23/05/2023
Chiara Braga
Simiani, Vaccari, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Morassut, Casu
2-00158

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   la drammatica alluvione che ha colpito il territorio dell'Emilia-Romagna e parte delle Marche e della Toscana ci ricorda che l'Italia è un Paese fragile, segnato dal dissesto idrogeologico e impreparato ad affrontare la crisi climatica in atto e i fenomeni meteorologici estremi che ne derivano;

   in tal contesto, si è chiusa lo scorso aprile la consultazione pubblica, prevista dalla procedura VAS, del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc);

   con riferimento alle risorse pubbliche destinate negli ultimi anni alla gestione del rischio idrogeologico, nella relazione della Corte dei conti n. 14/2023/G viene ricordato che «lo stanziamento complessivo nel periodo dal 1999 al 2019 ammonta a circa 7 miliardi di euro per un totale di oltre 6.000 progetti finanziati, mentre l'importo complessivo di richieste pervenute nel medesimo periodo – che si può considerare una stima del costo teorico per la messa in sicurezza dell'intero territorio nazionale – risulta pari a 26 miliardi di euro»;

   con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2019 è stato approvato il cosiddetto Piano ProteggItalia con uno stanziamento complessivo di 14,3 miliardi di euro in 12 anni, dal 2018 al 2030;

   in attuazione di tale piano, con la delibera CIPE 24 luglio 2019, n. 35, è stato approvato il piano stralcio relativo agli interventi immediatamente cantierabili individuati dal Ministero dell'ambiente, per 315,1 milioni di euro. Successivamente, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 dicembre 2019 è stato approvato il piano operativo per il dissesto idrogeologico per il 2019, per 361,9 milioni di euro, a carico delle risorse del FSC 2014-2020 stanziate a favore del piano operativo «Ambiente» e dei relativi addendum. Un nuovo piano stralcio è stato adottato nel 2020 per interventi rapidamente attivabili – per oltre 262 milioni per 119 interventi in tutta Italia;

   sullo stato di attuazione del piano «ProteggItalia» è intervenuta la Corte dei conti (deliberazione n. 17/2021/G), ribadendo la necessità di superare le gestioni straordinarie e semplificare i processi verso un rientro ad un regime ordinato di competenze, con una programmazione in via ordinaria della gestione del territorio che, oltre a garantire la progettazione e realizzazione degli interventi, sia guidata da una adeguata pianificazione in coerenza con le direttive 2007/60/CE (cosiddetta «Direttiva alluvioni»), e la direttiva 2000/60/CE (cosiddetta «Direttiva Acque»);

   il PNRR prevede circa 2,49 miliardi di euro per gli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 1,29 miliardi di euro di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica per progetti in essere finanziati da risorse già esistenti nel bilancio e 1,2 miliardi di euro (comprensivo di 800 milioni di euro di risorse aggiuntive) assegnati al Dipartimento della protezione civile;

   tale investimento è stato suddiviso in due subinvestimenti:

    a) misure strutturali e non strutturali nei territori più a rischio (a cui sono destinati 1.29 milioni di euro), aventi l'obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio;

    b) misure in favore delle aree colpite da calamità (a cui sono destinati 1.200 milioni di euro) per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo;

   i 1200 milioni del subinvestimento 2.1.b) sono già stati ripartiti tra le regioni: con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 agosto 2022 gli 800 milioni per i nuovi progetti e, con nota 48239 del 9 novembre 2021, i restanti 400 milioni per progetti già avviati. L'obiettivo di completamento di tali interventi emergenziali è da realizzare entro il 31 dicembre 2025;

   per quanto riguarda il subinvestimento 2.1.a), nella titolarità del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, il prossimo traguardo, da raggiungere entro il 31 dicembre 2023 (Traguardo M2C4-10), consiste nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici;

   sempre in ambito PNRR, l'investimento 2.2 (M2C4), di titolarità del Ministero dell'interno, stanzia 6 miliardi per la tutela del territorio e della risorsa idrica per finanziare un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane;

   la missione M2C4.1-I.1.1-8-9 stanzia 500 milioni di euro per la realizzazione di un sistema avanzato di monitoraggio e previsione che consenta di individuare e prevenire i rischi sul territorio;

   va evidenziato come la limitatezza delle risorse per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico rispetto al fabbisogno chiama in causa la necessità di definire a monte più chiaramente gli interventi prioritari, distinguendo l'emergenza e l'urgenza dalle indispensabili misure di prevenzione e manutenzione;

