzo 2024 e il decreto ministeriale del 23 maggio 2024 è stata dichiarata l'esistenza del carattere di eccezionalità dell'evento di diffusione eccezionale della specie granchio blu «callinectes sapidus» verificatosi nell'annualità 2023 nei suddetti territori;

   l'emergenza, come dimostra l'istituzione della figura del commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della diffusione e proliferazione della specie granchio blu, di cui all'articolo 7 del decreto-legge n. 63 del 2024, è tuttora in atto e non è possibile prevedere quando avrà fine;

   a riprova di ciò il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha recentemente adottato altri decreti, in particolare per il Veneto (decreto ministeriale n. 116273 del 13 marzo 2025) e il Friuli Venezia Giulia (decreto ministeriale n. 124424 del 18 marzo 2025), che confermano il permanere del carattere di eccezionale diffusione della specie granchio blu «callinectes sapidus»;

   peraltro, il programma messo a punto dalla struttura coordinata dal commissario straordinario, non ancora operativo, destina risorse ingenti ad attività di ricerca, ma ormai per ciò che attiene a questa specie, che ha di fatto trasfigurato le aree più produttive d'Europa in termini di molluschi bivalvi, tutto è ben conosciuto;

   la stima degli oneri derivanti dalla misura prevista era limitata all'impatto della stessa in termini di maggiore indebitamento netto, attesa la natura semplicemente dilatoria del provvedimento, restando comunque in piedi la debenza delle suddette somme, e tali oneri sono legati solo al rinvio del gettito di competenza 2025;

   ad oggi, peraltro, nonostante le somme di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, messe a disposizione dal Governo ma già presenti nelle casse del Ministero dalla XVIII legislatura – somme peraltro inferiori al 10 per cento del danno accertato dallo stesso Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – non sono state ancora liquidate secondo la procedura prevista;

   né vi è traccia delle risorse aggiuntive, per complessivi 3,7 milioni di euro, stanziati in occasione della conversione in legge del decreto-legge 19 ottobre 2024, n. 155, recante: «Misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali»;

   all'articolo 1, comma 6-octies, del citato decreto-legge n. 155 del 2024, è previsto il trasferimento di 3.700.000 euro al commissario straordinario per l'emergenza granchio blu al fine di adottare un successivo piano di riparto in favore delle tre regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna nel cui territorio operano le cooperative e le imprese di pesca e acquacoltura che hanno presentato istanza di contributo per i danni prodotti dall'emergenza in virtù del decreto legislativo n. 102 del 2004, ma risulta agli interpellanti che la norma non sia stata ancora implementata, né si ha certezza che i fondi pari a 3,7 milioni di euro siano ancora disponibili;

   sempre relativamente al decreto legislativo n. 102 del 2004, la più volte ricordata disposizione relativa al rinvio dei pagamenti degli oneri previdenziali, in uno con quella relativa al credito, non ha prodotto alcun effetto. Gli interpellanti fanno riferimenti, in particolare, alla proroga delle operazioni di credito agrario e peschereccio, di cui all'articolo 7, e alle agevolazioni previdenziali, di cui all'articolo 8 del citato decreto legislativo;

   proprio l'articolo 8 prevede l'esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l'evento. A tal proposito, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è autorizzato – secondo il citato decreto legislativo n. 102 del 2004 – a determinare, con proprio decreto, la percentuale dell'esonero fino ad un massimo del 50 per cento;

   ad oggi il numero dei pescatori che restano impegnati in questa attività sono sensibilmente ridotti e si prevede che il loro numero diminuisca ulteriormente nei mesi a venire se non interverranno provvedimenti efficaci per frenare questa inarrestabile quanto prevedibile emorragia –:

   cosa intenda fare il Ministro interpellato per assicurare la liquidazione delle somme attese (e non ancora percepite) dalle imprese colpite dall'emergenza tuttora in corso;

   quali iniziative di competenza intenda, inoltre, intraprendere per evitare che le aree colpite dall'emergenza perdano completamente la loro vocazione produttiva che ha portato nel mondo il valore del made in Italy attraverso attività caratterizzate da una fortissima componente umana, uniche nel loro genere, in grado di contemperare il rispetto per l'ambiente e la capacità di produrre reddito e sviluppo economico.

