06/05/2025
Debora Serracchiani
Braga, Fornaro, Bonafè, Roggiani, Casu, Toni Ricciardi, De Luca, Ghio, Ferrari, De Maria, Quartapelle Procopio, Bakkali, Berruto, Boldrini, Cuperlo, Curti, Evi, Filippin, Forattini, Fossi, Furfaro, Gianassi, Girelli, Graziano, Gribaudo, Guerra, Iacono, Lai, Malavasi, Manzi, Marino, Mauri, Orfini, Ubaldo Pagano, Pandolfo, Romeo, Stefanazzi, D'Alfonso, Fassino, Porta, Simiani
2-00601

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   in data 17 marzo 2023 la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin per crimini di guerra;

   l'articolo 2 della legge n. 237 del 2012, recante norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, attribuisce al Ministro della giustizia il compito di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e darvi seguito, concordando la propria azione, ove ritenga che ne ricorra la necessità, con altri Ministri od organi dello Stato; l'articolo 4 della stessa legge stabilisce che il Ministro della giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale trasmettendole al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma perché vi dia esecuzione;

   come riportato dagli organi di stampa, il Ministro della giustizia Carlo Nordio non avrebbe trasmesso alla procura generale di Roma le carte richieste dalla Corte penale internazionale, avvalendosi di una decisione politica che ha di fatto bloccato l'operatività del mandato di arresto internazionale;

   tale decisione si pone di fatto in continuità con quanto già avvenuto nel caso Almasri, nel quale il Ministero della giustizia non avrebbe, addirittura, dato seguito alle richieste della Procura non conferendo con la stessa e non sottoscrivendo le carte richieste per confermare l'arresto;

   ancora più grave ad avviso degli interpellanti sarebbe la mancata trasmissione alla procura generale di Roma delle carte richieste dalla Corte penale internazionale per altri cinque russi ricercati internazionali: la Commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, «inseguita» dallo stesso provvedimento emesso contro Putin; il tenente generale Sergei Ivanovich Kobylash, già comandante dell'aviazione delle forze aeree, e l'ammiraglio della Marina Viktor Sokolov, per i quali il mandato d'arresto risale al marzo 2024; l'ex Ministro della difesa Sergei Shoigu e il Viceministro della difesa, nonché Capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, ufficialmente «ricercati» da giugno 2024: secondo quanto riportato dagli organi di stampa, anche i provvedimenti a loro carico sono fermi al Ministero e, dunque, ineseguibili –:

   se quanto riportato dagli organi di stampa corrisponda effettivamente a verità e nel caso, quali siano state le motivazioni specifiche che hanno portato il Ministro della giustizia a non trasmettere alla procura generale di Roma la documentazione richiesta dalla Corte penale internazionale relativa al mandato di arresto nei confronti di tutti i soggetti citati in premessa;

   se tale decisione sia stata condivisa con il Ministero degli affari esteri e quale sia stata la valutazione in merito agli obblighi internazionali dell'Italia derivanti dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale;

   se il Governo non ritenga che tale decisione possa compromettere la credibilità dell'Italia nel sistema di giustizia penale internazionale e se il Governo intenda garantire il pieno rispetto degli obblighi di cooperazione giudiziaria internazionale.