I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
grande preoccupazione desta la situazione relativa al polo petrolchimico di Priolo e alle zone marine prospicienti che risultano al centro di gravi e complesse situazioni dal punto di vista ambientale e di sicurezza nazionale;
i reflui del polo petrolchimico sono trattati dal depuratore Ias (Industria acqua siracusana) che è stato messo sotto inchiesta per presunto reato di disastro ambientale e che risulterebbe privo di autorizzazione ambientale in quanto non è in grado di ottemperare ai requisiti di legge imposti per tale attività;
un servizio giornalistico della trasmissione Report del 2 marzo 2025 ricostruisce come, per fronteggiare la suddetta situazione, che rischia di mettere in ginocchio il polo petrolchimico, il Governo sia intervenuto con un decreto-legge per dichiarare Isab impianto di interesse strategico e per concedere deroghe alle emissioni. Esiste una bozza del decreto in commento in cui le deroghe erano molto meno permissive di quelle che poi sono state concesse nel decreto-legge n. 2 del 2023 convertito con modificazioni dalla legge 3 marzo 2023, n. 17;
tra la prima versione e quella approvata, la soglia di accettazione passa da 1 a 15 microgrammi per litro (fenoli) da 10 a 15 (idrocarburi totali) e da 0,4 a 10 (solventi organici aromatici). Si tratta di valori fino a 25 volte superiori rispetto a quanto previsto dal testo unico ambientale; tale differenza sarebbe il frutto di enormi pressioni del sistema produttivo che riteneva i primi limiti irraggiungibili;
il decreto-legge è stato considerato dai giudici di Siracusa in potenziale violazione con il dettato costituzionale di cui agli articoli 9 e 41 che tutelano la tutela dell'ambiente nell'interesse delle future generazioni tra i principi fondamentali e dispongono un limite all'iniziativa economica in relazione alla salute e all'ambiente;
la Corte costituzionale si è espressa nel giugno 2024 con la sentenza n. 105, concedendo al Governo 36 mesi per valutare il miglioramento del depuratore Ias;
anche l'impianto per il trattamento delle acque di scarico (Tas) che tratta i reflui industriali di Isab è al centro di una indagine della procura di Siracusa per inquinamento ambientale. Secondo quanto emerso, i campionamenti sugli scarichi dell'impianto venivano contraffatti con il risultato di una grave compromissione dell'ambiente;
prima dell'invasione dell'Ucraina e delle conseguenti sanzioni decise a livello europeo, lo stabilimento dell'Isab aveva diverse fonti di approvvigionamento internazionali e la quota d'importazione russa ammontava a circa il 30-40 per cento;
attraverso l'esercizio del golden power sull'impianto il Governo ha di fatto sostenuto la vendita; tuttavia ci sono molte incognite connesse sia al piano di investimenti annunciato dall'impresa che ha acquistato Isab, la Goienergy, sia alla provenienza del petrolio che deve fornire Trafigura la società con cui è stato firmato un contratto di esclusiva per la fornitura di petrolio e che è nota per la collaborazione di lungo periodo con Putin;
Greenpeace ha rilevato che dall'elenco delle petroliere che attraccano al petrolchimico, una nave, la Sealeo contenente 82 tonnellate di petrolio ha spento il tracking per 82 ore per poi approdare nel porto di Siracusa. Lo spegnimento del tracciamento è avvenuto nelle zone dichiarate della shadow fleet russa che riesce ad aggirare l'embargo occidentale;
è inquietante il fatto che la nave non sia stata sottoposta ad esami approfonditi una volta arrivata in porto;
sembrerebbe che la zona antistante al Polo di Priolo sia diventata l'hub perfetto della shadow fleet russa che effettua i suoi traffici oltre le 12 miglia, al di là delle acque territoriali italiane, di fronte alla costa tra Augusta, Melilli e Priolo;
in una delle aree più martoriate dal punto di vista ambientale si svolgono quindi pericolose attività di trasbordo da nave a nave, con petroliere obsolete e prive di assicurazione, elementi molto critici se dovesse succedere qualche danno; queste sono in una lista nera e non dovrebbero essere servite in nessun porto europeo. Invece sono numerose le imprese siciliane che hanno lavorato con queste navi;
la Guardia costiera ha dichiarato che non è suo compito intervenire su quelle navi perché il travaso di petrolio avviene in acque extra territoriali; tuttavia esperienze di altri Paesi europei, come la Finlandia e le indicazioni dell'agenzia dell'Onu indicano che la facoltà di intervento non è preclusa –:
se, nell'ambito delle valutazioni e dei monitoraggi ambientali, sia emerso che i campionamenti del Tas non siano stati correttamente effettuati;
a che punto sia il piano di investimenti annunciato da Goienergy e quale sia la provenienza del petrolio di Isab;
quali siano i motivi tecnici che hanno portato al cambiamento del decreto-legge di cui in premessa tra la prima e la seconda versione e quale sia stato il tipo di interlocuzione avviata dal Governo;
in relazione alla shadow fleet russa, quale sia stata l'attività degli organismi pubblici di controllo e se non si ritenga importante prevedere opportune e tempestive iniziative per contrastare questo fenomeno e per non rendere il nostro Paese complice di operazioni che violano il regime sanzionatorio assunto in sede internazionale.