Seduta del 2 maggio 2025

Illustrazione di Nadia Romeo, rispostsa del Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, replica di Nadia Romeo

NADIA ROMEO, Presidente, colleghe, ringrazio il Sottosegretario per essere presente oggi. Mi dispiace, devo dire, fare questa interpellanza urgente oggi, e mi dispiace farla non soltanto perché è il 2 maggio e quindi, magari, poteva essere un'occasione di ponte per tutti, ma mi dispiace farla perché viene anche dopo il 1° maggio, e io credo che siano stati davvero dimenticati quel mondo della pesca e dell'acquacoltura che tanto danno al nostro Paese, ma che non sono stati considerati. Guardate, io ho varcato la soglia di quest'Aula il 9 luglio 2024 e uno dei primi provvedimenti che mi sono trovata ad esaminare era proprio la conversione di un decreto che recava misure urgenti sulla pesca e sull'acquacoltura. In quel decreto, e parliamo del 10-11 luglio 2024, era già compresa l'emergenza del granchio blu, un'emergenza che, però, partiva dal 2023. Quindi, già il 10 luglio era tardiva rispetto ad un'emergenza, ad un'urgenza di un territorio che è concreta, che è quotidiana, che tocca la vita di lavoratori e lavoratrici, era già tardivo come tempo. Eravamo già in forte ritardo rispetto a quella che è una emergenza che sta davvero uccidendo l'economia di un nostro territorio, che è sicuramente un'economia del nostro Paese, ma le zone che sono colpite sono maggiormente l'area del Delta del Po, l'area rodigina e l'area del ferrarese. E guardate, non stiamo parlando di poco, stiamo parlando di un'economia che vale alla produzione almeno 200 milioni di euro all'anno. Stiamo parlando di 3.000 addetti…stavamo? Stiamo? No, non stiamo più parlando, purtroppo, di 3.000 addetti. Il 10 luglio ancora stavamo parlando di 3.000 addetti. Oggi, a causa di questa emergenza, sono molti meno gli operatori della pesca, tantissime sono le partite IVA che hanno chiuso, altre stanno ancora chiudendo.

Quindi, che cosa è stato fatto? Lo dico solo perché così, forse, è chiaro un po' a tutti, perché per chi lo vive forse è più chiaro, chi invece non lo vive, forse, non comprende bene lo stato dell'arte. Che cosa è successo da quell'11 luglio, quando è stato convertito il decreto? L'unica cosa che è stata fatta è quella di presentare in pompa magna, a fine agosto, il commissario straordinario, che era un commissario straordinario all'emergenza. Ecco, anche su questo vorrei far riflettere il Governo, perché una situazione del genere, probabilmente, avrebbe meritato uno stato di calamità naturale che avrebbe, forse, risolto molti più problemi rispetto, invece, ad uno stato semplicemente di emergenza, ma ad agosto è stato nominato il commissario. In realtà, poi, abbiamo scoperto che, però, questo commissario in attività ci è entrato in settembre. Ma che cosa è successo da settembre al 22 gennaio? Niente. Abbiamo avuto dei Ministri che sono venuti nei territori, hanno fatto promesse e creato delle aspettative, ma da settembre - anzi, da agosto - al 22 gennaio nulla. Cosa succede, invece, il 22 gennaio? Il 22 gennaio, finalmente - e devo dire anche in pompa magna, perché erano presenti ben tre ministri, Urso, Lollobrigida, e Pichetto Fratin - viene presentato, dal commissario straordinario, il Piano degli interventi, un Piano degli interventi che ha un valore di 10 milioni di euro.

