04/09/2020
Marina Berlinghieri
Quartapelle Procopio, Fiano, De Luca, Ciampi, Bruno Bossio, Serracchiani, Boldrini, Benamati, Bonomo, Pellicani, Piccoli Nardelli, Soverini, Lacarra, Frailis, Carla Cantone, Di Giorgi
2-00913

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:
   il 10 settembre 2020 si riuniranno i rappresentanti dei Paesi europei per decidere quale città prenderà il posto di Londra come sede per il Tribunale europeo dei brevetti, dopo l'ufficializzazione della Brexit;
   da notizie a mezzo stampa, al momento le uniche candidature pervenute sui tavoli europei sono quelle di Parigi e Amsterdam, mentre l'Italia non ha ancora attivato le procedure per una candidatura;
   secondo le ultime stime riportate da Il Sole 24 ore, la sede del tribunale rappresenterebbe, potenzialmente, un'occasione di indotto consistente per il nostro Paese, di circa 300 milioni di euro all'anno. A questo si aggiungerebbero i guadagni anche di attività collaterali, come quelle degli studi legali specializzati, dei politecnici o dei poli universitari specializzati. L'Italia, inoltre, avrebbe buone chance di spuntarla sugli altri più accreditati nomi in lizza, Parigi e Amsterdam, in quanto il nostro Paese «è uno dei primi in Europa per numero di brevetti registrati». Inoltre, la capitale francese ospita già la Corte centrale, mentre nei Paesi Bassi si trova già l'Agenzia europea per il farmaco (Ema);
   a inizio agosto 2020 gli esponenti della maggioranza avrebbero inviato una lettera al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, per chiedere che venga presa «una decisione rapida e condivisa da parte del Governo, in tempo utile per ufficializzare la candidatura prima della riunione del Comitato del 10 settembre 2020»;
   l'auspicio di tutti è che la decisione del Governo italiano in merito a quale città candidare sia basata solo su fattori oggettivi, di sostenibilità infrastrutturale e di capacità logistiche ed economiche della città stessa;
   le città di Torino e di Milano hanno manifestato interesse a ospitare la sede del Tribunale europeo dei brevetti;
   Milano si sta già preparando ad ospitare la sede secondaria del tribunale unificato dei brevetti, già assegnata;
   a tal proposito, Milano e la Lombardia avevano fatto sentire la loro voce in una lettera inviata prima di Ferragosto al Presidente del Consiglio dei ministri, firmata congiuntamente dallo stesso presidente della regione Lombardia Fontana, dal sindaco Beppe Sala, dal presidente della camera di commercio Carlo Sangalli, da quello di Assolombarda, Alessandro Spada, e da Diana Bracco, presidente del cluster tecnologico nazionale Alisei: «Dal momento che l'Italia è uno dei Paesi membri con il maggior numero di brevetti registrati, appare conseguente che la divisione centrale venga ospitata nel nostro Paese e che il Governo proponga con convinzione la città di Milano quale sede più adatta». Il perché è presto spiegato: «Milano è una delle città europee più innovative: delle 4.456 richieste di brevetto presentate dall'Italia presso lo European patent office 2019, il 21 per cento proviene da qui, 940, e si arriva al 34 per cento, 1.493, considerando la Lombardia, la quale ha registrato un tasso di crescita del 20 per cento rispetto al 2014, risultato che supera quello della Baviera»;
   inoltre, l'amministratore delegato di Arexpo ha messo a disposizione uno spazio di Mind, il distretto dell'innovazione e della ricerca che sta sorgendo sul milione di metri quadrati di Expo, per ospitare la sede del tribunale europeo dei brevetti e che, vista l'affinità delle materie, permetterebbe un link logistico facile e apprezzabile. In Mind sarà, difatti, presente tutta la filiera della ricerca e dell'innovazione, le facoltà scientifiche dell'Università statale, l’Human technopole, che è l'istituto di ricerca più importante d'Italia, la ricerca applicata del nuovo Galeazzi e la ricerca privata con già più di 90 aziende che hanno chiesto di insediarsi nell'area;
   sono in corso contatti tra Torino e Milano per verificare la possibilità di una candidatura comune –:
   se il Governo abbia intenzione di sostenere la candidatura di una città italiana per la sede del Tribunale europeo dei brevetti in vista della riunione del 10 settembre 2020 e, in caso affermativo, quale città italiana vorrà sostenere e per quali ragioni.