   un'importante azione propedeutica alle azioni di mitigazione del rischio idrogeologico viene svolta dalla pianificazione di bacino attuata dalle Autorità di bacino distrettuali, che forniscono gli strumenti conoscitivi, tecnico-operativi e prescrittivi, per garantire la difesa del suolo e delle risorse idriche sul territorio nazionale;

   la legge di bilancio 2023 ha tagliato il 40 per cento dei Fondi assegnati annualmente all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, comportando l'azzeramento degli stanziamenti per gli studi sul territorio, i servizi specialistici e le convenzioni scientifiche necessari per l'attività istituzionale di pianificazione, oltre a non rendere sostenibile la spesa per l'ordinaria gestione dell'Ente –:

   entro quale data intenda approvare il Pnacc e quali siano i tempi della successiva attuazione;

   quale sia lo stato di attuazione del Piano ProteggItalia in relazione alle risorse spese, impegnate o ancora da destinare ad interventi da programmare con le regioni e se i progetti finanziati con i 2 piani stralcio citati in premessa siano stati realizzati;

   quale sia lo stato di attuazione delle misure PNRR sul dissesto di titolarità del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (M2C4 subinvestimento 2.1.a), al fine di rispettare il termine del 31 dicembre 2023 per l'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici;

   se intenda adottare iniziative di competenza per ripristinare le risorse tagliate dalla legge di bilancio 2023 all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, anche alla luce dell'importante ruolo svolto in materia di sicurezza idrogeologica.

Seduta del 26 maggio 2023

Illustrazione e replica di Andrea Casu, risposta del Sottosegretario di Stato, Tullio Ferrante

ANDREA CASU. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, noi presentiamo oggi un'interpellanza urgente su un tema cruciale e lo facciamo rinnovando in quest'Aula, come dalle prime ore dalla grande tragedia che il nostro Paese ha affrontato e sta affrontando, la massima vicinanza, il sostegno e la partecipazione al dramma di tutte le popolazioni colpite e al grande lutto che ha colpito non solo 15 famiglie ma l'intero Paese. È un evento sicuramente eccezionale: in 80 ore, più acqua che in sei mesi. Tuttavia, in questo evento eccezionale c'è anche una grande responsabilità politica che collettivamente dobbiamo assumere, ciascuno per il proprio ruolo, funzione o competenza, e dobbiamo rinnovare l'impegno al fianco del presidente della regione, dei sindaci delle zone colpite e delle altre regioni e il massimo sostegno a chi sta combattendo in prima linea, alla Protezione Civile, alle Forze dell'ordine, alle volontarie e ai volontari, alle imprese, ai cittadini e a tutto il nostro sistema Paese che sta combattendo questa battaglia.

