29/10/2020
Lia Quartapelle Procopio
Enrico Borghi, Carnevali, Rizzo Nervo, Siani
2-00983

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   i dati raccolti sul virus sono fondamentali per combatterne la diffusione: le statistiche riportate quotidianamente dalla Protezione civile (per regioni e province) e settimanalmente dall'Istituto superiore di sanità su numero di positivi, tamponi effettuati, morti, ricoverati e guariti sono essenziali per dare un quadro della gravità della diffusione. Ma non bastano; sono dati spesso non sufficienti per giustificare le misure adottate dal Governo in fase di emergenza, e molti nella comunità scientifica sottolineano l'incompletezza ed inadeguatezza dei dati a disposizione;

   poche regioni offrono in modalità open, una panoramica completa sui contagi comune per comune. L'Iss afferma però di ricevere quotidianamente, secondo la circolare n. 1997 del 2020, dalle regioni e province autonome, i dati relativi a tutti gli individui con infezione da Sars-CoV-2 confermata in laboratorio. L'Iss dispone quindi di dati disaggregati e dettagli individuali su tutti i casi, compresi i dati demografici, lo stato clinico e le comorbilità. Questi dati, solo parzialmente diffusi, sarebbero invece essenziali. La rielaborazione e impiego dei dati disaggregati da parte della comunità scientifica e dei privati potrebbe rivelarsi a beneficio di tutti;

   lo screening attualmente rintraccia pochi positivi (il 25 per cento nella settimana 19-25 ottobre), quasi un terzo dei casi settimanali non sono associati a catene di trasmissione note, nel 10 per cento dei casi manca la data dell'insorgenza dei primi sintomi, i dati sulle terapie intensive sono incompleti. Il sistema di sorveglianza integrata istituito con circolare ministeriale n. 1997 del 22 gennaio 2020 deve essere rafforzato e integrato. Il report settimanale accessibile dell'Iss e Ministero della salute deve diventare disponibile nella sua interezza;

   il sistema di tracciamento deve essere capillare e il personale addetto rafforzato con l'uso di tracciamento telefonico dei contatti, test rapidi e formulari standardizzati. L'Iss, nell'ambito delle competenze previste dall'articolo 1 dell'Ocdpc n. 640 del 27 febbraio 2020 può individuare personale aggiuntivo per condurre ulteriori indagini per identificare le catene di trasmissione. Gli impiegati nel contract tracing ora sono pochi: meno di uno ogni 20 mila abitanti, e le 500 unità aggiuntive previste dall'Ocdpc n. 709 del 24 ottobre 2020 sono ancora insufficienti. Il loro ruolo del tracciamento è fondamentale per risalire alle catene di contagio e arginare la diffusione del virus; occorre rafforzare queste unità –:

   se sia in programma una piena accessibilità e interoperabilità dei dati relativi al contagio, anche con l'obiettivo di comunicare i dati e consentirne una migliore elaborazione alla comunità scientifica, incluse le modalità attraverso le quali vengono prodotti i dati, nonché quale sia stato il ruolo dello screening e soprattutto del tracing.
 

Seduta del 15 gennaio 2021

Illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio, risposta della Sottosegretaria di Stato per la Salute Sandra Zampa

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Grazie, Presidente. In realtà questa interpellanza è un po' datata perché risale a fine ottobre e poi purtroppo c'è stata solo una sessione di interpellanze a cui si sarebbe potuto rispondere. Per fortuna è stata superata dal lavoro fatto sulla campagna vaccinale di disponibilità dei dati, che è stato un lavoro che ha ottenuto anche dei riconoscimenti da campagne internazionali per l'open data. È un'interpellanza che si riferisce alla raccolta dei dati sul virus, fatta anche simile dal collega Marattin. Sappiamo quanto siano fondamentali i dati raccolti sul virus per combatterne la diffusione e sappiamo quanto sia anche fondamentale rendere disponibili questi dati al pubblico, ai cittadini e alla comunità scientifica, perché la loro pubblicità dà un quadro della gravità della situazione e motiva l'assunzione di misure più o meno stringenti nel tempo e nello spazio.

Soprattutto tra fine ottobre e il mese di novembre, ma ancora oggi, c'è stato sicuramente un problema di disponibilità dei dati, dovuto soprattutto alla frammentazione del sistema sanitario italiano, che è un sistema sanitario su base regionale, e quindi solo alcune regioni rendevano disponibili in formato open i dati per i contagi, comune per comune. L'Istituto superiore di sanità però, secondo la circolare 1997 del 2020, ha dichiarato di ricevere quotidianamente i dati relativi a tutti gli individui con infezione da COVID confermata in laboratorio. Quindi l'Istituto superiore di sanità ha i dati disaggregati, con i dettagli individuali, compresi i dettagli demografici, lo stato clinico e le comorbilità. Al tempo stesso questi dati però non erano, non sono resi disponibili se non in formato PDF, quindi sono solo parzialmente diffusi, non tutti i dati demografici e dello stato di salute dei vari pazienti COVID sono resi disponibili e sono resi disponibili appunto in un formato che non permette l'utilizzo da parte della comunità scientifica.

L'interpellanza, quindi, chiede se sia in programma una piena accessibilità e interoperatività dei dati relativi al contagio, con l'obiettivo di comunicarne il contenuto di dato e di consentire una migliore elaborazione da parte della comunità scientifica.

In particolare, si chiede che anche i dati disponibili all'Istituto superiore di sanità siano con licenza CC-BY, come quelli che sono in possesso della Protezione civile, e non con la licenza di oggi, che non è una licenza open. Tutto questo è previsto dall'articolo 52 del Codice dell'amministrazione digitale, che dice che i dati senza una espressa adozione di licenza d'uso sono di default open. Si chiede anche che i dati pubblici in PDF e in formato dashboard siano rilasciati in un formato machine readable, cioè in un formato che può essere preso da membri della comunità scientifica e rielaborato, così come già succede per i dati in possesso della Protezione civile. Ringrazio per la risposta verrà data.

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SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Onorevole Quartapelle, fin dall'inizio della pandemia il Ministero della Salute, in accordo con le regioni e con tutti gli attori istituzionali interessati, ha adottato le misure di sanità pubblica per la protezione della salute della popolazione con procedure omogenee su tutto il territorio nazionale. La sorveglianza del COVID-19 nel nostro Paese ha avuto inizio con la circolare del Ministero n. 1997 del 22 gennaio 2020, “Polmonite da nuovo Coronavirus in Cina”, che evidenziava i primi criteri e le modalità di segnalazione dei casi di infezione da SARS-CoV-2, condivisi con il Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. Il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l'ordinanza del 27 febbraio 2020, n. 640, ha affidato la sorveglianza epidemiologica e microbiologica per il COVID-19 allo stesso Istituto. Dal mese di giugno 2020, l'Istituto superiore di sanità ha provveduto ad integrare nella piattaforma web del sistema di sorveglianza integrata COVID-19 anche la scheda di raccolta dei dati aggregati giornalieri del flusso del Ministero/Protezione civile. Il Ministero della Salute, dopo il controllo e la validazione dei dati, provvede a pubblicare la tabella riepilogativa generata automaticamente dal sistema sul proprio portale.

Nella circolare n. 32732 del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 il Ministero indica come durante la fase di transizione continui l'attività del Sistema di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica. Ciò avviene attraverso il Sistema di sorveglianza, che raccoglie, tramite una piattaforma web, dati individuali dei soggetti risultati positivi al SARS-CoV-2 mediante test molecolare effettuato su prelievo rino/orofaringeo, il cosiddetto tampone. Questo sistema permette non solo di monitorare l'andamento dell'epidemia nella popolazione, ma anche di effettuare analisi specifiche per sottogruppi di popolazione, inclusi gruppi di popolazione vulnerabili. Il laboratorio di riferimento nazionale presso l'Istituto superiore ha il compito di svolgere la sorveglianza genomica virale, al fine di monitorare l'epidemiologia molecolare di SARS-CoV-2, in un numero definito di campioni clinici per ogni regione e provincia autonoma, che vengono inviati con cadenza mensile presso l'Istituto.

Con il progredire dell'epidemia e stante l'esigenza di raccogliere informazioni aggiuntive sui casi confermati, la scheda di sorveglianza è stata integrata con alcune nuove informazioni, quali, ad esempio, la variabile “provenienza del caso”, cioè se si tratta di un caso autoctono oppure importato da altra regione o dall'estero, o la variabile “setting”, che permette di descrivere il luogo o la comunità di acquisizione della malattia. Le attività di identificazione e di gestione dei contatti dei casi probabili o confermati di COVID-19, mediante quarantena e sorveglianza attiva, hanno lo scopo di individuare e isolare tempestivamente i casi secondari, in modo da interrompere le catene di trasmissione.

A causa della trasmissione diffusa dal virus su tutto il territorio nazionale, con presenza di focolai anche di dimensioni considerevoli, si è assistito ad un progressivo aumento delle suddette attività, sia a livello centrale che periferico, in seguito alle riaperture avvenute successivamente alla fase di lockdown. L'identificazione e gestione dei contatti stretti è stata svolta a livello territoriale dalle autorità sanitarie locali. Per quanto riguarda il tracciamento dei contatti, secondo quanto stabilito dalla circolare di questo Ministero n. 18584 del 29 maggio 2020, lo scopo di identificare e gestire i contatti dei casi probabili o confermati di COVID-19 è quello di individuare e isolare rapidamente i casi secondari, per poter intervenire e interrompere la catena di trasmissione. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso le seguenti azioni: identificare rapidamente i contatti di un caso probabile o confermato; fornire ai contatti le informazioni sulla patologia, sulla quarantena, sulle corrette misure di igiene respiratoria e delle mani, e indicazioni su cosa fare in caso di manifestazione dei sintomi; provvedere tempestivamente all'esecuzione di test diagnostici nei contatti che sviluppano sintomi.

Nel giugno 2020, l'Istituto superiore ha pubblicato una guida che illustra le fasi chiavi del processo di contact tracing, mettendo a disposizione una serie di moduli standard per la raccolta dei dati, con lo scopo di fornire uno strumento per rendere omogeneo l'approccio a questa attività nel territorio nazionale, e ha sviluppato un corso di formazione a distanza per gli operatori di sanità pubblica che svolgono le attività di contact tracing nel contesto del COVID.

L'Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione la versione italiana dei “software Go.Data”, la piattaforma web sviluppata dall'OMS per agevolare la raccolta dei dati durante le emergenze di sanità pubblica. Nell'ambito della “digital health”, il commissario straordinario per l'emergenza COVID-19 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione - ha, inoltre, reso disponibile un'applicazione per telefoni cellulari, finalizzata al tracciamento di prossimità quale strumento per coadiuvare il “contact tracing” tradizionale.

Secondo quanto stabilito dalla circolare del Ministero della Salute del 30 aprile 2020, n. 15279, per gli scopi di monitoraggio e per la necessità di classificare tempestivamente il livello di rischio, in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all'epidemia, sono stati disegnati alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta, che sono monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali e locali.

Questi indicatori sono finalizzati a una raccolta del dato e ad una migliore comprensione della qualità dello stesso, al fine di potere realizzare nel modo più corretto possibile una classificazione rapida del rischio, di concerto con l'Istituto superiore di sanità, con le regioni e le province autonome. Alcuni indicatori, definiti opzionali, sono relativi a flussi di sorveglianza non attualmente attivi, che potranno essere istituiti in alcune regioni o province autonome in base alla fattibilità e all'opportunità. Questi indicatori verranno considerati nella classificazione del rischio solo qualora la regione o la provincia autonoma raccolgano il dato a seguito dell'attivazione del relativo flusso informativo.

Una classificazione aggiornata del rischio per ciascuna regione avviene settimanalmente. Il Ministero della Salute, tramite la nota cabina di regia, che coinvolge le regioni, le province autonome e l'Istituto superiore di sanità, raccoglie le informazioni necessarie per la classificazione del rischio e realizza una classificazione settimanale del livello di rischio di una trasmissione non controllata e non gestibile di SARS-COV-2 nelle regioni e nei territori.

L'Istituto superiore di sanità ha operato nel rispetto delle indicazioni normative, dotandosi del personale necessario al fine di condurre le indagini epidemiologiche mirate all'identificazione della catena di trasmissione e ha confermato le proprie condotte anche in relazione al Regolamento europeo 679/2016, in materia di protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali.

Quanto al contact tracing, sia tradizionale che digitale, strumento per la ricostruzione della rete dei contagi, del tutto autonoma rispetto al trattamento di dati personali di cui alla sorveglianza integrata COVID-19, l'Istituto superiore di sanità nel contesto emergenziale ha predisposto e attuato corsi di formazione in ambito di emergenza epidemiologica ed in particolare nell'utilizzo dell'applicazione Immuni, al fine di concorrere nel dare esecuzione della circolare del Ministero del 29 maggio 2020, n. 18584.

