21/04/2021
Rosa Maria Di Giorgi
2-01186

 La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 13 aprile 2021 Fincantieri, Arcelor-Mittal Italia e Paul Wurth hanno firmato un Memorandum d'intesa per l'eventuale realizzazione di un progetto finalizzato alla riconversione del ciclo integrale esistente dell'acciaieria di Taranto secondo tecnologie ecologicamente compatibili;

   lo stabilimento siderurgico ex Ilva, nonostante evidenti criticità strutturali, viene ritenuto dal Governo un asset fondamentale per il settore e per le filiere italiane che fanno uso dell'acciaio;

   per assicurare il sostegno ed il rilancio del settore dell'acciaio in chiave «green», nel mese di dicembre del 2020 lo Stato italiano e il gruppo industriale Arcelor-Mittal Italia hanno concluso un accordo di cogestione dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto prevedendo investimenti per oltre 2 miliardi di euro in 5 anni con spese per interventi ambientali, acquisti di forni elettrici e manutenzioni;

   l'obiettivo dell'intesa è quello di raggiungere nel 2025 una produzione di acciaio pari ad 8 milioni di tonnellate affiancata dal pieno impiego di tutti i dipendenti di Arcelor-Mittal Italia pari a 10.700 unità;

   sulla scorta di questo accordo, nel mese di aprile del 2021 lo Stato è entrato nel consiglio di amministrazione della nuova società, che è stata denominata «Acciaierie d'Italia», versando 400 milioni di euro ed acquisendo il 38 per cento del capitale sociale e diritti di voto pari al 50 per cento;

   entro il mese di maggio del 2022 è previsto il perfezionamento dell'operazione attraverso un ulteriore esborso da parte dello Stato di 680 milioni di euro arrivando in tal modo alla detenzione del 60 per cento del capitale sociale;

   va ricordato che Arcelor-Mittal Italia ha vincolato il perfezionamento dell'accordo in oggetto a tre «condizioni sospensive» quali «la modifica del piano ambientale esistente per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; l'assenza di misure restrittive – nell'ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata – nei confronti di AM InvestCo»;

   l'eventuale realizzazione delle condizioni sospensive desta forti perplessità, in particolare quella riferita alla «revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto». A tal proposito, sembra opportuno ricordare quanto illustrato nel febbraio 2021, al termine della loro requisitoria, dai pubblici ministeri del maxi-processo che a Taranto vede sotto accusa l'ex Ilva per disastro ambientale e altri gravi reati;

   in quella circostanza i magistrati hanno chiesto, oltre alla condanna di 35 imputati e alla proposta di sanzioni per complessivi 390 anni di reclusione, anche la confisca degli impianti posti sotto sequestro nell'estate del 2012, proprio quelli per i quali Arcelor-Mittal Italia chiede la revoca della misura cautelare;

   i destini del siderurgico ex Ilva di Taranto dipendono anche dalla sentenza che dovrà emettere il Consiglio di Stato il 13 maggio 2021 sullo spegnimento degli impianti dell'area a caldo quelli più inquinanti dello stabilimento, già chiesto dal sindaco del capoluogo ionico e sancito dal Tar di Lecce con apposito provvedimento –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro interpellato qualora anche una sola delle tre «condizioni sospensive» formulate da Arcelor-Mittal Italia per il perfezionamento dell'accordo di cogestione non dovesse verificarsi.