L'interpellanza di oggi, come la richiesta di informativa che si è svolta mercoledì e come l'ultimo question time in cui abbiamo affrontato questo tema, si colloca in un'esigenza che noi politicamente abbiamo, cioè che il Parlamento sia protagonista di questa battaglia e metta in campo, in tutte le fasi, nella fase dell'emergenza, nella fase della ricostruzione ma anche nella fase del ripensamento generale, che ci deve essere, di fronte ai cambiamenti che stiamo affrontando, un protagonismo di quest'Aula e del Parlamento, naturalmente insieme a tutti gli altri soggetti che sono chiamati a svolgere una funzione, partendo da una riflessione sull'agenda politica. La messa in sicurezza del territorio - lo ha riconosciuto anche il Ministro Musumeci - non è infatti una priorità ma è, probabilmente, la priorità. Come abbiamo detto - l'ha detto la capogruppo Braga durante l'informativa - noi abbiamo bisogno che questo riconoscimento sia non solo formale ma sostanziale e che parta dal presupposto che la lotta al cambiamento climatico è una grande emergenza di sicurezza nazionale. Per affrontare questa grande emergenza di sicurezza nazionale, legata alla necessità di interventi contro il dissesto idrogeologico, nella nostra interpellanza ricostruiamo la situazione, lo stato dell'arte dei piani, degli interventi, dei progetti e delle risorse già stanziate per combattere il dissesto idrogeologico. Inoltre, chiediamo notizie e informazioni certe sullo stato di attuazione e sui tempi sia per quanto riguarda quella parte del PNRR che già è destinata a questo scopo sia per quanto riguarda gli altri piani, penso al Piano ProteggItalia e al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e penso anche al ruolo delle autorità di bacino, in particolare dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, e alla necessità di ripristinare le risorse che le sostengono. Sicuramente, c'è anche un grande tema di governance che dovremo affrontare, partendo dal presupposto che, di fronte alle catastrofi sempre più violente e più frequenti che si stanno scatenando nel nostro Paese, complessivamente la risposta pubblica che è stata offerta fino a oggi non è totalmente adeguata alla grandezza della sfida. Dovremo riflettere e discutere su come possiamo e dobbiamo fare di più. Ma il presupposto, il prerequisito di qualunque discussione su quello che dobbiamo cambiare è come rispettare gli impegni che abbiamo assunto e come non sprecare nemmeno un centesimo delle risorse che abbiamo già stanziato. Noi siamo partiti, nella nostra interpellanza, da questo documento, dalla relazione della Corte dei conti n. 14/2023/G che - cito testualmente - ricorda come lo stanziamento complessivo nel periodo dal 1999 al 2019 ammonta a circa 7 miliardi di euro, per un totale di oltre 6.000 progetti finanziati, mentre l'importo complessivo di richieste pervenute nel medesimo periodo, che si può considerare una stima del costo teorico per la messa in sicurezza dell'intero territorio nazionale, risulta pari a 26 miliardi di euro. Quindi, partiamo da questo dato, dal fatto che noi in vent'anni abbiamo stanziato 7 miliardi di euro a fronte di 26 miliardi di euro di richieste. Però, ci sono degli strumenti che sono stati attivati dall'azione dei precedenti Governi. Abbiamo completato, lo scorso aprile, la consultazione pubblica del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), con DPCM del 20 febbraio 2019 abbiamo approvato il Piano ProteggItalia, con uno stanziamento complessivo di 14,3 miliardi di euro in 12 anni, dal 2018 al 2030 e, dopo questa approvazione, abbiamo avuto un primo piano stralcio per 315 milioni di euro e un secondo piano operativo per 361,9 milioni di euro e, infine, un nuovo piano stralcio per 262 milioni di euro. Stiamo parlando di piani stralcio di opere immediatamente realizzabili e cantierabili e su questo si è espressa nuovamente la Corte dei conti, richiamandoci alla responsabilità e alla necessità dell'impegno. Poi, abbiamo il capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede, lo ricordiamo, 2,49 miliardi di euro per gli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 1,29 miliardi di euro di competenza del Ministero, per progetti in essere finanziati da risorse già esistenti nel bilancio, e 1,2 miliardi di euro, comprensivi di 800 milioni di euro di risorse aggiuntive, assegnati al Dipartimento della protezione civile. Di queste due differenti voci, la prima, quella di 1,29 miliardi di euro, si riferisce a misure strutturali e non strutturali nei territori più a rischio, con l'obiettivo di mettere in sicurezza un milione e mezzo di persone oggi a rischio. Per quanto riguarda la seconda voce, abbiamo, come subinvestimenti, misure in favore delle aree colpite da calamità, per 1,2 miliardi di euro, per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo. Soprattutto per quanto riguarda le risorse di competenza del Ministero, il prossimo traguardo, da raggiungere entro il 31 dicembre 2023, consiste nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici. Sempre nell'ambito del PNRR, ci sono 6 miliardi per la tutela del territorio e della risorsa idrica, per finanziare un insieme eterogeneo di interventi di portata piccola e media da effettuare nelle aree urbane, e ulteriori 500 milioni di euro per la realizzazione di un sistema avanzato di monitoraggio e previsione che consenta di individuare e prevenire i rischi sul territorio. Nell'ultima legge di bilancio - lo stavo ricordando in apertura del mio intervento - sono stati tagliati del 40 per cento i fondi assegnati annualmente all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Questo ha comportato l'azzeramento degli stanziamenti per gli studi sul territorio, i servizi specialistici e le convenzioni scientifiche necessari per l'attività istituzionale di pianificazione, oltre a non rendere sostenibile la spesa per l'ordinaria gestione dell'ente. Quindi, è fondamentale che noi, in coerenza con ciò che diciamo e portiamo avanti in quest'Aula, agiamo per fare sì che chi deve svolgere - pensiamo all'importanza del ruolo delle autorità del bacino - questa funzione sia messo nelle condizioni di poter operare al meglio.

