04/11/2024
Lia Quartapelle Procopio
Sarracino, Madia, Scotto, Scarpa, Ubaldo Pagano, Bakkali, Evi, Amendola, Tabacci, De Micheli, Berruto, Cuperlo, Barbagallo, Forattini, Manzi, Boldrini, Marino, Merola, Prestipino, Iacono, De Luca
2-00468

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale n. 481 del 26 febbraio 2024 stanzia 1,2 miliardi di euro per l'apertura di 60.000 posti letto per studenti universitari entro il 30 giugno 2026;

   il bando prevede un contributo economico di 19.966,66 euro per posto letto, oltre a agevolazioni fiscali e un regime semplificato per il cambio di destinazione d'uso degli immobili. Una residenza da 60 posti riceverebbe dunque oltre 1.197.999,6 euro;

   uno studentato privato, classificato come residence alberghiero, ottiene lo status di servizio privato di interesse pubblico, e ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 (testo unico dell'edilizia), i costruttori sono esentati dal pagamento del costo di costruzione;

   attualmente, molti studentati sono stati costruiti attraverso convenzioni con i comuni di appartenenza. In cambio di tariffe convenzionate, i comuni offrono ulteriori agevolazioni, come la riduzione degli oneri di urbanizzazione, premi volumetrici e la possibilità di riscatto a fine convenzione;

   dal report «Il business degli studentati» emerge che, a Milano, alcuni studentati riescono a richiedere tariffe superiori a quelle stabilite dalle convenzioni, senza violarle formalmente. Questo avviene mediante l'aggiunta di spese obbligatorie per servizi non essenziali, come l'accesso a una palestra, la possibilità di ospitare persone, o l'assegnazione di camere singole o situate ai piani alti;

   è stato documentato dal report che la differenza tra il canone convenzionato e il prezzo effettivo, nella città di Milano, può arrivare in alcuni casi fino al 100 per cento; situazioni simili sono riscontrabili in altre città italiane dove si registra in ogni caso un aumento dei prezzi per le residenze universitarie che poi contribuiscono ad aumentare il costo medio degli affitti;

   in questo modo, gli studentati realizzati tramite convenzioni pubbliche finiscono per applicare tariffe di mercato, o addirittura superiori, trasformandosi in residenze private accessibili solo a studenti provenienti da famiglie benestanti, piuttosto che in strutture destinate a garantire il diritto allo studio;

   il bando prevede unicamente che il 30 per cento dei posti letto debba essere riservato a studenti a basso reddito, mentre il restante 70 per cento può essere offerto a una tariffa inferiore del 15 per cento rispetto ai prezzi di mercato –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per garantire che i fondi del Pnrr destinati alla costruzione di studentati siano effettivamente impiegati per promuovere il diritto allo studio, assicurando che i prezzi degli alloggi non vengano aumentati oltre la tariffa stabilita tramite l'introduzione di servizi accessori non essenziali.

Seduta dell'8 novembre 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Intendo illustrare l'interpellanza perché ritengo che contenga una serie di elementi di cui il Governo deve prendere atto. Il Governo ha pubblicato un bando PNRR a febbraio che stanzia 1,2 miliardi di euro per creare 60.000 nuovi posti letto negli studentati entro il 2026. Il finanziamento del PNRR prevede, per quegli operatori che parteciperanno al bando e si impegnano a creare nuovi posti letto negli studentati, prevede appunto agevolazioni fiscali, un regime semplificato per il cambio di destinazione d'uso dopo soli 15 anni - quindi condizioni generose - e inoltre una sovvenzione di 19.966,66 euro per posto letto il che significa, diciamo, all'incirca 2 milioni di euro di finanziamento ogni 100 posti letto per studentato.

Secondo le condizioni previste dal bando, almeno il 30 per cento dei posti letto degli studentati deve essere assegnato a studenti nelle graduatorie per il diritto allo studio e, per il restante 70 per cento, i gestori hanno l'obbligo di applicare tariffe ridotte per almeno il 15 per cento rispetto al valore di mercato.

Questo risponde al dettato costituzionale previsto dall'articolo 34 della nostra Costituzione, secondo il quale i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a raggiungere il più alto grado degli studi. Purtroppo, a ottobre, dopo sette mesi dalla pubblicazione del bando, sono stati ammessi al finanziamento solo 10.000 posti, il 98 per cento delle richieste è arrivato da costruttori privati e gli enti locali hanno presentato solo quattro richieste.

Ora, vediamo nella pratica come funziona. Le convenzioni esistono già in alcune città - sono ovviamente convenzioni comunali o altri enti locali, sempre sugli studentati - e prevedono limiti alle tariffe a fronte di sgravi fiscali e riduzione degli oneri di costruzione, una cosa analoga rispetto al bando del PNRR che anzi è addirittura più generoso, perché il PNRR dà anche dei soldi ai costruttori. Nella pratica, però, l'applicazione di queste convenzioni non produce sempre risultati corretti. A Milano, per esempio, la mia città, è emerso da un report - che si chiama “il business degli studentati”, fatto da due consiglieri comunali, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini - di come le convenzioni esistenti con il comune vengano aggirate dai gestori, che riescono a richiedere tariffe superiori a quelle stabilite dalla convenzione, senza violarle formalmente.

Com'è che avviene questo? Avviene che i privati aggiungono ai costi obbligatori per l'occupazione del posto letto altri costi che, però, non sono discrezionali, ma devono essere pagati da chi entra negli studentati. Inoltre, sono costi per altri servizi che non sono servizi essenziali: sono, magari, servizi come l'accesso a una palestra, servizi di pulizia, servizi per l'utilizzo di alcune parti dello studentato, la lavanderia, servizi in più per la possibilità di ospitare persone o per l'assegnazione di camere più pregiate ai piani più alti, camere singole. Questo significa - e il Governo lo deve sapere - che, alla fine, in una grande città universitaria come Milano, ma la stessa cosa è stata rilevata a Bologna, a Roma, gli studentati non sono studentati che agevolano la presenza di studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, ma, in realtà, rendono più difficile per questi studenti poter studiare nelle grandi città dove ci sono gli studentati. Infatti, i costi di una stanza negli studentati sono molto alti: 700-800 euro al mese, cosa che fa aumentare anche ai prezzi dell'offerta privata nelle case.

Noi ci focalizziamo sul lavoro che sta facendo il Governo per gli studentati del PNRR, il lavoro con le convenzioni nei comuni verrà fatto, ma vogliamo portare l'attenzione del Governo sui fondi stanziati con il piano del PNRR. Infatti, se anche gli studentati costruiti con i fondi del PNRR arriveranno ad avere questi prezzi stratosferici, rischiamo il paradosso: vengono a mancare tutti gli obiettivi del Piano e i costi dell'abitare non si riducono, né per gli studenti né per il resto della città, anzi, l'intervento pubblico rischia di peggiorare la situazione.

Per la politica è molto difficile indirizzare il mercato libero ma, se i contributi pubblici vanno a finanziare delle strutture che immettono sul mercato stanze che hanno dei costi molto alti rispetto al diritto degli studenti di studiare e di avere delle strutture che permettono loro di dormire a dei prezzi convenzionati e che rispondano al diritto costituzionale, rischiamo di essere al paradosso. Quindi, chiediamo, portiamo questa situazione all'attenzione del Governo e chiediamo al Governo di ricevere garanzie che gli operatori non potranno speculare sulle tariffe.

Ci chiediamo se, a partire dal bando e dagli atti successivi al bando, il Governo sta prevedendo dei modi per evitare questo tipo di speculazione che, già oggi, esiste e che rischia di essere particolarmente accelerata dall'emissione di nuovi posti letto ottenuti grazie ai bandi del PNRR.

 

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Quartapelle, che mi permette di approfondire un tema che sta molto a cuore al Governo, un tema su cui il Ministro competente in prima persona, Anna Maria Bernini, si è molto impegnata per dare al Paese una seria ed efficace politica nazionale sulle residenze universitarie. Assicurare un posto letto significa, infatti, garantire veramente il diritto allo studio, riconoscendone la sua fondamentale importanza per la crescita complessiva del nostro Paese.

Si evidenzia che, a seguito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza del dicembre del 2023, nell'ambito della Riforma 1.7 “Riforma della legislazione sugli alloggi per gli studenti e investimenti negli alloggi per gli studenti”, è stato modificato il Target M4C1-30 che prevede la: “Creazione di almeno 60.000 posti letto supplementari conformemente alla legislazione pertinente, tra cui la legge n. 338/2000, quale riveduta nell'agosto 2022, e il nuovo sistema legislativo adottato nell'ambito del traguardo M4C1-29, Riforma 1.7: Riforma della legislazione sugli alloggi per studenti e investimenti negli alloggi per studenti”.

Alcune delle modifiche apportate riguardano l'inserimento di determinati vincoli al fine di assicurare l'effettivo impatto della misura in termini di contenimento dei canoni di locazione e di supporto agli studenti meno abbienti. Tali vincoli sono stati espressamente richiamati nel decreto del Ministro dell'Università e della ricerca n. 481 del 26 febbraio 2024, recante l' “Avviso realizzato all'acquisizione delle disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore” il quale prevede che, lo ricordava: almeno il 30 per cento dei posti sia destinato agli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, provenienti graduatorie per il diritto allo studio adottato degli enti regionali competenti, per queste tipologie di assegnazioni l'importo che lo studente paga è corrispondente alla tariffa indicata al bando adottato dal medesimo ente per il diritto allo studio, notevolmente inferiore ai prezzi di mercato (indicativamente fra i 180 e i 300 euro al mese, stante i prezzi di mercato che possono arrivare anche ad oltre 1000 euro); il 70 per cento dei posti residui sia assegnato direttamente dai soggetti gestori delle residenze a studenti inseriti in graduatorie di merito, i quali si impegnano, per 12 anni, ad applicare agli studenti una tariffa ridotta di almeno il 15 per cento rispetto al valore di mercato.

Per l'individuazione della tariffa media si dovrà fare riferimento all'applicativo informatico web reso disponibile da Cassa depositi e prestiti che, tenendo conto dei dati dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI), rilevati l'Agenzia delle Entrate e pubblicati sul sito istituzionale, nonché delle caratteristiche dei posti alloggio offerti, comprensivi dei servizi, consente di individuare i prezzi calmierati applicabili agli studenti. La corretta determinazione delle tariffe da parte degli operatori economici è verificata puntualmente dal Ministero dell'Università e della ricerca, sia in sede di approvazione della candidatura sia all'atto dell'erogazione del contributo sia successivamente per il termine di vigenza del contratto di finanziamento sottoscritto 12 anni a far parte dell'entrata in esercizio della struttura.

Con l'ordinanza n.1, il commissario straordinario dell'Housing universitario, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 aprile 2024, ha inoltre disposto che, nelle more della sottoscrizione di uno specifico protocollo d'intesa con l'Agenzia del Demanio, le verifiche necessarie per l'erogazione del contributo da parte del Ministro dell'Università e della ricerca siano effettuate, per conto dello stesso Ministero, dalla citata Agenzia, la quale certificherà l'effettiva messa a disposizione dei posti letto per gli studenti, secondo l'atto d'obbligo sottoscritto tra il Ministero e il soggetto gestore. La liquidazione del contributo sarà inoltre possibile solo previa verifica dell'avvenuta sottoscrizione delle convenzioni tra i gestori con gli enti per la tutela del diritto allo studio universitario del territorio, ove sono situati i posti alloggio, e dell'applicazione delle tariffe calmierate.

Si segnala infine che, come previsto dal menzionato Avviso di cui al decreto ministeriale 481 del 2024, l'Amministrazione può concedere, può procedere - chiedo scusa - a revocare in tutto o in parte i fondi assegnati al soggetto attuatore, nel caso venga meno agli obblighi assunti con la sottoscrizione del contratto di finanziamento.

Il Ministero dell'Università e della ricerca conferma, quindi, il massimo impegno nel vigilare sulla corretta determinazione delle tariffe degli alloggi universitari, sulla base della normativa vigente e dei vincoli previsti, per garantire in modo equo ed adeguato una abitazione alle ragazze e ragazzi che affrontano l'esperienza universitaria, rimuovendo tutti gli ostacoli economici, soprattutto per i capaci e meritevoli che non possono permettersi di sostenere affitti oltre i costi elevati.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Sottosegretario, mi dispiace, non sono soddisfatta. Sarà anche un tema che sta molto a cuore al Governo, ma sta così tanto a cuore al Governo che, appunto, viene a rispondere il Sottosegretario alla Salute. Non me ne voglia, non è responsabilità sua, ma la materia non è proprio la sua.

Tra l'altro, un Sottosegretario che, proprio in questi giorni, è nell'occhio del ciclone per un conflitto di interessi nel suo rapporto con i privati nel suo settore, e quindi forse non la persona più adeguata a dare una risposta su come regolare i rapporti tra l'amministrazione statale e gli operatori privati (Commenti). In secondo luogo, francamente, non siamo soddisfatti. Forse il Ministro competente, il Ministro Fitto, è distratto per le sue audizioni della prossima settimana al Parlamento europeo e forse anche questa è una delle ragioni per le quali l'implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, purtroppo, si sta rivelando una delusione. E dico purtroppo perché noi stiamo dalla parte dell'Italia e ci terremmo a vedere le cose decise da questo Parlamento effettivamente attuate.