Seduta del 4 settembre 2020

Illustrazione e replica di Marina Berlinghieri, risposta del governo di Manlio di Stefano Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale.

iIlustrazione

Grazie, Presidente. Il 10 settembre si riuniranno i rappresentanti dei Paesi europei per decidere quale città prenderà il posto di Londra come sede per il Tribunale europeo dei brevetti, dopo l'ufficializzazione della Brexit. Da notizie a mezzo stampa, al momento, le uniche candidature pervenute sui tavoli europei sono quelle di Parigi e Amsterdam, mentre l'Italia non ha ancora attivato le procedure per una candidatura. Secondo le ultime stime riportate da Il Sole 24 Ore, la sede del tribunale rappresenterebbe, potenzialmente, un'occasione di indotto consistente per il nostro Paese, di circa 300 milioni di euro all'anno. A questo si aggiungerebbero i guadagni anche di attività collaterali, come quelle degli studi legali specializzati, dei politecnici o dei poli universitari specializzati. L'Italia, inoltre, avrebbe buone chance di spuntarla sugli altri più accreditati nomi in lizza, Parigi e Amsterdam, in quanto il nostro Paese è uno dei primi in Europa per numero di brevetti registrati. Inoltre, la capitale francese ospita già la Corte centrale, mentre nei Paesi Bassi si trova già l'Agenzia europea per il farmaco.

A inizio agosto gli esponenti della maggioranza avrebbero inviato una lettera al Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per chiedere che venga presa una decisione rapida e condivisa da parte del Governo, in tempo utile per ufficializzare la candidatura prima della riunione del Comitato del 10 settembre 2020. Considerando che l'auspicio di tutti è che la decisione del Governo italiano in merito a quale città candidare sia basata solo su fattori oggettivi, di sostenibilità infrastrutturale e di capacità logistiche ed economiche della città stessa, ricordo che Milano e Torino sono le due città che hanno manifestato interesse a ospitare la sede del TUB; Milano si sta già preparando ad ospitare la sede secondaria del Tribunale unificato dei brevetti, che è già stata assegnata; a tal proposito, Milano e la Lombardia avevano fatto sentire la loro voce in una lettera inviata prima di Ferragosto a Palazzo Chigi, firmata poi congiuntamente dallo stesso governatore Fontana e dal sindaco Beppe Sala, dal presidente della camera di commercio Carlo Sangalli, da quello di Assolombarda, Alessandro Spada, e da Diana Bracco, presidente del cluster tecnologico nazionale Alisei. E dal momento che l'Italia è uno dei Paesi membri con il maggior numero di brevetti registrati, appare conseguente che la divisione centrale venga ospitata nel nostro Paese e che il Governo proponga con convinzione la città di Milano quale sede più adatta.

Sappiamo, da notizie di stampa, che il Consiglio dei ministri di ieri è addivenuto a una candidatura unica della città di Milano e vorremmo, appunto, capire dal sottosegretario Mario Di Stefano se il Governo è a conoscenza che vi siano altre candidature informali in sede europea, visto che gli altri Paesi hanno candidato Parigi e Amsterdam già da tempo, e quali siano le azioni che, da qui al 10 settembre, il Governo intenda intraprendere per sostenere convintamente la candidatura della città di Milano, visto che già all'interno della città si sono individuati gli spazi, uno spazio di Mind, il distretto dell'innovazione, che a tutti noi appare come uno dei luoghi centrali e strategici per valorizzare la spinta innovativa e tecnologica di cui il nostro Paese, anche, ha così bisogno.