I quesiti che rivolgiamo con l'interpellanza sono essenzialmente quattro e sono domande puntuali. La prima è volta a sapere entro quale data si intende approvare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ricordo ad aprile si è conclusa la consultazione pubblica. La seconda domanda è per sapere qual è lo stato di attuazione del Piano ProteggItalia - ricordiamo i 14,3 miliardi di euro in dodici anni - in relazione alle risorse spese, impegnate o ancora da destinare ad interventi da programmare con le regioni e se i progetti finanziati con i piani stralcio che abbiamo citato in premessa siano stati realizzati. Abbiamo fatto dei piani stralcio vediamo a che punto siamo rispetto a queste opere immediatamente cantierabili. Il terzo quesito è quale sia lo stato di attuazione delle misure PNRR sul dissesto, in particolare quelle di titolarità del Ministero, al fine di rispettare il termine del 31 dicembre 2023 per l'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici. Riguardo a questo punto, noi teniamo molto a questo tipo di impegno. Abbiamo fatto anche un question time con il Ministro Fitto ma questo impegno a realizzare e ad aggiudicare entro il 31 dicembre 20023 tutti gli appalti pubblici in quest'Aula non è stato assunto. L'ultimo quesito è se si intende ripristinare - lo ripetiamo - le risorse tagliate dalla legge di bilancio 2023 all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, anche alla luce dell'importante ruolo svolto in materia di sicurezza idrogeologica.

Penso che sia fondamentale, in conclusione di queste domande, che questa vicenda e le discussioni - ringrazio la Presidenza - che stiamo avendo in quest'Aula per affrontare questo tema mettano definitivamente alle spalle una stagione anche di discussione politica sul fatto che le risorse del PNRR potessero essere utili o meno a questo Paese.

Entriamo in una nuova fase, che è quella di utilizzare fino all'ultimo centesimo tutte le risorse che sono state messe in campo e di partire proprio dalle risorse già destinate al dissesto idrogeologico per rendere coerente e utile al Paese quello che noi diciamo, giustamente, nel momento dell'emergenza, in cui siamo tutti chiamati a un'assunzione di responsabilità e di consapevolezza collettiva, ma poi lo trasformiamo in azioni coerenti in quello che viene dopo, nell'azione di Governo, nella nostra puntuale azione di opposizione, che noi oggi abbiamo portato avanti con responsabilità, indicando un percorso, indicando delle risorse, indicando degli impegni, indicando delle sentenze della Corte dei conti e chiedendo al Governo immediata risposta.

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in merito alle diverse questioni esposte dal deputato interpellante e attesi i provvedimenti e le azioni intraprese dal Governo in relazione alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale a seguito dell'alluvione che ha colpito massimamente la regione Emilia-Romagna, si rappresenta quanto segue.

Per quanto concerne l'approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), posto che alla fine di aprile scorso si è conclusa la fase di consultazione pubblica sulla proposta di Piano e sul rapporto ambientale, al momento è in corso l'attività tecnico-istruttoria di acquisizione e valutazione di tutta la documentazione presentata, a cui seguirà il procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS).

A conclusione di quest'ultimo, la successiva approvazione formale del Piano con decreto ministeriale è ipotizzabile che avvenga entro pochi mesi, mentre l'operatività del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici sarà possibile entro 3 mesi dalla sua approvazione, con l'implementazione della sua prima azione di sistema, rappresentata dall'istituzione di una struttura di governance con il compito primario di definire le priorità, i finanziamenti e l'attuazione degli interventi.

Con riguardo allo stato di attuazione del Piano ProteggItalia, si rammenta che lo stesso ha previsto la predisposizione di un Piano stralcio 2019 di interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili, aventi carattere di urgenza ed indifferibilità, nonché del Piano operativo per il dissesto idrogeologico per l'anno 2019, detto anche Piano operativo ambiente, ed infine anche del Piano stralcio 2020 di interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico.

Con il Piano stralcio del 2019, approvato con delibera CIPE n. 35 del 2019, è stato stanziato, a valere sulle risorse di bilancio del MiTE, un importo pari ad oltre 315 milioni di euro per la realizzazione di 263 interventi di difesa del suolo.

Con il successivo provvedimento ministeriale sono state assegnate le risorse e definite le modalità di attuazione di detto Piano, stabilendo la quota di anticipazione nella misura del 60 per cento, interamente erogata nel corso del 2019, e rinviando l'erogazione della restante quota del 40 per cento a saldo in un'unica soluzione, ovvero all'accertato raggiungimento della spesa di almeno il 30 per cento della quota anticipata.

Nell'ambito della verifica dei dati di monitoraggio comunicati dai commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, il conseguimento della condizione per l'erogazione della succitata quota di saldo è accertato attraverso il sistema di controllo dei dati di avanzamento fisico, procedurale e contabile degli interventi, denominato Kronos, ed interconnesso alla banca dati unitaria del MEF-IGRUE.

A seguito della validazione dei dati di monitoraggio sul sistema banca dati unitaria, è stata certificata la spesa sostenuta, almeno pari al 30 per cento del valore della prima quota erogata, e quindi sono stati adottati i provvedimenti di pagamento.

Pertanto, sono state trasferite interamente le quote di saldo sulle contabilità speciali intestate ai commissari di Governo-presidenti di regione relativamente a 18 regioni e province autonome, per un importo globale complessivo di quasi 118 milioni di euro, pari ad oltre il 93 per cento del totale da erogare a saldo, mentre per le regioni Basilicata e Calabria sono in corso di perfezionamento le procedure per l'erogazione. Segnatamente, dei 263 interventi previsti, 228 risultano ultimati, in fase di esecuzione o comunque aggiudicati, mentre dei rimanenti 35 se ne contemplano solo 18 in fase di progettazione.

In secondo luogo, il Piano operativo ambiente 2019, adottato in attuazione del Piano ProteggItalia, ha compreso 236 interventi per un importo complessivo pari a circa 362 milioni di euro, successivamente confluito nel Piano di sviluppo e coesione (PSC), le cui modalità di erogazione sono disciplinate dalle delibere CIPE n. 25 del 2016 e n. 64 del 2019, nonché dal Sistema di gestione e controllo (SiGeCo) del PSC e relativa delibera CIPESS n. 86 del 2021.

Il flusso finanziario prevede l'assegnazione delle risorse da parte del MEF-Dipartimento della ragioneria-IGRUE per i successivi stati di avanzamento; per successivi stati di avanzamento; pertanto, le risorse non transitano sul bilancio del Ministero dell'Ambiente.

L'importo erogato, a valere sulle risorse FSC 2014-2020, prevalentemente a titolo di anticipazione del 10 per cento così come previsto dalle delibere di riferimento e dal SiGeCo del PSC, è pari a quasi 32 milioni di euro.

Con riguardo agli interventi previsti, 153 risultano ultimati, in fase di esecuzione o comunque aggiudicati, mentre per i restanti 83 se ne contemplano 69 in corso di progettazione.

In terzo luogo, il Piano Stralcio 2020 è stato previsto dal decreto-legge n.76 del 2020, cosiddetto “Semplificazioni”, la cui predisposizione ha reso necessaria una serie di attività istituzionali propedeutiche, volte alla definizione degli interventi.

Sono stati individuati come prioritari gli interventi la cui progettazione era sostenuta attraverso il Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (DPCM 14 luglio 2016), nonché quelli non ancora finanziati contenuti nella sezione programmatica del DPCM 15 settembre 2015, ovvero il Piano stralcio aree metropolitane ed urbane con alto livello di popolazione esposta al rischio di alluvioni.

Al riguardo, sono stati convocati i comitati di indirizzo e controllo degli accordi di programma, precedentemente sottoscritti dal Ministero con le regioni, composti da rappresentanti del Ministero, delle singole regioni, del Dipartimento del Protezione Civile, nonché le Conferenze dei servizi, stabilite dalla norma istitutiva, a cui partecipano le autorità di bacino distrettuali ed i commissari per l'emergenza territorialmente competenti.

Le risorse sono state integralmente erogate a favore dei commissari di Governo contro il dissesto idrogeologico sulle contabilità speciali ai medesimi intestate.

Con la sottoscrizione di 19 atti integrativi ai citati accordi di programma, sono stati individuati 119 interventi per oltre 257 milioni di euro. Riguardo agli interventi previsti, 43 risultano ultimati, in fase di esecuzione o comunque aggiudicati, mentre per i restanti 76 se ne contemplano 40, la cui progettazione risulta in corso o già ultimata.