Almeno iniziamo, nonostante l'emergenza sia datata 2023, ad attivare una macchina che possa dare un segnale, aiutare e dare un supporto concreto al mondo della pesca. Però, oggi siamo al 2 maggio. Ritorno ad oggi. Qual è la situazione? Bene, dopo tutto questo excursus, l'unica cosa che è stata fatta dal commissario è stata l'ordinanza n. 1 del 15 aprile. Anche questa un'ordinanza per la quale dici: “Va bene, abbiamo l'ordinanza; per lo smaltimento del granchio mettiamo 1,8 milioni; finalmente inizia”. No, perché è una macchina che comunque ha paletti, restrizioni e obblighi. Non dà il dovuto respiro e neanche le soluzioni per andare avanti a chi ha bisogno, oggi ancora più di ieri, di liquidità e di quel sostegno che gli dia il tempo per sopravvivere. Per chi ancora c'è...

Allora, davvero, le richieste che vi faccio sono... Vi chiedo, davvero, senza polemica, però, di rivedere la strategia. Questa è come fosse una grande crisi aziendale. È come fosse una grande crisi aziendale, perché 3.000 sono i lavoratori e le lavoratrici. Tenete conto che una buona parte di chi ha chiuso la partita IVA erano lavoratrici femminili del mondo della pesca, difficilmente da riconvertire, soprattutto in zone e in aree interne che rischiano lo spopolamento. E allora, che cosa vi si chiedeva? Che cosa si chiede con questa interpellanza urgente? Chiediamo che quei 10 milioni di euro annunciati li mettiate davvero a disposizione, perché sono lì (10 milioni per il 2025 e per il 2026, se no sembra che siano 10 milioni oggi). Ma di quei 10 milioni che sono previsti per il 2025 e il 2026 ancora non si è mosso nulla e siamo al 2 maggio in emergenza.

Allora, rispetto a quei 10 milioni, intanto, come volete sbloccarli? Secondo, in quei 10 milioni ci sono poste che davvero non servono a nulla per il mondo della pesca. Allora, anche su quello, visto che ci sono delle richieste che vengono da quel mondo a cui voi avete fatto, tra l'altro, delle promesse: ad esempio, la sospensione dei contributi. Insomma, alla fine corrispondono ad un milione e mezzo di euro gli importi che servono. In quei 10 milioni di euro, però, voi avete messo delle poste che non servono a nulla ai pescatori e al mondo della pesca. Allora rivedetelo e invece fatte quelle operazioni che servono davvero a dare ossigeno a quelle imprese. Quindi, rispetto a questo, vi chiedo davvero che cosa volete fare. E poi abbiamo anche i 3,7 milioni di euro stanziati in sede di conversione del decreto-legge n. 155 del 2024. Anche questi, però, allo stato dell'arte, non sono disponibili per le imprese e non si ha la certezza di quando verranno varati. Almeno, se non è cambiato qualcosa, fino all'altro giorno di questi 3,7 milioni si aveva traccia.

E sono 3,7 milioni che erano stati previsti per le regioni Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, a beneficio diretto di chi aveva subito i danni dell'emergenza da granchio blu. Ma di questo non si sa nulla e quindi le chiedo se mi dà delucidazioni. Anche le somme previste dal decreto legislativo n. 102 del 2024 non sono ancora state liquidate. E, guardate, non sono ancora state liquidate pur rappresentando meno del 10 per cento del danno complessivo. Anche su questo, però, non è che il mondo della pesca e chi lavora quotidianamente possono aspettare tempi così lunghi. Sono risorse che dovevano già essere state erogate. Non se ne sa nulla. Un'altra cosa - l'ho accennata prima - la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.