Risposta del governo

Grazie, Presidente; ringrazio gli interpellanti per questo quesito, che ci dà modo di riparlare di un tema molto importante, che è il rilancio dell'innovazione nel nostro Paese che passa sicuramente attraverso la deposizione di nuovi brevetti e, quindi, dal Tribunale dei brevetti, ma anche attraverso tutto quel mondo dell'innovazione trasversale, come diceva l'interpellante, ovvero dall'intelligenza artificiale ai sistemi di blockchain e a tutto quello che passa in mezzo, e che il Governo identifica come priorità nella sua azione in questo periodo storico particolare, in cui il rilancio del Paese, anche in una fase post-COVID, dove sono state messe veramente a dura prova tutte le strutture esistenti, passa sicuramente da un'innovazione concreta che, anche attraverso i fondi che si stanno ottenendo, sempre con l'azione del Governo, anche a livello europeo, si può sicuramente provare a incanalare nella giusta direzione in modo da creare un vantaggio nel futuro ancora più consistente.

Come è stato già anticipato, è stato proprio reso noto, ieri sera, da parte del Consiglio dei ministri, che il Governo ha individuato Milano come sede, come città candidata a ospitare la sezione di Londra della divisione centrale del Tribunale unificato dei brevetti, il cosiddetto TUB. Come è noto, infatti, alla fine di febbraio di quest'anno, il Governo del Regno Unito ha annunciato che a seguito del suo ritiro dall'Unione europea non proseguirà la sua adesione al Tribunale unificato dei brevetti e l'assegnazione delle differenti sedi del TUB è definita nel testo dell'Accordo stesso e prevede che il Tribunale di primo grado sia costituito da una sezione centrale, con sede a Parigi, e da sezioni specializzate per materie a Londra e Monaco di Baviera. La riassegnazione di una delle sedi implica quindi la riapertura dell'Accordo, che dovrebbe essere rinegoziato con gli altri Stati membri, con esiti non scontati. È solo nel quadro di tale negoziato che potrà essere sostenuta la candidatura italiana per ospitare la sezione di Londra della divisione centrale del TUB. Questo processo potrà, peraltro, essere avviato solo successivamente all'entrata in vigore dell'accordo istitutivo del tribunale; a seguito del ritiro del Regno Unito gli Stati membri che hanno ratificato l'accordo TUB scendono a 15, comunque al di sopra della soglia di 13, necessaria ai fini dell'entrata in vigore, ai sensi dell'articolo 89 dell'Accordo. Fra questi manca, però, ancora la Germania, uno dei tre Paesi la cui ratifica è condizione necessaria per l'entrata in vigore del TUB. Il Governo tedesco ha dovuto recentemente avviare un nuovo iter parlamentare di ratifica, a seguito della pronuncia dello scorso 20 marzo, con cui la Corte costituzionale federale tedesca ha dichiarato nulla la precedente ratifica per assenza della maggioranza richiesta dei due terzi.

Il Governo federale intenderebbe portare a termine il nuovo processo di ratifica con la maggioranza richiesta entro la fine di quest'anno.

I due processi, quello dell'entrata in funzione del TUB e quello di rinegoziazione dell'accordo, potrebbero richiedere tempi lunghi. Nelle more potranno essere attuate misure temporanee, volte a garantire il funzionamento del Tribunale e del sistema brevettuale pur in assenza della sezione londinese della divisione centrale del tribunale di primo grado del TUB.

Tale è essenzialmente lo scopo della riunione del 10 settembre del “Comitato preparatorio”, ovvero l'organismo tecnico composto da tutti gli Stati firmatari dell'Accordo incaricato di curare la preparazione all'entrata in funzione del Tribunale. Il TUB dovrà infatti avviare i suoi lavori subito dopo la ratifica tedesca, come auspicato dalla Commissione europea e dagli stessi ambienti industriali italiani.

A tal fine, la presidenza del “Comitato preparatorio” dovrebbe proporre di rinviare per un periodo di tempo la discussione sull'apertura di una nuova sezione di sostituzione di Londra, con l'adozione di una soluzione provvisoria che preveda la ripartizione del carico di lavoro di Londra tra Parigi e Monaco di Baviera. Si tratta di una decisione ampiamente condivisa tra i Paesi parte dell'accordo, e che appare inevitabile proprio per consentire l'avvio immediato dell'operatività del TUB. Non è prevista dunque alcuna decisione definitiva sulla sede di destinazione della sezione londinese del TUB nella riunione del “Comitato preparatorio” del 10 settembre.