Nell'ambito delle risorse a valere sul PNRR destinate agli interventi sul dissesto idrogeologico, con la misura M2C4 subinvestimento 2.1.a), di competenza del MASE - dotata di uno stanziamento di 1,287 miliardi di euro - si è posto l'obiettivo di ridurre di almeno 1 milione e mezzo il numero di persone esposte a rischi di alluvione e a rischi idrogeologici, attraverso interventi specifici atti allo scopo.

Le risorse in parola sono destinate al finanziamento dei progetti in essere di mitigazione del rischio idrogeologico, quindi già inclusi in programmi di finanziamento preesistenti rispetto al PNRR. Il processo di inclusione nel PNRR di progetti già pienamente attivati con risorse nazionali è iniziato a fine luglio 2022, mentre a dicembre si è conclusa la prima ricognizione con le regioni, che ha portato all'individuazione, ad oggi, di 665 progetti, già avviati con altri fondi e coerenti con il PNRR, per un importo complessivo di 1 miliardo e 115 milioni di euro, di cui oltre 541 finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC).

Attualmente, è in corso la verifica di coerenza programmatica dei progetti selezionati, volta a confermare la successiva inclusione e riconduzione degli stessi nell'ambito delle risorse PNRR, che opera ai soli fini contabili per la registrazione del progetto su diversa quota finanziaria, ma non anche ai fini dell'approvazione o dell'avvio dei progetti che, come detto, sono già pienamente attivi ed alcuni anche conclusi, in quanto la loro attuazione procede senza soluzione di continuità, poiché già finanziati con altre risorse extra PNRR. L'esito di tale verifica dovrà essere codificato con provvedimento formale, che costituisce adempimento del traguardo M2C4-10, relativo all'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici, da considerare agevolmente raggiungibile entro la scadenza del 31 dicembre 2023.

Infine, con riferimento alla situazione finanziaria dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in via preliminare, mi preme segnalare che con la legge di bilancio 2023 sono stati stanziati 14.500.000 euro a decorrere dal 2023, volti al rafforzamento delle capacità operative delle Autorità di bacino, tra cui 2.500.000 euro per quella del Po. Inoltre, la stessa legge finanziaria ha riservato ulteriori risorse per l'assunzione di personale a tempo indeterminato presso le suddette Autorità di bacino.

Si evidenzia, altresì, che il MASE ha reso disponibili all'Autorità del Po ulteriori finanziamenti nell'ambito delle risorse a valere sul FSC 2014-2020, per cui sono stati assegnati all'Autorità oltre 7 milioni per attività connesse alla mitigazione del rischio, a cui si aggiunge il finanziamento di 2 milioni per il Piano di gestione del rischio di alluvioni, sempre a valere sul FSC.

Per quanto riguarda le spese di funzionamento delle Autorità di bacino distrettuali, la struttura preposta del Ministero ha già provveduto all'impegno e al trasferimento dei fondi sui pertinenti capitoli di bilancio, riconoscendo gli importi approvati, con parere favorevole del MEF, nei bilanci di previsione 2023 di ciascuna Autorità, compresa quindi la somma di 3.600.000 euro, così come da richiesta dall'Autorità in questione, nel bilancio di previsione 2023.

 

ANDREA CASU. Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, ringrazio il rappresentante del Governo, ma non posso essere soddisfatto di questa risposta e per quale ragione? Perché noi abbiamo fatto delle domande, cercando di inquadrare una questione complessiva e di chiedere un impegno politico complessivo; poi, andando oltre, entrerò nel dettaglio di alcuni degli aspetti che sono emersi, però vorrei collocare nella giusta scala la discussione.