Non capisco il motivo per cui questa semplice iniziativa non la riusciate a prendere, perché diventa davvero una partita di giro. Si parla di sospensione. Ma se non avete questi soldi, prendeteli dai 10 milioni di euro che avete messo, posto che avete messo delle risorse che alla pesca proprio non servono a nulla. Guardate, 2,3 milioni - magari lo diremo dopo - sono soltanto per la macchina amministrativa. Ma cosa ce ne facciamo? Ecco, queste sono le questioni ed è questo il fondo della mia interpellanza. Guardate, il mondo dell'acquacoltura non è un settore marginale. È, invece, proprio un'eccellenza, un fiore all'occhiello del nostro made in Italy.

Rappresenta una parte importante della nostra storia, della nostra tradizione e della nostra identità. Quei luoghi sono fondati sul mondo della pesca. Sono persone che lavorano nel mondo della pesca e non fanno altro. Quindi, chiudere è davvero un'emergenza sociale. Allora, davvero vi chiedo, senza spirito di polemica, però cercando di velocizzare delle azioni che possono essere mirate, concrete e reali, di fare qualcosa di più. Le chiedo, appunto, rispetto a quello che già è previsto, che cosa intende fare.

LUIGI D'ERAMO,

Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, con riferimento agli effetti conseguenti alla proliferazione della specie alloctona Callinectes sapidus (cosiddetto granchio blu) sul comparto della pesca e dell'acquacoltura, con particolare impatto sui molluschi bivalvi, mi preme anzitutto evidenziare le iniziative già attivate dal Ministero in risposta al fenomeno.

Per quanto riguarda il sostegno economico alle imprese che hanno effettuato la cattura e lo smaltimento della suddetta specie, il Ministero si è attivato tempestivamente utilizzando fondi nazionali. A tal fine, con l'articolo 10 del decreto-legge “omnibus” n. 104 del 10 agosto del 2023, è stata autorizzata la spesa di 2,9 milioni di euro per l'anno 2023. Successivamente, ai sensi dell'articolo 1, comma 128, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, è stato adottato il decreto ministeriale n. 628456 del 13 novembre del 2023, con il quale sono stati stanziati 10 milioni di euro per indennizzare le imprese per la semina, il ripopolamento e la protezione degli allevamenti. Il provvedimento ha previsto il rimborso delle spese sostenute per il prodotto immesso già dall'anno 2022 e per l'acquisto di strutture fisse e mobili installate per la protezione degli allevamenti nell'anno 2023.

Essendo pervenute richieste di contributo per quasi 37 milioni di euro, il Ministero, con il decreto-legge Acquacoltura n. 63 del 2024, ha destinato ulteriori 12 milioni del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura, per sostenere interventi di supporto e per lo sviluppo della filiera ittica, nonché di contrasto alla crisi economica generata dalla prolificazione del granchio blu. Infine, per poter accogliere il 100 per cento delle richieste, sono stati stanziati ulteriori 15 milioni di euro del cosiddetto Fondo filiere e predisposto il relativo decreto ministeriale. Alla fine, pertanto, tutte le istanze ammesse hanno ricevuto il 100 per cento del contributo richiesto, per una spesa finale di circa 37 milioni di euro. Ricordo, inoltre, che, sempre con il decreto-legge Acquacoltura, è stata prevista la nomina di un commissario straordinario nella persona del dottor Enrico Caterino, ex prefetto di Ravenna. Tra i compiti del commissario rientrava l'elaborazione di un Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu. Per l'attuazione delle misure del Piano era prevista una dotazione finanziaria, nel triennio 2024-2026, di 10 milioni di euro.

Il Piano è stato adottato dal commissario nei termini previsti dalla legge e approvato dai Ministri competenti con decreto ministeriale del 9 aprile del 2025. Si è ora, dunque, in fase di attuazione dello stesso.

Sono destinati alle imprese del settore anche gli ulteriori 3,7 milioni di euro cui fa riferimento l'onorevole interrogante, stanziati con il decreto-legge n. 155 del 2024, recante misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali. Dette somme sono assegnate al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e saranno trasferite al Commissario straordinario non appena riassegnate, come competenza di cassa, dal Ministero dell'Economia e delle finanze.

