07/12/2023
Marco Simiani
Braga, Ferrari, Curti, Scarpa, Vaccari, De Maria, Graziano, Ghio, Toni Ricciardi, Ciani, Roggiani, Morassut, Scotto, Furfaro, Manzi, De Luca, Fornaro, Barbagallo, Peluffo, Casu, Merola
2-00292

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per sapere – premesso che:

   il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) ha superato la fase di valutazione ambientale strategica (Vas) e con un decreto interministeriale dell'agosto 2023 sono stati trasmessi i pareri della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via-Vas e della Direzione archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della cultura, contenenti raccomandazioni e osservazioni «da tenere in considerazione»;

   il piano dovrà dunque essere adottato con un nuovo decreto del Ministro dell'ambiente;

   nel frattempo, il Governo Meloni ha eliminato dalle misure del PNRR, per quasi 1,3 miliardi di euro, gli importi relativi a contrastare il dissesto idrogeologico, aventi l'obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio;

   ciò è avvenuto nonostante, il 26 maggio 2023, rispondendo ad un'interpellanza urgente (n. 2-00158), il sottosegretario Ferrante avesse dichiarato in merito a tale linea di interventi che: «Le risorse in parola sono destinate al finanziamento dei progetti in essere di mitigazione del rischio idrogeologico, quindi già inclusi in programmi di finanziamento preesistenti rispetto al PNRR. Il processo di inclusione nel PNRR di progetti già pienamente attivati con risorse nazionali è iniziato a fine luglio 2022, mentre a dicembre si è conclusa la prima ricognizione con le regioni, che ha portato all'individuazione, ad oggi, di 665 progetti, già avviati con altri fondi e coerenti con il PNRR, per un importo complessivo di 1 miliardo e 115 milioni di euro, di cui oltre 541 finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC). Attualmente è in corso la verifica di coerenza programmatica dei progetti selezionati, volta a confermare la successiva inclusione e riconduzione degli stessi nell'ambito delle risorse del PNRR, che opera ai soli fini contabili per la registrazione del progetto su diversa quota finanziaria, ma non anche ai fini dell'approvazione o dell'avvio dei progetti che, come detto, sono già pienamente attivi ed alcuni anche conclusi, in quanto la loro attuazione procede senza soluzione di continuità, poiché già finanziati con altre risorse extra PNRR. L'esito di tale verifica dovrà essere codificato con provvedimento formale, che costituisce adempimento del traguardo M2C4-10, relativo all'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici, da considerare agevolmente raggiungibile entro la scadenza del 31 dicembre 2023»;

   il Ministro Fitto, riferendo in Aula in merito alla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel PNRR, ha affermato: «vogliamo spiegare quali sono gli interventi previsti, perché se un progetto del 2010, del 2014 o del 2016, che non ha visto ancora un avanzamento, viene inserito nel PNRR con criteri totalmente differenti e, oggi, non è ancora partito, noi siamo convinti e tranquilli che questo intervento venga realizzato a giugno del 2026 o dobbiamo porci qualche problema per evitare che nel giugno del 2026 questo intervento venga revocato e noi dobbiamo restituire queste risorse. (...) Cosa sono i progetti in essere? Sono dei progetti che erano precedentemente finanziati con norme nazionali e che sono stati inseriti all'interno del PNRR (...)»;

   la proposta di revisione del PNRR, trasmessa al Parlamento senza fornire una puntuale documentazione dei progetti modificati, è stata approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione europea;

   l'Italia ha perso quasi un terzo dei terreni agricoli con effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio senza che siano state attuate strategie di difesa del patrimonio agricolo;

   il disegno di legge di bilancio per il 2024 prevede un taglio delle risorse destinate al finanziamento di interventi di difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche di 100 milioni di euro per il biennio 2024/2025, fondi che sono poi riprogrammati al 2027 –:

   quali siano e a quanto ammontino le fonti di finanziamento degli interventi sul dissesto idrogeologico che il Governo ha escluso dal PNRR e, segnatamente, degli interventi precedentemente ricompresi nella misura M2C4 subinvestimento 2.1. a), per uno stanziamento complessivo pari a 1,287 miliardi di euro;

   se i 541 progetti sul dissesto, originariamente finanziati da risorse del fondo sviluppo e coesione (Fsc), poi spostati sui fondi PNRR, successivamente eliminati da tale ultima fonte di finanziamento, siano ancora finanziati dal Fsc e, in caso negativo, quali siano le nuove fonti di finanziamento;

   in considerazione degli eccezionali eventi meteorologici che, a causa dei cambiamenti climatici, colpiscono con sempre maggiore frequenza il nostro Paese, per quali ragioni siano state tagliate risorse pari a 100 milioni di euro per il biennio 2024/2025 destinate al finanziamento di interventi per la difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche;

   entro quale data si intenda adottare definitivamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, in considerazione dell'urgenza di dotarsi di uno strumento di indirizzo per la pianificazione e l'attuazione delle azioni di adattamento più efficaci nel territorio italiano, in relazione alle criticità riscontrate, e per l'integrazione dei criteri di adattamento nelle procedure e negli strumenti di pianificazione esistenti.