È chiaro che si tratta di un lavoro intenso, difficile, complicato, complesso e non è un problema naturalmente che nasce oggi, è un problema antico, che si scontra con problemi antichi, però, è indispensabile che ci sia, adesso, un'assunzione di responsabilità collettiva di scala superiore, rispetto alla gravità di come i cambiamenti climatici stanno influendo sulla sicurezza delle persone e della vita delle cittadine e dei cittadini. Faccio un esempio, per entrare, poi, nel dettaglio delle risposte; è sicuramente utile sapere, rispetto alle tre voci che abbiamo citato anche noi, i due piani di stralcio e il piano operativo, quali sono le condizioni delle opere, è chiaro che quando però si sentono certi numeri e si sa che sono 35 sul primo piano di stralcio, 83 sul piano operativo, 76 a vario titolo sul secondo piano di stralcio, rispetto a quelle che erano, nell'ambito del “ProteggItalia”, le opere più immediatamente realizzabili ancora da completare, si comprende che è un ritardo gravissimo, che colpisce alcune regioni - le ho sentite citare - come la Calabria e la Basilicata, che sono delle regioni che hanno dei grandi elementi di rischio. C'è un problema enorme e noi non possiamo, sulle opere immediatamente realizzabili, non registrare con preoccupazione che ci sono centinaia di opere che devono ancora vedere una piena aggiudicazione e realizzazione. Ma non solo, il problema è che qui stiamo guardando il dito di queste risorse, ma non stiamo affrontando il tema complessivo dei 14 miliardi di euro programmati dal piano ProteggItalia da adesso fino al 2030 e dobbiamo capire come riuscire a muoverci. Questa era la domanda di partenza. La Corte dei conti ci dice: 7 miliardi di investimenti a fronte di 26 di necessità. Abbiamo attivato vari strumenti che possono in qualche modo rispondere, ma cosa stiamo facendo in più per fare sì che a questa domanda corrisponda una risposta politica, partendo proprio dall'utilizzo pieno dei fondi del PNRR? Su questo punto, poi, ricontrolleremo le cifre e ringrazio il Governo per avere puntualmente elencato una serie di interventi; quando sento 665 progetti, per un 1 miliardo e 115 milioni di euro, evidentemente, vedo che c'è ancora qualcosa da fare per arrivare alla cifra di 1 miliardo e 287 milioni di euro, ma in maniera puntuale interverremo dopo che ci saranno forniti i documenti che sono stati messi in campo.

Anche per quanto riguarda l'impegno circa la scadenza del 31 dicembre 2023, devo dire che c'è un avanzamento rispetto alle ultime risposte, perché viene definito raggiungibile l'obiettivo del 31 dicembre. Direi che il nostro obiettivo, con cui continueremo a incalzare il Governo, è arrivare a poter dire che raggiungeremo questo obiettivo entro il 31 dicembre, perché veramente immaginare che risorse destinate a questo scopo possano non essere utilizzate dal nostro Paese, con la fame di interventi che c'è, è un'ingiustizia che non ha veramente colore politico, che non riguarda la maggioranza o l'opposizione, ma che riguarda tutti noi per le responsabilità che abbiamo.

Quindi, dal nostro punto di vista, credo che ci siano dei modelli importanti, si è citato anche il fatto che si siano raggiunti i risultati migliori dove c'è stata un'intensa collaborazione anche con i governi regionali, di qualunque colore politico, con i sindaci, con le amministrazioni, perché, poi, alla fine, questi progetti hanno un ruolo e un impegno nazionale europeo, ma camminano sulle gambe degli amministratori e delle forze vive del territorio. Penso che dobbiamo fare tutti nostro l'appello che anche in queste ore arriva sui giornali dai presidenti di regione di ogni colore, penso al presidente Bonaccini, come al presidente Zaia che ci richiamano proprio alla responsabilità che abbiamo nei confronti di un pieno coinvolgimento di chi è lì, in prima linea, ogni giorno, e ogni giorno combatterà per l'emergenza e per la ricostruzione e deve essere messo nelle condizioni di poter intervenire nella maniera migliore. Questa è un'esigenza che noi condividiamo, perché poi si traduce anche in un'ottimizzazione degli interventi e delle azioni.

Da questo punto di vista, anche quello che ci è stato detto oggi contribuisce a una discussione pubblica su come costruire, poi, un modello efficace mettendo al centro il protagonismo della forza dei nostri - parlo come Paese - presidenti di regione e - parlo come Paese - sindaci in prima linea su queste battaglie, però, penso veramente che si debba riuscire a entrare e a fare quello scatto in più di cogliere l'importanza della fase che stiamo attraversando e cercare, nella completezza dell'importanza di questi piani strategici per il Paese che abbiamo indicato, di utilizzare tutte quelle risorse che servono a rispondere a quella domanda che la Corte dei conti ci fa, nel testimoniare quelle due cifre che vado a ripetere: 7 miliardi di interventi, a fronte di 26 miliardi di necessità. Ecco, in quei 19 miliardi c'è il lavoro che dobbiamo fare.