Successivamente, il Commissario provvederà alla distribuzione delle somme tra le regioni interessate secondo i criteri che verranno condivisi con le strutture territoriali. Per quanto concerne il rinvio del pagamento degli oneri previdenziali e assistenziali, informo l'interrogante che è in corso di predisposizione una circolare esplicativa che individua le procedure per la concessione delle riduzioni contributive INPS a favore delle imprese agricole, dell'acquacoltura e della pesca, attivabili a seguito di declaratoria per eventi che hanno prodotto danni alle produzioni, in conformità alle modalità previste dal decreto n. 102 del 2004.

Siamo consapevoli dell'emergenza in atto e dell'urgenza di risposte concrete. Le azioni finora intraprese dal Governo, e quelle in corso, intendono rispondere, con senso di responsabilità e nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, alle legittime aspettative di un comparto strategico per il nostro Paese, espressione autentica del valore del made in Italy nel mondo. Assicuro, quindi, la massima disponibilità del Ministero a proseguire nel dialogo con i territori, le regioni e le rappresentanze del settore, affinché si possa garantire una risposta efficace, tempestiva e strutturale.

NADIA ROMEO, Grazie, Presidente. Allora, ringrazio il Sottosegretario per la risposta, però mi rifaccio, mi ricollego alle sue ultime parole: tempestiva e strutturale.

Il problema, Sottosegretario, è proprio questo. Non c'è nulla di tempestivo e neanche nulla di strutturale. Le do soltanto un dato: allora, nel delta del Po, le imprese, le partite IVA, erano 1.500. Cinquecento hanno già chiuso; altre cinquecento sono a reddito zero nella speranza di poter ripartire; ne sono rimaste, circa, cinquecento attive. Allora, se tutta questa tempestività fosse stata davvero praticata, probabilmente, non saremmo in questa situazione. Allora bisogna farsi, bisogna, magari, porsi delle domande.

Oltretutto, mi fa piacere che i 3.700.000 euro vengano erogati, però, capisce, che se parliamo di tempestività nell'urgenza questi 3.700.000 euro dovevano essere dati ieri. Anzi, dovevano essere dati l'altro ieri. Dovevano essere dati dal primo gennaio, non adesso. Adesso è tardi.

Vi sto lanciando un grido d'allarme, vi sto riferendo un grido d'allarme che arriva da quei territori. È tardi! Non ce la fanno più! Le aziende vivono di quello, ma se voi non riuscite a sostenerle, perché mettete le risorse ma, poi, non le date nei tempi giusti, quelle risorse sono inutili. Quando arriverete ad erogarle troverete il deserto. Dovete rendervi conto di questa situazione e, forse, non l'avete ancora chiara.

E guardi, le dico solo altre due cose: i contributi. Allora, anche qui, ma 2.300.000 euro di contributi tra quei 10.000.000 di euro. Intanto, i 10.000.000 di euro sono 2024-2026. Nel 2024 non avete fatto nulla. Nel 2025, siamo a maggio e stiamo parlando di un'emergenza. Quindi - ripeto - questo è lo stato attuale.

Ma, se andiamo a vedere il piano degli interventi, anche sul piano degli interventi se volete davvero aiutare il mondo della pesca e dell'acquacoltura, vi chiedo di rivederle alcune poste perché non servono alla pesca, al mondo della pesca. Voi avete messo 2.300.000 euro per far funzionare la struttura.

Ma, insomma, 2.300.000 di euro per far funzionare una struttura commissariale, con i monitoraggi, mi sembra davvero eccessivo perché il Commissario alla fine si appoggia alle regioni, si appoggia alle province, si appoggia ai consorzi, alle capitanerie di porto. Bene, 2.300.000 euro sono per far funzionare, diciamo così, l'apparato amministrativo.

