I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
da fonti di stampa si apprende come in data 29 dicembre 2024 il Ministro interpellato abbia dichiarato che «avere ridotto del 25 per cento, dal 14 al 28 dicembre, nei primi quindici giorni del nuovo Codice della strada il numero di morti sulle strade è qualcosa che dovrebbe rendere orgoglioso me e voi»;
questa dichiarazione è stata apertamente contestata dall'associazione sostenitori e amici della polizia stradale Asaps che ha denunciato a mezzo stampa come dall'entrata in vigore delle modifiche al codice della strada non ci sia stata diminuzione delle vittime complessive di scontri stradali rispetto all'anno precedente in quanto i numeri citati dal Ministro e ripresi dai media si riferiscono solamente agli scontri rilevati da Polizia stradale e Carabinieri, che rappresentano il 34 per cento degli incidenti con lesioni rilevati in Italia, in quanto il restante 66 per cento viene rilevato dalle polizie municipali;
l'associazione ha inoltre sottolineato come integrando questi dati con quelli rilevati da fonti pubbliche, emerge che nei 15 giorni successivi all'entrata in vigore delle modifiche al codice della strada sono morte sulle strade italiane almeno 111 persone, più del doppio delle 50 dichiarate dal Ministro. La mortalità nello stesso periodo di 15 giorni rilevata da dati pubblici da Asaps nel 2023 risultava essere di 110 persone mostrando quindi una stabilità rispetto al 2023 e non una riduzione del 25 per cento;
queste dichiarazioni sconfessano platealmente l'equazione «meno morti grazie al nuovo codice», che appare chiaramente come una forzatura basata su dati parziali che non consideravano le strade delle città dove avviene la maggior parte degli scontri in Italia. A parere degli interpellanti invece di cantare vittoria diffondendo strumentalmente numeri ancora parziali, il Ministro interpellato dovrebbe ammettere che il nuovo codice purtroppo non solo non sta facendo diminuire i morti nonostante tutta la propaganda mediatica e l'aumento straordinario dei controlli, ma anzi nel medio periodo rischia di peggiorare la situazione a causa di norme che sono del tutto inefficaci o addirittura ostacolano il contrasto a cause primarie di mortalità come la velocità –:
se il Ministro interpellato sia in grado di confermare quale sia effettivamente il numero complessivo di morti sulla strada nelle prime due settimane di applicazione del codice della strada, se superiore a quello dichiarato il 29 dicembre 2024 e se sia in grado di motivare perché abbia inteso rivendicare un numero ancora parziale e non complessivo di vittime al fine di alimentare di fatto la propaganda del Governo circa il successo di un provvedimento i cui effetti complessivi potranno e dovranno chiaramente essere valutati solo in un tempo più lungo;
se il Ministro interpellato sia in grado di valutare nel periodo di riferimento delle sue dichiarazioni quante morti in più si sarebbero potute già evitare se il codice avesse raccolto le proposte delle associazioni dei familiari delle vittime e di tutti i movimenti che si sono mobilitati sul territorio per chiedere al Governo di mettere la difesa della vita al primo posto e se la riforma del codice non si fosse limitata in sostanza, a giudizio degli interpellanti, ad accanirsi solo contro alcuni comportamenti e il lavoro dei sindaci per salvare le vite senza affrontare di petto la grande questione della velocità e delle nuove tecnologie necessarie a garantire il rispetto delle regole.