Detto questo, dalla sua risposta a me sembra che lei e il Governo non abbiate davvero ascoltato quanto noi portiamo qui all'attenzione del Governo. Ho spiegato come funziona: funziona che i privati hanno delle convenzioni in atto con l'operatore pubblico che riescono ad aggirare aggiungendo dei servizi, cioè i privati rispettano formalmente le convenzioni rispetto al costo delle camere degli studentati, ma aggiungono dei servizi obbligatori, che fanno lievitare il prezzo finale per gli studenti.

Quindi, le camere possono anche costare quanto previsto dalle tabelle di cui lei ci ha parlato, ma poi, se a questo costo vengono aggiunte centinaia di euro mensili, alla fine il prezzo pagato dagli studenti per stare in quelle stanze è molto più alto del prezzo previsto da voi. Lei non ha proprio rilevato questo punto nella sua risposta, ed è questo il punto che noi portavamo alla vostra attenzione.

Nelle grandi città - Bologna, Roma, Milano, Firenze - vengono costruiti continuamente degli studentati, perché è un business per le imprese che li costruiscono e li gestiscono. Stiamo chiedendo al Governo di aggiungere dei vincoli privati, perché i vincoli messi oggi dall'operatore pubblico sono dei vincoli parziali, che producono una distorsione che fa sì che per gli studenti sia molto costoso studiare nelle grandi città, laddove noi abbiamo delle università di interesse. Questo significa che in queste università, in queste città, non vanno i capaci e i meritevoli, ma va chi se lo può permettere.

E questo è un punto che noi, come Paese, dobbiamo contrastare. Noi dobbiamo davvero realizzare degli studentati che permettano ai capaci e ai meritevoli, anche se privi di mezzi, di studiare nelle università di propria scelta, di immaginare il proprio futuro nelle discipline utilizzando i propri talenti, e non semplicemente utilizzando le risorse delle famiglie che le hanno. E su questo punto, mi dispiace, Sottosegretario, il Governo è manchevole; e mi dispiace perché noi utilizziamo questa fase di interpellanze proprio per dire che cosa sta succedendo e per chiedere un'attivazione del Governo.

Siccome il bando del PNRR, che voi avete scritto, è stato scritto così male che solo 10.000 posti su 60.000 sono stati allocati e mancano 50.000 posti - mi chiedo, tra l'altro, come farete voi, poi, a giustificare l'erogazione di quelle risorse da parte della Commissione: Dio non voglia che poi le dobbiamo restituire - mi chiedo se non sia il caso di riscrivere quei bandi, di aggiungere dei vincoli e di ripensare come vengono destinati i fondi per la creazione degli studentati. C'è bisogno di studentati, una parte del caro affitti delle città è legata anche alla presenza degli studenti, ma c'è bisogno anche di un'iniziativa del pubblico, del Governo e degli enti locali che direzioni i privati.

Ad oggi, le condizioni a cui ai privati viene garantita la possibilità di partecipare a questi bandi sono molto generose per gli operatori, ma molto poco attente alle esigenze degli studenti, e, quindi, alle esigenze del futuro del nostro Paese. Francamente, da questo Governo mi sarei aspettata un'attenzione e un ascolto di un fatto documentato, a cui deve essere posto un freno, una risposta e un indirizzo politico.

Quindi, mi dispiace, Sottosegretario, ma non sono soddisfatta e credo che noi continueremo a chiedere su questo punto una maggiore proattività del Governo, partendo da una riscrittura dei bandi, ripensando alla destinazione di quelle risorse, magari rimodulandole, dedicandole di più agli enti locali e aiutando questi ultimi a venire incontro ai costi connessi alla costruzione, alla gestione e al cambio d'uso di edifici per gli studentati.

L'obiettivo finale, infatti, per noi, è quello di evitare la speculazione, offrendo soluzioni credibili e accettabili per gli studenti, creando quindi un cambiamento a lungo termine nel nostro Paese, permettendo ai nostri studenti di talento, capaci e meritevoli, anche se privi di privi di mezzi, di sprigionare tutto il proprio entusiasmo, le proprie energie e le proprie capacità per costruire un proprio futuro e, quindi, il futuro dell'Italia.