La misura 3.2, ad esempio, sono 100.000 euro per monitoraggi. Ma che cosa dobbiamo mai monitorare? Cioè, non c'è niente da monitorare lì, perché è tutto molto chiaro. Quei soldi vanno spesi per le imprese.

La misura 2.5, sempre 100.000 euro per il monitoraggio della vivificazione delle lagune. Guardate, chi conosce quei territori, che sia ISPRA, che siano i consorzi di bonifica, ma sappiamo tutti qual è lo stato di salute delle lagune, e sappiamo tutti che c'è da investire anche sulla vivificazione delle lagune perché è un altro problema che è sempre collegato all'emergenza del mondo della pesca. Ma non occorre fare i monitoraggi, ci sono già! Perché spendere altri 100.000 euro?

La misura 2.2, 120.000 euro per l'Osservatorio sulla cattura. Ma che cosa dovete osservare sulla cattura? Allora, nel mondo della pesca, i pescatori portano in banchisa i granchi, li mettono nei contenitori e li portano allo smaltimento. Che cosa dovrete mai monitorare? Anche perché sono già monitorati, perché quando li portano all'inceneritore, lì, tra l'altro, per avere i contributi devono essere tutti comunque catalogati. Quindi, cos'è che dovete monitorare da spendere 120.000 euro?

Duecento mila euro per il noleggio natanti. Ma, guardate, i pescatori hanno già le loro imbarcazioni, non c'è bisogno di mettere 200.000 euro per un noleggio dei natanti. Allora, di tutto questo Piano degli interventi che voi dite mettiamo 10.000 euro per il mondo della pesca, guardate che, alla fine, sono 5.000.000 di euro appena di investimento concreto sulla pesca. Non sono sufficienti. Andate a leggervi bene il piano economico. Non è sufficiente, e non sono 10.000.000 di euro, sprecate 5.000.000 di euro in cose inutili. Inutili!

Lei ha citato il commissario Caterino. Sì, è vero, ripeto, l'ho detto anche prima: ha fatto, da quando è stato nominato, un'ordinanza, quella del 15 aprile dove, di quei 10.000.00 di euro 2024-2026, mette a disposizione 1.800.000 euro per lo smaltimento del granchio. Ma, anche qui, scusate, sapete come dà la disponibilità di 1.800.000 euro? Cioè, prima lo anticipano le imprese e, dopo rendiconto, vengono pagati. Ma, secondo voi, chi è alla fame riesce ad anticipare i soldi per lo smaltimento, che vengono pagati a fine anno dopo una rendicontazione? Non è possibile. Anche qui, era stato richiesto - come avviene anche per i contributi europei -, eventualmente, di un anticipo che fosse del 15 o del 20 per cento per iniziare l'attività o, eventualmente, pagamenti ad avanzamento dei lavori. Ma non è possibile che le aziende, adesso, garantiscano e mettano le risorse prima. Non le hanno! Non le hanno.

Quindi, anche questi provvedimenti, dove ci sono le risorse, ma queste risorse non sono spendibili da parte del mondo della pesca. Quindi, davvero Sottosegretario, guardi, chi conosce quelle aree sa davvero l'emergenza sociale che c'è.

Vi chiedo di gestire meglio, in maniera più efficace e di rivedere le poste, di dare immediatamente risposta a queste esigenze perché, altrimenti, quelle aree che sono già aree difficili e fragili, verranno desertificate e avremo un problema sociale che coinvolge lavoratori, lavoratrici, intere famiglie e, soprattutto, un comparto, quello del made in Italy del mondo della pesca che costituisce un'eccellenza, perché eravamo i primi esportatori in Europa di vongole, i primi. Adesso, la produzione è al 10 per cento. Quindi, davvero, vi chiedo, senza voler strumentalizzare, ma agite subito! Agite in fretta!

Agite meglio e rivedete il piano che avete approvato.