Il Governo, insieme alla città di Milano, intende utilizzare tale periodo transitorio per mettere a punto un articolato dossier di supporto alla nostra candidatura. Contrariamente a quanto riportato da diversi organi di stampa, dunque, non sono state ufficializzate al momento candidature da parte di altre città europee.

La scelta di Milano è una decisione strategica in direzione di un ulteriore contributo italiano alla crescita e sviluppo dell'Unione europea. In caso di esito positivo, Milano si affiancherà a Parigi e Monaco nel compito di registrare le nuove scoperte e soluzioni ideate nel campo delle scienze umane e del farmaceutico. La città, che già ospita una delle sedi locali del TUB, è stata scelta anche per le sue caratteristiche: a Milano si trova il Tribunale delle imprese, che tratta il maggior numero (circa il 70 per cento) di cause brevettuali in Italia. La Lombardia è da sempre la regione italiana che deposita il maggior numero di brevetti: in particolare, il suo capoluogo spicca per l'elevato tasso di brevettazione da parte del settore privato, tenuto conto che vi è un'alta concentrazione di imprese sul territorio. Milano è una delle città europee più innovative: nel 2019 il 21 per cento delle domande di brevetto europeo presentata dall'Italia all'Ufficio europeo dei brevetti proviene da Milano, ed il 34 per cento dall'intera Lombardia. Il capoluogo lombardo ospita inoltre la sede dell'Ordine dei consulenti in proprietà industriale e dei principali studi di mandatari di brevetti. La città è ben collegata sotto il profilo infrastrutturale e ha un'ottima capacità ricettiva; i locali della sede del TUB sono peraltro sufficientemente grandi per ospitare anche la sede centrale.

Il Governo italiano ha seguito con la massima attenzione e ai massimi livelli il processo di entrata in vigore dell'accordo TUB e delle conseguenze della Brexit; dopo una riflessione si è dunque arrivati alla scelta, che rappresenta la soluzione migliore e certamente quella che ci dà più possibilità di risultato.

Torino è stata invece scelta come sede principale per l'Istituto italiano per l'intelligenza artificiale, l'I3A, il network che coordinerà le varie attività di ricerca in questo campo e che costituirà uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico. Si tratta di una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti nel mercato internazionale, e contemporaneamente diventare un punto di riferimento per l'intelligenza artificiale in Italia, in linea con le principali direttrici di sviluppo tecnologico: quindi 5G, cybersecurity, Industria 4.0. I settori principalmente coinvolti saranno robotica, IoT, sanità, energia, agrifood, pubblica amministrazione, aerospazio e digital humanities.

L'obiettivo è creare una sinergia tra le due città, e allo stesso tempo consolidare l'asse Nord-Ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancora più forti Milano e Torino, e con esse l'Italia e la competitività del nostro Paese. Una strategia che, come dicevo in apertura, ha il pieno interesse a creare una struttura nazionale consistente e in grado di competere con i Paesi nostri partner, ma anche nostri competitor nei temi più innovativi della scienza applicata all'industria, in modo tale da farci posizionare nei prossimi anni anche e sempre più all'avanguardia rispetto al resto dello scenario globale.

Replica

Presidente, sono molto soddisfatta della risposta. Mi auguro che, proprio come diceva il sottosegretario, siccome l'esito anche a livello europeo non è scontato essendo oggetto di una negoziazione piuttosto complicata, e sappiamo bene che gli interessi all'interno dell'Europa, soprattutto sui temi delle nuove tecnologie e di ciò che riguarda il futuro economico dell'Europa, che passa attraverso il potenziamento dell'innovazione tecnologica, sono oggetto di grandi battaglie. Ci auguriamo quindi che il Governo segua con grande attenzione anche tutte le procedure negoziali che inizieranno dopo il 10 settembre, perché dall'assegnazione del TUB passa uno dei tasselli fondamentali del protagonismo del nostro Paese in Europa.