Sulla base delle indicazioni sopra fornite, consegue che la comunità scientifica è già abilitata a presentare istanze presso l'Istituto superiore di sanità per ricevere i dati di cui necessita, dando esecuzione al terzo comma dell'OCDPC n. 691 del 2020, ricevendoli attraverso un flusso di comunicazione in forma aggregata o anche in forma individuale con la sola misura di sicurezza tecnica, la pseudo pseudonimizzazione.

Il ruolo dell'Istituto superiore di sanità in ambito di tracing è stato, sin dal primo momento, attivo e partecipativo nel sostenere il Ministero della Salute nelle operazioni di tracciamento attraverso la formazione delle strutture di prevenzione e degli operatori sanitari chiamati in via diretta ad adoperarsi per il raggiungimento dell'obiettivo.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Ringrazio la sottosegretaria per la risposta, anche su altre due questioni toccate dall'interpellanza, quelle del contact tracing e dello screening. Ci tengo a ribadire una cosa: lo spirito che anima l'interpellanza è che la questione della trasparenza non è solo una questione per specialisti o per accademici. Certo, c'è stata una campagna, che è ancora in corso, organizzata dall'associazione OnData, perché i dati siano disponibili non solo su richiesta, ma siano proprio disponibili immediatamente, a partire dal sito dell'Istituto superiore di sanità. Dietro questa richiesta c'è sicuramente un interesse della comunità scientifica e sappiamo quanto, in questi mesi in particolare, dobbiamo essere grati a chi fa ricerca nel nostro Paese, fuori, che spesso lo fa in una condizione che non è spesso favorevole. E sicuramente, una delle lezioni che noi dobbiamo trarre dalla pandemia è l'attenzione al mondo di chi fa ricerca e, quindi, forse, anche solo basterebbe la campagna lanciata da chi vuole fare del lavoro scientifico su questi dati.

Ma non c'è solo questo punto che sostiene la richiesta di una accessibilità di default per i dati. È anche e soprattutto una questione di democrazia: poter lavorare sulla trasparenza dei criteri con cui sono prese le decisioni pubbliche e sui dati che stanno alla base delle decisioni pubbliche significa avere un altro rapporto con i cittadini, significa coinvolgerli di più, spiegare la razionalità delle decisioni che sono prese e, quindi, avere, da parte dei cittadini, una migliore adesione alle regole, che sappiamo in questi mesi sono regole stringenti, regole che limitano molto la vita quotidiana e l'ordinato e ordinario scorrere delle giornate dei nostri cittadini. Per questo che è importante che, al di là del fatto che i dati siano disponibili su richiesta, i dati vengano resi disponibili di default, a partire dal sito dell'Istituto superiore di sanità, così come chiede l'articolo 52 del Codice dell'amministrazione digitale.

Sarebbe interessante anche avere e istituire una figura di referente istituzionale ufficiale del Governo sulla trasparenza dei dati sanitari, soprattutto in questo momento.

Sarebbero due piccoli gesti, due piccole forme organizzative del lavoro quotidiano. Sappiamo, infatti, quanto sia onerosa l'attività quotidiana in particolare del Ministero della Salute e del Governo tutto in questa fase di epidemia, ma sarebbero due piccole decisioni organizzative - rendere disponibili immediatamente i dati in formato open sul sito dell'Istituto superiore di sanità e avere un referente istituzionale ufficiale del Governo per l'accessibilità dei dati - che, però, favorirebbero, da un lato, la maggiore collaborazione con la comunità scientifica e, dall'altro lato, una migliore trasparenza sui criteri e sui dati sottostanti le decisioni del Governo, che favorirebbero un rapporto diverso tra Governo e cittadini, in una fase in cui noi stiamo chiedendo davvero molto, sia alla comunità scientifica, che ai nostri cittadini.

Io spero che questa interpellanza non resti semplicemente una cosa discussa qui, in Aula, ma che, insieme alle richieste di tanti altri colleghi - il collega Marattin, di Italia Viva, si era fatto latore di una richiesta analoga, con alcuni colleghi, a partire dal collega Fusacchia; in legge di bilancio avevamo presentato emendamenti per favorire una migliore trasparenza e accessibilità dei dati -, il Governo possa tenere in considerazione queste richieste da parte di parlamentari di tanti partiti diversi, però tutti animati dalla preoccupazione di favorire un migliore rapporto tra chi decide e chi subisce ma deve partecipare alle decisioni.