I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
i sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi malgrado le preoccupazioni crescenti in merito alla loro efficienza e ai rischi per la privacy e i diritti civili dei cittadini;
negli Stati Uniti milioni di immagini digitali sono state letteralmente «raschiate» da Facebook, YouTube e milioni di altri siti web, raccolte in giganteschi date base e vendute da aziende private alle forze di polizia o ad altre aziende private. Casi analoghi sono avvenuti anche in altre nazioni;
la risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2021 sull'intelligenza artificiale ha invitato la Commissione europea a prendere in considerazione l'introduzione di una moratoria sull'utilizzo di tali sistemi da parte delle autorità dello Stato nei luoghi pubblici, aeroporti ad esempio, e nei locali destinati all'istruzione e all'assistenza sanitaria fino a quando le norme tecniche non saranno considerate pienamente conformi ai diritti fondamentali, i risultati ottenuti non saranno privi di distorsioni e di discriminazioni e non vi saranno rigorose garanzie contro gli utilizzi impropri in grado di assicurare la necessità e la proporzionalità dell'utilizzo di tali tecnologie;
la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri attraverso il sistema automatico di riconoscimento immagini (S.a.r.i. Enterprise), da anni, sono in grado di risalire all'identità di un individuo mediante il confronto di volti su una lista di candidati, selezionati dal sistema tra tutte le foto segnaletiche presenti nella banca dati Afis (Automated Fingerprint Identification System). Le immagini utilizzate sono acquisite dagli uffici di polizia operanti nell'ambito di indagini relative ad un procedimento penale; altre sono trasmesse dal servizio di cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale;
secondo una indagine della testata giornalistica IrpiMedia, il Ministero dell'interno sarebbe intenzionato a sviluppare questo sistema per utilizzare il riconoscimento facciale in tempo reale sui migranti: «sistema tattico per monitorare le operazioni di sbarco e tutte le varie tipologie di attività illegali correlate, video riprenderle ed identificare i soggetti coinvolti»;
la stessa indagine sostiene l'esistenza di un progetto, esteso questo a tutti i cittadini, il sistema S.a.r.i. Real-Time, pensato a «supporto di operazioni di controllo del territorio in occasione di eventi e/o manifestazioni» in tempo reale;
secondo IrpiMedia, il Garante per la protezione dei dati personali avrebbe «richiesto una valutazione di impatto sulla privacy dei cittadini (DPIA), valutazione necessaria quando si tratta della gestione di dati biometrici che possono avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali», ma sarebbe ancora in attesa di una risposta dal Ministero dell'interno –:
quali sistemi di riconoscimento facciale intenda utilizzare per le attività di competenza del Ministero dell'interno, o se non ritenga invece opportuna una moratoria in attesa di una migliore definizione della normativa in materia di privacy a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini.